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sabato 31 gennaio 2015

"La stanza bianca" di Maria Romano.


Nella foto Michael sta spegnendo le candele, undici anni. Anne, sua sorella più piccola, gli sfiora il cappellino colorato e guarda intimidita la fotocamera, dietro, mio marito ha una faccia strana, è buffo e ha gli occhiali al contrario, affianco al suo corpo massiccio, ci sono io, sorrido. 
È bello rivedere il mio vero sorriso, ora al suo posto c'è solo uno spettro. 
È strano ricordare, fa male delle volte, sembra sia accaduto solo ieri, in verità, sono passati cinquant'anni. 
Ho trovato questa foto oggi, tra le pagine del mio diario, non ho pianto appena l'ho vista, il dolore è così forte che il male è cosa quotidiana qui, il pianto non risolverà le cose, non risolverà niente. 

Le pareti sono bianche, le stanze asettiche, c'è puzza di lacrime, e la certezza di dover morire da sola, è sempre nascosta dietro l'angolo e la notte si intrufola nei miei incubi.
Quel giorno Michael spense undici candele Blu, io, sua madre, gli preparai una torta, temevo non gli sarebbe piaciuta, invece, quasi la divorò. Ora dove sarà?
Anne, la piccola Anne, dai lunghi capelli biondi, desiderava ardentemente quel cappellino, alla fine gliene comprai uno identico, e il suo desiderio venne esaudito. 
Ora dove sarà?
Mio marito è morto, un anno fa. 
Cosa mi resta? Se non un misero foglio su cui scrivere e una vecchia fotografia della felicità? 
Vorrei capire dove ho sbagliato, vorrei comprendere, ma non ci riesco, ho in testa mille domande ma le risposte non arriveranno mai, ci sono domande che restano senza risposta.
Mi sveglio, più vecchia di un giorno. 
Sto appassendo, tutti, anche i fiori più belli, alla fine, muoiono.
Qui, all'ospizio di S. Lucia, ci sono statue di ossa, statue che, come me, rincorrono i ricordi, attendono, cercano risposte, aspettano persone che non rivedranno mai più. 
Eppure quel giorno non attesi un secondo, le comprai il cappellino. Pur essendo una pessima cuoca, gli preparai una torta, ho fatto di tutto pur di rendere i miei figli felici. 
Dove ho sbagliato?
La foto è immobile nella mia mano, eterno attimo di gioia.
Dalla finestra della mia stanza guardo persone passeggiare per le strade, libere. 
Io sono un leone in gabbia, un leone che si è arreso. 
Domani il sole sorgerà alto e chissà per quanto ancora potrò godere della sua luce.
Il diario ha ormai finito le sue pagine e i ho scritto abbastanza. Ho reso eterna la mia vita, con le parole.
Maria Romano

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