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venerdì 29 aprile 2016

"IN UNO SGUARDO" di Ilaria Negrini



"In uno sguardo"

Camminiamo nel vento
Intorno a noi terre aride
e orizzonti

L'odore della notte
ci fa respirare il finire delle cose
e questo nostro dover andare...

Ma ci ritroviamo
in uno sguardo,
è come entrarsi dentro

occhi contro occhi
nel cielo di fuoco
dell'alba

(I.N.)

"L'ALTRA FACCIA DELLA LUNA" di Franca Berardi



L’altra faccia della luna.

Voglia ovvero mania
è un atto inconsulto,
talora distratto,
una smorfia al pensiero,
una lode alla fantasia.
Mania è un azzardo mentale,
una logica elusa,
un fiume in piena
un sisma interiore,
una danza smodata
sui carboni ardenti ella vita.
Una veemenza sospesa,
a tratti delusa…
un impulso irriverente
che affonda in un mare
senza più colore,
in questa notte di luna piena,
senza più logica alcuna.

FRANCA BERARDI

"STUPIRMI" di Salvatore Colucci



Stupirmi (Salvo Colucci)

Non puoi stupirmi, hai già tutto il mio cuore, non importa se tu non sei qui perché lasci ogni volta quello che mi è necessario.
Tu arrivi ovunque anche dove il tempo finisce, ed io lo costruisco per te, perché noi siamo la storia che verrà ogni giorno.

Salvo@

"APPARIZIONE" di Roberto Busembai



APPARIZIONE

"La guardo come fosse aria nuova,
la sento come sospiro di vento
e penso come sono contento,
se fosse amore questa sensazione
sarebbe certo bello viverlo per sempre,
ma se invece fosse solo un'apparizione
non diventerò per questo santo
ma di sicuro disperato e pazzo
per non averti creduta a tanto."

Roberto Busembai (errebi)

mercoledì 27 aprile 2016

"GLI ALTRI SONO TROPPI PER ME" di Mariangela Gualtieri



"Gli altri sono troppi per me.
Ho un cuore eremita io.
Sono impastata di silenzio e di vento.
Sono antica.
Mi pento, ogni volta che vado lontano
dal mio stare lento, nella velocità della sera"

(Mariangela Gualtieri)

"SOFFIO DI LUCE" di Pasquina Filomena



SOFFIO DI LUCE

Sono sempre alla ricerca di nuove emozioni,
ma di quelle forti che lasciano il segno.
Scruto ad ogni angolo per trovarle,
chiudo le finestre ad ogni spiffero di vento
per non farle uscire,
spolvero i pensieri più fragili
e ritrovarne il piacere.
Sono folle e ingenua al tempo stesso,
come un soffio di luce.

PASQUINA FILOMENA

martedì 26 aprile 2016

"KEN" di Greta Baraldi



KEN

Il ragazzo di Barbie
le vuole tanto bene
la fa giocare
a portarla al mare
la fa giocare
a portarla a sciare
gioca a proteggerla sempre
e se arriva
un bambolotto cattivo
lui lo butta
giù dal tetto
gioca a fare ballare
tutte le bambole
alte
medie
di pezza
e piccoline
e tutte
le fa sentire regine
e se io
fossi una bambola
e avessi un pensiero brutto
lo guarderei in silenzio
e così
qualsiasi paura
qualsiasi dolore
qualsiasi preoccupazione
si dissolverebbe
in un istante
come a volte
si dissolve la nebbia


Greta Baraldi.

"LA TUA OMBRA" di Luisa Simone



LA TUA OMBRA

Ti amero'

Anche se tu
Non lo saprai
~~~~~

Ti seguiro'

Ma tu..
Non te ne
accorgerai..
~~~~~~~

Saro'..

La tua ombra

Ricalchero'

La tua stessa
orma..


Girati adesso..

Non mi vedrai..

Avro' Il tuo
Stesso
passo

Respirero'
Insieme a te
Con la tua
bocca..


Non udirai..
La mia voce..

La manterro'
Dentro
Di me...

Sommersa
~~~~

Fermati..
Lo sento..
Sei stanco..

Saro'..

La tua sosta..
~~~~~~~

Adesso ..
Finalmente
È..
giunta l'ora

Vedi le stelle
Brillano
D'argento

la notte
Ci invoca..
~~~~~~

Avvicinati..
Abbracciami
Non mi vedi..
Ma senti..
Che non sei..
Solo

Il mio pensiero
Aleggia...

Ti consola..
~~~~~~

Vieni..
Ti aspettavo..

Insieme
A me
Adesso

Riposa..

Non svegliarti..
Non guardare
L'alba..

È un inganno
Per staccare..
Chi si ama

Non uscire..

Dal mio sogno..

Rimani..
Ti proteggero'
Io ..
la tua
Ombra...
~~~~~~~
Non cercare
la luce...
Non ora
~~~~~~
Fermati
Tempo

Fa'
Che
Lui...

Sia.
Mio...
........
ancora.

(Luisa Simone)

"QUANDO ME LA SONO TROVATA DI FRONTE..." di Giorgio Faletti



Quando me la sono trovata di fronte
e l'ho vista e l'ho odorata
e l'ho sentita parlare,
mi e' sembrato che Dio mi avesse restituito la costola.

Giorgio Faletti

"SOSPINTA DAL VENTO" di LINA MAZZOTTI



Sospinta dal vento

Ho messo sottosopra
alterando
provocando
l'ordinario mediocre
che avete voluto.
Tenetevela stretta l'ipocrisia
bugiarda
che devasta
gli spiriti,
continuate pure
a credervi giusti.
Ma ho sconvolto tutto
aprendo le finestre
gridando a gran voce
i segreti che avete mummificato.
Corro leggera
su per questo sentiero
sospinta dal vento
che mi scompiglia i capelli.

LINA MAZZOTTI

"OGNI BAMBINO HA DIRITTO ALLA LETTURA..." di Margherita Benati

Ogni bambino ha diritto alla lettura ,
ogni bambino ci chiede un libro ,
anche se non lo conosce ancora ,
e non sa cos'è un libro , ma sente che esiste .
perché i libri sono una parte della nostra umanità
che è già scritta dentro di noi

MARGHERITA BENATI

"GOCCE" di Liliana Sghettini



"Gocce"

Lieve ticchettio si infrange
mi alzo, mi accingo a guardare
cielo colmo di nubi
pronte a borbottare.
Caldo asfalto scorgo dalla mia finestra
nella città che appare triste, mesta.
Perché la pioggia contrae i cuori
se terra nutre dentro e fuori!?
Forse perché il sole nasconde
dietro folta coltre di soffici onde.
Bianche, grige o nere nubi
nel cielo, danzanti, solitarie
o in dolci connubi.
Pioggia pulisci, rigenera tutto
invita poi il sole ancora a tornare
che l'arcobaleno annunci
suo nuovo e duraturo brillare.

LILIANA SGHETTINI

"SABBIA" di Giusy Finestrone



SABBIA

Esattamente un anno di silenzio assoluto
Senza un motivo da me conosciuto
Tante domande mi sono posta
Io non trovavo nessuna risposta

Poi una mattina ti sei svegliato
Senza pudore ti sei presentato
Come se il tempo non fosse passato
Pensavi io avrei ben presto scordato

Ma il tempo cambia anche le cose più belle
Fa spegnere i sogni ed anche le stelle
Ti porta a fare dei cambiamenti
E diventan bui anche quei sentimenti

Tu come sabbia nelle mie mani
Eri il mio ieri non sei il mio domani
Perchè al coraggio di sceglier l'amore
Hai preferito la codardia del cuore!!!

GIUSY FINESTRONE

"UN CIELO SENZA LUNA" di Davide Vinci

UN CIELO SENZA LUNA

Chi l’avrebbe detto
Qualcuno sussurrava
Chi l’avrebbe immaginato
Che anche la fiamma col tempo si consuma.
Ma chi l’avrebbe scritto
Quando tutto era arcobaleno
Chi avrebbe mai sfidato
Due rondini che sole in volo macchiavano il cielo.

E tutto era colore
Le labbra schiuse già parole
Nessuna frase fatta
Nessuna meta irraggiungibile.

Ma quanti pugni chiusi nell’osare
Con l’illusione di sfidare il mondo
E quanti abbracci pieni
In queste mani vuote.

Ma se ora tu mi parli
Io ti ascolto come ieri
E se il tuo volto è immobile
Guarda coi miei occhi
Dentro queste mura vuote
Tu sola mi ritroverai.

Ma se lasciarsi è perdere
E tenerti stretta è vincere
Vedere domani una tua lacrima è solo ipocrisia.

Ed io ti lascio libera
Volare sola non è facile
Ma il cielo ora è limpido
Guarda amore quanto spazio libero
Occupiamo un posto scomodo
L’immenso è solo tuo.

"PENSARE LA PACE DURANTE UN RAID AEREO" di Virginia Woolf (Adele Cavalli)



Pensare la pace durante un raid aereo'.

"Il corso degli eventi è impetuoso e incalzante. Trabocca dal fiume di parole pronunciate dagli altoparlanti e dai politici.

Ogni giorno ci ricordano che siamo un popolo libero, in guerra per la libertà, e ciò avrebbe trascinato il giovane pilota a vorticare sospeso tra le nuvole.
Da quaggiù, con un tetto sopra la testa e una maschera antigas sottomano, è nostro compito sgonfiare i palloni gonfiati e risalire alla fonte dei fatti.
Tanto per cominciare, non è vero che siamo liberi.

Stanotte, uomini e donne sono prigionieri – lui chiuso in una macchina davanti a un mitragliatore; lei al buio con accanto una maschera antigas. Se fossimo liberi saremmo all’aperto, a una festa, a teatro, o seduti vicino a una finestra a chiacchierare.

Cosa lo impedisce? 'Hitler!' gridano all’unisono gli altoparlanti. E chi è Hitler? E cosa rappresenta? Aggressività, tirannia, amore malato per il potere, espressi pubblicamente, ci spiegano.

Distruggetelo, e sarete liberi.

In questo istante è come se gli aerei che passano mi segassero il ramo di un albero sopra la testa. Rombano intorno, continuando a segare giusto sopra il tetto, e all’unisono un suono simile scava un varco nel cervello.

È la voce di Lady Astor nel Times di oggi:

'Donne capaci sono sottomesse all’Hitlerismo inconscio dell’animo maschile'.


La verità è che stanotte siamo tutti egualmente soggiogati e fatti prigionieri, gli uomini inglesi negli aeroplani, le donne nei loro letti...
Anche questo deve dunque far parte del nostro impegno per la libertà, aiutare i giovani inglesi a estirparsi di dosso la venerazione per medaglie e riconoscimenti...


L’altro giorno un pilota è atterrato sano e salvo in un campo qui vicino e ha detto ai suoi nemici esprimendosi abbastanza bene nella nostra lingua:
'sono contento di non dover più combattere!'


Un soldato inglese gli ha offerto una sigaretta, e una donna gli ha preparato una tazza di tè. Ciò sembra dimostrare che l’iniziativa di liberare gli uomini dal meccanismo mentale che li induce a fare la guerra, non cade affatto su un terreno arido e può dare dei frutti.


Finalmente le mitragliatrici hanno smesso di sparare, i fari sono stati spenti e questa notte d’estate ha riacquistato la sua naturale oscurità.
S’odono ancora una volta i suoni puri della campagna; una mela cade al suolo, un gufo stride volando di ramo in ramo, e a tratti tornano in mente le parole semidimenticate di un antico scrittore inglese: 'In America i cacciatori sono già svegli...'


Affrettiamoci dunque a spedire questi pensieri frammentari ai cacciatori già in piedi in America, alle donne e agli uomini il cui sonno non è ancora stato interrotto dalle mitragliatrici, nella convinzione che li terranno a mente con generosità e spirito caritatevole, e che magari vorranno tradurre questi appunti in qualcosa di concretamente utile.

E ora, concittadini dell’emisfero in ombra, tutti a dormire."

VIRGINIA WOOLF

"FISSAVA IL VETRO ROTTO, SENZA PAROLE" di Debora Ravaioli

Fissava il vetro rotto, senza parole.
Perché si spaccò?
"Perché devo prendermene cura?"
Dell'aria passava attraverso di esso.
"Scotta, brucia. Smettila!"
Senza dubbio, insopportabile.
Lo era... davvero?
Toccò lo specchio. Freddo.
L'aria... fredda.
Dietro? Nulla.
L'abisso

DEBORA RAVAIOLI

"VENTO TRA I CAPELLI" di Laura Moscato

RACCONTO

VENTO TRA I CAPELLI

Non si era mai fermato in un posto troppo a lungo. Semplicemente non era una persona che restava. Quando da piccolo gli chiedevano cosa sarebbe voluto diventare, lui scrollava il capo e alzava le spalle come se non gli interessasse veramente dare una risposta a quella domanda. Adesso, che era un ragazzo di venticinque anni, odiava le categorie. Lui non era ciò che faceva, e il suo animo era continuamente alla ricerca di qualcosa che non sapeva neanche definire. Negli ultimi cinque anni aveva svolto tantissimi lavori, dal giardiniere al pescatore, dal muratore al manovratore di gru. Quando il suo lavoro iniziava a definire ciò che era, semplicemente scappava e andava alla ricerca di qualcos'altro. In questo momento della sua vita non gli interessava il futuro e non poteva farsene un cruccio. Aveva imparato a non ascoltare ciò che dicevano gli altri, prendendo le distanze da un mondo che non capiva.

Pubblicato da Laura Moscato

"SOGNANDO LA CALIFORNIA" di Rosalba Vangelista



SOGNANDO LA CALIFORNIA
di Rosalba Vangelista

Il sole caldo del tramonto creava un fascio arancione intenso, la Route 66 era immensa e, prepotente, si distendeva di fronte i loro occhi. 
Era l’America, con il suo fascino selvaggio, con i suoi sogni acerbi, con il suo carico di speranze.
Taty e Rosy, due borsoni, la voglia di vivere e la freschezza che solo due giovani donne, con l’Italia nel cuore e l’America nel respiro, avevano scelto come meta di vita.
La cabrio sfrecciava veloce, il sole carezzava le loro spalle nude, i lunghi capelli ondeggiavano tra i raggi intensi del sole.
Nel cuore il desiderio di libertà, di avventura, di credere al sogno che due scrittrici si portavano dentro da tanto.
“Stiamo rimanendo a secco tesoro!”
Rosy, occhiali specchiati a goccia e le sneakers poggiate sulla portiera, si godeva il viaggio canticchiando sulle note di radio Mountain Road.
“Cazzo Taty hai ragione! Aspetta, fammi guardare la cartina che qui sto maledetto cellulare non prende!”
Avevano portato il minimo indispensabile, volevano essere il più libere possibile da tutto il superfluo.
“Dunque, tra cinque miglia dovrebbe esserci una stazione di servizio, facciamo anche una tappa gabinetto che dici?”
“Assolutamente! Sono ore che non ci fermiamo, e ho anche una fame boia!”
“Vuoi che guidi un pò io?”
“No Rosy, tranquilla, semmai appena ripartiamo prendi tu il comando del bolide!”
Si guardarono e scoppiarono a ridere, il ‘bolide’ era una vecchia cabrio che avevano acquistato per poche centinaia di dollari, era un rottame ma poco importava, era il loro ‘cavallo alato’ quello con cui si apprestavano a conquistare la libertà americana.
Volevano sfondare, farsi conoscere nell’editoria d’oltre oceano, avevano portato con loro i testi già tradotti; il cassetto con dentro i sogni era stato aperto…
Arrivate alla stazione di servizio un’amara scoperta le attendeva, il distributore era perfettamente funzionante, mentre il bar era chiuso.
“Ma porca…! E ora dove la facciamo!”
Rosy era furiosa, odiava dover trovare luoghi di fortuna per fare pipì.
“Aspetta! Mi sa che i gabinetti sono fuori, guarda quella baracchetta laggiù!”
Taty aveva adocchiato quelli che erano i gabinetti esterni, abbandonati ormai da anni.
“Lo sai che se dovessimo riuscire ad aprirli, dentro ci saranno ogni sorta di residui bellici andati a male vero?”
Taty, creando la visione di ciò che le aveva appena detto l’amica, inorridì.
“Ok ok, a quanto il prossimo distributore?”
“Oltre venti miglia.” rispose Rosy sbuffando.
“Dai possiamo farcela allora! Abbiamo vesciche potenti!”
Era questo il bello di quelle due ragazze, le risate sempre, e la voglia di prendere tutto con ironia.
Fatto rifornimento e intente a ripartire, l’arrivo di un motociclista catturò la loro attenzione.
“Hey bellezze!”
Era brutto come pochi…
I loro sguardi si incrociarono, complici.
“Ma dove vanno due fatine così tutte sole? Posso farvi da cavaliere? C’è un motel a trenta miglia da qui, se vi va ci divertiamo un pò!”
“Cosa hai detto brutto stronzo che non ho capito bene?!”
Rosy, parlando un inglese quasi perfetto, era allibita.
“Hey sei una grande maleducata lo sai stronzetta!”
“Senti amico del sole, vedi di smammare prima che ti prendiamo a calci nelle palle, hai capito? E non osare mai più rivolgerti così alla mia amica!!”
“Avete l’accento italiano, belle cretine, vi facevo più socievoli! Andate affanculo!”
“Affanculo ci devi andare tu, ammasso di hamburger andato a male!”
Il dito medio di Rosy si alzò dolcemente creando una magnifica e suggestiva ombra sullo sterrato americano…
Il motociclista mise in moto e sparì dietro un immenso polverone dorato, grosso quasi quanto il suo fondoschiena.
Il viaggio era appena iniziato, l’America le attendeva, la vita e la forza dei sogni le accompagnava.
Con carta e penna avrebbero conquistato gli States, insieme a una buona dose di faccia tosta!

The end.

lunedì 25 aprile 2016

"LA VITA CE LO IMPONE" di Salvatore Colucci



La vita ce lo impone (Salvo Colucci)

Ti lascio i miei pensieri tra carne e cuore e alla porta i desideri ancora senza il coraggio di volerli.
Nascondo su di un velo di carta la tua parte migliore scritta in fretta, tra un passo e l'altro e lascio la speranza tra i ricordi, mi prometto di riprenderla come un frutto maturo in qualche calda estate.
Devo togliere la fame al dolore e devo ancora sudare sorrisi.
La vita ce lo impone.

Salvo@

"MNEMONICA DIASPORA" di Roberta Manzin



Mnemonica diaspora. Genuflette angoli di un cuore pietrificato. Sgretolandone informi protezioni.
Nell'amore che verrà
voglio restare. In un nudo pulsare di un'attesa imperfetta.

RobertaManzin

domenica 24 aprile 2016

"IVANO RATTOPPA LA MIA MANO" di Ilaria Biondi



Invano rattoppa la mia mano
la falcata rigida dei tuoi tremori
mentre l'ago degli affanni prematuri
si placa
sonnecchiante
nell'intralcio soffice
del ligustro avventato

(Testo e foto Ilaria Biondi)

"IL PRINCIPE" di Greta Baraldi



IL PRINCIPE.

La notte ho sognato
che andavo in sposa al principe
che non conoscevo
mi portavano in alto
su una bella poltroncina
ed io ero carina
e tutti mi festeggiavano
e i miei genitori
sembravano contenti
in quei festeggiamenti
poi venne da me
la madre del principe
a guardarmi
senza parlarmi
ed io capii
che le piacevo
ma non so
se lei capì
che io non volevo
sposare il principe
che non conoscevo
eppure sembrava dolce
donare la mia vita
all'affetto degli altri
prigioniera e protetta
tra quelle mura dorate
e forse il principe
mio unico compagno
nella notte buia
l'avrei cercato
in quel castello
l'avrei aspettato
forse
ed eccolo che lo vedo
e in lui il coraggio
in lui l'onore
in lui la nobiltà
la tenerezza
ma il principe sapeva
e un poco piangeva
e mentre mi donava
la libertà
per un momento io
lo avrei accontentato
per un momento
lo avrei sposato.


Greta Baraldi

"LA NOTTE" di Mariella Di Camillo



La notte

Cosa ci svelerà il colore dell’alba?
Nei nostri occhi che brillano di tante cose,
noi ci perdiamo e non sappiamo
cosa sia il segreto della vita.
Nessuno conosce i colori che giocano
nel profondo dei sogni, i segreti che crescono
e fioriscono nel sonno della vita,
il gabbiano triste che attraversa i campi,
le nuvole, la pioggia.
I campanelli del silenzio dei tuoi occhi
suonano canzoni del sogno verde
e le musiche si colorano come rami in crescita.
Cosa ci svelerà il colore dell’alba?

Scritta da Mariella Di Camillo.

"LA FIGLIA DEL PARTIGIANO" di Nadia Campanelli



LA FIGLIA DEL PARTIGIANO

Solo alla fine della guerra seppi che mio padre era stato un partigiano.
Lui era un uomo di poche parole e le sue giornate le consumava, dall'alba al tramonto, nel campo vicino casa a coltivare ortaggi. Eravamo molto poveri, ricordo di aver dormito ancora su un letto senza lenzuola, perché non c'erano soldi per comprarle e quelle della misera dote della mia mamma si erano consumate per farci le fasce da neonati.
I nostri vestiti, i miei e quelli dei miei fratelli, erano rammendati e lisi. Quando suor Violante, che ben conosceva il nostro stato di indigenza, mi invitava ad entrare nel convento per darmi degli abiti smessi dalle malate del manicomio, correvo felice a casa e mostravo a tutti il mio tesoro.
Il papà indossava calzoni pieni di pezze sul sedere e sulle ginocchia; chi lo guardava non avrebbe riconosciuto il colore originale della stoffa dei suoi indumenti.
Quando usciva vestito in quel modo, per andare nell'ortaglia, ci veniva da ridere, ma era un riso amaro, bagnato di lacrime.
Il papà e la mamma parlavano poco, ma si amavano. Lei aveva accettato la povertà del nostro vivere come un dovere da portare avanti con rispetto. Con lo stesso sentimento ritagliava dagli stracci le pezze da cucire sui calzoni di suo marito perché ben sapeva quali, per lui, fossero i veri valori della vita.
Io ero abbastanza grande e avrei potuto capire, e se intesi qualcosa non bastò a comprendere quanto lui facesse per la Resistenza.
Papà riceveva dei giornali, fogli di carta arrotolata ma non li teneva in casa, io lo vedevo allontanarsi nel campo, poi seppi che li nascondeva in una buca sotto la terra dell'ortaglia.
Una volta qualcuno gli consegnò un rotolo di banconote. Di fronte a tanto denaro mi spaventai e non trovai il coraggio di chiedere di chi fosse e a cosa servisse.
La sera, quando noi andavamo a letto, lui rimaneva sveglio e al lume di una candela leggeva i libri e giornali che gli lasciavano in prestito.
Il papà aveva frequentato la scuola, ma solo fino alla terza elementare, era nato nel 1903 e a quei tempi i poveri contadini non avevano di che ben sperare per il loro futuro.
Nel 1921 entrò nel partito Comunista e a Mompiano tutti sapevano quale fosse la sua fede politica.
La mamma mi raccontava che più di una volta, nel periodo in cui il fascismo faceva la sua ascesa al potere, lui era dovuto scappare e trovare rifugio in qualche fienile o su, in Margherita, nel folto dei boschi, per non essere arrestato, picchiato o purgato con l'olio di ricino.
Il giorno che arrivai in casa con la divisa di giovane italiana, il papà andò su tutte le furie, non l'avevo mai visto così arrabbiato, mi tolse dalle mani quell'abito ancora ben piegato e lo fece a pezzi.
Ricordo d'aver raccontato una grossa bugia alla maestra, diedi la colpa dell'accaduto al cane, che per gioco e per mia distrazione, si era messo tra i denti la divisa e l'aveva strappata.
La maestra non fece commenti.
Il mio papà e la mia mamma si sposarono nel 1928, il loro fu un matrimonio sotto sorveglianza.
I due sposi, con i rispettivi testimoni e genitori, raggiunsero Salò scortati dai carabinieri che li seguirono anche nella traversata in barca e nell'osteria in cui consumarono un povero pranzo di nozze.
Erano tempi difficili, gli antifascisti sapevano di rischiare la vita. Le sue idee politiche lui le aveva maturate leggendo gli scritti di Marx e di Gramsci nei libri che riceveva in prestito dai compagni della casa del popolo e da don Decca.
Il comunismo lui ce l'aveva nel cuore e credeva in un mondo di uguali, in cui le terre dei ricchi sarebbero state divise tra i poveri.
Il mio papà aveva un grande cuore!
Se ripenso agli anni della Resistenza, ricordo quando di sera, sempre col buio, degli uomini bussavano alla nostra porta. Papà apriva e ci diceva di stare tranquilli che erano solo amici con i quali avrebbe scambiato due parole, fuori, all'aperto.
Gli incontri, le consegne del materiale per i partigiani avvenivano sempre in quel modo.
La mamma forse era al corrente di ogni azione, ma fingeva di non sapere e in silenzio dava il suo appoggio.
Il mio papà, e questo lo so per certo, non sparò mai un colpo d'arma da fuoco, non ne sarebbe stato capace, ma di sicuro il suo lavoro nella Resistenza fu molto importante.
A Mompiano fu nominato rappresentante del Comitato di Liberazione Nazionale.
Quando finì la guerra e i Tedeschi lasciarono la sede del comando nel convento delle Ancelle della Carità, lui dovette coordinare i lavori di sgombero.
Distribuì alle famiglie dei reduci il mobilio: letti, tavoli, armadi, rotoli di stoffa e, pur conoscendo la nostra povertà, non portò a casa nulla.
Nella sua camera, il letto matrimoniale era zoppo di una gamba, ma per lui c'era sempre chi stava peggio di noi.
Questo era mio padre: un uomo generoso e onesto!


Gianni Ortolà coltivava la sua ortaglia e la fede di un compagno che credeva nella libertà e nell'uguaglianza con serena umiltà. In casa non avevamo che pochi mobili tarlati, eppure, povero com'era, aveva sempre qualcosa da dare a chi, diceva lui, "era più povero" e rinunciava alla sua fondina di minestra per sfamare chi non aveva neppure quella.
Crescendo, ho compreso tante cose e l'amore per il mio papà è diventato sempre più grande.
Io ricordo l'uomo, il padre, il partigiano e la sua fede comunista, con il sentimento del cuore e con le parole di Palmiro Togliatti che ha voluto scritte sulla sua tomba:
Voi accumulerete i soprusi, le sofferenze per il popolo, ma siatene sicuri, la marcia in avanti dei lavoratori italiani, degli operai e dei contadini verso la conquista della loro libertà, voi non potrete impedirla.

NADIA CAMPANELLI

"INCANTO" di Anna Landi

Incanto
Occhi che versano lacrime senza acqua
Bocca che grida parole mute
Orecchie trafitte dalle urla delle pietre
Lampi invisibili che nessuno sa
lacerano il cuore
La tempesta incalza incurante, ostile
sferza il cuore ora errante e livido
Il vento della sofferenza ride alla sua fragilità
e impetuosa si gonfia la forza dell'aria
Dicembre,
L'inverno alle porte attende
Ostinato lì in quell'angolo dimenticato della sua anima
Il fiore di maggio prelude alla gioia
Lì in quell'angolo di cuore
semplicemente l'incanto splende.

ANNA LANDI

sabato 23 aprile 2016

"SVEGLIATI" di Antonella Esse



SVEGLIATI

Il mondo,
là fuori,
infinitamente sfuma
nell’inganno di rumori
e di strade
senza incrinatura.
Di pietra
la tua andatura
per ricominciare
a mordere la scorza:
svegliarsi e non sognare
è la tua ultima risorsa.

ANTONELLA ESSE

venerdì 22 aprile 2016

"LO SPIRAGLIO DELL'ALBA RESPIRA CON LA TUA BOCCA..." di Cesare Pavese



Lo spiraglio dell'alba
respira con la tua bocca
in fondo alle vie vuote.
Luce grigia i tuoi occhi,
dolci gocce dell'alba
sulle colline scure.
Il tuo passo e il tuo fiato
come il vento dell'alba
sommergono le case.
La città abbrividisce,
odorano le pietre -
sei la vita, il risveglio.
Stella sperduta
nella luce dell'alba,
cigolio della brezza,
tepore, respiro -
è finita la notte.
Sei la luce e il mattino.

20 marzo 1950

Cesare Pavese

"LA MIA VITA E' UN'ALTALENA ATTACCATA AD UNA CORDA IMMAGINARIA.." di Tania Minissale

La mia vita è un'altalena attaccata ad una corda immaginaria, alla base del cielo e penzola, alternando momenti di dolore ad altri di serenità. Smossa dalle mie gambe va su per prendere tutto il fiato del mondo e poi giù in un tormento oscuro. E in un attimo mi ritrovo tra passato e presente, dondolandomi in questo mondo che non ha niente di bello, tranne quello che riesci ad inventare.

TANIA MINISSALE

"IL VOSTRO SORRISO" di Luisa Simone



IL VOSTRO SORRISO

il vostro sorriso
Mi riempe
L'anima..


Quando il cielo
È vuoto..

Quando
Le stelle
Sono
stanche..

ed io le cerco
Ma..
Non le trovo.

Il vostro sorriso
Mi scalda..

Quando intorno
A me fa'
Freddo..

Quando..

Tutto quello
Che faccio

Mi provoca
Solo..
tanto
gelo.

Il vostro sorriso

Mi cammina
vicino

Quando nessuno..
Ho accanto

Mi fa'
Sentire
Amata

Anche se nessuno
Mi porta..

Una rosa

Anche
Trovata.

Il vostro sorriso
Lo sento..

Mi guarda..

Ed io..
Mi sento
Forte...

Mi cancella
D'un tratto

La stanchezza
Provata.

Il vostro sorriso

È il mio
Più
Bel canto..


Il vostro sorriso

È la piu'
Grande
vittoria ...

Del mio
Creato.

(Luisa Simone)

giovedì 21 aprile 2016

"LA MANCANZA E' DENTRO L'ANIMA..." di Tania Minissale

La mancanza è dentro l'anima, nelle pieghe del cuore; rinchiusa al sicuro, dentro quella cassaforte di cui vuoi scordarne la combinazione, o segretamente celata sotto muri solidi costruiti con tanta crudeltà. E lì deve restare; nessuno deve tirarla fuori, nessuno può distruggere l'integrità mentale. No, non si deve per non dover ritornare a soffrire rimettendola al suo posto.

TANIA MINISSALE

"L'ARTE DELLA POESIA" di Giuseppe Ungaretti



A volte è un lavoro lungo, a volte è un lavoro che, che si fa in pochi momenti no, poesie brevissime mi richiedono sei mesi di lavoro, non sono mai a posto, si seguono con l’orecchio, non si sa poi che cosa sia questo orecchio, non si sa che cosa sia, perché l’orecchio poi va dietro al significato, va dietro al suono, va dietro a tante cose, non si sa, insomma tutto deve finire col combinare e col dare la sensazione che si è espressa la poesia, no?
non si è mai espressa, la poesia, si è sempre scontenti, si è sempre scontenti; si vorrebbe che fosse detto diversamente, ma la parola, la parola è impotente; la parola è impotente, la parola non riuscirà mai a dare il segreto che è in noi, ma lo avvicina.

Giuseppe Ungaretti spiega l'arte della poesia.

mercoledì 20 aprile 2016

"RIFLESSIONI SENZA TEMPO" di Salvo Colucci



Riflessioni senza tempo (Salvo Colucci)

Mi ritrovo in questo lunedì di una semplice settimana di primavera seduto ad un tavolino di un bar di frontiera con la mia ombra che stancamente mi guarda mentre scruto la strada che pigramente si lascia vivere dalle ansie della gente.
Come incantatrici di serpenti suonano i carillon delle giostrine nell’angolo ferme aspettando gli innocenti e rubare pezzi di sorrisi ed un angelo vero, fatto di carne e qualche piuma passando mi offre un caffè.
Le mura intorno gridano delle mille vite che si incrociano tra le scale del condominio e sotto il portone due ragazzi accendono il loro amore come accendessero un motorino, in fretta con un bacio che brucia più del fuoco che da li a poco si consumerà come un fiammifero.
Due tram si scambiano le anime ad una fermata e dall’altro lato della città altre attendono il loro caronte.
Dalla mia tasca cade un foglio bianco dove sono scritte tutte le mie riflessioni senza tempo, lentamente scivola nel rigagnolo d’acqua che scorre lungo il marciapiede arriverà al fiume e poi al mare dove si unirà con i miliardi di pensieri del mondo.
Chiudo e piego in quattro il tavolino ed il bar di frontiera, li ripongo in tasca, lego la mia ombra ad un dito e mi incammino sorridendo verso questo mezzo paradiso attendendo il domani per altre vie per altre riflessioni senza tempo.

Salvo@

"COME E' DIFFICILE LUCIDARE LE PAROLE.." di Edmond Dantes

Come è difficile
lucidare le parole.
Ritocco spigoli
di calligrafia
dove curve silenziose
mi raccontano.
Mi vesto di righe e di favole
con l 'auspicio
che gli anni addossati agli anni
respirino.
Descrivere se stessi
È agonia.

EDMOND DANTES

"A VOLTE PENSI CHE NON CI SIA UN DOMANI..." di Sabrina Di Toma

A volte pensi che non ci sia un domani, pronto ad attenderti con una ventata di novità. 
Ti chiudi in te stesso e crogioli nella consapevolezza autodistruttiva che non ce la farai, che non ne hai più le forze. 
Sei spento e privo di iniziativa per andare avanti, per essere all'altezza delle aspettative e dei desideri che ti sei posto. 
Proprio in quel momento arriva ciò che non ti aspettavi. Quel qualcosa che ti riporta alla vita. 
Ti fa sentire vivo, si! 
Non lo volevi, non lo desideravi eppure è lì, pronto a cambiarti, a stravolgerti. 
Tu hai il tuo bagaglio di paure e cosa fai? Ti arrendi? Sei disarmato ma non è detto che tu sarai la vittima, di nuovo. 
Vivi e lasciati vivere. Fallo!

SABRINA DI TOMA

"IMPARA A VOLARE" di Antonella Esse



IMPARA A VOLARE

Questo amore cambia pelle
e si trasforma,
si scrolla via le cellule morte
e le finzioni,
le apparenze ingannevoli
e distorte.
E torno a scrivere
in cima ad un addio,
senza più la vertigine del vuoto,
con due ali nuove di zecca
e la speranza di imparare a volare.

ANTONELLA ESSE

"AMANTI" di Nuccia Isgro'



Amanti

Amami come fosse la prima volta,
amami come fosse l'ultima volta.

Guardami come fosse la prima volta,
guardami come fosse l'ultima volta.

Baciami come fosse la prima volta,
baciami come fosse l'ultima volta.

In questa altalena del tempo
la passione ci terrà avvinti.

NUCCIA ISGRO'

"ATTESA" di Doris Kompatscher



Attesa

Il mio cuore
batte forte,
si libera
da ogni
restringimento.
Il sangue polsa,
mentre scorre
sempre più
veloce
e
le mie gote
si arrossiscono
al solo
pensiero
dei tuoi occhi.
Il mio respiro
si sofferma,
non oso a
respirare,
e
poi sento,
prima ancora
che vedo,
TE.
Se potessi
fermare il
tempo,
chiedendo il
mondo di
fermarsi a girare,
lo farei.
Così tu
rimaresti con me
per sempre.
Tutto
attorno a noi
si illumina,
come una luce
eterna,
che stimola i
miei sensi,
per
vedere più
chiaro,
udire meglio,
sentire di più.
E
cancello
i miei pensieri,
niente più
importanti,
solo
i nostri istanti,
solo
voglio
sentire
profondamente,
te.


Doris K

"BANALITÀ INSTABILI" di Nunzia Musicco

- Banalità instabili -
Agli occhi di molti...possono sembrare banalità...
Il calore del sole sulla pelle...
il rincorrersi delle foglie al vento
Le emozioni che si avvicinano
e ti sfiorano....
Anche i cerchi nell'acqua...
che un sasso lanciato forma ,può essere banale,
se non osservi l'intensità con cui si formano....
La serenità di un singolo respiro dopo l'amore
una canzone dolce ,ascoltata stando soli mentre guidi....
Il susseguirsi delle stagioni
è tutto banalmente instabile,
se non assapori la diversità di sensazioni sul tuo corpo.
La chiamano maledizione della poesia che nasce dall'anima...
Ti rende questa sofferenza infinitamente intensa
non accettare che la realtà è racchiusa in banalità umane,
alla quale tutti si aggrappano...
Mentre tu vorresti volare....
vibrare,
come un'arpa fa vibrare le sue corde...
non resta altro che aspettare che si fermino da sole...
@NunziaM

"IL MARE E IL VELIERO" di Santina Gullotto

IL MARE E IL VELIERO.

Di quel mare azzurro e sereno
che solcava il gagliardo veliero,
rimaneva la sola parvenza…
Un’ oceano di onde giganti,
ripetutamente sbatteva i suoi fianchi….
Cigolando la vela si spezza,
e poi un’ altra e un’ altra ancora…
E come di un orca ferita,
il suo breve lamento,
in quel mare infinito si perde.
Si adagia il fiero veliero,
piano, piano sul fondo….
Di quel mare
azzurro e profondo……
@Santina Gullotto.

"PENELOPE" di Maria Pace



Penelope

La figura di Penelope, casta e fedele, che aspetta trepidante il ritorno dello sposo vagabondo per il mondo con la scusa della guerra, che imbroglia i pretendenti con una tela interminabile, piace molto agli uomini.
Li rassicura.
Piace molto questa figura di donna in eterna attesa: è rassicurante. Viene presa come esempio anche in culture assai, ma proprio assai, posteriori.
Perfino oggi.
Ma era davvero così casta e fedele, la cara Penelope?
L’epoca in cui visse era quella di un Matriarcato in declino e un nascente Patriarcato. Lo testimoniano le vicende legate alle sue nozze con Odisseo, meglio conosciuto come Ulisse.
Questi conquistò la sua mano all’antica maniera matriarcale, vincendo, cioè, una gara di corsa.
(secondo altre versioni, di tiro con l’arco)
Penelope era figlia di Icario, re di Sparta, e della ninfa Peribea e, secondo le antiche usanze, era la sposa che accoglieva lo sposo nella sua casa e non il contrario. (Menelao era diventato Re di Sparta per averne sposato la principessa ereditaria, Elena).
Ulisse, invece, infranse le regole e si portò via la sposa contro la volontà del padre di lei.
Re Icario, infatti, li fece subito inseguire e Ulisse costrinse Penelope a scegliere fra lui e suo padre.
Penelope scelse Odisseo: senza una parola si calò il velo nuziale sul volto e lo seguì ad Itaca, lasciando la casa paterna e la terra di Sparta.
La figura di Penelope, in realtà, non è solamente emblematica, ma anche un po’ enigmatica, per quello che fu in seguito il suo comportamento.
Omero (ma sarà stato proprio Omero a scrivere l’Odissea? Ormai sono in molti a nutrire dei dubbi) ci parla di lei in tono brillante, bucolico ed un po’ ingenuo. Ben diverso dal tono ruvido e tagliente che si riscontra nell’Iliade, la cui paternità di Omero è indiscutibilmente accettata.
Omero ci lascia con Penelope ed Ulisse riuniti dopo venti anni di separazione: dieci di guerra a Troia e dieci di peripezie attraverso il Mediterraneo.
Penelope, però, si rivela donna prudente e diffidente, oltre che paziente e fedele: prima di concedersi al marito, vuole certezze e per questo lo sottopone alla prova del talamo nuziale e della sua posizione nella loro casa. Dopo, lo premierà generandogli un altro figlio: Polipartide; il primo era Telemaco, poco più che ventenne al ritorno a casa del padre.
Penelope è anche una donna forte e di infinite risorse. Lo ha dimostrato tenendo a freno i suoi pretendenti con vari espedienti prima del ritorno di Ulisse e lo dimostrerà pure dopo la morte di questi.
Sia Ulisse che suo figlio Telemaco, infatti, subito dopo la strage dei Proci (i pretendenti) erano stati esiliati.
Ulisse partì per la Tesprozia, per espiare la sua colpa; qui, però, sposò la regina Callidice che gli diede un altro figlio, Polirete.
Telemaco, invece, raggiunse Cefallenia, poiché, secondo un oracolo, Ulisse sarebbe morto per mano di suo figlio.
Così fu!
L’eroe fu ucciso proprio da uno dei suoi figli, ma non era Telemaco, bensì Telegono, il figlio avuto dalla maga Circe durante il viaggio di ritorno da Troia.
Telegono, che dal padre aveva ereditato lo spirito d’avventura, andava scorrazzando per i mari e finì per raggiungere Itaca.
Ulisse si preparò a respingere l’attacco, ma Telegono lo uccise.
Proprio come aveva predetto l’oracolo: in riva al mare e con l’aculeo di una razza, un aculeo di razza infilato sulla punta della lancia di Telegono.
E ancora una volta Penelope ci sorprende: trascorso l’anno di lutto previsto dalla tradizione, la Regina di Itaca sposa Telegono… proprio così! Sposa l’uccisore di suo marito, figlio della rivale, la maga Circe.
E non è tutto. Raggiunta l’isola di Circe, madre del fratellastro Telegono, Telemaco, a sua volta, impalma la rivale di sua madre.
Edificante!

MARIA PACE

"BUONGIORNO SOGNATORI" di Luisa Simone



Buongiorno
Sognatori

Che sia luce..
Per i non vedenti..

Che sia..
Fede..
Per i non..
Credenti.

Che sia vittoria..
Per i perdenti.

(Luisa Simone)

martedì 19 aprile 2016

"ESTATE A SANT'ANTONIO" di Maria Antonietta Macciocu



Estate di Sant'Antonio

Via la maglia di lana
si va al mare in carrozza:
forte è il cavallo sicuro è il cocchiere,
noi bambine davanti
apriamo agli occhi la strada
polverosa dell'avventura:
uscirà alla luce dalle siepi di spine
il balentoso bandito?
Il mare è ancora lontano
ma già s'annuncia
nel sudore dei canneti
In macchie scure di stagni,
ondeggiano gli oleandri e
più avanti i larghi pini.
Improvviso alla svolta
vaporoso deserto d'acqua,
sbocciano sulla sabbia bianca
casette di colorato legno.
Affondano i piedini
in corsa verso l'ignoto:
ci saranno i nani o la strega di Gretel,
si scioglierà al sole
il tetto di cioccolato?

MARIA ANTONIETTA MACCIOCU

"HO IN TESTA SOLO PENSIERI RUMOROSI" di Edmond Dantes

Ho in testa
solo pensieri rumorosi.
Il mio cappello.
Non ho un volume.
Se lo abbasso
muoiono le incertezze,
Le carezze
Le mie risonanze.
Lo chiamo chiasso
Esistenziale.
Lo chiamo amore
Primordiale

EDMOND DANTES

"NEI MEANDRI DELLA PIRAMIDE" di Maria Pace



NEI MEANDRI della PIRAMIDE

L’ambiente era largo più di due metri ma piuttosto basso; sufficiente, però, per starvi in posizione eretta. Qui si fermò e sollevò la torcia sul capo, poi la infilò tra due sporgenze della parete. La luce, tremula e fumosa, invase l'ambiente, illuminandogli il volto e proiettando la sua figura contro la parete. Saldo sulle gambe, il fisico risaltò in tutta la sua prestanza. Era alto, i fianchi stretti e le spalle atletiche. Al collo portava l'ampio collare degli studenti del Tempio di Ptha.


Sollevò la stuoia e con amorevoli gesti l'appoggiò alla parete occidentale della stanza poi tirò da sotto il perizoma un rotolo di papiro che accostò alla stuoia: il Libro delle He-kau, il lasciapassare per attraversare l’Aldilà.

"Questo, o mio buon maestro, aiuterà il tuo Ka a trovare la strada per raggiungere il tuo signore, il faraone Khufu. Ti aiuterà a fargli sapere che sei degno di vivere alla sua ombra e ti condurrà sano e salvo fino alla Sala del Giudizio di Osiride."

"Salute a te, Horo dei Due Orizzonti. – cominciò a pregare -

Salute a te, Anubi, Signore della Conservazione.”

Un’ombra, improvvisamente, gli piovve alle spalle investendo lui e il defunto; un soffio ardente lo colpì sulla nuca. Si girò e uno sbavo di terrore lo colse fin nel midollo delle ossa: di fronte a lui, in tutto il suo terribile ed indescrivibile aspetto, c’era Anubi, lo Sciacallo Divino.

“Chi è che con spoglie mortali si aggira nella Terra-dei-Misteri?” tuonò il Dio dalla Testa di Sciacallo, facendo convergere su di lui i fiammeggianti occhi verdi dalle palpebre senza battito.

Atterrito da quella presenza e da quello sguardo, Djoser si prosternò, con la faccia schiacciata contro il pavimento terroso.

"Sono io, o Anubi, Si…Signore delle Fornaci e Dominatore delle Montagne de…della Morte. - balbettò, con la polvere fra i denti - Sono Djoser, figlio di Pthahotep, ar..architetto di Ptha…”

“Che cosa cerchi, Djoser, figlio di Pthahotep, architetto di Ptha, strisciando come un insetto nelle viscere di Geb?”

“Ce…cerco una tomba per il mio maestro.”

“E la cerchi nella tomba di un Figlio di Ra?” tuonò ancora la voce dello Sciacallo Divino, facendo fremere l’aria; l’onda d’urto spinse il ragazzo con le spalle contro la parete. C’era, in quella voce la stessa eco soffocante e cupa lasciata nel budello in cui era appena strisciato.

“Anche un Figlio di Ra, o Divino Sciacallo, - rispose Djoser, senza, però, ardire di sollevare il capo – apprezza la devozione di fedeli disposti a servirlo nell’altra vita, così come hanno fatto in quella precedente e si allieta della loro presenza…”

“Ah.ah.ah!” la cavernosa risata di Anubi sconquassò l’aria con la forza di un violento temporale; uno di quelli che si scatenavano nel deserto una volta almeno nell’anno, minacciando di far precipitare il cielo: violento come l’ira stessa di Seth, Signore delle Tempeste. Anubi, però, non sembrava irritato, piuttosto divertito e questo incoraggiò il ragazzo..

“Le mani di quell’oscuro architetto hanno sorretto quelle di Hemium, il grande costruttore della Piramide.”

Il" terrore gli impediva quasi di respirare; proprio per questo non riusciva a spiegarsi dove trovasse il coraggio per rispondere a quelle domande. Era come se ogni goccia di sangue fosse attraversata dalla paura senza, però, restarne sopraffatto. Era come se avesse già conosciuto quelle paure; le avesse già affrontate e, cosa strana, fosse felice di trovarsele ancora di fronte.

"Molte mani oscure - replicò il Dio con quel sibilo roco che faceva vibrare le pietre delle pareti contro cui Djoser stava appoggiato per non cadere - hanno sorretto l'architetto Hemium, ma nessuno di quei servitori divide la tomba con un Dio.”

"Lo so, Potente Signore delle Tenebre. - proruppe il ragazzo – Quei devoti servitori vivono appagati nelle loro tombe, all’ombra protettrice della grande Piramide del loro Dio. Al mio maestro non è stato concesso il meritato privilegio, pur essendo stato il più devoto dei devoti servitori di Sua Maestà…”

Il ragazzo fece seguire una pausa che lo Sciacallo Divino riempì con un respiro roco e profondo, come lo sbuffo di un mantice. Anche Djoser ebbe un lungo respiro, si schiarì la voce e proseguì:

“Per questo, o Anubi, ti prego di lasciarlo dimorare qui, il mio maestro. Te lo chiedo con la faccia prostrata al suolo, perchè lui è degno di continuare a servire il suo Faraone.”

Anubi lasciò andare un altro lungo respiro, più profondo e cupo del primo, che fece fremere l’aria già scossa e minacciò il già precario equilibrio del ragazzo.

“So – riprese Djoser – che solo al Faraone è concesso di scalare il Cielo attraverso la Piramide, ma il mio maestro lo renderà lieto con la sua presenza: è assai sapiente e i suoi racconti…”

Anubi non lo lasciò finire e per la seconda volta scoppiò in una sonora risata: “Ah.ah.ah!”

“E io ti prometto, - continuò il ragazzo - o Signore del Mondo-Rovesciato, che, se gli permetterai di restare qui, io non servirò altri Dei all'infuori di Anubi. Nè Ptha il Creatore, nè Osiride il Glorioso e neppure il SolaAre Horo o il Lunare Thot. Questo io prometto, o Misericordioso Anubi. Questo prometto!"

Anubi smise di ridere e un silenzio profondo riempì la lunga pausa che seguì, poi con un gesto lo invitò ad alzarsi e disse:

"Chi riesce ad ispirare tanta devozione in un altro essere mortale merita rispetto!"

MARIA PACE

"NON TROVO ARIA DA RESPIRARE" di Liliana Sghettini

Non trovo aria da respirare,
arranco nel buio del tuo agire.
Basta, ti nego, non puoi più attecchire!

LILIANA SGHETTINI

"VECCHIE FOTO DI ROSE SCARLATTE" di Anna Maria Lombardi



VECCHIE FOTO DI ROSE SCARLATTE

Mi sono persa
tra nuvole dense,
e tratti di cielo azzurro vivo
di sole all'orizzonte,
Tre rondini in volo
verso lidi nuovi...
il tepore dell'aria di primavera
e i panni stesi al vento
nel mio giardino.
Mescolanze di colori,
graffiti proiettati oltre
il tic tac dell’orologio
della mia vita che corre.
Qualche disegno
ricorda i graffi scavati
sulla pelle del mio cuore sudato,
guarito da sconfitte accettate a fatica.
Cicatrici sbiadite di vecchie foto
di un tappeto di rose scarlatte
seccate da tempo.

Anna Maria Lombardi

lunedì 18 aprile 2016

"AMORE CHE SFUGGE" di Mariella Di Camillo



Amore che fugge.
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Amore mio perduto,
mi hai lasciata per un’altra
fra lacrime, colori di ciclamini
e un intenso profumo di gardenie.
Sono le tre di notte, amore mio,
son piena di tranquillanti,
eppur non mi riesce di dormire,
mi sento triste e sola,
non mi aspetto più niente dalla vita,
solo altri dolori e ancora affanni.
Se un giorno troverò la forza di andar via,
non piangere per me, non è per colpa tua.
Forse starò meglio e troverò la serenità
che, in questa vita, mai mi ha dato la mano.
Vorrei chiudere gli occhi e non pensare,
per ritrovarmi sulla nave dell’oblio,
circondata da angeli con ali trasparenti
ed una magica nuvola coperta di trine
al posto del cuore.

scritta da Mariella Di Camillo

domenica 17 aprile 2016

"RICORDATI" di Salvo Colucci



Ricordati (Salvo Colucci)

Ricordati della mia vita, nelle gocce di pioggia, in un raggio di sole, tra le note di un carillon e scarta tra i sogni il giusto che è stato di noi.
Le mie mani si sciolgono come la sabbia, la mia voce diventa nebbia ma basterà un pensiero, uno solo e il tuo petto si incendierà come il primo fuoco.
Per quanto la mente cancelli il cuore ha una memoria tutta sua.

Salvo@

"DESIDERIO" di Gerardina Rainone

Desiderio
Eterna giovinezza
nel tuo sguardo languido
come eterna è la carezza,
le labbra sulle tue
le mani sui miei fianchi,
accendono il desiderio
perimetro di sensi,
nel turgido silenzio
affannosi gemiti.
Gerardina Rainone

"SE VUOI ANDARE, vai" di Roberto Busembai



SE VUOI ANDARE, VAI

Se vuoi andare vai, non posso trattenere il tuo sentimento,
rivolto ormai a un altro a me diverso,
forse nella bellezza, ma non credo, non hai mai
dato peso in questo,
forse nel portafoglio, ma pure questo non sarebbe
tuo fare, non è la ricchezza che ti da amore.
Se vuoi andare vai, non posso legarti a questa mia esistenza
se nel tuo cuore vive un'altra presenza,
forse ti offre più amore, non so cosa abbia trovato di geniale,
forse ti offre più passionalità, non posso far confronti sarebbe poi banale,
ma di certo tu sei più di là.
Se vuoi andare vai, non posso trattenerti alla mia tristezza
mischiata alla delusione di averti persa per un non so cosa,
forse un uomo dalle maggiori doti personali
o dalle infinitisimali cose che io magari ho tenuto marginali,
mentre in te erano importanti e mio malgarado non le ho
scoperte in te tali.
Se vuoi andare vai, ma non voltarti indietro non lo sopporterei,
soffrire in silenzio sarà la mia parte, ma doppiamente nel vederti
ritornare indietro perchè non felice come ritenevi,
no questo non lo sopporterei di certo, vai, addio e non pensarmi affatto.

Roberto Busembai (errebi)

"BUSSA, INESORABILE, IL FALLIMENTO ALLA PORTA AUTOSTIMA" di Sabrina Di Toma

"Bussa, inesorabile, il fallimento alla porta dell' autostima.
Disarmata, apre.
Fionda su di essa l'amara consapevolezza di quella, tanto nuova, quanto dolorosa, convivenza.
Segugio fedele è la tristezza.
Dall'alto alita la delusione.
All'orizzonte uno scorcio: il tempo, sul suo destriero, unico eroe di questa vicenda."

SABRINA DI TOMA

"SILENZI E ADDII" di Antonella Esse



SILENZI E ADDII

Oggi voglio parlare di silenzi e di addii, di rabbia e di abbandoni, del dolore di chi resta e il sollievo, o l’indifferenza, di chi va via.

Gli addii spaventano, ma se ci pensi, tutta la vita è tessuta di adii, basta pensare ai ricordi, a ciò che resta inanimato nella memoria. Persino una fotografia somiglia a un addio. Tutto ciò che il tempo allontana e disfa, diventa una bugia.


Dire addio è come lasciare andare il bambino per il mondo, rinunciare alle favole che tu stesso hai raccontato, è permettere al fiore di appassire nella terra, all’uccello ferito di nascondersi e morire.

E’ il vestito passato di moda che riempie inutilmente l’armadio, il brano che hai scritto, che non ti è piaciuto e che per questo hai strappato.

E’ il lavoro che hai perduto per puntiglio, o la risposta che non hai dato per orgoglio.

E’ l’appuntamento che hai mancato, l’ombrello dimenticato sull’autobus quel giorno, le occasioni perdute che non tornano.

E’ un addio pure non aver tentato.

E’ la scelta che ti porta a destra invece che a sinistra, è il non sapere cosa sarebbe stato se avessi detto no invece che sì.

E’ il risveglio che ti strappa un sogno, l’ultima stella che fatica ad andar via, la luce che si spegne all’improvviso.

Quanti addii ci sono in una vita, quante morti, quanto amore e quanto vuoto.
Ma non bisogna temere un addio perché con esso è già iniziata la resurrezione, il cambiamento che ti porta un po’ più in alto nella spirale della consapevolezza.
Dal vuoto che rimane bisogna ripartire, ricoprirsi di foglie per dimenticare, diventare cielo terso, farsi largo tra le nuvole, dopo il temporale.

ANTONELLA ESSE

"ATTIMI" di Annalisa Fabbro



ATTIMI

Ci sono persone che passano
sulla nostra vita,
come comete ci sfiorano,
ci illudono,
ci fanno sognare.
Poi di nuovo il buio,
il silenzio,
la solitudine.
Rimpianti di un attimo,
rimpianti di una vita.
Guardiamo nell'acqua
e c'è solo riflessa la nostra immagine
oltre...
la profondità.

Annalisa Fabbro

venerdì 15 aprile 2016

"LA BUGIA" di Mirella Morelli

La bugia.
Una cattiveria, o una diplomazia?
Il bugiardo.
Un lestofante, o un compassionevole?
Ho appena scoperto una vecchia fandonia, e i pensieri corrono, corrono, corrono...Quasi per gioco cerco conforto, serio o faceto, nella letteratura.
E voi, a quale bugiardo letterario pensate subito?
Ovviamente il caro Pinocchio è fuori gara!

MIRELLA MORELLI

"L'AMORE" di Emily Dickinson



Ho sempre amato,
e te ne do la prova:
prima di amare,
io non ho mai vissuto pienamente.
Sempre amerò,
e questo è il mio argomento:
l’amore è vita
e la vita ha qualcosa di immortale.
Se dubiti di questo,
allora io, amore,
nient’altro ho da mostrare,
nient’altro che il Calvario

L’AMORE – Emily Dickinson

"SEI POESIA" di Roberto Busembai



SEI POESIA

Poesia è la tua pelle fresca
ogni mattino nascer dal tuo sonno,
lungarsi in un armonioso movimento
e capelli gettarli indietro con spavalderia
gentilezza posar le gambe sopra il pavimento
e lenzuola gettar via.
Poesia è il tuo lasciarsi accarezzar da gocce cristalline
doccia calda e nuvole di malizia
oltre quel vetro vedere la tua grazia
e assaporar dei fumi la tua fragranza,
uscir distratta senza pubertà alcuna
asciugamano tendi il braccio
e l'occhio cade sul tuo bel seno duro
come potrei non aver coraggio
di dirti ancor amore mio.
Poesia è pure tutto questo
o forse questo soltanto,
e già a me parrebbe sufficiente.

Roberto Busembai (errebi)

"OSSERVAMI" di Roberta Manzin



Osservami
All'alba del risveglio
quando i cuori incontrano occhi ancora appiccicosi.
Annusami
Mentre cresce sempre più forte il mio desiderio di riconoscimento.
Aspetta-mi
Aspetta-ti
Aspetta solo che diventi-amo condivisi.
E mangiami. Saziando ogni voluttà che assomigli soltanto all'amore.
Proprio per questo, io vivrò.

RobertaManzin

"VITA" di Liliana Sghettini



Vita

"Vita che incombe,
e non si arrende
tenace arriva!"

Liliana Sghettini

"...BREZZE MATTUTINE..." di Nunzia Musicco

......Brezze mattutine...
Lei che del mare, non aveva solo l'azzurro nel colore degli occhi..Lei... gli aveva rubato anche, i suoi profondi pensieri... le sue immense emozioni...le sue fresche brezze, mattutine... le sue onde danzanti... La sua schiuma bianca, che accarezza, la sabbia riscaldata dal sole...lei...che...sapeva d'amore... lei..come una sirena inconsapevole, del suo fascino, attirava a se' il suo marinaio...
lei... che... dell'essere amata ne ha fatto ragione di vita...
@NunziaM

"NEL BECCO GIALLO-ARANCIO DI UN MERLO.." di Gianmaria Testa



Nel becco giallo-arancio di un merlo
in un fiore qualunque
nell'orizzonte perduto e lontano del mare
la bellezza esiste.
È un mistero svelato
un segreto evidente
la vita.

Gianmaria Testa

"HO BISOGNO DI UN ARCOBALENO" di Serena Maffia



HO BISOGNO DI UN ARCOBALENO

Ho bisogno di un arcobaleno
ho bisogno di un cielo
di un uomo saggio
di una preghiera
di una mano soltanto
del suo calore accanto
che la serenità mi culli
arresa alle brutalità del forte
mi sento acqua che trabocca
che scolora il petto
l’angoscia del presentimento
l’amore che non basta a fare il meglio
che la felicità mi avvolga
anche i bambini dovrebbero scegliere
contro la brutalità dei padri non c’è ancora rimedio
figlia che oggi piangi, domani sarai donna
figlia che oggi subisci perdonami l’angoscia e lo sconforto degli
alberi
andiamo un po’ più in là dove la pioggia ci accoglie
lasciamoci portare via dal fiume
in una radura incontaminata.

Serena Maffia

"SCHIUDO LEGGERA L'USCIO..." di Antonella Anna Di Pietro

Schiudo leggera
l'uscio
del manicomio della mia vita,
respiro la follia
che vi alberga,
che vivifica
ogni umano piatto
di spicciola banalità....
Colgo i segni ubriachi
di un volo
senza zavorre
Anto

giovedì 14 aprile 2016

"IL PRINCIPE" di Greta Baraldi



IL PRINCIPE.

La notte ho sognato
che andavo in sposa al principe
che non conoscevo
mi portavano in alto
su una bella poltroncina
e io ero carina
e tutti mi festeggiavano
e i miei genitori
sembravano contenti
in quei festeggiamenti
poi venne da me
la madre del principe
a guardarmi
senza parlarmi
ed io capii
che le piacevo
ma non so
se lei capì
che io non volevo
sposare il principe
che non conoscevo
eppure sembrava dolce
donare la mia vita
all'affetto degli altri
prigioniera e protetta
tra quelle mura dorate
e forse il principe
mio unico compagno
nella notte buia
l'avrei cercato
in quel castello
l'avrei aspettato
forse
ed eccolo che lo vedo
e in lui il coraggio
in lui l'onore
in lui la nobiltà
la tenerezza
ma il principe sapeva
e un poco piangeva
e mentre mi donava
la libertà
per un momento io
lo avrei accontentato
per un momento
lo avrei sposato


Greta Baraldi

"IN QUEI POCHI ATTIMI IN CUI TI HO VISSUTO, TI HO SEMPRE SENTITO DISTANTE" di Sabrina Di Toma

"In quei pochi attimi in cui ti ho vissuto, ti ho sempre sentito distante. Non una distanza fisica, bensì spirituale. Non ho mai provato un senso di appartenenza vero e proprio. Come se io stessi li, con te, ma per un capriccio, per una gara con me stessa in cui ne uscivo vincitrice ed il mio trofeo eri tu.
Non mi bastava più questo.
Cercavo, in ogni momento, di capire il mio ruolo in quella situazione ed ero cieca. Era un gioco. Volevo provare qualcosa ma ero frenata, spenta. Ti guardavo e pensavo: "Dio, quanto è bello!" E poi finiva lì.
Ti chiedevo di capire cosa avessi dentro perché si stava riducendo tutto alla sola attazione fisica ed io non sono questo. Tu non sei questo, per me.
Ho percepito come stessero realmente le cose quando, nonostante il tuo carattere, nonostante fosse difficile, saresti stato la cosa più bella che mi fosse capitata e perché la lotta per averti era in corso d'opera.
Ti ho sottovalutato ed ho sottovalutato l'importanza che hai nella mia vita e per la mia persona.
Si capiscono tardi queste cose, ahimè.
Mi basta guardarti e star meglio, per pochi attimi, ma tu non lo sai."
Ho scritto questo per tradurre un'insofferenza che provo, augurandomi di star meglio. Cosa pensate del rimpianto, se è possibile averne a ventitrè anni, e come e se è possibile guarirne.

SABRINA DI TOMA

"AMO I POETI DISTRATTI, I VIAGGIATORI ASTRATTI, GLI SCRITTORI SOGNANTI.." di Rosalba Vangelista



Amo i poeti distratti, i viaggiatori astratti, gli scrittori sognanti...
Amo chi sa perdersi dopo aver chiuso gli occhi nel mezzo del mare dorato di un campo di grano, nel verde e nel rosso di un campo di papaveri.
Amo chi sa ancora perdersi, e non si da mai per perduto...

Rosalba Vangelista

"TRENI E TRENI" di Marina Marini Danzi



TRENI E TRENI

Sai che mi perderai
Nello scambio mancato
dell'unico treno
Lungo i binari
da altri tracciati
Sempre più' distanti
Estranei, quasi ostili
Mi perderai per sempre
Cogli il fiore
che rosso resiste
tra lo squallore
di un'esistenza a ore
Segui la vita
che sferraglia veloce
I treni sognati
che corrono verso l'altrove
su sconosciuti binari
Afferra tutte le coincidenze meravigliose
come quella che ci fece trovare
Un solo treno
un unico binario
per le nostre anime affini
Scorderemo i corpi
e tutto ciò' che e' reale
cio' che conta e non serve
Neanche una fermata
Correremo insieme
uniti nel cuore
per sempre

Marina Marini Danzi

"GIORNI E GIORNI" di Giusy Finestrone



GIORNI E GIORNI

Ci son pensieri che ti accompagnano tutta la giornata
Quelli in cui non vorresti mai esserti alzata
Giorni in cui pensi il mondo intero ce l'abbia con te
E ben più di una lacrima scende senza nessun perché

Giorni in cui fuori splende un caldo sole
Ma dentro è buio e tu non hai parole
Piovono lacrime sul tuo ormai spento viso
Singhiozza il cuore di cicatrici intriso

Sono quei giorni in cui il tuo cielo è nero
Che ogni sorriso per te non è sincero
Ti copri il corpo ma il freddo non va via
Perchè è l'anima che è scappata via

Vorresti agire ma sembri rassegnata
Dovrà passare questa ennesima giornata
Forse domani o il giorno dopo ancora
Vivrai a colori un'alba e poi un'aurora !!!

Giusy Finestrone

mercoledì 13 aprile 2016

"RESPIRO" di Nadia Giannoni



RESPIRO

Strappami
feriscimi
squarciami
rompimi
e io risorgerò
mille e una volta ancora
fino a quando l’infinito
egoismo di vivere
non cadrà sotto le ceneri
del tuo Non Esistere

Nadia Giannoni

"HAIKU 84" di Marina Marini Danzi



HAIKU 84

Bianca azalea
Giocano con le ombre
mani di sole

Marina Marini Danzi

"MI RICONOSCO RIFLESSA NEI TUOI OCCHI" di Anna Maria Brattoli

Mi riconosco riflessa nei tuoi occhi.
Eccomi, non ho bisogno di alzare la manina.
Eccoti, splendi di luce buona.
Eccoci, non c'è bisogno di presentarci.
Incontri per riconoscersi, ritornare a sé.

ANNA MARIA BRATTOLI

"UNA FEMMINA IN VIA DI ESTINZIONE" di Vittoria Guglielmi



UNA FEMMINA IN VIA DI ESTINZIONE

Sono io
Osservami bene
Sto per sparire
È davvero troppo
Quello che mi han fatto patire

Si son presi
La cosa più bella che avevo
Troppe volte
Senza chiedermi
Quanto soffrissi

È vero
Non ho urlato il mio dolore
Io mi dono
In silenzio

Mi piaceva
Essere ammirata
Non sapevo
Mi avrebbero rubata

Ora è davvero troppo
Son troppo stanca
Per badare a me stessa
Son troppo sola
Per sentirmi forte

Ho aspettato anche troppo
Un Maschio buono
Che mi proteggesse
Ora forse l'ho di fronte
Ma fidarmi fa tanta paura.

‪#‎VittoriaGuglielmiAutrice‬

"PENSO A TE" di Nadezhda Slavova



Penso a te

Penso a te
come pensa alla semina
il contadino.
Con speranza
e quella paura
che spesso attira il suo sguardo
verso il cielo.
Per raccogliere l’amore
non c’è bisogno di tempeste.
Basta la quiete dell’alba e la pioggia lieve,
silenziosa.

(Nadezhda Slavova)

"STANCA AFFAMATA MINUSCOLA..." di Antonella Anna Di Pietro

Stanca
affamata
minuscola
stremata dal lungo volo,
intimorita da opachi ostacoli, sola in un ronzio
che è urlo di speranza,
approda al nettare,
si ferma,
assaggia,
assapora,
si disseta seppur per poco,
affonda nel dolce miraggio
di un'oasi in fuga,
e torna
nell'inconsistente aereo mondo
Anto

"MANI GRANDI" di Santina Gullotto

MANI GRANDI

Mani pieni di colore
mentre dipingi quella tela
dove immortali paesaggi ...
Mani che scrivono sul foglio
tutte le emozioni del momento...
Mani che impastano quel pane
dal profumo caldo e avvolgente...
Mani che lavorano ai fornelli
che preparano cibi succulenti...
Mani che affondano nella terra
per estrarre una piccola
pianta fino alla radice
per portarla a vivere e a fiorire
in un’altra aiuola che più le si addice..
Mani che disegnano ritratti....
Mani che disegnano vestiti...
Mani che stringono la vita
per non cader nel giogo di chi
si fa beffa della tua fatica...
mani che scrivono la storia
piena d’ingiusto conformismo...
Mani pieni di passione e sentimento
che con elegante movimento
riescono a trasmettere amore
per non annichilire l’emozione...
Mani grandi che tremano quando
si supera qualsiasi norma della vita...
Mani che si congiungono la sera
per mandare a Dio una preghiera... @Santina Gullotto

"PERCHE' CAMBIARE" di Antonella Esse



PERCHE' CAMBIARE

I cambiamenti spaventano, e spesso ci opponiamo con tutte le nostre forze soffrendo inutilmente. Talvolta può essere necessario combattere, quando il cambiamento è un’offesa alla nostra dignità, quando suona come una punizione o una stupida vendetta. Più spesso è bene abbracciare il cambiamento, lasciarsi condurre dalla corrente, con curiosità e spirito ottimista.
A far sempre le stesse cose si diventa acque stagnanti, cristallizzati davanti all’identico panorama, aggrappati a false certezze che impediscono di crescere, di sperimentare nuove avventure e di evolvere in qualcosa di diverso. Non possiamo restare gli stessi per sempre, non siamo nati per questo. La mente ha paura di cambiare, ma l’anima no, vuole fare nuove esperienze e ogni volta che ci opponiamo alla sua inclinazione naturale, soffriamo più del necessario.
Bisogna entrare nelle acque del fiume, fondersi con esso e affrontare la cascata che ci toglie il fiato, correndo il rischio di urtare i sassi lungo la strada, ma con la certezza e l’euforia che prima o poi arriveremo al mare.
La vita ci riserva molte sorprese, non tutte belle, ma anche attraverso il dolore si fa strada la luce ed è di questa luce che l’anima ha bisogno, per vedere meglio e spingersi oltre. Così accade che quando resistiamo al cambiamento, gli eventi esterni ci ostacolano, ci spingono altrove, ci obbligano a prendere una decisione che non siamo stati capaci di prendere da soli.
Occorre cercare di avere una visione più ampia di quello che ci accade, consapevoli del fatto che ciò che vediamo non è mai tutto il quadro, ma solo un dettaglio, che a prima vista può sembrare spaventoso, poi col tempo ne ridiamo scoprendo che quel dettaglio non era la zampa di un mostro, ma l’ala buona di un angelo intero.

ANTONELLA ESSE

martedì 12 aprile 2016

"OGNI VOLTA CHE ASPETTO CHE TORNI IL SOLE UN GIORNO MUORE.." di Nunzia Musicco



Ogni volta che aspetto che torni il sole un giorno muore...quando pensi che una bugia possa non ferire...pugnali il tuo cuore cento volte tanto...ogni volta che impedisci ad una lacrima di scendere la tua anima si allaga...

@NunziaM

lunedì 11 aprile 2016

"LETTERA A MIA MOGLIE" di Dante Bortolotti



LETTERA A MIA MOGLIE

Quando...ti ho conosciuta,
c'era la forza...della ribellione,
a governare le nostre vite.

Quante speranze!
l'intero mondo da riformattare,
il superbo disprezzo
per una società...marcia e arrivista.

Abbiam vissuto...insieme,
i giorni...gli anni,
delle pie illusioni,
e...quanti lutti
abbiamo pianto...insieme!

Noi...zingari vagabondi,
sempre controcorrente,
alla ricerca...sempre,
delle persone giuste,
di amici veri...da poter stimare.

la penna piange...nel doverti dire,
la mia sconfitta...la rassegnazione,
l'acre disgusto per le mie passioni,
che ho visto...decadere...in delusioni.

Ancora lotti!...coi mulini a vento,
e...io...non riesco più...a darti coraggio,
mi guardi...offesa...per le mie rinunce,
ancora cerchi la mia antica forza.

Grazie...mia dolce amica,
così testarda e libera,
così tenace e...impavida,
per avermi seguito...nella
mia disperata...ormai muta...protesta.

Non ci siamo venduti
all'egoismo e al furto,
non abbiam cancellato
le nostre orme...giovani.

Non riesco più a proteggerti
con le robuste mura...che
edificavo...con le mie parole,

soltanto...riesco...a ridere,
seduto...stanco, al sole,
aspettando la morte,
con rude indifferenza...
con curioso distacco,

libero...finalmente!
pronto a...ricominciare!.

DANTE BORTOLOTTI

"LA MIA STELLA' di Antonella Esse



LA MIA STELLA

Oggi scrivo per te,
anima bella,
ciò che mi suggerisce
la mia stella.
Il mondo si crea
nei tuoi pensieri,
oggi è la somma
di tanti ieri
mille paure
e molti affanni
sembrano immensi,
ma non t'inganni
perché il rovescio
di ogni cosa,
se guardi bene
non è la fine:
sembra incredibile,
ma tra le spine
sta già nascendo
una nuova rosa.

ANTONELLA ESSE

domenica 10 aprile 2016

"MI DICEVANO CHE IL TEMPO..." di Nadezhda Slavova



Mi dicevano che il tempo...

Mi dicevano che il tempo
guarisce ogni cosa,
persino il dolore dell’anima.
Così io ho esposto allo sguardo dei giorni
la mia carne piena di cicatrici
e il respiro ho messo nelle mani del vento
per potermi sollevare e ridarmi fiducia.
Mi dicevano che il tempo sana anche la malinconia
e cancella il male dal volto
e guida verso la giusta via
chi, come noi, si è perso.
Io sono ancora qui,
e vago negli spazi angusti del vivere
e le ferite inflitte dal gelo altrui
rimangono voragini di urla taciute.
Mi dicevano che il tempo guarisce ogni cosa.
Ma forse il tempo da qui
non è mai passato.

(Nadezhda Slavova)

"SARO'" di Nuccia Isgro'



Sarò

Sarò vento che scompiglia i tuoi pensieri
Sarò pioggia che monda i tuoi peccati.

Sarò sole che asciuga le tue lacrime,
sarò gambe che ti portano lontano.

Sarò bocca che articola le tue frasi,
sarò orecchi che ascoltano le tue parole

Sarò cuore che palpita ai tuoi baci,
sarò corpo inerte da stringere al petto.

Sarò futuro senza alcuna remora,
sarò ricordi che svelano il passato.

Sarò zingaro errante per le vie,
sarò stanziale come radici nel terreno.

Sarò prodigo o sarò oculato,
sarò amante appassionato o platonico innamorato.

Sarò ciò che tu vorrai

se mi chiami amore

Nuccia Isgrò

sabato 9 aprile 2016

"CHE DI MORTE E MERAVIGLIA.." di Rosalba Vangelista



Che di morte e meraviglia
in oscure lande
il tuo cuor conduce.
Ove l'amor
di sangue rubino
sulla tua bocca muore e tace.

Rosalba Vangelista

"MEMORIE" di Antonella Esse



MEMORIE D'AMORE

Voglio percorrerle con le dita,
le tue rughe,
avventurarmi su quelle strade
come un turista senza guida,
scoprire poco a poco
la misteriosa architettura
che dà forma alla tua vita.
Voglio farlo con l'abilità di un cieco,
che ritrova in un viso
i contorni dell'anima,
ne indovina l'umore dal respiro,
la malinconia sospesa sulle ciglia
o la gioia che si rivela
esplorando un sorriso...
(da Le parole che guariscono di Antonella Esse)

"POSTO NON TROVAMMO" di Santina Gullotto

POSTO NON TROVAMMO

Danzi i tuoi balli sulla tomba chiusa
da mutevoli intenzioni...
Messo già il coperchio sulla bara
di quel corpo fermo ancora caldo...
No ...non si poteva più aspettare
è giunta l’ora del sepolcro
per chi nella vita ha conosciuto solo amore...
E... mentre ballerini con movenze nuove
seguono i passi del primo ballerino
spinto dalle più crude e assurde emozioni...
Calpestano ballando il suolo sacro
di quel cimitero freddo che tra le ombre dei cipressi
non scioglie quelle lacrime di ghiaccio...
No non c’è posto sulla terra
per sentimenti veri inoffensivi
di chi ama la vita e la natura
coi suoi colori caldi e dolci come il miele...
Nell’oro di quel sole che riscalda
si perdono i lamenti di chi ha perduto
il cuore e i sentimenti...
Posto in questo mondo non trovammo...
Per accogliere l’essenza
che si espande e si disperde.... @Santina Gullotto

"IL PARADISO NON E' PIU' LONTANO DELLA CAMERA ACCANTO.." di Emily Dickinson



Il paradiso non è più lontano
della camera accanto -
se in quella camera
un amico attende
felicità o rovina.

Che forza c'è nell'anima
che riesce a sopportare
l'accento di un passo che si appressa -
una porta che si apre
Emily Dickinson

"L'AMORE E' QUELL'EQUILIBRIO SOTTILE CHIAMATO INTESA" di Patrizia Balsamo



L' amore è quell 'equilibrio sottile chiamato intesa
Non si amano gli opposti
Sono sempre i simili che si amano
L' amore muore nei silenzi
Cibo d 'amore le parole.
L' amore vuole il più bel regalo :
Il tempo.
L' amore non regala attese ma nelle attese organizza
L' amore ti bacia gli occhi perché quelli sono il suo approdo migliore.
L 'amore ti aspetta e spesso esclama :
Non vedo l 'ora di baciarti
L'amore non desidera ...non è mai in attesa ti ha già rubato mille volte col pensiero ..
L'' amore non è mai malinconico perché ha deciso di tenere piena la sua sedia nel cuore
L' amore ha premure ..l' amore è dedito .. amore È fondersi .
L' amore aggiornerebbe le regole grammaticali se anche tu come me aggiungessi due parentesi a forma di ali negli spazi del tuo cuore.
Semplicemente ....oggi tutti parlano d' amore ma in realtà solo in pochi lo vivono e aggiungo perché solo pochi lo vogliono.

Patrizia Balsamo

"SAPEVO CHE C'ERI" di Nuccia Isgro'

Sapevo che c'eri
Quando ali di farfalla
Sfioravano il mio essere.
Sapevo che c'eri
Quando il seno turgido
Sbocciava sotto le vesti.
Ora sei tu
Il mio universo
Il mio tutto

NUCCIA ISGRO'

venerdì 8 aprile 2016

"LEGGERE SCRIVERE E VIVERE IN EQUILIBRIO" di Loriana Lucciarini



Leggere scrivere e vivere in equilibrio.
Voglio glissare le polemiche che producono solo vuote parole, lo scindere in due ogni singolo pensiero, il dar voce al mio malessere oscuro e ai mille pensieri confusi.
Voglio nutrire anima e sogni, danzare anche io avvolta nella luce, camminare leggera sulle cose della vita senza perdere il contatto con le emozioni.

Scrivere e' essere me, realizzarmi tra le parole. Leggere e' il viaggio astratto che ppsso compiere tra le pagine di carta per vivere altre vite e altri pensieri...

Scrivere leggere vivere in equilibrio. Ecco cosa voglio.

LORIANA LUCCIARINI

"VITA" di Salvo Colucci



Vita (Salvo Colucci)

Sì, la vita è un sorriso, uno sguardo, è quella volta che ti fermi a naso in su e ridi senza sapere il perché.
Tutte quelle smorfie che fai a te stesso nello specchio al mattino.
La vita è il profumo del caffè che ti mette in pausa il mondo e sai che tutto verrà dopo, è quella voglia pazza di fare l'amore e di gustarlo.
La vita è guardare alla finestra la pioggia e sentire l'anima che brucia dalla voglia di innamorarsi, tornare dai viaggi della vita e ritrovare tutti quei sorrisi che hai sognato nelle tue lunghe notti.
La vita è alzarsi al mattino e guardare ciò che ami che ancora dorme e sai che quel momento è solo tuo.
La vita è quando ti sorprendi, quando ti stupisci, quando ti inventi, quando ti meravigli, quando urli controvento.
Non aver paura vita mia io ti berrò a piccoli sorsi ma di una felicità continua.

Salvo@

giovedì 7 aprile 2016

"OGNI GIORNATA E' UNA PICCOLA VITA.." di Arthur Schopenhauer



Ogni giornata è una piccola vita,
ogni risveglio una piccola nascita;
ogni nuova mattina è una piccola giovinezza.

Arthur Schopenhauer

"A VOLTE TOCCARE IL FONDO SERVE A CAPIRE QUANTO SI E' DISPOSTI A PAGARE PER LA RISALITA..." di Nunzia Musicco

A volte toccare il fondo
serve a capire quanto si è disposti
a pagare per la risalita....
Il mare non consegna sempre le sue vittime..
ma non smette mai di cullarle fra le braccia delle onde...
A volte dopo un temporale non c'è sempre l'arcobaleno...
ma riconosci in te,
la forza per ricominciare...
@NM

mercoledì 6 aprile 2016

"E MENTRE PASSAVO CON L'AUTOMOBILE...." di Tania Minissale

E mentre passavo con l'automobile, dalla zona che mi portava al mare, volgevo sempre lo sguardo alla mia destra dove tramontava il sole dentro l'acqua, dove lo spettacolo si allungava fino a perdersi in lontananza. Ed anche se sfrecciavo, dovevo rallentare ipnotizzata dai quei colori, per non perdermi quell'attimo che anche se si ripeteva ogni giorno, era sempre diverso. E attraversata quell'ultima galleria prima dell'uscita dall'autostrada, il mio sguardo riacchiappava il sole che finiva la sua discesa, abbracciando la sua culla per la notte. Ed io, scendendo dalla macchina, assaporavo l'odore salmastro che la notte appoggiava su di me e mi accompagnava mentre ondeggiavo sui miei sandali dorati.

TANIA MINISSALE

"BEATO DANNATO" di Luisa Simone



BEATO E DANNATO

beato tu
Poeta..
che vivi di versi

Beato tu
Che
senza
Mai stancarti..

Giorno e notte
Pensi.

Tu che ci vorresti
Tutti Più buoni
Forse..
Anche..
Diversi.

Dannato invece tu
Scrivendo
Sempre
Ti senti.

Perché
Avverti troppa ..
Miseria

Nel cuore
Delle Genti..

Quando descrivi
Appassionato
L'amore

Triste il
Pensier

Nell'anima
Tua si muove .

Consapevole

Che vana sara'
La tua
Ricerca.

Beato e Dannato
Sei tu
Sommo Poeta

In questo
Mondo fatto
Solo..
di cartapesta

Aspetterai
Invano
L'amore..
Dietro
Ogni porta..
Aprendo..
ogni
Finestra...

.... ...
Morirai
Cosi'...

Sospirando
..........

La sua...
Sfumata
essenza.

(Luisa Simone)

MATER NOSTRA EST di Izabella Teresa Kostka



MATER NOSTRA EST

Come una vigna matura
pregno il tuo grembo,
l'ombelico del mondo
gravido di allegria,
turgidi e candidi i seni
- succosi frutti maturi,
accogliente dimora
per le piccole labbra.

Sorridi
ignorando le grida del Male,
d'Immenso s'illumina il tuo viso,
avvinghiata dal dolore ritrovi la pace,
quell'essenza primordiale del Sacro Creato.

Sei una corolla sfavillante di puro amore
incarnato nel germoglio sbocciato dal ventre,
ovunque tu viva su questa Terra
rappresenti il nucleo dell'Universo.

Mater Nostra di qualsiasi fede
sia benedetto il tuo nome!

Izabella Teresa Kostka

martedì 5 aprile 2016

"IO E TE.." di Antonella Anna Di Pietro

Io e te,
un alito di vita
in un'ebrezza di sensi
e sentimento,
pensieri folli
che bramano parole d'amore
nell'incanto di una passione
che unisce oltre l'eterno,
trascinando il giogo
di un desiderio senza fine
Anto

DONNE, BAMBINI, VECCHI, UOMINI, TUTTO E' IN MOVIMENTO SULLE STRADE INDIANE" di Marina Fichera

Donne, bambini, vecchi, uomini, tutto è in movimento sulle strade indiane. Intere famiglie su traballanti motorette, mucche magrissime e capre spelacchiate tra cataste di spazzatura, pozzanghere e baracche adibite a luoghi di commercio più disparati. Colori sgargianti dei sari delle donne, eleganti e fiere anche in mezzo alla miseria e alla sporcizia. Cravattini scuri su bianche camicine degli scolari che scendono dal tetto di sgangherati scuola bus. E poi centinaia di camion dipinti con occhi, Buddha, divinità indù. Un'esplosione di colori, rumori e vita potente e sconcertante. This is India.

MARINA FICHERA

"IN RIVA" di Gerardina Rainone

In riva
E cercherò ancora
l'alma novella che mi spinge
dubbi e sogni mi dipinge,
cerco conchiglie per ornare
come corona di sorrisi
artificiali paradisi,
cancellerò come onda orma
negativi pensieri
che la mente forma.

Gerardina Rainone

"IN OGNI DOVE" di Santina Gullotto

IN OGNI DOVE

In ogni volo senza farfalle...
In ogni cammino senza viandante
in ogni spazio senza confini....
in ogni stanza senza pareti
chiusa nel buio dove
la luce non trova spazio...
In ogni storia la stessa fine
in ogni promessa non mantenuta
ma solo detta e poi disdetta...
In ogni cielo senza il suo sole..
In ogni prato senza più viole...
In ogni mare senza l’azzurro
dove la notte posa il suo gelo...
Niente più luna niente più stelle
per dare luce a quel sentiero...
E si allontana senza un lamento
chi non si potrà mai più fidare
ne di parole ne di promesse
ne più illusioni ne più ragioni...
E sola va verso l’ignoto...
l’anima stanca di aspettare
che il vero amore alberghi ancora
in questo mondo che si nutre solo
della più mera materialità...
@Santina Gullotto

"MIA MADRE" di Anna Fresu



Mia madre

Di mia madre
È rimasto il suo sorriso,
il canto del mattino,
l’arma bianca della parola
contro l’ingiustizia,
il racconto di maggio:
di un vestito fatto di seta
di paracadute,
il viaggio di nozze
su un carretto,
il tempo lento e lieve
in riva al mare
appeso a un filo
in una cruna d’ago.
Mio padre in mare
mesi giorni ed anni.
Lei madre e padre
all’ombra di un braciere
a tessere i legami
e le memorie.
A cucire col canto
il mio futuro.

ANNA FRESU

"UN'ESTATE" di Roberto Busembai



UN'ESTATE

Il mare lascia quel sale sul corpo,
aspro sapore quando ti bacio,
ti rende speciale nel sapor dei mei sogni
e penso ai tuoi seni quando mi svegli.
C'è aroma di pino in questa mia stanza,
fraganza leggera che viene dal fuori
il mare sovrasta con i suoi rumori
e onda leggera spruzza sul letto.
Un grido nel vuoto del cielo
un bianco volatile piange il suo cibo
io piango il geranio sulla finestra
che cadde dal vento aiutato
in camera durante l'amplesso
e tutto fu grande esultanza.
Schiuma di mare che sale allo scoglio
argina e bagna e non lascia ricordo
brezza leggera che cade la sera
lascia bagnata la traccia sua vera
come quell'anno che dicesti del mare
e ci trovammo tutto il giorno a baciare.
E' il sale che è stato meschino
a invocar sempre la voglia
anche ora che penso a quel giorno
mi par di aver il sapor sulle labbra.
La tenda volava come piuma nel cielo
e musica nuova saliva dalla spiaggia
il caldo aiutava al nudo forzato
e tutto era silenzio, un silenzio dorato.
E venne settembre e già tutto era perso
la tenda , il geranio ed anche il resto.


Roberto Busembai (errebi)

lunedì 4 aprile 2016

"DIMMI" di Greta Baraldi



DIMMI

Dolcissima notte
che addormenti i pensieri
nella culla dei sogni
dimmi ancora qualcosa
che non so
dammi ancora qualcosa
che non ho
regalami un sogno
che rimanga per sempre
che laggiù
ad oriente
è già nato il sole

Greta Baraldi

"HAIKU 81" di Marina Marini Danzi



Haiku 81

Bianchi ciliegi
fragili i petali
Cosi' l'amore

Marina Marini Danzi

"UNA GRAVIDANZA.." di Edmond Dantes

Una gravidanza
ha iniziato un suo percorso.
Dinamiche esistenziali
hanno concepito.
Non è stato un amplesso
ma un rigurgito vitale
di un seme solo e indivisibile.
L' isolamento pubico
si adatta a trasformazioni
Incognite.

EDMOND DANTES

"SE TU POTESSI DICHIARARE UN GIORNO" di Nadia Giannoni



Se tu potessi dichiarare un giorno
ciò che non è stato e
quello che non hai vissuto
potresti processare
questo cuore
indomito
che con le briglie al vento
corre sul lastricato scivoloso della vita

Nadia Giannoni

"LA CASA ARANCIONE" di Marilena Viola



LA CASA ARANCIONE
di m.viola

Su per l'erta,
tra pascoli e ulivi,
la casa arancione
punto miliare dei venti
dei passeri e degli alberi in fiore.

Richiama il vivace colore
la serena allegria un tempo vissuta
tra le salde pareti
gli orti ubertosi e le viti.

Ricopre l'allegro arancione
la vecchia dimora sobria e pudica
fresca di solide pietre intessuta.

Ricordano gli oggetti antichi
mani di madri solerti e operose,
usi comuni nel tempo effettuati
e poi tramandati.
Ripetuti.

Riecheggia nell'eco la voce
delle persone già andate
e insieme si fonde alle giovani voci
in un unico coro di vincoli e amore.

Ripete poi il vento quel canto
e l'armonia si diffonde
per la valle
leziosa.

domenica 3 aprile 2016

"EROTIC TANGO" di Franca Berardi



Erotic tango!

Serata calda, maledettamente afosa , umida, che si perdeva immonda tra le strette vie di un sobborgo di Buenos Ayres.
Una giovane donna, quasi nuda, si rigirava nel suo letto insonne.
Pensava a lui, a quell’uomo che l’aveva distrutta con il suo ennesimo rifiuto e con il suo definitivo abbandono.
Ella , in lacrime, si struggeva per lui, mentre graffiava il cuscino ed emetteva lamenti sempre più soffocati.
Giù , per strada, si sentivano i rumori della gente che passava, i loro umori commisti agli odori di cibo che , di lì a poco, sarebbe stato consumato.
Si udiva anche la musica sempre più intensa di un tango.
Malinconica, passionale e talora tragica, si diffondeva nell’aria ed entrava diritta nel cuore.
Alcuni passanti si erano fermati di colpo ed avevano iniziato a ballare in mezzo alla strada; altri erano saliti sui tavolacci di un bar.
La finestra di lei si affacciava sopra quel locale tetro, lercio ed intriso di ogni odore; lei , seppur scomposta, quasi discinta smise di piangere, si alzò e andò a vedere, quel che accadeva, nascondendosi tra le tende.
Ogni sera era sempre la stessa storia, ogni occasione era quella buona per ballare trascinati dalle note intriganti e struggenti del tango…impossibile resistere!
Intanto , intorno, si spargeva l’odore acre di carne cotta alla brace.
La giovane donna osservò alfine un ragazzo seduto ad un tavolo, uno dei tanti.
Sembrava guardare disincantato quello che accadeva intorno a sé ; pareva fosse lì per caso.
Lo sguardo di lei indugiò a lungo su di lui…era bello, di una bellezza particolare ed anche lui, dopo un po’, sollevò gli occhi nella sua direzione e si avvide della sua presenza.
Lei, d’istinto si coprì nuovamente con una tenda ma, nonostante ciò, si intravedeva un suo seno.
Lui sorrise, si alzò e la invitò a scendere con un cenno del capo; lei non se lo fece ripetere neanche una volta.
Infilò una veste qualsiasi, la prima che trovò, si asciugò gli occhi, si sciolse i capelli e, scese scalza, per strada.
Lui era lì che l’aspettava; alto, slanciato , pronto…anzi, scalpitante.
Si fecero trasportare ineluttabilmente dalla musica; ella era ormai dentro di loro…i loro corpi erano vicini, molto vicini.
Lui la stringeva con forza, mentre i suoi occhi penetravano quelli di lei e lei, altera, non li abbassava.
Ormai quel ballo che li aveva presi e travolti; anzi… ma man mano che passava il tempo, era diventato una lotta, un corpo a corpo, un duello.
Lei, con la gamba , si avvinghiò al corpo di lui; lui la sospinse con forza obbligandola a girare più volte su stessa…poi lei reclinò la nuca all’indietro in una posa figurata e si abbandonò tra le sue braccia.
L’uomo l’aveva piegata, dunque, al suo volere ed , intanto, la danza continuava tra passi cadenzati, sinuosi, lenti; i loro corpi erano madidi di sudore , incollati inesorabilmente uno all’altro, quasi inseparabili.
Altre persone intorno a loro, ballavano compunte, severe, con lo sguardo rivolto verso il basso; controllavano i passi, le movenze; nulla era lasciato al caso.
Un piccolo errore poteva compromettere l’esito del ballo…il tango, peraltro, è una cosa seria! 
Del resto gli ispanici sono così! 
Vivono tutto fino all’ultimo respiro, senza risparmio alcuno, come un tango, come se fosse per l’ultima volta.
Lui sentiva il seno di lei contro il suo petto, percepiva il suo respiro quasi affannoso.
Sentiva che si stava eccitando e, così, il suo sguardo si pose nuovamente sulla ragazza per controllarla.
Lei era lì, tremante ma fiera, il viso rivolto altrove, mentre una sua gamba piroettò intorno al fianco di lui…osò toccarlo più volte come per saggiare una sua reazione.
Lui si sentì provocato; le prese i capelli tra le mani e glieli tirò delicatamente…faceva parte forse di una mossa di danza… chissà!
Lei gemette dal piacere, non se l’aspettava, intanto il ballo continuava.
I loro passi erano perfetti, sincronizzati come i loro movimenti; sembrava si conoscessero da sempre ed avessero ballato da una vita.
Erano così belli insieme!
Poi intorno a loro, d’improvviso, il silenzio; ormai la musica era finita, molti erano andati via ed intanto, era calato il buio su quella stradina diventata deserta.
Lei sussultò come se si fosse risvegliata da un sogno; si staccò da lui…lui tentò di trattenerla, ma la ragazza riuscì a sfuggirgli.
Salì di corsa in camera sua; era sconvolta, allibita.
Come un automa si spogliò velocemente , era completamente coperta dal sudore; si buttò sul letto esausta.
Doveva farsi una doccia… pensava, mentre sentiva l’odore di lui sulle sue braccia, sul seno, sul suo splendido corpo.
Lui aspettava giù; si era acceso una sigaretta e nel frattempo che lo faceva, si annusava a lungo.
Percepiva, inebriato, il profumo di lei sulla sua pelle…la voleva!
Di lì non si sarebbe mosso; sapeva bene che lei, prima o poi, l’avrebbe invitato nella sua alcova.
Forse tra le sue braccia, lui avrebbe dimenticato la sua donna che lo aveva lasciato; egli non aveva più lacrime, ma una gran voglia di vendetta e di rivincita.
Lei, frattanto, lo controllava dalla finestra; spiava ogni sua mossa… nascosta dalla tenda; era ormai nuda, splendida e la luce della luna, esaltava le sue forme morbide ed invitanti.
Lui salì senza indugio, la porta era aperta; entrò così in quella stanza oscura.
Lei era in un angolo, ansimante , con gli occhi spalancati, le carnose labbra dischiuse come a volerlo baciare.
Lui l’afferrò con forza, la spinse contro di se, le fece sentire che era molto, troppo eccitato.
Nuovamente la prese per i capelli, le baciò il collo ed iniziò ad annusarla, indi , le morse dolcemente un seno; era bello, grande, materno…poi, con una lunga carezza, le circondò i fianchi.
“Che buon odore che hai –le sussurrò amabilmente-ora non mi sfuggi più”.
Lei tremante s’inginocchiò davanti a lui:
”Abbi pietà di me –rispose in modo quasi teatrale- non farmi del male!”
Il giovane uomo la guardò diritto negli occhi e, poi, aggiunse:
“Vuoi anche tu quello che desidero io?”
“Sì!” – rispose lei – ormai ebbra di passione, confusa, esaltata e piegata al suo volere.
Lui non ebbe più alcun tentennamento; con una mano, buttò giù tutto quello che c’era sopra un tavolo; la sollevò e la pose sopra di esso.
Era , di certo, un atto di sorprendente virilità.
Lei sobbalzò presa da un piacere ancora più intenso ed esaltante, mentre lui ancora , nuovamente, le chiese:
“Lo facciamo adesso? Qui? ne sei sicura?”
Lei annuì.
Iniziarono , così, a danzare.

“ed intanto la notte langue,
come pallida luna esangue,
come lasciva storia,
senza più fortuna”.

FRANCA BERARDI