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lunedì 31 agosto 2015

"DALL'EGITTO...CON AMORE" di Maria Pace



DALL'EGITTO... con Amore

Unica amante che non ha seconda
Bella più di ogni altra donna.
Luminosa e perfetta come la stella sorgente
Di colorito splendente, seduce con lo sguardo
E incanta con le labbra.
Il suo collo è lungo, meraviglioso il seno.
I capelli veri lapislazzuli
Più che oro splendono le braccia
Le dita ricordano i fior di loto.
Perfettamente modellata ai fianchi,
le gambe superano ogni altra sua bellezza.
Nobile è il suo incedere.
Farà schiavo il mio cuore con un abbraccio.
Ogni sguardo la segue mentre lei si allontana
Tale è questa unica Dea
Felice chi potrà abbracciarla tutta.

( di anonimo – risalente alla XVIII Dinastia dei Faraoni)

MARIA PACE

"TARPEA...E LE SABINE" di Maria Pace



TARPEA... e le SABINE

Sappiamo tutti della Rupe Tarpea, tristemente nota perché gli Antichi Romani vi scaraventavano di sotto i condannati rei di tradimento.
Da chi prese il nome?
Da una giovane un po’ venale e vanitosa e con la predisposizione al tradimento. Il suo nome era Tarpea, figlia del custode del Campidoglio.
Tarpea aprì l’Arx ai Sabini di Tito Stazio e li fece entrare in città, in cambio dei braccialetti d’oro che i soldati sabini portavano al braccio sinistro.
Non solo quelli, però, i soldati le consegnarono, ma anche gli scudi sotto cui la schiacciarono, disgustati dal suo atto di tradimento.
Ma torniamo un po’ indietro.
Perché i Sabini erano in guerra con i Romani?
Allorquando Romolo ebbe terminato di edificare la sua nuova città, per aumentarne il numero degli abitanti accolse gente proveniente da ogni parte e introdusse leggi che garantivano uguali diritti a tutti, sia che chiedessero asilo o che fossero schiavi in fuga e perfino ladri. Dopo di ciò, inviò messaggeri alle popolazioni vicine per creare alleanze e contrarre matrimoni.
La crescente potenza della giovane città, però, non accolse consensi, soprattutto riguardo i matrimoni e così Romolo ricorse ad un espediente. (che peraltro conosciamo tutti). Istituì una grande festa in onore di Konsuo, dvinità campestre, la Festa Consualia, nella Valle Murgia a cui invitò tutto il vicinato; otto mesi erano trascorsi dal popolamento della nuova città.
Accorsero in tanti: Ceninesi, Crustumini, Sabini ed altri.
Al culmine della festa, però, i Romani rapirono le donne dei loro ospiti i quali giurarono di vendicarsi e mossero guerra alla città.

Con la città di Cenina fu vittoria totale, quanto ai Crustomini, scamparono al saccheggio solamente grazie all’intercessione di Ersilia, moglie di Romolo, anche lei tra le donne rapite, ma che nel frattenpo si era innamorata del marito, a cui aveva dato un figlio.

I Romani avevano sbaragliato la modesta resistenza dei Latini, ma i Sabini erano tutt’altra faccenda: i Sabini erano un popolo fiero di stirpe guerriera, discendenti di un gruppo di spartani emigrati. La loro resistenza fu assai più dura e strenua, soprattutto per le straordinarie capacità strategiche del loro comandante, Mezio Curzio.

La battaglia per il ratto delle donne, in realtà, era una guerra per il dominio dei Sette Colli e Stazio era più che certo della vittoria.
Egli prima inviò ambasciatori per richiedere il rilascio delle donne (una trentina o poco più) poi passò alle armi.

Proprio qui si inserisce la tragica figura di Tarpea. “Collaborazionista”… l’avremmo chiamata oggi.
Gli storici sono impietosi con lei; un po’ più pietosi, i poeti.

Implacabili saranno, invece, proprio quelli che lei aiutò: Tazio, soprattutto, che lei amò fino al tradimento:
“…Sposami ed entra nel mio letto regale – disse - e quando ebbe parlato, la seppellì sotto gli scudi dei compagni…” racconterà Properzio.

Ma sarà tutta qui la verità? Ad “offrire” ai Sabini di Tito Stazio la vittoria sarà stato davvero il tradimento di una ragazzetta innamorata o non, invece, il valore delle armi?

In realtà, il tradimento di Tarpea (sarà realmente esistita?) sembra più un alibi per giustificare la facilità con cui avvenne la conquista della rocca del Campidoglio. Durante un durissimo combattimento le donne sabine, ormai mogli dei romani, si frapposero fra i combattenti mostrando i figli ai loro padri e fratelli e favorendo la riconciliazione dei due popoli.

MARIA PACE

"COME UN FIORE" di Luisa Simone



COME UN FIORE

Come un fiore..
Mi porgo...
Mi apro..
Mi chiudo.


Mi apro.
Quando. .
sento..
Di amarmi.
.......
Mi apro..
Aspettando. .
La rugiada..

Il dolce..
Vento..
Che. .
Sfiorando..
Mi..
Ama.

Mi apro..
Al sole ..
Voglio..

Scaldarmi
D'amore.

Mi apro..
Felice. .
A un mondo. .
Come..
Me..

Ingenuo ...
Colorato.

Mi amo...
Si mi
Amo...

Non
Devo..
Aspettare.
Il consenso..
Dell'altro.

Cosi'..
Che..
Serena..
Io..
Mi apro.

Mi chiudo..
Invece..

Quando..
Sento..
Che..
Tu stai..
Arrivando.

Mi dispiace. .
Per te..
Ma..
Sai..

In questo. .
Periodo..

Mi amo..
Davvero. .
.............
Tanto..

(Luisa Simone)

"LA PESATRICE D'ORO" di Corallo Rosa (Recensione di Lisa Molaro)



La pesatrice d'oro
Corallo Rosa

Le parole si scrivono, si leggono, si pensano o si pronunciano.
Le parole volano nell'aria, girano attorno alle persone, incastrano i fatti fermandoli nel tempo.
Le parole contano, le parole pesano.
Le parole possono essere poesia, racconto o romanzo..o tutte queste tre cose insieme! 
La prima cosa che mi ha colpito quando sotto agli occhi mi ècapitato qu esto libro, è stata l'immagine 
di copertina: una romantica pesatrice d'altri tempi, dipinta dalle distinguibili mani di Vermeer, 
stava svolgendo il suo lavoro incurante del fatto che io la stessi osservando da dietro un monitor,
con discrezione quindi ho osservato bene i colori, le sfumature, i tratti di quella splendida donna 
che già mi comunicava pace e tranquillità.
Ho letto il nome dell'autrice: Rosa Corallo ( ho saputo poi che si tratta di uno pseudonimo ) 
non la conoscevo, non avevo mai letto nulla di suo.
Ho letto il titolo: La pesatrice d'oro.
Un connubio intrigante che si è fatto desiderio quando ho letto anche l'incipit e ho capito che 
lo dovevo leggere tutto!
Nei cinque minuti successivi avevo già acquistato l'ebook e la sera stessa mi ci sono immersa!
Meraviglioso: non è un romanzo, non è un racconto e non è una poesia..no..è tutte queste cose 
in contemporanea e la cosa strana è che passiamo da un genere all'altro senza nemmeno 
accorgercene e non lo dico tanto per dire: è davvero così! 
Una storia c'è, ma è fatta da tante altre micro storie che possono sembrare capitoli ma che
bastano a se stessi; un protagonista c'è ..ma è come una catenina d'oro: è una, ma composta da tanti 
cerchietti inanellati tra loro e ogni cerchietto, in questo libro, dice la sua! 
Un viaggio, un gioco, un passaggio di testimone continuo, particolarissimo!
L'io narrante è di volta in volta, il protagonista del capitolo e parlava a me, proprio a me!! 
Talvolta era la pesatrice, altre un cliente e perfino una pentola vecchia e nera di fuliggine mi ha 
spiegato il suo punto di vista!
Il punto di vista. 
"Punto di vista a catena" avrebbe potuto essere il titolo di questo romanzo 
L'autrice, che sa usare molto bene le parole, non mi ha mai fatto ridere, non mi ha mai circondata
da leggerezza nemmeno quando faceva in modo che qualcuno mi parlasse di ragni e di nuvole che scendono 
dalle nuvole, anzi, quello è stato un pezzo molto delicato e per nulla banale.
Mi sono emozionata, intenerita, quasi indignata davanti a certi personaggi.
Personaggi. 
All'inizio del libro, come in ogni libro, ci viene specificato che i fatti e le persone del libro sono 
frutto di fantasia e non si riferiscono a fatti e persone realmente accaduti.
Davvero? 
Potremmo ritrovarci in più di qualche tratto: io, tu, lui...noi: persone diverse, con caratteri diversi, con volontà e principi diversi, ma pur sempre noi: che se alziamo la testa viviamo sotto lo stesso cielo!

CORALLO ROSA


domenica 30 agosto 2015

"IMMAGINANDO TE" di Luisa Simone



Immaginando te

Mi spoglio..

Pensandoti...


Mi vesto. .

Di tuo solo

Pensiero..

Sento..

Che mi arrivi..
Dappertutto. .
Mi scivoli..
Piano...
Solo..
Col tuo..
Languido...
Sguardo.

Mi prendi..
Cosi"..
Davanti..
A tutti..
Senza
Propabile. .
ritegno"..

Il nostro. .
Un..
Maledetto. .
Impossibile..
Disegno.

Facciamo"
L'amore..

Con lo sguardo. .
Così
Da tanto
tempo.

E ti amo...
Lo sento..
Che ti amo...
Ma ..
Non posso
...

Lo sai..
È tardi.
............
Ormai..
Il gioco è
Fatto.

Ieri .
Vicino..
A lui..
Il mio migliore
Amico...
Eri..
Bellissima..
Col tuo..
Abito..
Da ..
Sposa. .

immaginando"
Te"..

Mi scende..
Una..
Lacrima..
........................
Amore..
Ti chiedo...
Scusa..
............

(Luisa Simone)

"IL TUO VOLTO" di Nadezhda Slavova



Il tuo volto

Ho imparato ad amare l’amore
per quello che mi appare.
Un petalo di rose gialle,
un girasole in collina,
l’immagine specchiata dei miei occhi
dove tu vivi
come pensiero.
E mi dona vita
saperti un respiro,
e mi sento eterna
saperti passo in questo cammino,
orme sulla sabbia delle stagioni,
suoni di memorie nel mio sogno.
Ti amo così, amore,
negando il pianto nel mio sguardo,
l’unico in grado
di cancellare per un istante
il tuo volto.


(Nadezhda Slavova)

"UNA RAGAZZA COME ME" di Sara Tricoli (Recensione di Luca Paganucci)



Relazione di “Una ragazza come me” di Sara Tricoli
(relazione di Luca Paganucci)

È stato veramente piacevole leggere questo romanzo , scritto in maniera semplice, e con quella punta di ingenuità che si riscontra nelle pagine. Ingenuità dovuta alla presenza dei protagonisti, non ancora maggiorenni.
Un giorno Clara si trova a dover accettare, suo malgrado, la decisione presa dai suoi genitori, di mandarla in un centro estivo dove sarà seguita con più cura, di quanto loro non riescano a fare. Consapevole di stare per entrare in un istituto “per ritardati”, la ragazza non reagisce bene alla proposta. Ma, una volta arrivata, dopo le iniziali ritrosie, la faccenda acquisterà una nuova ottica; lì infatti incontrerà Moreno/Morris, suo cugino, ma farà anche altre amicizie, ad iniziare da Sara, la sua coinquilina di camera, poi Mirco con il quale, in seguito – tra alti e bassi – condivideranno esperienze, fino a che il loro rapporto non diventa sempre più intenso.
Il tema della dislessia, che l’autrice tratta in questo romanzo, è analizzato in maniera pacata, accennandone (con cognizioni di causa) solo in alcuni punti del libro. Le parole usate da Sara sono semplici, ma mai banali.
Durante la lettura, mi sono ritrovato a sorridere, ma anche a piangere, di fronte alle pagine che scorrevano sul mio kindle. Ma sono stati pianti di gioia, e mai di tristezza.
Grazie, Sara!

SARA TRICOLI


"UN MALE IMMENSO" DI ELEONORA PANZERI (Recensione di Maria Donata Tranquilli)

Eleonora Panzeri scrittrice milanese mi propone di leggere “Un male immenso” scritto che si differenzia molto da “Come ghiaccio d‘estate” da me recensito tempo fa. 
“Un male immenso” infatti è un breve racconto di settanta pagine dove ci viene mostrato un duro spaccato di vita quotidiana. 
La protagonista Rossana, voce narrante della storia, ci racconta aneddoti della sua vita, dalla scoperta di essere incinta, a quella di essere stata tradita, per poi passare attraverso un difficile periodo segnato da un aborto. Infine approderà ad un matrimonio un po’ imprevedibile visto che almeno all’inizio della storia tra lei e il futuro marito non sembra esserci nessun sentimento che li accumuna.
Ho già parlato dello stile dell’autrice nell’altra recensione, pertanto non mi ripeterò per quanto riguarda le mie impressioni sulla storia, sarò onesta sono neutra, è un racconto che come genere appartiene alla narrativa contemporanea e di conseguenza adatto a chi ama questo tipo di racconti nei quali più facilmente ci si può immedesimare. 
Io in generare consiglio sempre di leggere un libro anche quando all’apparenza non sembra essere per noi, alcune volte proprio come le persone si scopre di aver giudicato troppo in fretta altre invece scopriamo di aver avuto ragione. Ciò non toglie che grazie a quel libro abbiamo scoperto una parte di noi che non conoscevamo ancora.

ELEONORA PANZERI


sabato 29 agosto 2015

"E,CAMMINI DA SOLA..." di Santina Gullotto



E, CAMMINI DA SOLA...
Camminando da sola sulla strada,
non sai cosa ti aspetta 
alla prossima curva...
Camminando da sola nella vita, 
non sai se ce la farai, 
ad arrivare alla meta che ti eri prefissa...


E, cammini da sola,
senza mai chiedere aiuto,
e alla curva come sempre 
t’aspetta quella grande incertezza, 
dell’ignoto futuro che avanza
e non si arresta neanche di fronte
a chi ha nel cuore la più grande amarezza...

E, cammini da sola per far si 
che nessuno senta il tuo stesso dolore,
che nessuno subisca il tuo stesso destino,
che altri camminando con te possano
provare il freddo nel cuore,
dimenticando il tiepido abbraccio del sole,
Che ogni giorno ci dona il nostro Signore...

@Santina Gullotto.

"IO RITORNO DOMANI" di Flavio Girardelli (Recensione di Liliana Sghettini)

RECENSIONE

“Io ritorno domani”, Flavio Girardelli, Edizioni Youcanprint, 2014

Il romanzo di Flavio Girardelli narra la storia di Francesca e Lorenzo, due giovani ragazzi, che si incontrano casualmente durante una vacanza sul Lago di Garda. 
Lorenzo è “ il timido”, quello che fra i compagni della comitiva in gita “ha la testa sulle spalle” quello che “fosse pure cascato il mondo, non si scompone”; quello che “non concepisce il tradimento, né la superficialità”.
Il destino, guarda caso, gli pone dinanzi proprio Francesca, molto diversa da lui, apparentemente, “una ragazza molto seria a scuola e in famiglia, ligia alle regole e severa con se stessa” ma che “libera da impegni e obblighi di sorta, le piace divertirsi, sempre con prudenza ma mai rinunciando a qualche piccola trasgressione.” 
Un giorno entrambi passeggiano sul lungo Lago, è ora di ripartire per la città e Francesca sta salutando quei luoghi che le hanno regalato belle sensazioni.
Anche Lorenzo è li, con i suoi amici che si accorgono di “quella splendida ragazza”, che cammina trasognata.
Le passano vicino e per uno scherzo al loro amico, le spingono contro il povero Lorenzo ignaro dello loro intenzioni, lui la urta prima con un gomito e poi l'afferra per evitare che cada in acqua.
I loro sguardi si incrociano e Francesca “ sente un immediato tuffo al cuor, una sensazione di calore diffondersi nel suo corpo unita ad un brivido” 
“Quelle sensazioni erano strane, mai provate, non riusciva a reagire” mentre Lorenzo chiedendo scusa per l'accaduto si allontana imbarazzato.
Non si incontreranno più per due anni ma Francesca avverte il primo segno, quel “calore” è la prova tangibile del fatto che Lorenzo non è una delle sue solite prede da conquistare.
Entrambi lavorano a Padova ed “il caso” organizza un nuovo incontro tra loro, ma questa volta non si lasceranno più, è l'inizio della loro bella storia d'amore.
Prende avvio la narrazione della vita di Lorenzo e Francesca, della loro famiglia, di una esistenza apparentemente normale, seppur con qualche scossone che li metterà alla prova, fino al vero punto di svolta, quando il fattore Tempo assumerà un ruolo determinante. 
L'autore Flavio Girardelli ha saputo scrivere un racconto, semplice ma per nulla scontato, con dovizia di particolari, grazie ai quali il lettore riesce ad immaginare, luoghi e personaggi in ogni minimo dettaglio durante tutto il piacevole percorso di lettura.
Grazie all'autore per questa storia originale.

FLAVIO GIRARDELLI


venerdì 28 agosto 2015

"DONDOLANDO SUL FILO DEL PIACERE" di Gerardina Rainone



Dondolando sul filo del piacere

Non era tanto un filo
quel che avevo in mente
tu lo sapevi
e mi prendevi fortemente,
parlavi di tutto un pò
rapivi i sensi miei
dominando la mia testa
e tutto quel che resta,
ti ascoltavo in estasi
mi alzavo sulle nubi,
le mani mi sfioravi
gli occhi tuoi nei miei,
mai ci toccammo
ma l'anima ci sfiorammo.
G.R.

"LA MISURA DELLA FELICITA'" di Gabrielle Zevin (Recensione di Lina Mazzotti)



" La misura della felicità "
Un romanzo di Gabrielle Zevin

E' la storia di A.J Fikry l'unico libraio dell'isola Alice Island.
Dopo la morte di Nicole, la moglie incinta in un incidente, si chiude in se stesso diventando astioso.
Misura tutto con la sua sofferenza e anche i libri e la letteratura che erano la sua passione non gli trasmettono più nulla. Continua a fatica a vivere e a leggere, ma sono fonte di ulteriore dolore; i libri belli gli rimarcano la sua infelicità e quelli brutti ricolmano la sua depressione.
Questo suplizio viene interrotto da Maya una bimba di due anni abbandonata nella sua libreria Islan Books. L'innocenza e il bisogno della piccola risvegliano il suo cuore poco alla volta.
Come il sole che sorge in una giornata invernale i cui raggi disgelano lentamente la brina, così Maya con il suo profumo,e la sua curiosità verso la vita e i libri scongelano il cuore di A.J.
Gradatamente deve riqualificare tutte le misure scombinate della sua vita, per aiutarla e proteggerla adottandola.
Non ha tempo di ergere barriere con le parole, come fa con gli adulti e se stesso, perchè la piccina lo osserva con occhi limpidi del divenire. Del resto come dice lui stesso" una volta che t'importa di qualcosa, comincia a importarti di tutto".
Ormai la misura non è solo di felicità ma è di amore.
Calore che risveglia tutto il suo essere e progressivamente si spande ai frequentatori della libreria e a tutto il paese.Favorendo scambi culturali, riflessioni umane con consapevolezze e nascite di amicizie e amori profondi.
La crescita di Maya è un miracolo per molti personaggi del racconto, che si ritrovano ad affrontare problematiche di morte e di malattia, in una prospettiva di miglioramento per crescere misurandosi nei sentimenti belli e desiderati e nel dono.
La storia inizia con il colore grigio, freddo, per poi trasformarsi di volta in volta nei bei colori e odori dei volumi della libreria.E il condividere questi libri apre la porta a tanti tipi di amori, è una via per essere accolti dagli altri e per accogliere, per farsi conoscere e conoscere.
La trama trasuda d'amore per i libri, citazioni e titoli scandiscono tutti gli avvenimenti che si susseguono con ritmo tranquillo della quotidianità.Non ci sono eccessi in nessun aspetto, è tutto di misura come dice il protagonista :" Ogni parola è giusta ed è esattamente al suo posto ".
" C'è qualcosa di eroico nel fare il libraio, e c'è qualcosa di eroico nell'adottare una bambina ".
E' grande accettare la vita e non farsi travolgere ma semplicemente vivere e diventare ciò che amiamo.

Con le ali dell’amore ho volato oltre le mura, perché non si possono mettere limiti all’amore … E ciò che amor vuole amor osa!” (Romeo e Giulietta, William Shakespeare)

GABRIELLE ZEVIN


giovedì 27 agosto 2015

"FRAGILE COME NOI" di Nadezhda Slavova



Fragile come noi

Quanta illusione,
tra amari sogni
e calici di malinconica
felicità.
Quella felicità che ricerchiamo,
per istinto,
già dai primi vagiti
in una carezza,
in un suono conosciuto dall’ignoto,
in un gioco di ricordi
che si chinano davanti
quando chiudiamo gli occhi.
Quanta nostalgia,
quando, con le mani in tasca,
osserviamo gli spazi rimasti inesplorati
e quella sensazione
di essere stati derubati da tutto,
anche se non possediamo niente,
che ci travolge come una tempesta
e, dispiaciuti, ci aggiriamo senza meta,
lasciando il germoglio della felicità
nel petto,
incustodito,
solo,
fragile,
come noi.

(Nadezhda Slavova)

"VITE DI MADRI" di Emma Fenu (Recensione di Romina Momj Murru)



Vite di Madri di Emma Fenu

Arrivato, letto, finito.
Ho impiegato parecchio tempo a decidermi in verità, sino all'ultimo titubante se acquistarlo o meno.
Son storie di madri dopotutto e io che non c entro nulla con questo argomento..io che a 38 anni non ho nessuna intenzione di esserlo in futuro. Io aliena verso donne che si disperano, lottano e si dannano per esserlo.
Tra me scherzavo dicendomi "dai che poi ti viene l'illuminazione e cambi idea".
L ho letto, l ho assimilato e l ho compreso.
Nessuna illuminazione, solo un maggior e profondo rispetto verso questo desiderio di Donna, di essere un domani Madre.
Ho sempre rispettato questo desiderio e lungi da me mentire dicendo che posso comprendere come ci si sente se non ci si riesce....... non ho quel desiderio, tutto qui, nuda e cruda verità. 
Rispetto e vorrei egual rispetto da chi non si capacità di questa scelta.
Io, aliena tra le Donne.
Emma...un percorso intenso e delicato tra storie di vita reali. Un profondo rispetto per te.

EMMA FENU




"IL CASALE DEI RICORDI" di Federica Squillace (Recensione di Liliana Sghettini)



Il casale dei ricordi”, Federica Squillace, Epsil edizioni 2015, reperibile presso i principali book store on line e librerie

“Vittoria ha un passato pieno di malinconia e solitudine ed è convinta che niente possa cambiare lo stato delle cose. Ma improvvisamente e inaspettatamente.......”
Il romanzo di Federica Squillace, scrittrice esordiente nata e cresciuta a Monza e laureata alla Facoltà di Agraria di Milano e con una grande passione per la lettura che la accompagna fin dall'infanzia, narra la storia di una giovane donna la cui vita non è stata affatto clemente.
Vittoria, cresciuta con l'amore della madre e della zia materna, che poi ne prenderà le veci a seguito della prematura scomparsa della sorella, è una donna indipendente e sicura anche se riservata e solitaria. 
Ha un'amica vera, quasi una sorella che il destino le ha fatto incontrare e con la quale condivide il lavoro di antiquaria.
Del padre non sa molto se non che l'ha rifiutata fin dalla sua nascita abbandonandola alla custodia della sola madre donna affettuosa e presente fino alla morte a seguito di una grave malattia. 
Vittoria cresce con la passione per i libri e grazie ad essi riesce a crearsi un mondo ovattato nel quale costruire un suo equilibrio ed una sua serenità fino a quando un evento, che tanto aveva sognato, la condurrà in un tunnel di stravolgimenti che la metteranno a dura prova.
Un giorno acquista ad un'asta un vecchio casale in Toscana per realizzare finalmente il suo sogno, condiviso con l'amica del cuore e trasformarlo un lussuoso ed accogliente albergo.
La sua esistenza non sarà più la stessa, verrà travolta da eventi più grandi di lei che la condurranno a fronteggiare dure prove ma soprattutto il suo passato.
Ma il beffardo destino le riserverà anche qualche bella sorpresa o continuerà a schiaffeggiarla?
L'autrice ha tessuto con grande abilità una trama, delicata, profonda ed avvincente che regala un viaggio nei sentimenti e nel passato dove la protagonista rischierà di perdersi.
Il racconto ricco di colpi di scena e capovolgimenti tiene il lettore sempre concentrato ed attento fino a renderlo partecipe delle sorti della bella e dolce Vittoria.
Grazie all'autrice Federica Squillace per questo romanzo.

FEDERICA SQUILLACE


"VITE DI MADRI" di Emma Fenu (Recensione di Luca Paganucci)





“Vite di Madri” di Emma Fenu
(recensione di Luca Paganucci)

È da ammirare Emma Fenu, perché è una Donna meravigliosa, brillante e Coraggiosa!
Portare a termine la stesura di Vite di Madri ha permesso all’autrice di realizzare un libro-inchiesta che – sebbene non sia molto voluminoso – racchiude in sé dodici storie di Donne desiderose di lottare per riemergere dal baratro nel quale sono precipitate per molteplici ragioni. Grazie al libro, queste Donne ora hanno l’opportunità di esprimersi, e di far sentire il grido straziante di Donne violate nella loro intimità, raccontando a chi legge il loro Dolore. Un Dolore che è in quelle pagine, vivo, presente. Il lettore/la lettrice ha l’impressione di toccare con mano la tensione della protagonista di turno. Fino a quando, a poche righe dalla fine, gioisce con loro, perché – nella loro lotta – escono vincitrici, affermandosi così al mondo, dichiarando così la loro presenza.
Non sono in grado di dire se sia un libro che vada letto tutto d’un fiato, oppure centellinato; di sicuro, però, è un libro che merita più di una lettura, anche solo per fare propri gli stati d’animo delle Donne che popolano il libro, ed accettare il loro grido di rivalsa nei confronti di coloro che hanno abusato della loro intimità.
Nel suoi racconti di Emma fa uso (e non abuso) di frasi prese a prestito da testi della letteratura, per la maggior parte conosciuti, il cui titolo è riportato alla fine di ciascun capitolo. Si ha l’impressione che questi costituiscano delle voci fuori campo inserite allo scopo di precisare quanto sta raccontando la protagonista.
Un libro la cui lettura consiglio di anche agli uomini.

EMMA FENU

"UOMINI" di Giusy Amato





RACCONTO

UOMINI

Vi siete mai chiesti a che servono gli uomini? …A parte quello!!…Che poi anche lì qualche cosetta da dire…ma proprio cosetta, eh! No, parlo proprio del ruolo dell’uomo nella vita di tutti i giorni.

Ancor prima di nascere i maschi sono già dei privilegiati. Quando una coppia si sposa, cosa si è sempre detto? Auguri e figli maschi! Parecchi anni fa, quando nasceva un figlio maschio era una benedizione, una figlia femmina era quasi una disgrazia, più o meno come il colera, la peste bubbonica o… la cellulite. Nelle famiglie povere, un maschio significava due braccia in più, in quelle reali, l’erede doveva essere maschio, il principe ereditario, il futuro re! E va beh!...Ma oggi?...Perché continuiamo a farli sentire degli esseri… superiori, indispensabili, fondamentali, insomma…dei privilegiati?

Che poi, detto fra noi, corriamo due rischi…il primo è che ci credono veramente, con tutte le conseguenze del caso! Il secondo è che vanno in analisi! Eh si, perché poverini, voglio spezzare una lancia in loro favore… NON SONO PROPRIO IN GRADO!!

Ma è colpa nostra.. sì…soprattutto di noi donne…Come perché?... Sin da piccolo, “il cocco di mamma”… pensa di essere perfetto! Lui è il più bello, il più intelligente, il più simpatico, a scuola è il più bravo, anche se ha cominciato ad essere bocciato già dalla terza elementare.

“Poverino non è colpa sua, la maestra l’ha preso in antipatia”! Scusi… ma anche alle medie…”Eh, no lì è stata colpa del padre, perché l’ha voluto mandare alla scuola pubblica”!! E allora?... “Non si è integrato”!! Eh?!... Ma come, in questo paese tutti si battono per l’integrazione di tutti... insomma, cominciamo a giustificarli per qualsiasi cosa. E quindi, giù con le crisi di ogni genere!

Al liceo hanno la crisi adolescenziale, a 30 anni hanno dato solo quattro esami perché hanno scelto una facoltà particolarmente difficile, a 40 sono disoccupati perché non c’è lavoro, non trovano una donna, perché terrorizzati dall’ansia da prestazione e quando finalmente trovano una povera disgraziata che se li sposa… le opzioni sono due: divorzia dopo due anni, perché LEI, non è come mammina… o trova la vittima giusta che continua a farlo sentire un eterno ragazzo.

Sto esagerando? Non sono tutti così? Avete ragione, ci sono altre tipologie di uomo…è vero, fatemi pensare…ah si! C’è il tipo brillante. Tutti lo invitano alle feste, le donne se lo contendono, veste sempre alla moda, palestra, viaggi e …quando, rigorosamente dopo i 40 anni, mette su famiglia, le opzioni sono due: divorzia dopo due anni, perché LEI pretende che faccia il marito e il padre, oppure, sempre lei, si rassegna e si fa cornificare fino alla fine dei suoi giorni, tanto per dirne una.

Poi c’è il pantofolaio, quello che dentro casa lo vedi passare dalla sedia alla poltrona, dalla poltrona al divano, dal divano al letto, che se ti capita di vederlo in posizione verticale quasi non lo riconosci. “Ma era così basso”?

Al pantofolaio se gli chiedi: “Caro perché non ci facciamo una vacanza”? Ti guarda come se stessi attentando alla sua vita e comincia a sciorinare tutti i problemi e i pericoli che si corrono quando ti metti in viaggio. Dalle file in autostrada alle fregature che ti danno i tour operator, dal pessimo cibo al costo degli alberghi, e poi lo sciopero degli aerei, sempre che non cadano o facciano un attentato, che neanche Fantozzi saprebbe fare di meglio… per finire con la solita frase: “Ma è proprio necessario?”

Anche qui, le opzioni sono due: o divorziano dopo due anni perché LEI ha troppi grilli per la testa.. oppure la poveraccia in questione decide di fare una bella rapina in banca che se le danno gli arresti domiciliari, lo fa per un buona causa.

Va bene, va bene, basta, inutile infierire…su noi donne intendevo.

Ma d’altra parte qual è l’alternativa? Rimanere single? Troppo impegnativo! E poi quando sei single, fai di tutto per piacere agli uomini fino a quando non trovi quello che secondo te è giusto, te lo sposi e si ricomincia da capo. No, no, meglio rassegnarsi!

D’altro canto un uomo in casa è come avere un animaletto domestico, un cagnolino. Gli dai una casa comoda e accogliente, pasti regolari, qualche coccola e… pazienza… prima o poi imparerà… che la pipì non si fa fuori dal vaso!!!


GIUSY AMATO

mercoledì 26 agosto 2015

"DOVE SI NASCONDE LA POESIA" di Marilena Viola



DOVE SI NASCONDE LA POESIA

Dove si nasconde la poesia.......
fa capolino dietro un albero,
in un fiore,
gioca a nascondino con le nuvole,
corre in volo col vento,
fino al cielo.

È timida,non si fa vedere.

Ama l'ombra lei,è una sorniona.
Mi rincorre,mi prende,si cela.
Quando gli occhi son chiusi per dormire
lei è con me,
veglia ed ascolta,
paziente attende insonne il mio risveglio
e si presenta così,
improvvisamente,
in un raggio che filtra,
in un profumo,
nell 'odore della vita che mi attende.

Una voce amica,una carezza,
una dolcezza antica,una bellezza,
sono le vesti che lei ama indossare,
i colori che mi farà usare.
È lei che prende la mia mano,
lei me la ispira,
decide lei quando apparire,
quando vuole,
fa di me il suo scriba fidato.

Lei è aria,è vapore,è sensazione,
lei è me,lei è eterea vita,
mi chiede solo di porgerle la mano
per uscire a godersi il sole.

M.Viola

"IL VIAGGIO" di Marilena Viola



IL VIAGGIO

Indosso le ali del desiderio,
mi spinge la voglia di andare,
vedere toccare sentire parlare.

Uno,uguale e molteplice,
trasporto me stesso per il mondo
e gli occhi scattano foto indelebili.

Dai ghiacciai e dai fumi dei geyser
alla torrida arena,all'alba boreale.
Mi manca ancora il ruggito dell'Africa.

Un saluto veloce agli amici,
appendo alla porta un cartello
"sono uscito,torno subito" e vado.

M.Viola

"GIULIA UNA DONNA FRA DUE PAPI" di Silvia Lorusso Del Linz (Recensione di Chiara Minutillo)



Riporto la recensione su Passione Lettura del mio romanzo "Giulia una donna fra due Papi" a cura di Chiara Minutillo
“Giulia. Una donna fra due Papi” è un romanzo di Silvia Lorusso Del Linz, pubblicato nel 2013 da Parallelo 45 edizioni.


Giulia. Una donna fra due Papi
Adesso devo stare nell’ombra. Devo circondarmi di silenzi e di solitudine. Tirare le pesanti tende e chiudere gli scuri affinché il mio viso, così tanto ammirato da radunare le folle di Roma, solo per coglierne un fugace sguardo, venga dimenticato. 
Perché questo è il volere di mio fratello Alessandro, cardinale in ascesa per il soglio pontificio. 
Perché adesso io, Giulia Farnese, sono diventata scomoda.
Una donna fra due papi. Una donna fra tre uomini.
Una bellezza inestimabile, che contribuì a darle valore e prestigio nella Roma rinascimentale. Una bellezza che, in parte, si rivelò una condanna.
La Bella che divenne, ironicamente, la sposa di Cristo.
Giulia Farnese, una tra le figure femminili più importanti del Rinascimento Italiano. Una tra le donne meno conosciute tra i banchi di scuola.
Giulia Farnese, figlia, sorella, moglie, amante, madre. Ma non solo.
“Giulia. Una donna fra due papi” è il ritratto storico si una donna che decise di non farsi trascinare dagli eventi. Una donna che non si perse tra gli intrighi politici e le brame di potereche la attorniavano, imprigionandola come un insetto nella tela di un ragno. Giulia la Bellascelse di lottare per la sua vita e, soprattutto per la sua felicità e la sua libertà. Scelse di non arrendersi ad un destino deciso da suo fratello, Alessandro Farnese, futuro Papa Paolo III, e dal suo amante, il cardinale Rodrigo Borgia, poi divenuto Papa Alessandro VI.
Silvia Lorusso Del Linz ci offre il ritratto di una donna bella, sensuale, ammaliante, ma non vittima dell’altrui volere. Una donna che seppe seguire il suo pensiero e non la corrente, una donna che seppe mostrarsi forte, caparbia quanto bastava per non soccombere, per non arrendersi, inerme, alle richieste degli uomini che la circondavano. La penna della scrittrice si è intinta nell’inchiostro della storia, con le sue trame e i suoi sotterfugi, per donare, tra le pagine di un libro affascinante e seducente, nuova vita a Giulia Farnese, bella, testarda, intensa, ma, prima di ogni altra cosa, Donna.
Può accadere che il corpo di una donna debba accondiscendere, questo non significa necessariamente che la sua volontà e la sua anima siano piegate. Ciò che conta, ciò che è veramente importante, è quello che siamo riuscite a conservare dentro di noi: il nostro mondo, la nostra visione, il nostro pensiero. Sono tutte cose a cui nessuno può accedere, nessuno può sporcare, se noi non glielo permettiamo. In questo modo, credetemi, avremo dentro noi stesse tutto il bene e il valore di cui abbiamo bisogno. Pensate a un’ostrica che racchiude la perla al suo interno, ecco, quella perla è ciò che è dentro il vostro cuore, nonostante gli altri, nonostante tutto.

SILVIA LORUSSO DEL LINZ


"A PROPOSITO DI LEI" di Banana Yoshimoto (Recensione di Lina Mazzotti)

"A proposito di lei " un libro di Banana Yoshimoto.

Una storia semplice ma con un dramma familiare profondo. 
Yomiko e Shochi sono una ragazza e un ragazzo, cugini, figli di due madri gemelle. Sono diverse tra loro, al di là dell'aspetto fisico, prendono decisioni opposte, nel confronto della vita, che le portano ad allontanarsi.
Entrambi i cugini si ritrovano dopo anni di separazione con la necessità di eleborare il lutto. Yomiko affronta il dolore per la morte violenta dei genitori, proprio per mano della madre. Mentre Shochi ha perso l'adorata madre da poco, che come ultima volontà voleva il loro avvicinamento. Affrontano un viaggio nel passato per colmare le amnesie della ragazza. 
Tanti sono gli elementi: la crescita interiore, il mistero della stregoneria, le apparenze contrastanti. I sentimenti sono descritti con delicati tratti a colori pastello. Tutto è discreto, soffuso,con una brezza lieve che accarezza gli animi doloranti.
I temi forti sono affrontati con dignità decorosa e compostezza di chi sa le leggi arcaiche della vita. 
Non ci sono colpi di scena ma un fluire graduale e ci si ritrova coinvolti a provare malinconia, dubbi e curiosità, si è accompagnati a osservare il destino della vita. Per arrivare a comprendere che il riflettere e l'elaborare sono importanti ma lo è di più il riuscire a vedere al di là delle proprie aspettative guardando la realtà vera.
Mi è piaciuto molto entrare in questo libro dove si cammina in punta di piedi e si parla semplice. Guardare i piccoli gesti quotidiani per cogliere l'essenza di pensieri complessi come in una poesia. L'ultima pennellata è di speranza per un nuovo divenire attraverso l'accoglienza della metamorfosi della vita. Un libro introspettivo che lascia un turbamento come una carezza inaspettata.

BANANA YOSHIMOTO


martedì 25 agosto 2015

"TU PENSI" di Luisa Simone



Tu pensi

Pensi..
Di conoscermi..
Sai dove abito..


Dove..
Lavoro..

Come..
Mi vesto.

Questo...
Per te
È ..
Tutto.

guardi..
Estasiato..

Le mie
Fattezze.

Non cogli
le mie
Amarezze.

Se non sai..
Che cosa..
Ho nel cuore..

Se non
Guardi..
Dentro..

Al mio
Dolore...

Se non ti accorgi

Dei miei....
Tormenti

Come. .
Puoi. .

Pensare..
di..
Amarmi.

Te un uomo..
A cui..
Non interessa
la mia..
Sofferenza ..

La mia..
Intima..
Incertezza..

La mia..
Vera voglia..

Di essere..
Compresa.

Non si ama..
Per
Apparenza..

Non si ama..
Per..
Effimera. .
Bellezza..

amare..
Significa..
Accettare..

...sia..
..
Il mio..
Zucchero

Che. .

Il mio...

Adorato. ..
..........
Amaro.......
...........
Sale..
........

(Luisa Simone)


IL FICO

Antico fico
tortuoso tronco, 
parole oscure
Nell'immagine mi mostri un segno
un doloroso ricordo in seno conservi
Simbolo, arcano, sogno?
Una brezza leggera mi scorre sulla pelle
sembra dirmi " Io c'ero, ci sono,
ci saro' sempre
Devi solo comprendere"
Un messaggio, un invito
Ricerco ancora nell' anima
la chiave che tutto apre
la via che alla sorgente del vero conduce
Che infine la sete si plachi.

Marina Marini Danzi

"TAGLIATELLE" di Marina Fichera



Tagliatelle 
di Marina Fichera

Andrea era talmente piccolo da non arrivare al piano del tavolo in cucina eppure, quando la domenica mattina sua mamma preparava la pasta fresca, quel piano diventava per lui il centro del mondo. Una festa che si rinnovava gioiosamente tra cascate di farina, uova, mattarelli e la splendente macchina per tirare la pasta. L’Imperia, rigorosamente a manovella e luccicante come l’armatura di un antico cavaliere, gli permetteva di stendere la pasta che gli dava la mamma e ottenere le sue tagliatelle.
Erano gli anni ’70 e una tappezzeria a fiorelloni beige cercava di rallegrare la cucina, mentre la mamma indossava un vestito corto e scollato, azzurro come il cielo. Andrea guardava incantato sua mamma e pensava fosse la cuoca migliore del mondo, oltre che la migliore madre che avesse potuto desiderare. Era l’amore di un bimbo, semplice, profondo, che si cibava di piccoli momenti e tagliatelle al ragù.

Rapidamente erano arrivati gli anni ’80 e con essi il tempo in cui tutto sembrava non andare più bene. La tappezzeria era cambiata, verde acqua a tinta unita, il colore del vestito era diventato rosa antico e l’orlo si era allungato. Andrea, ormai adolescente, non sopportava più le tagliatelle, la mamma, la domenica, il ragù, tutto. Stava crescendo ma al tempo stesso il suo mondo era diventato piccolo, stretto, noioso. Era il periodo delle contestazioni e del rifiuto, di un’ingenua paura di crescere mescolata a un’insaziabile fame di esperienze. 
Andrea guardava arrabbiato sua mamma e si sentiva non compreso, e pensava che non sopportava la farina e che non avrebbe più mangiato la pasta fatta in casa. Era l’amore di un ragazzo, complesso, viscerale, inespresso, che si alimentava di inquietudine e hamburger.

Poi, un giorno come un altro, Andrea aveva telefonato alla mamma chiedendole se per favore poteva preparare, per la domenica successiva, le sue favolose tagliatelle. Aveva da comunicarle qualcosa. A fine anni ’90 in cucina il muro era bianco di pittura e il vestito della mamma grigio con piccoli fiori lilla. Ancora una volta la farina si era mischiata alle uova per esser lavorata, con la stessa Imperia di sempre, fino a ottenere lunghe striscioline di pasta, gialle come il sole e piene di vita. Il sugo al ragù profumava la cucina. Mentre mangiavano la pasta comunicò alla famiglia che con sua moglie aspettavano un bambino. 
Andrea guardava orgoglioso sua mamma commossa e si sentiva felice, e pensava che fosse bello essere tutti lì, a mangiare. Era l’amore di un giovane uomo, pieno, intenso, che si nutriva di speranza, di futuro e tagliatelle all’uovo.

Nell’autunno del 2014 Andrea andò a trovare sua madre e per la prima volta si rese conto che ormai era una vecchia signora. La mamma, con quel vestito un po’ demodé e la cucina, come ingrigita, non erano più le stesse di tanti anni prima. Solo l’Imperia luccicava come sempre. Se non fosse stato per il manico di legno della manovella consumato, nessuno avrebbe potuto immaginare quanta pasta aveva tirato in tutti quegl’anni.
Andrea guardava intenerito sua mamma e si sentiva malinconico e felice al tempo stesso, e pensava che era fortunato a stare ancora una volta insieme. Era l’amore di un uomo, maturo, profondo, che viveva di singoli attimi e ancora una volta delle tagliatelle più buone del mondo.

Quando quella domenica aiutò la mamma a preparare la pasta all’uovo – un evento raro ormai, ma festeggiavano il suo compleanno e Andrea aveva tanto insisto – capì che il viaggio della vita era un po’ come fare le tagliatelle. Bastavano pochissimi ingredienti purché semplici e genuini, ma soprattutto ci si doveva dedicare tempo e amore.

ITACA ADORATA.." di Lia Jonescu

Itaca Adorata, bramata, perdutamente immaginata rivissuta nei sassi e sugli scogli, nelle straniere ed estranee regge, ripensata come mai lasciata e sempre presente nel tuo cuore Ulisse. Itaca non tua, Itaca la tua utopia, non l'hai vissuta ne calpestata solo lei l'ha amata. Nei suoi piedi le sue pietre, nel sui naso i suoi odori, nelle sue mani i suoi frutti, nei suoi occhi umidi e ansiosi il suo il tuo mare. Le nubi davanti al sole, le ombre che le facevano saltare il cuore in gola ed era sola, sola nella tua Itaca, sola nel tuo letto che era radice ed entrava nella terra antica come una spada a fendere il dolore e lo sgomento. Itaca odiata, allontanata, vissuta nelle lotte sottili e quotidiane, rinnegata e ripresa come perenne nido. Mantenuta nel cuore e nella mente per te che non ti fermerai.

LIA JONESCU

"LA PICCOLA CUCINA DEI SAPORI SEGRETI" di Ada Parellada (Recensione di Luca Paganucci)



La piccola cucina dei sapori segreti (Ada Parellada)
(Recensione di Luca Paganucci)

A Barcellona, il ristorante di Alex – chef affermato – sta facendo acqua da tutte le parti: da troppo tempo non ci va più nessuno, e non sa dove mettere le mani per poter risollevare la situazione, e restituire al locale quel prestigio di cui godeva fino a un po’ di tempo prima.

In aiuto di Alex arriva Annette che, per risolevare le sorti del ristorante, si metterà alla guida dello stesso, cambiandone il nome. 
Se, inizialmente ad Alex infastidisce la presenza di una donna nella sua cucina, in seguito i due ragazzi troveranno un terreno comune per andare d’accordo.

In questo panorama gastronomico si muove Carol, una critica gastronomica che, affascinata dalla bellezza della giovane donna, inizierà a manovrarla a suo piacere, corrompendola con dei rapporti sessuali. Carol inizierà a diventare una habitué del ristorante di Alex.

È proprio durante queste sue frequenti visite, che la critica sente crescere dentro di sé l’invidia per Annette, e – da donna perfida e senza scrupoli qual è – escogiterà un piano per potersene disfare, ed avere campo libero nel panorama gastronomico.

Il libro è scritto bene, si vede che l’autrice sa di cosa parla (visto che ha tre ristoranti a Barcellona); quello che mi è piaciuto di questo libro, oltre la vicenda raccontata, è il fatto che, per bocca di Annette, l’autrice inserisca notizie storiche sui cibi. Così facendo, l’autrice, con uno stile semplice, mai appesantito da termini tecnici, rende educativa la lettura, rendendo la lettura piacevole.

ADA PARELLADA

lunedì 24 agosto 2015

"CIO' CHE CI TRATTIENE PRIGIONIERI" di Nadezhda Slavova



Ciò che ci trattiene prigionieri

Bisogna immergersi nel dolore
nudi,
come nelle acque del fiume
che battezzano l’anima eterna,
e, camminando lentamente ad occhi chiusi,
sprofondare
finché il distacco non diventi
la morte dell’emozione.
Bisogna illuminare lo sguardo della sofferenza
con un cero che gocciola il nostro stesso pianto
e accarezzare il suo volto, morso dal rimpianti
come strade ferite da bombardamenti,
trovare, negli abissi che lacerano il respiro,
ciò che ci trattiene come prigionieri
e spargere ceneri sulle ferite ereditate,
nascendo in ogni alba
con una nuova veste di radici
seppur recise.

(Nadezhda Slavova)

"LA RAGAZZA DI GIADA" di Lisa See (Recensione di Lisa Molaro)

RECENSIONE

La ragazza di Giada 
Lisa See

Di nuovo una copertina color vaniglia abbinato a sfumature pastello e alla sagoma in contrasto di una bella donna col tipico ombrellino dalle stecche di legno.
Anche questo romanzo della See è ambientato in una Cina del XVII secolo e anche stavolta il nome della protagonista suona come armonia: Peonia! 
Impariamo a conoscerla da bambina, la seguiamo nell'adolescenza e forse ne avremo paura quando si farà donna, perché non indosserà le vesti classiche, non si muoverà come noi, non avrà i piedi per terra ..e non parlo metaforicamente!
Peonia non è povera, non è circondata dalla miseria e ha un padre che con determinazione vuole una figlia femmina istruita e colta, per questo le regala per il suo sedicesimo compleanno una rappresentazione teatrale di un classico della letteratura cinese di epoca Ming: Il padiglione delle peonie.
Durante la rappresentazione capiteranno delle cose che solamente il destino poteva prevedere, si segneranno strade, incroci e mappe particolari; da quella sera in poi entrerete dentro sentimenti che non potranno lasciarvi indifferenti: paura, battito di cuore, timidezza al chiaror di luna, inganni, tradimenti, resistenza, incredulità, abbandono, dolore, distacco, ritorno....come ritorna? 

Io avevo letto questo romanzo subito dopo aver terminato " Fiore di neve e il ventaglio segreto ( consigliatissimo, se ancora non l'avete letto ) e all'inizio ricordo di aver riscontrato delle difficoltà perché non ritrovavo lo stile della See. Le descrizioni minuziose dell'opera teatrale mi rallentavano la lettura e certe assolute mancanze di realtà mi allontanavano dallo stile crudo e concreto a cui l'autrice mi aveva in precedenza abituata; dopo poco però ho rilassato i nervi e mi sono detta " segui semplicemente il flusso della storia, seguine i ritmi narrativi, respirane semplicemente la trama e le emozioni " e così ho fatto arrivando alla fine col dispiacere di volgere l'ultima pagina!

E' sicuramente interessante sapere che il libro è basato su una storia vera :tre donne nella Cina del 1600, mogli di uno stesso uomo, decisero di scrivere un commentario al Padiglione delle peonie, riuscendo persino a pubblicarlo. La grande diffusione ed il successo dell’opera produsse un fenomeno di emancipazione così straripante che molte tra le giovani che lo lessero si lasciarono influenzare dal “mal d’amore” fino a morirne. È questo fatto realmente accaduto ad ispirare il romanzo della See dove in un intreccio di storia e fantasia, tradizione e cultura, prende vita il personaggio di Peonia, la cui essenza si svela in una dimensione sovraumana che, nella cultura cinese, resta tuttavia bisognosa di ogni cosa della vita terrena.
Ritengo che comunque tutto l'intreccio che la See ha inserito ( la tripartizione dell’anima,i sentimenti, i rituali, i profumi, la povertà d'animo che si trasforma in povertà fisica, la voce guida dell'antenata, passato-presente e fututo in un unico istante) componga un romanzo oraiginale !

LISA SEE


"E SI PERDONO" di Santina Gullotto

E SI PERDONO

E si perdono nel tempo
lembi logori d’amaro vissuto
mentre Eolo rapisce sospiri
e lambisce con forza
un cuore già provato,
dallo scorrere del sangue
contagiato dalle scorie
di cattivi sentimenti...
e l’invidiosa ira come franoso fango
trascina nella melma
distruggendo ogni cosa
non lasciando nemmeno l’amore
che di luce riempiva questa casa....
Almeno quello da salvare ad ogni costo
tra i resti di macerie rapite
dalle frane della vita...
@ Santina Gullotto

"I SOLDI SI FIDANZANO" di Eleonora Epis



I soldi si fidanzano

Mani di uomini che sembrano salutarsi
invece che anelli, si infilano braccialettti
di stoffa logora

I coralli blu sono stati dimenticati in fondo al mare
frammenti che non si trovano più
ma si vorrebbero ritrovare?

Divorzi e fidanzamenti di soldi
perchè si sappia in giro
che ce la possiamo cavare sempre

perchè abbiamo potere di incidere sul nostro destino canale,
quello che sembra che vogliamo.
E cosa vogliamo? Io l'ho scoperto.

E non coincide con quello che ci viene propinato.
Ora.

ELEONORA EPIS

domenica 23 agosto 2015

"ONDE DI OMBRE" di Nadezhda Slavova



Onde di ombre

Ci sentiamo, a volte,
inutili.
Respiri che si aggirano
senza meta.
Onde di ombre che sfociano,
dissolvendosi, nel buio
del vuoto.
Ci sentiamo, a volte,
inutili.
Come il giornale del giorno prima,
come le scarpette diventate piccole
che non sappiamo a chi regalare.
Silenziosi ponti
senza riva,
una gobba di legno appesa nel nulla,
un albero che non frutta,
un inutile sussurro di foglie
sotto le quali nemmeno il vento
si ferma.

(Nadezhda Slavova)

"VIVERE DI NULLA" di Santina Gullotto

VIVERE DI NULLA

Vivere sentendo
di non aver voglia di nulla...
vivere sapendo
che solo ingiusta vita ti circonda...
vivere sapendo
che quel che hai dato non ritorna...
vivere illudendosi
che chi usa quel che dai
del tuo donar si accorga...
Dimenticar che solo
egoismo ti circonda
in quell’altalena di affetti
che nulla hanno di profondo
ma si nutrono di tornaconto...
Vivere per non uccidere la speranza
nell’impossibile sogno
di una giustizia mai raggiunta...
da chi prosciuga ogni tua forza
ogni tua energia fino a sfiancarti
il corpo e il cuore
in questa vita assurda
fatta solo di illusioni vane
che del tuo cuore faranno solo
un giardino vuoto e solo....
@Santina Gullotto

"NOTTI INSONNI" di Santina Gullotto

NOTTI INSONNI

Tra mille notti insonni
spaziano fantasmi
nella lugubre notte
compongono l’orchestra
intonando note di nostalgica tristezza...
Maestro che dirigi questa orchestra,
il tuo cinereo volto da giovane fantasma
come alone bianco illumina la notte...
E, s’inscena nuovamente
quella trama da teatro
e la scena si ripete all’infinito...
Ma il sole non permette
e sorge a dispetto
della melanconica luna e della notte...
E spazza via fantasmi
e fa grandi spazi aperti...
Splende ancora il sole
e la luna impallidisce...
sciogliendo come neve
i fantasmi del dolore e del passato ...
@Santina Gullotto

"LA LIVELLA" di Luisa Simone



La livella

Vi aspettavo..
Uomini..
Potenti..


Vi volevo..
Qui'..

Ex
Strafottenti"

Voi..
collezionisti'..
Di meravigliosi
Diamanti.

Voi..
Avidi..
Mai sazi..
Di divertimenti.

Anime
spoglie'
Ceneri. .
Spente.

Voi egoisti.
Da sempre..
Convinti.

Prego. .
Accomodatevi"

Ma non scegliete
Il posto..

Oramai
Qui. .

Non vi è
Più
Concesso..

Adesso..
Entrate..
Voi che
bussate

Voi..
Umili..
. Voi.
Poveri""
Voi..
Gente..
Normale "

Anime..
Ricche ...
Anche
Senza
Brillare.

Prego..
giacete"

Vicino
Ai potenti"

Certo..
Qui'..
Il potere...

Non conta
Più
Niente .

La..
Morte.

Saggia. .
Signora ..

I conti..
Pareggia.

Finalmente. .

Con
La..
Livella..

La giustizia. .
È. .
fatta .

Permettete..
Una..
Parola..

Signori...
Illustri
..............

Perché. .
Aspettare. .
La morte..
Per..
Essere..
...............
Giusti?

(Luisa Simone)

sabato 22 agosto 2015

"TI HO AMATO DAL PRIMO ISTANTE" di Nadezhda Slavova



Ti ho amato dal primo istante

Ti ho raccolto lungo il cammino
come si raccolgono, da bambini, le pietre,
quelle strane, quelle poco luccicanti,
quelle da nascondere sotto il cuscino.

Ti ho visto, più volte, specchiato
nelle pozzanghere della pioggia appena caduta
e, ad ogni stagione che mi oltrepassava,
prendevi sempre più contorni e vita.

Ti ho amato dal primo istante,
da quel lontano ricordo a piedi nudi
e di te ho amato tutto, persino le tue assenze
perché erano il filo legato al pensiero di te.

(Nadezhda Slavova)

"SOVRAPPOSTI I PENSIERI CHE SI AFFIDANO ALLA POLVERE.." di Roberta Manzin



Sovrapposti i pensieri che si affidano alla polvere. Il silenzio restituisce l'ombra. Mantello avvolgente che riconosce gli instabili e i creativi. 
La luce riconoscerà entrambi. 

(Per non perdersi...)

Roberta Manzin

venerdì 21 agosto 2015

"ACCADDE IN QUELL'ETA'...LA POESIA" di Pablo Neruda



Accadde in quell’età… La poesia
venne a cercarmi. Non so da dove
sia uscita, da inverno o fiume.
Non so come né quando,
no, non erano voci, non erano
parole né silenzio,
ma da una strada mi chiamava,
dai rami della notte,
bruscamente fra gli altri,
fra violente fiamme
o ritornando solo,
era lì senza volto
e mi toccava.

Non sapevo che dire, la mia bocca
non sapeva nominare,
i miei occhi erano ciechi,
e qualcosa batteva nel mio cuore,
febbre o ali perdute,
e mi feci da solo,
decifrando
quella bruciatura,
e scrissi la prima riga incerta,
vaga, senza corpo, pura
sciocchezza,
pura saggezza
di chi non sa nulla,
e vidi all’improvviso
il cielo
sgranato
e aperto,
pianeti,
piantagioni palpitanti,
ombra ferita,
crivellata
da frecce, fuoco e fiori,
la notte travolgente, l’universo.

Ed io, minimo essere,
ebbro del grande vuoto
costellato,
a somiglianza, a immagine
del mistero,
mi sentii parte pura
dell’abisso,
ruotai con le stelle,
il mio cuore si sparpagliò nel vento.

Pablo Neruda

"SCHIOCCO LE DITA.." di Roberta Manzin



Schiocco le dita. Mentre la musica regala parole che sono state già percorse. E le dita -a ritmo- imperterrite, non soccombono alla tentazione. Di cercarti con lo scrolling tra le pagine virtuali. Se un tempo era irrefrenabileistintofarlo, come in tutto ciò che ci riguardava, ora, che il tempo è diventato compagno nel mio presente, e lo riconosco, senza tradimento, non cedo. E resto. Immobile ascoltatrice di una sola, solitudine. Che a volte, la solitudine fa massa. Pensieri, emozioni, frame di altre vite, che ruotano a incastro invisibile nella nostra, distraendoci dalla meta. Quale essa sia, la imparo. Sbilanciandomi. E mi chiedo se la solitudine non sia in fondo una beatitudine, e non solo per la rima. Necessario ingresso allo spazio -nel tempo- dell'anima.

Roberta Manzin

"BELLISSIMO" di Fernando Sine Amor Volat



Bellissimo
ti nascondi in bagno
posi e ti scatti le foto
e me le mandi con quel faccino
da beata dentro e pure altro

Io le ricevo mentre parlo
in ufficio col mio socio
e dalla rabbia rido
o svengo se al solito penso
che le mandi anche ad un altro

Ed è facile decidere cosa farti
appena ti rivedo la sera a quattr'occhi
già lo pregusto quel bicchiere di vino
che ti verso mentre ti giro intorno
la bottiglia in una mano ed un pensiero fisso in fondo

Ma io ti adoro o ti mollo
ti lego o decido che ti libero
ti faccio male o me ne faccio
non lo so proprio ma in quel momento
ti metto a nudo e ti leggo perché ti voglio
e so soltanto che tu per me diventi il mondo intero

FERNANDO SINE AMOR VOLAT

"LA VERITA' SUL CASO HARRY QUEBERT" di Joel Dicker (Recensione di Luca Paganucci)



"La verità sul caso Harry Quebert" di Joel Dicker
(recensione di Luca Paganucci)

Il libro raccontala storia di Marcus Goldman, uno scrittore, che un giorno va a fare visita al suo professore all’università, Harry Quebert, perché non riesce a trovare spunti per scrivere il suo nuovo libro, e spera di trovare un po' di calma a casa sua. Un giorno, Marcus scopre per caso che, trentacinque anni prima, nel 1975, Harry ha avuto una relazione con una ragazzina di quindici anni. Nel 2008, il cadavere di quella ragazzina viene ritrovato nel cortile della villa di Quebert, e lo scrittore viene indicato come colpevole. Così, volendo vedere più chiaro in questa faccenda, Goldman inizia a svolgere una sua indagine personale, parallela a quella della polizia locale, con cui poi inizierà una collaborazione.

La verità sul caso Harry Quebert è un libro in cui, con un alternarsi di ricordi, vere e false testimonianze, e molti colpi di scena, nulla è mai quello che dovrebbe essere. Il lettore si ritrova così a dare per assunto certe cose, che poi – all’improvviso – si rivelano false. Ed allora bisogna ricominciare daccapo.

Joel Dicker ha saputo creare un intreccio narrativo e psicologico intricato ed avvincente, a tal punto da coinvolgere il lettore rendendolo spettatore esterno degli eventi.

JOEL DICKER

"ENDOMETRIOSI" di E.E.Perani



Endometriosi

Talvolta il cielo cade
ed io che non mi abituo mai
la malattia ti cinge fino alla testa e niente ha
più un senso.
Tutto si perde nello spasmo
e niente si capisce
c'è chi ti afferra ma tu scivoli ed i colori sbiadiscono
finchè non trovi un cuscino silenzioso
e lì dormi un sonno quasi mortale
e il cielo cade
Ed io che non mi rassegno

E.E.Perani

giovedì 20 agosto 2015

"EMMA" di Sandra Rotondo (Recensione di Ornella Nalon)

RECENSIONE

EMMA

Emma è ancora un tenero batuffolo quando viene trovata da una coppia di sposi che la accoglie come fosse un dono divino, frutto di tante preghiere. Sin dall'inizio, si accorgono che è una bambina diversa dalle altre, perché si nutre soltanto di fiori e di miele ma ciò, non preclude l'amore immenso che provano per lei, anzi, la rende, ai loro occhi, ancora più degna di devozione e ammirazione. 
Emma avrà la fortuna di crescere in una famiglia che provvederà direttamente alla sua educazione scolastica e alla sua formazione caratteriale, rispettandone gli istinti e le inclinazioni naturali, tanto da farla crescerà serena, fiduciosa in se stessa e negli altri, piena di valori e assolutamente priva di malizia. E' solo poco più di una ragazza quando i suoi genitori verranno a mancare, lasciandola prostrata dal dolore ma abbastanza forte da reagire e riprendere in mano la sua vita.
Riuscirà a trovare lavoro al “Nettare”, una caffetteria un po' particolare che la farà sentire realizzata e dei colleghi con i quali intratterrà dei rapporti di ottima collaborazione e amicizia.
Ciò che succederà, da ora in poi, lo lascio scoprire ai lettori; anticipo soltanto che l'evoluzione della storia prevede una sorpresa, frutto di una fervida fantasia dell'autrice, nonché una dolce, romantica storia d'amore. 
Emma, L'Ape Regina è una favola, tenera, dolce, con una punta di umorismo e, come tutte le favole che si rispettino, ha una sua funzione educativa. Vuole trasmettere l'amore e la dovuta considerazione per l'ambiente e per gli animali in linea generale, anche se, come suggerisce il titolo, l'autrice ha scelto di usare, come soggetto principale, le api, insetti la cui funzione è importante nell'ecosistema. 
Si capisce chiaramente che Sandra Rotondo ha l'animo ecologista e, con questa bella storia, vuole farci comprendere che gli umani non sono proprietari del mondo, bensì componenti di un complesso sistema il cui equilibrio è subordinato al rispetto dei ruoli di ognuno.

SANDRA ROTONDO


"I RICORDI SONO ALTALENE" di Nadezhda Slavova



I ricordi sono altalene

I ricordi vivono
nello sguardo della solitudine.
Sono cappotti appesi all’uscio di casa,
sono pensieri incorniciati ai muri,
sono cassetti di vestiti piegati per bene,
sono gocce
di un rubinetto dimenticato di notte
che svegliano i sogni per parlare di sé.
I ricordi nella solitudine
riprendono le vie
delle emozioni e i dolori nascosti
e non si cercano con le preghiere di sera.
Sono altalene
che non toccheranno mai terra

(Nadezhda Slavova)

Vite di Madri di Emma Fenu, recensione di Antonella Bellabona



Ho appena terminato la lettura del libro "Vite di madri" di Emma Fenu.
Sono state scritte parole molto belle su questo libro e le condivido tutte per cui è molto difficile per me aggiungere qualcosa di originale o quantomeno non banale. 
Sono madre di due ragazzi: lei di 19 e lui di quasi 17. Ragazzi desiderati e amati, avuti con gravidanze serene e percorsi di crescita abbastanza facili, vi chiederete cosa c'entra... leggere queste storie mi ha fatto entrare in un mondo lontano, è stata quasi una pugnalata, sentire la sofferenza di queste madri, conoscere realtà così drammatiche ma espresse sempre con estrema dignità, e sentire la forza di queste donne che non soccombono ma, anzi, trovano la forza di superare gli ostacoli. 
Grazie Emma, ho apprezzato molto il tuo libro! E complimenti per l'iniziativa di devolvere il ricavato all'A.P.E.

Antonella Bellabona

Vite di Madri di Emma Fenu, recensione di Anna Rita Tranfici

Cara Emma, ho una parola semplicissima da dirti, che sicuramente nella sua apparente "freddezza" e dietro lo schermo di un computer, non si potrà caricare di tutta la forza che il mio cuore sente nel momento in cui il pensiero la genera: GRAZIE.
Il tuo libro è un dono prezioso che sta schiudendo in me emozioni profonde e meravigliose. La tua scrittura è capace di sondare gli abissi più nascosti dell'animo umano e di far risalire in superficie qualcosa di unico e speciale. Ciò che hai realizzato è qualcosa di così straordinariamente complesso e di valore che potrei stare a cercare le parole adatte per definirlo per ore ed ore senza riuscirci. Forse, parlerebbero meglio i miei occhi lucidi e il mio cuore che scalpita. Sei immensa. Grazie, di cuore.

Anna Rita Tranfici

Vite di Madri di Emma Fenu, recensione di Alessandra Tonello

Emma grazie x aver scritto questo libro... Colpisce ľanima senza sconvolgerla perché in tutti quei drammi si percepisce la speranza e la possibilità di rinascita... I racconti sembrano poesie in prosa e tutto diventa più delicato anche nel dolore...
Complimenti! E grazie infinite x il tuo sostegno alľAPE Onlus.
Alessandra Tonello

Vite di Madri di Emma Fenu, recensione di Tiziana Cattaneo

Quale sottotitolo, Emma indica DODICI STORIE DI ORDINARIA ANORMALITA', ma in questo libro c'è molto di più
In primo luogo: solidarietà. Non dimentichiamo che i diritti d'autore spettanti sulla vendita del libro saranno interamente devoluti all'A.P.E. Onlus (associazione progetto endometriosi) che si occupa delle donne affette da Endometriosi, offrendo ad esse valido sostegno e precisa informazione. Una di queste donne, potremmo essere noi, le nostre figlie o le nostre nipoti. Non dimentichiamolo.
Dodici vite vissute, ma in particolare ho apprezzato il difficile tentativo di Emma di aprirsi, di mettersi a nudo.
Ho apprezzato anche l'appendice: la maternità rappresentata. Analisi su stampa della maternità VIP: la maternità come ce la descrivono i mass-media. Il tutto ne fanno un saggio su una dimensione esclusivamente femminile ma dedicato anche alla sensibilità maschile. Il mondo si popola perché i sessi sono due. 
"Emma rompi la tazzina e fatti un ciondolo con i cocci, ma attenta che i cocci tagliano. Emma divisa in due, solo che i bordi non sono taglienti, ma smussati, dolci, arrotondati dalle onde del mare"
"amo i legami ma non appartengo del tutto a nessuno. Nemmeno a me stessa. In questo mondo tutto è mio e io sono di tutto"
"corro in ospedale...è la conferma di quanto già sapevo: è morto. Cerco fra le mie, la sua manina..."
"Cara Beatrice...ti avrei fatto assaggiare la nostra crema... Notammo una scultura scavata nel tronco di un albero...un feto nella posizione che precede il parto...E' giunto il tempo di scrivere il tuo nome, laddove nessuno conosce la nostra storia: Beatrice..."
"Sono una donna madre senza sangue,oltre esso. Mi rendo conto, solo ora che ogni nascita è un miracolo, comunque essa si realizzi: custodire dentro di me il sangue di chi mi ha reso la vita è come, per una futura mamma, portare nel grembo il proprio bimbo: uno scambio d'amore"
Il libro si recensisce da sé. Non occorre altro che leggerlo. Solo questo.
Con estrema stima, complimenti Emma.
Tiziana Cattaneo

Vite di Madri di Emma Fenu, recensione di Liliana Sghettini

Se dovessi raccontare questo libro ad una cara amica oppure se dovessi proporlo ad un potenziale lettore mi piacerebbe farlo alla stessa maniera.
Li inviterei nel salotto di casa e dinanzi ad una tazza di cioccolata calda fumante inizierei a condividere alcune riflessioni.
Così come il sentiero di fumo che da essa si sprigiona, lasciando assaporare il gusto del cioccolato attraverso l'aroma, andrei alla ricerca di quelle parole che il libro mi ha suscitato.
Userei la parola VERA, poiché tale è la testimonianza delle donne che hanno partecipato;
userei la parola UNICA, come è l'esperienza di ciascuna donna nella possibilità di generare un altra vita;
userei la parola ACCOGLIENTE, così come è stato il suo racconto che mi ha preso per mano dalla prima pagina fino all'ultima senza mai perdere di vista la strada maestra, parlare della maternità.
Con questo breve ma intenso romanzo, la scrittrice induce a soffermarsi su svariate riflessioni sulla maternità tenendo conto però del ruolo che la famiglia e la società rivestono su quella che dovrebbe essere una esperienza intima e del tutto personale ed invece spesso stravolta da una “immagine pubblica”.
Ma mi domando, la capacità di dare accoglienza non è il più grande dono che una madre possa avere, che sia essa madre di prole o madre di amore universale?
Mi piace concludere questa mia breve recensione con una altra domanda, in cosa secondo voi si concretizza l'istinto materno?
Il libro di Emma Fenu offre l'opportunità di interrogarsi sulle potenziali risposte che ognuna di noi possiede nel proprio intimo.
Grazie
Liliana Sghettini

"LA MISURA DELLA FELICITA'" di Zevin Gabrielle (Recensione di Lisa Molaro)

RECENSIONE

La misura della felicità
Zevin, Gabrielle

Sono arrivata, assieme ad Amelia, in una isoletta piccola chiamata Alice Island. Per arrivarci ovviamente ho dovuto prendere il traghetto e non ho stata cosa facile!
Lei è un agente di una casa editrice e io ho deciso di accompagnarla per non farla viaggiare sola; appena arrivate fuori dalla libreria ho capito però che le avrei fatto fare il viaggio di ritorno in solitudine perché avevo tutte le intenzioni di perdermi dove stavo per mettere piedi!

Questa l'insegna :

ISLAND BOOKS
FORNITORE ESCLUSIVO DI BUONA LETTERATURA
AD ALICE ISLAND DAL 1999
NESSUN UOMO è UN'ISOLA; OGNI LIBRO è UN MONDO

Me la sono immaginata proprio penzolare sorretta da un vacillante gancio arzigogolato, di quelli forgiati una volta e che rimandano da soli, immagini di buone cose andate!
Non voglio svelare nulla riguardante la trama, se avrete piacere vi leggerete il libro da soli! Posso dire che all'interno vi troverete una storia d'amore burrascosa, ricca di strutture convenzionali da subire o da distruggere; amori dati dal sangue che scorre nelle vene, legami veri, solidi come porti sicuri in cui far attraccare il traghetto che porta all'isola! Se cercate colpi di scena di certo non ne troverete, quelli in cui incapperete sono sicuramente prevedibili e non vi lasceranno a bocca aperta, ma attenzione: non sto dicendo che sia un romanzo scontato!! Le librerie non possono permetterselo !! Gli ebook incombono e di certo non sono ben amati ovunque! Leggerete di grintose labbra rosa che diranno: "Nessuno può farmi del male" e vedrete teneri occhi azzurri che risponderanno: " Tu invece sì e probabilmente me lo farai"
Nello scantinato della libreria ripiegheremo scatoloni, useremo il taglierino per tagliare e le mani per appiattire..scarteremo e scarteremo ancora!
Esistono romanzi banali? Il memoriale di un uomo di 80 anni potrà essere vendibile? Vale la pena leggerlo? Forse..
Si parlerà tanto di libri e attorno, per e con loro si svilupperà l'intera storia: ma esiste poi qualche cosa di più personale dei libri?
Tratti originali del romanzo: ogni capitolo viene introdotto da una riflessione che il protagonista fa riguardo a libri che ha letto e che consiglia o meno a " sua figlia", mi è piaciuto molto trovare delle recensioni all'interno di un romanzo, quasi metaletteratura che personalmente ho trovato vincente!
E poi ancora: l'importanza di crescere una bambina/o a stretto contatto con i libri e la lettura, educarla a scrivere con fantasia, insegnarle a fare recensioni utilizzando dei disegni codificati: una mela significa che l'odore del libro è buono. Una fetta di formaggio che ha un odore cattivo. Un autoritratto significa che le piacciono le figure.
E dentro tutto ciò, una frase che rubo all'autore e che rendo succo centrifugato di ciò che ho letto: " è la segreta paura di non essere degni dell'amore che ci isola, ma è solo perché siamo isolati che pensiamo di non essere degni dell'amore"
Una storia semplice...ma dove c'è scritto che se non ci sono assassini o enigmi da risolvere le storie non valgono niente?
Un romanzo in cui il vissuto non è limpido e non ci sono solamente caramelle da rubare dal piattino sullo scaffale; non tutto è facile ma con facilità ci viene narrato!
La mia recensione di questo libro? Una mela verde

ZEVIN GABRIEL