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martedì 11 agosto 2015

Recensione di Eleonora IORIO a VITE DI MADRI di Emma FENU



Recensione di Eleonora IORIO a VITE DI MADRI di Emma FENU



In passato, quando una piccola alunna riusciva bene nelle composizioni , la maestra sentenziava: “Ha il dono della scrittura!”, facendo arrossire di soddisfazione la mamma.

Anch'io, leggendo le prime righe di Vite di madri. Storie di ordinaria anormalità, ho pensato davvero che l'autrice, Emma Fenu, abbia il “dono” della scrittura: una dote innata la sua, ma anche nutrita di appassionate, scavate letture e affinata con tecniche sapienti. Il risultato è una scrittura di qualità messa al servizio di un' urgenza che coinvolge personalmente -ma sarebbe il caso di dire “visceralmente”- l'autrice: far conoscere le problematiche connesse all'endometriosi, una malattia spesso dolorosa e fra le più diffuse cause di infertilità femminile.



Dopo la prefazione, affidata alla sensibile penna di Amedeo Bianchi, Vite di madri si articola in una prima parte discorsiva, in cui si chiariscono le ragioni e le finalità dell'opera, a cui segue una seconda parte propriamente narrativa, che può considerarsi il cuore pulsante del libro: dodici storie, dure e dolci, di figlie, madri, donne; infine, in appendice, un' accurata e interessante analisi della rappresentazione della maternità da parte di riviste e mass media, curata da Sabina Cedri.



Emma svolge il filo rosso della narrazione rielaborando in dodici racconti le voci di molte donne, 151 per la precisione: storie vere di vite problematiche, di maternità negata, sublimata o realizzata a prezzo di sacrifici e sofferenze.

In un registro quasi fantastico, con levità di tocco e di tono, prendono corpo e vita dodici fiabe nere che si sgranano lungo una linea di sangue; storie anche estreme, ma in cui non è difficile ritrovare qualche scheggia del nostro vissuto personale o di chi ci è accanto. Madri inadeguate, vittime e carnefici al tempo stesso, figlie impegnate nell'immane fatica di diventare madri di se stesse, donne pazienti a ricomporre anime sdrucite, piccoli grumi di vita agognati, donati, perduti o ritrovati, raccontano la complessità e la bellezza dell'essere madre, lontano da facili clichè duri a morire.



Emma racconta con coraggio e pudore, perché scrivere – soprattutto di sé, soprattutto di tematiche così delicate- è sempre un po' come togliersi i vestiti: usa il registro fiabesco come un velo per realtà scabrose, o come un filtro che permette di gettare uno sguardo sostenibile su piccoli inferni domestici, su corpi e anime violati; a tratti, nella ferma delicatezza con cui affonda il bisturi benefico nelle piaghe, mi ha richiamato la Maraini di Voci e di Buio. E con cultura: l'amore per la letteratura trama tutto il libro, con misura ed eleganza: dal bellissimo incipit della prefazione, affidato ai versi di Antonia Pozzi, alle citazioni o agli aforismi d'autore che accompagnano le narrazioni, quasi a nobilitare o schermare verità troppo dolorose; diffusamente si avverte il bagaglio culturale dell'autrice: la storia delle religioni, la semiotica, l'antropologia culturale, la numerologia, l'esoterismo ….



Vite di madri offre storie di appassionante lettura ma rende anche testimonianza, richiama l'attenzione su un problema che tocca molte donne, e di cui non si ha la doverosa consapevolezza; rompe il silenzio, getta ponti, creando relazioni e speranza ( e chi, se non una donna, può fare tutte queste cose insieme?). E' evidente che siamo oltre una scrittura meramente privata, in una sorta di terra di mezzo fra questa e la scrittura propriamente letteraria.



A lettura finita provo la dolce emozione di avere avuto fra le mani un piccolo, prezioso oggetto restaurato secondo la tecnica Kintsugi della tradizione giapponese, quella che ricomponeva i cocci di oggetti andati in pezzi con pazienza, prendendo a collante l'oro o l'argento: crepe e fratture non erano camuffate, ma splendevano di rinnovata bellezza in preziose venature; ogni oggetto restaurato raccontava una storia, uguale eppure unica e irripetibile: di cadute e vittoria, di dolore e rinascita.



Ecco, questo per me è Vite di madri. Riuscite ancora a credere che è un'opera prima?



ELEONORA IORIO

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