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mercoledì 10 gennaio 2018

"SARA" di Marilena Viola



SARA

Sara dalla pelle di luna
abita in una singola a Roma.
Sara dai grandi occhi scuri
ha lasciato il suo cielo
per conoscerne uno nuovo
per cercare un parallelo
per costruire un ponte ideale
tra l'ovest e il mondo orientale.

Studia Sara,conosce ed impara,
Sara conversa,pulisce,prepara;
la sera si veste di seta
e a piccoli passi cammina sicura;
siede tra le persone,discute,confronta,
a Fontana di Trevi,a Trinità dei Monti.

Insieme si mangia un gelato
insieme si parla,si ride,si spera
che la piccola Sara dai capelli di seta
veda sorgere un'alba nuova
l'alba di un vivere libero e sicuro
che dia spazio e respiro al suo futuro.

M.Viola 2-5-2009

"BALLATA DELLE DONNE" di Edoardo Sanguineti





Ballata delle donne
Quando ci penso, che il tempo è passato,
le vecchie madri che ci hanno portato,
poi le ragazze, che furono amore,
e poi le mogli e le figlie e le nuore,
femmina penso, se penso una gioia:
pensarci il maschio, ci penso la noia.

Quando ci penso, che il tempo è venuto,
la partigiana che qui ha combattuto,
quella colpita, ferita una volta,
e quella morta, che abbiamo sepolta,
femmina penso, se penso la pace:
pensarci il maschio, pensare non piace.

Quando ci penso, che il tempo ritorna,
che arriva il giorno che il giorno raggiorna,
penso che è culla una pancia di donna,
e casa è pancia che tiene una gonna,
e pancia è cassa, che viene al finire,
che arriva il giorno che si va a dormire.

Perché la donna non è cielo, è terra
carne di terra che non vuole guerra:
è questa terra, che io fui seminato,
vita ho vissuto che dentro ho piantato,
qui cerco il caldo che il cuore ci sente,
la lunga notte che divento niente.

Femmina penso, se penso l'umano
la mia compagna, ti prendo per mano.

Ballata delle donne - Edoardo Sanguineti

"AL VESPRO DI VITA TERRENA..." di Vincenzo Patierno




Al vespro di vita terrena
la femmina scarnita giungerà
nel consueto villano manifestarsi.

Spoglia del corvino paramento
e deposta la mietitrice mi condurrà
al susseguirsi di genesi ed epilogo.

Il mio verbo, l'abbraccio al terreno mondo,
consegnerò a chi sarà in quel tempo venuto
e a chi non sarà giunto il tramonto...

Tra i cipressi viali
declamerò i miei versi,
fin su l'altare del Sommo...

Chiedo venia ai Padri della Poesia e Letteratura

VINCENZO PATIERNO

"LUCE DI PASSIONE" di Giusy Finestrone



LUCE DI PASSIONE

Le tue mani risalgono fin sul mio viso
Ammiro il tuo sguardo di passione intriso
Brividi caldi invadono il mio corpo fremente
Inconfessabili desideri pervadono l'Io intensamente

Inizia la danza tra i corpi e le menti
Il ritmo è serrato, i passi suadenti
Interminabilmente le note ci allietano
Mentre le anime niente si vietano

Ogni carezza è una folata di vento
Un uragano che invade il sentimento
Ogni sussurro colmo di ardore puro
Illumina quel mondo fino a ieri oscuro

In quegli attimi anche il cuore crolla
Si stacca dall'anima come i petali dalla corolla
Si dona all'estasi di un attimo infinito
Esplode di gioia e tra il piacere si trova smarrito !!!

Si riserva ogni uso e utilizzo @copyright di Giusy Finestrone

"BALSAMO PER OGNI MALE" di Marina Marini Danzi



BALSAMO PER OGNI MALE

Scivolano i giorni
gocce di pioggia e lacrime
a impreziosire i marmi bianchi e lisci
E' come un incanto
studiare i mille riflessi della luce
i suoi giochi infiniti sulle cose
E mani strette sul bordo
di nuovi mondi
di abissi inesplorati
Parole appese
sul far della notte
e ruote di dervishi
a intonar nuove note
Questo e' il castigo
e l'immenso dono
Costruire magnifici castelli di carta
e tane di conigli
dove farsi piccoli e poi grandi
Vedere oltre
con gli occhi a fessura
di un gatto sacro
e volare ogni vento
Vestirsida polena o da pirata
Sfidare ogni vento
sul vascello della vita
Consolarsi sempre
con qualcosa
e non accontentarsi mai
Non cedere al dolore
mai
Vivere di scommesse
e di curiosità' infinite
Questo e' il mio balsamo
per le ferite di ogni giorno

#MarinaMariniDanzi

"INNAMORATA ERO..." di Luisa Simone



Innamorata ero..
Della vita..
Avevo tutto con me...
Mi sentivo ricca

Con la mia giovinezza
Potevo comprare
La luna..
Le stelle..
Un amore..

Ma non potevo cancellare
Il dolore..

Il dolore della malattia di mio padre
I pianti..
Disperati di mia madre..

Sono cresciuta così
Tra una stella..
Ed una lacrima...
In mezzo al vento
Col sole coperto..

Ho sentito..
Poche risa..
Una giovinezza
Voi pensate
Sprecata...

Invece no
Vi sbagliate....

Quanto rimpiango
Quel dolore...
Così' amato
Quanto ho sofferto
Quando mi è scomparso..

La mia giovinezza
È per loro..
La dono a quei
Ricordi..
Così forti..

Che accompagnano
La mia età più bella
A loro devo il mio
Sguardo profondo
E triste

A loro devo..
La mia sensibilità...
Il mio altruismo..

Chi soffre...

Diventa
un gran maestro

Grazie mamma
È papà'..

Per tutto quello
Che avete fatto
Per me.

(Luisa Simone@)

"I TUOI OCCHI" di Mariella Di Camillo



I tuoi occhi

Sono andata
alla ricerca dei tuoi occhi,
dietro le sbarre della vita,
gli urti della sofferenza del mio cuore
sono disperata, penso di esserlo per sempre.
Voglio parlarti
ma quello che voglio dirti
rimane sulle mie labbra.
La terra strangola la voce dei miei passi
gridano le ferite sotto la sabbia
e scorrono i fiumi dei sogni miei
dietro le onde della notte.
Il desiderio è una perla
che abbraccia il silenzio dei miei giorni
la sua luce cade dietro le ombre.
Gli occhi tuoi,
un mare di luce che mi porta
verso un tempo puro di cuore
pazzo di immaginazione.
Gli occhi tuoi sono il navigare
sono il ritorno.
Ma nel mio cuore c'è ancora una domanda
come sarà la fine dei miei sogni?
Cerco ancora i tuoi occhi
sperando di trovarti con la risposta.
Io conosco gli occhi tuoi
e mi conoscono
se il tutto finisce
se la vita mi tradisce
se si allontanano gli amici
i tuoi occhi rimangano sempre
la terra che non tradisce.

di Mariella Di Camillo

"NINFEE D'ARGENTO" di Pasquina Filomena



NINFEE D'ARGENTO

Ho difeso il mare da occhi cattivi.
Ho rinunciato al giorno
per vivere di stelle.
Ho accarezzato la terra
per ascoltare il silenzio.
E poi ...
Si ... e poi,
ho respirato ninfee d'argento,
per regalarle al vento d'inverno.

PASQUINA FILOMENA

sabato 6 gennaio 2018

"NELL'ESSERE MALDESTRA...." di Antonella Di Pietro



Nell'essere maldestra
in una bizzarria
che solleva anche
il più cupo umore,
è la mia tenacia
a mantener tale
questa devastante abilità
Anto

"VIVI NELL'ARIA..." di Luisa Simone



Vivi ..
nell'aria
Che ...
Ogni giorno
Respiro..avida

Vivi In quell'acqua....
Che la mia sete placa..

in quel pane..

Che la mia fame ...
sazia

Vivi
nel cielo..
Che guardo..
Tremula

Quando..
avverto allontanarsi la speranza..

Vivi.. Quando riesci a spegnere..
Il fuoco che mi divampa..

Vivi..
Perché la vita
senza te..

Non avrebbe più...
La sua importanza.

(Luisa Simone@)

"OGNI GIORNO È UN ANNO NUOVO" di Giusy Finestrone



OGNI GIORNO È UN ANNO NUOVO

Non credo che un nuovo anno sia un inizio o una fine
E' solo il giorno dopo oggi e prima di domani
E' il proseguo della vita, degli avvenimenti
Senza interruzione alcuna se non della routine quotidiana

Una anno nuovo non sarà migliore del vecchio
Se non ti adoperi giorno dopo giorno
Non porterà gioia e felicità come doni piovuti dal cielo
Se non sarai tu a creartele mettendoci l'ingegno

La vita è un susseguirsi di eventi concatenati tra di loro
Non sarà una lancetta a cambiare gli avvenimenti
Non siamo delle moderne cenerentole
Allo scoccare della mezzanotte non si cambia vita

L'arrivo di un nuovo anno è solo un cambio di calendario
Ma del resto giornalmente si scrive una data diversa
I buoni propositi e le aspettative non farli il 31 Dicembre
In fondo ogni domani potrebbe essere il tuo anno migliore !!!

Si riserva ogni uso e utilizzo @copyright di Giusy Finestrone

"ATTESA" di Marina Marini Danzi



ATTESA

Sospesa e' l'attesa
lungo l'incerta linea del sorriso
Deposta piano piano
col capo inclinato
nella morbida conchiglia della mano
E' una visione vaga
scorre con l'ombra
segue la piega dal braccio al collo
fino a perdersi nella rima corallo delle labbra
E' un sospiro sospeso
il vento dell'attesa
un sogno appeso
sull'altalena della luna
vibra lieve come corde d'arpa
Respiro il suo caldo salmastro
S'inclina nel fiume
la dura attesa
coi rami tristi dei salici
Sento il gelo dell'acqua fra i capelli
Calda e fredda e' l'attesa
La sua luce taglia i bui crinali
e di rosa tinge
l' orizzonte
per perdersi nella lunga notte
ancora una volta
fino a una nuova alba

#MarinaMariniDanzi

"ABBRACCIO ALLA VITA" di Vincenzo Patierno

Cara vecchina
infinite lune sono giunte
da quand'ero giovincello quieto e buono.
Un gioir il tuo arrivar d'allor
con doni, leccornie
e pur tanto carboncino.
Nel piccolo lettino mi addormentavo
nascondendomi sotto il lenzuolino.
Giochi e dolcini fuor li tiravi
da quel vecchio sacco rappezzato;
volando misteriosa sulla scopa saggina...
Cara vecchina non ho mai saputo tu chi sia,
ma a te scrivo:
Or vecchiarello rimembro
che quei doni, tanto amati, anima e cuor avevano,
oggi saran pur più belli
ma son ignudi e privi di vita...

VINCENZO PATIERNO

"IPOTIZZA CHE IO RITORNI. IERI, MI MANCHEREBBE ANCORA....di Roberta Manzin





Ipotizza che io ritorni.
Ieri, mi mancherebbe ancora...

Lei stava a guardare la profondità dell’orizzonte. Mentre uno stormo di gabbiani spaventati, gracchiavano come impazziti. Il silenzio interrotto. Il cielo immobile, frantumato. Lo sguardo sospeso, disturbato.
Un nuovo pensiero, come un girar pagina, scompigliava l’apparente quiete.

‘Perché soltanto adesso?’

Migravano intanto gli uccelli. Alienanti rumori, venivano fagocitati dall’azzurro pastello dell’infinito. Lei sospirò. Ma non acquietò la domanda.
L’apparente sospensione come una morte, rovistava tra i pezzi dei ricordi. Inesatti, come il tempo.
Era tardi. Tra poco Lui sarebbe arrivato a casa. E avrebbe portato tempesta. Quella che Lei non era più in grado di rasserenare.
Stanca nelle membra assenti, volgeva ancora gli occhi ad un cielo misterioso e all’assenza di risposte. Avrebbero parlato, ancora una volta. All’imbrunire inquieto della loro vita.

‘Se tu...se noi...se io...’

Sebbene sapessero il finale, si comportavano come ignari attori a cui era stato celato il copione.
Se tu mi avessi atteso.
Se noi avessimo fatto solo all’amore.
Se io mi fossi fidata.
Ciarliero il sentire, a capo tavola del nulla che avanzava abbondanza. E noi, ubriachi di un passato, non reggevamo più la sbornia, crollando tra gli appunti del presente. Lei si alzò. E lo salutò, prima che fosse troppo tardi.

‘Mi hai deluso. Tanto quanto mi hai illuso...’

Se un cuore piange a dirotto, è perché si disorienta. Abbarbicato all’immagine di un possesso che non gli compete. Nessuno è acquistabile. Nessuno è un persempre.
Siamo attimi. Siamo destinati a perire. Come l’onda del mare. Che non ci appartiene. Dovrei deludermi se essa non infrange solo per me? Dovrei illudermi di un mare che si gongola semplicemente perché lo sto mirando? La consapevolezza che lui esista mentre lo guardo è grande. Ma lo è di più la libertà e lasciarlo andare alla sua creazione.
Esattamente come ho lasciato te. Amandoti tanto.

‘E l’amore, quello vero, quel’ è?’

Le impronte sul selciato bagnato dalla frescura notturna, indicavano la via. La casa di Lei conteneva tutti i pezzi del mondo. Nessun intero. Solo pezzi. Tanti. Che Lei non bramava di sistemare. Perché i pezzi incastrati avrebbero rappresentato un capitolo chiuso. E Lei amava scoprire. Inventare. Incontrare. Ma soprattutto, immaginare.
Parole.
Parole in compagnia delle cose.
Parole, cose e ancora, la loro musicalità. La musica aveva ritmi. E l’anima echeggiava.
Disordini pieni. E amore. Vero...La differenza stava nel sentire. Il tempo era la chiave. Lei conosceva verità e amore. Tra le trame della vita semplice. Negli attimi in cui c’era stata. Senza il dubbio di una pausa. Viva. Nelle sue imperfezioni.

Ph RobertaManzin