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venerdì 30 settembre 2016

"LA TELA BIANCA..." di Francesca Costantini

La tela bianca…
è sostenuta sul treppiede ancora ignara…
della carezza di una mano…
quella del suo maestro…
che segna leggera le sue impronte…
concepite nel pensiero…
e resta in attesa…
che il cuore inizi ad emigrare…
accoglie in ogni tocco la sua emozione…
i colori intrisi…
le mani imbrattate…
gli occhi stanchi…
sono i signori del suo destino…
tra fantasia e verità…
è plasmata alla sua energia…
eppur resta ancora sospesa…
bramando la sua meta…
solo per essere sentita.

FRANCESCA COSTANTINI

"SOLO BRICIOLE" di Santina Gullotto

Dalla silloge "IL VARCO DEI SOGNI"

SOLO BRICIOLE

Briciole e di sole briciole mi vesto...
Briciole e di sole briciole mi cibo...
Briciole che cadono dal succulento pasto
dalla tavola imbandita e da distratti commensali
che del vuoto intorno non percepiscono il senso...
Commensali attenti solo al piatto sotto il naso
finché nulla si perda per cadere come briciole
per riempire l’indigenza ...
Solo briciole che sfuggono
solo briciole che cadono
a sfamare poveri cuccioli smarriti...
Solo briciole che sollievo darebbero
se offerte generosamente col calore
di un amore senza pretese
che di sole briciole può vivere
ma non può essere felice
di andare avanti tra briciole di vita....
@Santina Gullotto

giovedì 29 settembre 2016

"VOI FIGLI D'ALEPPO" di Mery Carol



VOI FIGLI D’ALEPPO

Ignudi figli d’Aleppo
Travolti da funebri detriti
Delle sacre mura
Ch’avrebbero dovuto,
Materne coltri,
Custodirvi gelose
Divenute spettri tombali
Di macigni e polvere,
Voi figli perduti d’Aleppo
Non avete più fame
Non avete più sete.

Mi ostino a credere
Che un Dio benevolo
Vi abbia accolti
Sotto l’ali sue immortali
Per darvi pace e ristoro.

Desolati figli d’Aleppo
Che vagate ciechi
Tra rovine e fantasmi
Morsi dalla fame
Arsi dalla sete
Straziati dal morbo
Voi vittime innocenti
Della follia brutale
Di cuori sanguinari,
Voi orfani muti d’Aleppo
Non avete più terra
Non avete più cielo.

Mi ostino a sperare
Che ci sia per voi
Un Dio giusto
Che vi ripaghi
D’amore
Tra le sue braccia.

Mery Carol
28/09/2016

"LA POESIA.." di Francesca Costantini

La poesia…
è una scritta eterna sulla pelle…
che nasce prima ancora nella sorte…
abita incontenibile nella mente..
è un sentimento inarrestabile…
che cresce nella sua sensibilità…
come un maestro dirige il vivere quotidiano…
è un modo diverso di sentire …
i numerosi frastuoni esterni…
accarezzati dalla musica dell’animo…
che riproduce il proprio mondo…
è ciò che descrive la forma di esistere…

FRANCESCA COSTANTINI

"PROMESSE" di Connie Rutigliano



Promesse

Spogli le stelle
coi tuoi desideri,
raccogliendone i sospiri
come pegni d'amore.
C.R.

lunedì 26 settembre 2016

"PAROLE" di Gabriella Dell'Aria



Parole

Le parole
come note
s'inseriscono...
incastonate, dipinte,
volatili o leggere,
e suonano...
di nuovo...
ora in una lacrima
che nel sonno
si affaccia e scorre
animata da vita che è
sua propria
o forse d'un moto
che appartiene al cuore...
qualcuna la ritrovi dentro agli occhi,
lascia una scia, un eco, luce
oppure abbaglio.
Ce ne sono poi
di quelle sulla pelle,
danzano,
impronte sulle labbra.
Qualcuna ancora
in una goccia di sangue
ha preso casa,
e scivola,
e scorre,
e si mescola,
e sale e scende
come sopra l'altalena.
A volte una
nella mente
prende posto
...e torna,
...e s'affaccia,
...e si riflette...


Ascolta, fai silenzio, senti:
dolci, stridule,
nervose, accese
note e vibrazioni, suoni,
ognuna la sua impronta.
Scende una lacrima,
quale parola porta...

Vorrei cullarle tutte
vorrei guarirle...
le une vicine all'altre
con quelle dell'amore...
ognuna un segno
ognuna un'espressione...
uno sguardo ed un sorriso
dimmi...
quale parola porta...

Gabriella Dell'Aria

"SIAMO TUTTI CONIUGATI CON LA VITA..." di Miriam Bruni



Siamo tutti coniugati con la vita,
tutti attraversati da deserti e desideri,
invisibili spade e cortei di pensieri,
parate militari, bombardamenti aerei.

Ma son quasi infinite le varietà dei fiori,
il cielo cambia e si rinnova melodioso
nei suoni e nei colori. Aneliamo
a un amore sconfinato, sebbene

ciò che meglio conosciamo nel dettaglio
sia il dolore di passare inosservati.
Nel tempo accumuliamo segreti
e baci trattenuti, fino al giorno in cui

vedremo ciò che siamo, e siamo stati.

MIRIAM BRUNI

domenica 25 settembre 2016

"DAL PASSATO" di Anna Maria Lombardi



Dal passato

Respiro l'aria
del mosto
e dei frutti maturi
eppure,
sono rimasta
in quella stessa stanza
che ha ancora il sapore
di primavera.

Anna Maria Lombardi.

sabato 24 settembre 2016

"COSA MI MANCA?" di Gerardina Rainone



Cosa mi manca?

Dir non saprei in tutta onestà
forse la formula della felicità,
inseguita e persa
nella nebbia dei dubbi,
dei buoni propositi
dei gesti composti.
Faccio fatica sai
a comprendere i guai
di chi non ha talento
e serve con portento
un encomio smisurato
un vile accaparrarsi
l'altrui simpatia
per un attimo di luce
privo di fantasia
sapendo che è il riflesso
di un sincero pensiero
tracciato da troppi
in un falso cantiere.
G.R.

venerdì 23 settembre 2016

"FRAGILI FOGLIE MOSSE DAL VENTO..." di Gianna Di Carlo

Fragili foglie mosse dal vento...
volteggiano nell'aria
per posarsi stanche, solitarie
sull'umida terra.
Le osservo mentre cammino,
seguo i loro aggraziati movimenti.
Quella foglia che ha gioito
per un raggio di sole,
superba e fiera
della sua bellezza,
della sua forza vitale
ora giace a terra,
sbiadita, rassegnata,
ferita, sconfitta.
È lì, vicino ai miei piedi,
cerco di non calpestarla.
La guardo. ..
mi innamoro di lei.
Come questa fragile foglia
cado a terra sfinita, stremata, stanca.
C'è silenzio intorno
il silenzio mi conforta
il silenzio è un amico prezioso
il silenzio è il grido della mia
anima lacerata. ..
Mi riscuoto
Voglia di rinascere
voglia di vivere
come la natura che sempre
si rinnova.
Rinasco da me stessa,
dalle mie lacrime,
dalle mie sconfitte,
dai miei dolori,
dalle cicatrici di una vita.
Accolgo l'urlo della mia anima
che si ribella,
che si leva alto nel cielo:
- Sciogli il ghiaccio del mio cuore -
Ed io ascolto quel grido accorato,
sciolgo quel ghiaccio per dissetare
il mio cuore inaridito
e per rifiorire ancora.
♡Gianna♡@

"ESTATE" di S. Quasimodo



ESTATE
(S. Quasimodo)

Cicale, sorelle, nel sole
con voi mi nascondo
nel folto dei pioppi
e aspetto le stelle.

Se ne è appena andata, e giá mi manca...
"La bella estate", C. Pavese
"L'estate dei bisbigli", B. Gasperini
"La vacanza", D. Maraini
"Bonjour tristesse", F. Sagan

Questi sono alcuni dei titoli legati all'estate che mi sono particolarmente cari.
E voi, leggete, avete letto, avete in lista, amate opere ambientate in questa stagione "sospesa"?

"CAMMINO INTERIORE" di Giusy Finestrone



CAMMINO INTERIORE

Zigzagando tra gli ostacoli del cuore
Ti trovai adagiato tra l'anima e l'infinito
Ricoperto solo da brandelli di un costante dolore
Da vecchie emozioni dal tono sbiadito


Inevitabilmente i ricordi vennero alla mente
Scaldando quel gelo che ricopriva il nostro cuore
Quando i colori ci accendevano passionalmente
E gli orizzonti luccicavano di ardore

Ma ancor ti custodivo nel mio io più profondo
In quel crocevia in cui l'anima si affaccia alla vita
Come il bene più prezioso del mio piccolo mondo
A cui rinunciare del tutto è una fatica infinita

Ma ti lasciai così nel mio angolo di cuore
Incamminandomi verso una nuova alba di emozione
Non più al freddo ma riscaldato dal tepore
Di un sogno andato ma vissuto con passione !!!

GIUSY FINESTRONE

"FOGLIE CADONO SULLA PELLE.." di Ilaria Negrini



Foglie cadono
sulla pelle
dorata di sole,

sulle rughe,
sui ricordi,
sulle strade bagnate
che cammino con te,

ma il sole
splende ancora
e colora di azzurro
gli occhi

Il mio autunno
è una nuova estate

(I.N.)

giovedì 22 settembre 2016

"LA CASA PROFUMATA GIA' DI AUTUNNO.." di Gianni Ritsos



La casa profuma già di autunno. E una volta ancora siamo impreparati,
senza pullover né sciarpe. Nuvole inattese
dal mattino oscurano le colline. Dobbiamo sbrigarci
a fare un po’ di provviste, perché tra poco arrivano i venti sbraitanti. I vapori della cucina
occupano il primo posto nel silenzio del corridoio. A uno a uno chiudono i locali sul mare. Sul molo bagnato
pacchetti di sigarette vuoti, recipienti di plastica, giornali
e i gatti randagi affamati che guardano
l’orologio della dogana privo di lancette. Domande dimenticate
cigolano di nuovo come banderuole arrugginite
sui tetti di case abbandonate, i cui proprietari
sono morti di tisi anni fa senza lasciare eredi.
Ma tu, a dispetto della pioggia e dei venti, insisti
sotto la tua lampada, su questa sedia dura,
per lasciare qualcosa a chi verrà dopo – almeno due versi,
scritti con la mano della pioggia, che indichino tremanti
sempre, sempre, in direzione del sole.

(Ghiannis Ritsos)

"COSA MI MANCA' di Mery Carol



COSA MI MANCA

Un minuto
Uno soltanto
A fianco a te
Sulla panchina
Troppo vuota
Senza te accanto.
Senza l’eco
A rimare le parole
Le mie
Le tue
Oltre le nuvole
Oltre la terra
Al di là del cielo
Per dirti solo
“Stai bene? Vero?”

Mery Carol

"SOGNI CHE SI INFRANGONO ALLA RIVA DI UN MATTINO ROSA.." di Tania Minissale

Sogni che si infrangono alla riva di un mattino rosa, che si risveglia nell'incanto di una città che si rimette in moto dopo una lunga pausa. Bar che rumoreggiano con piattini e tazzine, persiane che si aprono all'aria fresca del mattino. Ragazzi pronti per la scuola, donne che preparano la colazione. Sembra che nessuno abbia sognato questa notte, sembra di nuovo tutto punto e a capo. Forse è davvero così: i sogni svaniscono appena messo piede a terra e sono come una bella favola letta, ma mai conosciuta.

TANIA MINISSALE

"RACCOGLI AUTUNNO LE SPOGLIE DELLA RIDENTE ESTATE.." di Antonella Di Pietro

Raccogli Autunno
le spoglie della ridente Estate
in una capriola
di nuovi profumi
tra calde scie
di luce silenziosa.....anto

"NON SOLO SOLE" di Marina Marini Danzi



NON SOLO SOLE

Il sole e' sempre Sole
Si veste solo di abiti diversi
per regalarci ogni giorno
nuove e irripetibili
sfumature di luce
Cosi' anche l'amore
e l'amicizia
nel ridursi alle nostre piccole dimensioni
colorano il cuore
e nutrono l'anima
di divine vibrazioni
Risuonano in noi
Eco di Poesia dell'
Essenza

Marina Marini Danzi

"LA RESA" di Vittoria Guglielmi



LA RESA

Sogno un abbraccio di resa
così dolce da tenermi sospesa
avvolgente da lasciarmi indifesa

Venendomi incontro arresta gli scontri
Fermandoti accanto respira la tregua

Sogno parole più giuste
gettarsi da potenti cascate
di intense emozioni liberate.

#VittoriaGuglielmiAutrice

mercoledì 21 settembre 2016

"MI CHIEDO..." di Giusy Finestrone



MI CHIEDO.......

Un freddo saluto, direi quasi anonimo
Ha turbato profondamente il mio stato d'animo
Una coltellata inflitta dritta al cuore
Un tonfo, un vuoto, un profondo dolore

Come se il suolo sotto i piedi sprofondasse
Ed ogni parete intorno crollasse
Una lacrima, non cercata, è scivolata sul mio viso
Mentre la bocca provava ad accennare un sorriso

Non comprendo come ci siamo arrivati
Perchè questi alti e spessi muri si sono innalzati?
Può nell'arco di pochi giorni la passione finire?
Sarà un mio limite ma non riesco a capire

Ma per natura tengo per me le mie domande
E per ognuna di risposte ne ho tante
Perchè la verità non la avrò mai da te
E allora non mi resta che dialogare con me !!!

Si riserva ogni uso e utilizzo @copyright di Giusy Finestrone

"HAIKU 152" di Marina Marini Danzi



HAIKU 152

Trema la luna
Raccolto il kimono
stride la spada

Marina Marini Danzi

"NOTTURNO DI DAFNE" di Anna Cappella



NOTTURNO DI DAFNE

La notte ha spigoli di ombre nascoste
e diafane paure raccolte al buio
di soliloqui levigati nel silenzio velato
da malinconie strette tra sospiri e lenzuola.

Frementi corde tese nella penombra
a reclamare mani di carezze lievi
e parole sussurrate tra sonno e veglia
a consacrare la velleità di un sogno:
sospirante desio di Donna annodata
ad un tacito amore scalfito in un muto dolore.

Una danza di ore lente al preludio di un'alba
che spegne i sogni al primo chiarore
e consegna al giorno la sua metamorfosi,
tramutando in rigida corteccia
i frammenti di una notte senza sonno.

All'alba pone una maschera sul viso
con un avvezzo disincantato sorriso
di chi non mostra i suoi pianti,
ma solo versi di riversati afflati.

Poesia cosparsa di metafore
a rimembrar la ninfa Dafne,
che cela il suo viso rigato di lacrime
dietro la cima intrecciata di rami.

Rivolto al cielo e ricoperto di foglie,
un albero leggiadro che pone radici
nella solitudine di un cuore
che ha scelto d'ornarsi di fronde d'alloro.

ANNA CAPPELLA

"E POI CI SONO QUEI MOMENTI, DOVE L'ARIA MANCA..." di Cinzia Fiore Ricci

E poi ci sono quei momenti,
dove l'aria manca,
la terra trema sotto i nostri piedi,
l'acqua scorre sulle nostre pelli
attenuando il fuoco che divora i nostri corpi.
Siamo brividi, gemiti,
gioia e lacrime.
Siamo l'unione dei quattro elementi,
che diviene senso,
che diviene vita,
che diviene Amore.
@Cinzia Fiore Ricci.

"TORNEREMO" di Daniela Tuscano



TORNEREMO
Il nostro tempo è lento
Perché ha il sapore delle pietre
Il nostro cielo è basso
Perché lo possiamo toccare
È negli occhi delle sorelle
Nelle tende del mare
E si pasce di meriggi
Infiorati di tè...
Non puoi capirci
Tu che vivi all'esterno
Ma noi torneremo
Uguali, pazienti
Nei primordi della vita
Siamo noi l'aurora
E la fine del Tempo.

© Daniela Tuscano

"MALEDETTO PROGRESSO" di Santina Gullotto

MALEDETTO PROGRESSO

Non trovar gioia nei giorni
ma lasciar che passino ….
Non trovar il senso delle cose
ma lasciar che ti riempiano la vita……
Maledetto progresso
che ti strappa via tutti i sogni…
Giorni spenti e vuoti senza un senso
per finire quando le luci si spengono…
Progresso assurdo che distorce ogni mente
mentre trascina nel vortice
di un benessere finto bugiardo
che di verità si veste…
Correre dietro passioni assurde
e dei sentimenti veri farsi beffa…
Amore a tornaconto affetti finti…
Colori brulli di un autunno
che ritorna nel silenzio…
Parole di apparente convenienza
come fiori a settembre sbocciati
per fingere che sia tornata primavera…@Santina Gullotto

"DIPINSI PAROLE NELLA CURA DI UN VIAGGIO..." di Edmond Dantes



Dipinsi parole
nella cura di un viaggio
negatomi nell'itinerario sognato.
Regalata fu la trama
che avvolsi con attenzione
nel risvolto di un dolore,
il cui sapore è conosciuto
e non cambia nel tempo
ma accompagna la mia penna.
Testimoniare.
Assolve, l'anima.

Marina Roncaglio/ EdmondDantes

martedì 20 settembre 2016

"QUANTA LUCE" di Margherita Benati

QUANTA LUCE
quanta luce , nelle creature,
la loro luce mette in risalto il mondo buio :
quello dell'arroganza umana .
ogni creatura ,ci racconta l'amore ,
ma gli uomini sono al buio . margi

"SCIVOLA LA SERA NELLA BREZZA VESPERTINA...." di Antonella Di Pietro

Scivola la sera
nella brezza vespertina,
scioglie i capelli
invocando l'ignoto
e nel crepuscolo ancora latente
ricorda,brama e spera,
perdendo lo sguardo
nella voragine di un passato
che annulla il presente. ...anto

"NON VOGLIO CHE TU SIA MIA.." di Giacomo Iaia

Non voglio che tu
sia mia ,voglio solo
qualcuno a cui credere
qualcuno che mi capisse
qualcuno che mi togliesse
questo immenso dolore
che mi è rimasto dentro ,
un dolore che potrebbe
essere liberato con amore
e affetto ,sino a che la mia
libertà riuscirei a sentire dentro
di me ,nella mia anima e nel
mio inconscio che mi parla
nel mio profondo .
Voglio che si faccia di nuovo
luce nella mia tormentata
anima ,cosi che io di nuovo
il senso della vita in me possa
sentire e scordare il passato
di un amore perso che splendeva
in me ,immensamente .
Giacomo Iaia !

"SOLO QUANDO CADDE LA MASCHERA, SI ALZARONO LE PAROLE" di Susan Moore

Solo quando cadde la maschera,
si alzarono le parole.
Acqua di piena
contro il muro della diga,
che se forte la pensi
mai sarà come la frana.
Un cubetto di ghiaccio nel bicchiere della vita.
Violenta fu l’onda
lasciò dietro solo l’ombra
dell’idea di felicità
che doveva essere.
Ancora giochiamo con il fango
Ci sporchiamo di ricordi,
di memoria.
Davanti a un muro bianco,
dipingiamo di musica le nostre follie
S.M. tdr 19/09/16

lunedì 19 settembre 2016

"CONCHIGLIA " di Connie Rutigliano



Conchiglia

Odo la lontananza di un suono
raccolto dal ventre dell'abisso,
confidato alla spirale della vita
arenata sulla sabbia estiva.
C.R.

domenica 18 settembre 2016

"FIGLI FAVOLA" di Vittoria Guglielmi



FIGLI FAVOLA

Se tu potessi vedere quanto sei bella
in ogni sguardo in ogni mossa
nei tuoi silenzi e nelle risate
nei musi lunghi che poi io bacio


Se tu potessi vedere quanto sei vera
nei tuoi racconti negli occhi accesi
in ogni gesto in ogni danza
nelle tue mani che poi io bacio

Io chiedo solo che tu riceva amore
in chi potrà restarti accanto
che sappia vedere la tua bellezza
che sappia accarezzare la tua dolcezza
che sappia accettare la tua mente acuta

Se tu potrai essere tanto amata
esattamente di quanto amore hai
io avrò insegnato alla tua mente
ad amarti di quanto amore hai avuto.

VITTORIA GUGLIELMI

"IL PARADISO" di Anna Spissu



IL PARADISO

Cosa ci sarà in paradiso?
Tra le nuvole bianche e luminose come il cotone
tu sarai tutto azzurrino
e troverò le tue braccia lunghe un treno
ad aspettarmi e il viaggio non prevederà
altre stazioni nè passeggeri
che non siano la tua lingua che sa di menta
e dà fuoco alla memoria
e le tue mani che costruiscono rotte di vento
ai miei oceani dimenticati.
Nell'aria saremo pettirossi con ali di albatros
perchè l'abbraccio dell'amore è enorme,
avremo il becco dei passeri
e la forza delle rondini per reggere le distanze
saremo formiche celesti che esplorano la loro tana e infine
pesci dell'abisso che nuotando e nuotando
hanno raggiunto la luce dell'orizzonte.
Tu, sorridi, sarai come vorrai
e io avrò per sempre e per sempre
l'età dei giorni felici.
Ma se per caso dovessi scivolare sul fondo
dove sono le nuvole nere
quelle che scatenano le tempeste
e mandano i fulmini a incendiare le foreste
il vento a strappare le radici
e la grandine di quella specie che lo scorso anno
ha distrutto i tetti delle case
e delle auto parcheggiate in strada
allora ci sarà quella volta che hai detto
sei una bambina
e io, scendendo nella bufera
come fosse una scala,
saprei che un milione di anni fa
nel paradiso, se esiste,
volevo entrarci cadendo
nelle braccia di mio padre.

ANNA SPISSU

venerdì 16 settembre 2016

"COLORAMI TU" di Luisa Simone



COLORAMI TU
LUISA SIMONE

Colorami tu..
Il viso
Le gote..

Il tempo
Mi ha spento..
Quel colore
Cosi'
Ambrato..

Il mio
Sorriso
È
Deluso..
Provato.

Riaccendi
Di luce
Questi miei

Occhi..

Un tempo
Profondi
Veri..
Cristalli

Colorami adesso
Questo mio cielo

Che ha perso
Da tempo

L'azzurro sincero

Colorami L'alba
Ormai stinta
Un po' stanca..

È sparita..
Da tanto
La fresca rugiada

Colorami questo
Cuore..
Di vermiglio colore

Fammi scorrere
Di nuovo..

Quel forte calore

Avvicinati..
Adesso
Così'...
Senza timore

Sciogli i miei
Capelli
Lungo
Le spalle...

Accarezzami. ..
Con cura..
Toccami..
Lieve..

Ti aspetta..
Tremando
La mia morbida pelle

Prendimi..
Amami..

Sfiorami i seni...

Saprai..
Ridarmi

Quel che
Mi è sfuggito
Di..
ieri

Saprai
Donarmi...

Quello
Che non mi è
mai ...

Stato
Dato...

Vieni ....

Fammi
Sentire

Che la vita..

Non mi ha ancora......
Lasciato

"IN ATTESA" di Connie Rutigliano



In attesa

Si piange per uno sbaglio
si sorride per un miracolo,
l'amore è un sacrificio
un'emozione grandiosa,
che nel suo ritmo ti cavalca
come un'onda non attesa.
Si crede, si prega
per cambiare una decisione.
Si spera in quel destino
in cui tutto tace.
Quando l'amore si fa strada,
quando ti avvicina,
si sta in attesa.
C.R.

"I BAMBINI DI ISAAK"


Ciao, mi chiamo Isaak e ho 6 anni.
Ieri la mia mamma è andata a fare la doccia mi hanno detto i grandi, è una doccia molto lunga perché non è ancora tornata.
La mia mamma era molto sporca, come lo sono anche io, forse ci vorrà tantissima acqua per pulirsi bene e magari tornerà domani.
Io adesso disegno mentre guardo il fumo che esce da quei grandi tubi neri, mi hanno detto che si chiamano forni, forse li ci fanno il pane!
A me piace tanto mangiare il pane, però qui ne danno sempre poco e la mia mamma divide il suo con me.
I grandi piangono sempre quando guardano i tubi neri, forse perché vorrebbero anche loro un po' più di pane da mangiare e diventano tristi.
Sto finendo il mio disegno, ci sono io, la mamma e il cielo con sotto le case, nel cielo ci sono gli uccelli che volano e il fumo del pane.
Adesso sono felicissimo perché mi hanno chiamato, forse andiamo a fare la doccia e ci sarà anche la mia mamma che mi aspetta!
Lascio qui il mio disegno, lo continuerò dopo insieme alla mamma.
Ciao, tornerò pulito con la mamma e forse anche con il pane da mangiare!

Il piccolo Isaak non terminò mai il suo disegno...

ROSALBA VANGELISTA

giovedì 15 settembre 2016

"ROTOLANO LENTE LE FOGLIE..." di Antonella Di Pietro

Rotolano lente
le foglie
e di rosso
tingono il mondo,
copre il cielo
quella triste foschia
figlia di un vento fresco
che muta
lo scenario del ridente caldo estivo
Anto

martedì 13 settembre 2016

"UNA GIORNATA DI SOLE GENTILMENTE RABBIOSO" di Ilaria Biondi



Una giornata di sole gentilmente rabbioso.
Uno squarcio di cielo trasparente.
Le foglie delle querce che si sventolano pigre.
Gli arbusti di ginestra arroventati dall'arsura e dalla stagione ormai avanzata.
Grappoli di cornacchie a raccogliere, avide, gli ultimi chicchi di grano nei campi.
Qualche nuvola che si strappa il velo candido, quasi insofferente al cospetto di ore così testardamente estive.
Ho camminato per quasi due ore.
In perfetta, magica solitudine.
O meglio, non sola.
Avvolta e accolta dalla carezza ora morbida, ora ruvida, di tutta questa bellezza.
Dimessa, umile, mite, eppur potente.
Corrono, i passi.
E i pensieri li inseguono, li intrecciano, li cullano.
A volte si fanno lo sgambetto, reciprocamente.
Ma poi tornano sempre a riconciliarsi.
Non possono fare a meno gli uni degli altri.
Parole che volano, e se non le afferri lesta svaporano come polvere di farfalla.
Giungo a casa. Quaderno. Penna.
Ora, parole, siete mie. Non potete più perdervi nell'aria.
O forse sì...
E allora sarà bello rincorrervi ancora, passo dopo passo, pensiero dopo pensiero.
Fra i saltelli dei grilli sulla terra secca e assetata, nel ronzio generoso di un'ape golosa.

Questo è il mio "pensatoio" preferito.
Qual è il vostro?

ILARIA BIONDI

"UN FIGLIO" di Francesca Piovesan



UN FIGLIO

Elios ti chiamerò
luce d'amore
Elios
sole di vita.
Nascerai, dolce,
e c'illuminerai
all'imbrunire,
ci riscalderai.
Elios
come lui.
Biondo,
occhi verdazzurro come l'acqua di quel lago...
Elios sarai,
tu.

FRANCESCA PIOVESAN

lunedì 12 settembre 2016

"IL MIO MURETTO " di Luisa Simone



IL MIO MURETTO
LUISA SIMONE

Ancora
Riesci a stupirmi...


Tu Con i tuoi
Colori
Sgargianti ....

Con i tuoi odori
Acri...
Penetranti

I tuoi percorsi
Belli..
Ridenti

Lo bisbigliar
Dolcè. .
Delle
Mie
Genti

È tuo il mio
Cuore...

Appoggiato

Su quel muretto....

Dove batte
Sempre
Il sole....

Dove Non ho
Mai
Avvertito....
Il freddo.

"BAGNA LA SETTEMBRINA SPONDA.." di Antonella Di Pietro

Bagna la settembrina sponda
la riva solitaria,
cristallina l'acqua accompagna
il monotono canto
che presto spegnerà l'estate...anto

mercoledì 7 settembre 2016

"SONO STATA FELICE, OGGI, NEL BOSCO" di Margherita Benati

SONO STATA FELICE, OGGI, NEL BOSCO

sono stata felice ,oggi , nel bosco;
le foglioline svolazzavano liete, sui rami, 
mentre il tuono e il cielo acceso di lampi 
annunciavano l’arrivo di un temporale. 
Cosi ho aspettato per sentire ancora una volta la pioggia,il suo bussare lieve sulla terra , sulle foglie , sulle piante , trasparente e lucida , di corsa ,una goccia dietro l’altra . Ogni volta mi sorprende, come se non la conoscessi , o come se il suo scorrere mi raccontasse un nuovo racconto ammaliante .Tra gli alberi , alti e robusti , che si dondolavano insieme, per il vento, non so ben dire , ma il bosco pareva racchiudermi , quasi a volermi proteggere , con le sue braccia , la sua forza, e la sua bellezza . 
Poi ecco un gruppetto di farfalle, sopraggiunte li’ per li’, mi ha allungato un impermeabile , fatto di seta , coi colori sfavillanti delle loro ali . E che meraviglia ! Era perfetto per me ! Appena l’ho indossato è arrivata la pioggia , sospinta dal vento , portando freschi rivoli da un capo all’altro e oltre il bosco.
e intanto in tasca dell’impermeabile ho trovato un bigliettino che diceva : ” se ti fermi ad aspettare una cosa bella , ne trovi altre ! “ firmato : le tue farfalle. 
Solo più tardi sono tornata , col mio impermeabile bellissimo , e tutti mi guardavano : sono stata felice , oggi , nel bosco . MARGI BUONANOTTEDIFIABA !
7 settembre 2016 

"MI TROVERAI" di Anna Maria Lombardi



MI TROVERAI

Domani
se vorrai sentirmi
cercami nel vento,
nelle onde d'acqua,
nella luce,nei suoni.
Sarò nel cielo sereno,
nella lieve brezza,
nelle nuvole,
in ogni goccia di pioggia.
Cercami
nei frutti e nelle spighe,
nei fili d'erba…nei fiori,
negli occhi delle gazzelle,
nei colori delle farfalle.
Mi troverai
nello sguardo dei bambini,
delle donne, degli uomini,
lungo la tua via.
Mi siederò vicino a te
all'ombra dell'arbusto
e ti abbraccerò
quando alzerai lo sguardo
cercandomi nei ricordi.

Anna Maria Lombardi

martedì 6 settembre 2016

"QUANDO ERAVAMO TUTTI UGUALI" AMARCORD di Annamaria Bortolan



QUANDO ERAVAMO TUTTI UGUALI

I ricordi importanti affiorano sempre all'improvviso. Un colore, un profumo, basta poco per suscitarli. Settembre è per me il mese della memoria e dei progetti. Inizia un nuovo anno scolastico e si pensa al nuovo ma la mente sa andare indietro negli anni. Le elementari, le medie e poi il liceo classico, gli studi universitari e la gavetta in un giornale locale e poi ancora quel che venne dopo... Non so, non so perchè ma il ricordo più bello è quello delle scuole elementari. Ci vestivano con un grembiule nero, fiocco rosso per le bimbe, blu per i maschi. Serviva a proteggere i vestiti dai grandi pasticci che molti di noi combinavano con la penna stilografica e le tempere ma era anche uno scudo nei confronti della diversità sociale ed economica. Così, almeno nella forma, eravamo tutti uguali. La maestra ci teneva molto a formare i suoi alunni sulla base di valori sociali importanti.
Un giorno uno dei miei compagni di classe le chiese:
"Perché quel barbone fuori del cortile sta sempre lì e non va a lavorare?"
"Ha perso il lavoro e non riesce a trovarne un altro", rispose la maestra.
"Perché non riesce a trovarne uno nuovo?"
"Perché è vecchio. Il lavoro è per i giovani."
"Da grande lavorerò come mio papà, sarò a capo di una ditta e gli farò fare un lavoro da vecchio, così non si sentirà più diverso dagli altri", concluse l'alunno.
La maestra sorrise. I primi semi dell'uguaglianza erano stati gettati.

ANNAMARIA BORTOLAN

"LA PREDA" di Franca Berardi



La preda. 

Lui la seguiva...lei lo sapeva e ne era compiaciuta ma faceva finta di nulla.
Lui camminava a passo veloce , ma lei era più lesta; si dileguava dispettosa tra le calde vie di Bari, tra i colori intensi di qulla città, tra le persone quanto mai animose e incazzuse di Bari.
Lui, nella corsa, si scontrava con qualche vaffa elargito generosamente ma non rispondeva; la voleva e lei lo sapeva ma continuava con il suo passo veloce.
Lui, ormai dopo qualche minuto, iniziava ad ansimare; probabilmente non era molto ben allenato, mentre lei sembrava la parente stretta di Mennea.
Ma sì… la figlia del vento lo voleva, lo… voleva forse morto. 
L'inseguimento era iniziato dall'Università, lei era riuscita a blissare il traffico con la agilità di una gazzella, lui era stato inesorabilmente bloccato da tre pulman,a loro volta bloccati da macchine, a loro volta bloccate da motorini roboanti e biciclette...
Una casbah! 
“Maldizione, non ce la farò mai- pensava-, mentre finalmente, all’improvviso un pulman gli era passato sotto il naso liberando l’ingorgo che si era formato.
Lui attraversò prontamente e arrivò ai giardini.
La intravide;era molto più lontana ma l'avrebbe raggiunta e finalmente sarebbe stata sua.
Così pensava, ed intanto, nella foga della corsa,confusi ed accaldati, finirono ineluttabilmente tra le stradine bianche della Città vecchia ove le urla e le parolacce di uomini corpulenti e dalle ugole possenti si sprecano a dismisura.
Furono investiti da un profumo intenso di ragù che si mescolava con altri odori: di pipì, di varechina, di fiori provenienti da balconcini zeppi di piante, di cozze appena sgusciate, di melanzane fritte, di panzerotti caldi che si sciolgono in bocca.
Ci poteva scappare anche una coltellata, ma lui la seguiva ormai…, madido di sudore, ma imperterrito, stoico, non mollava.
Si infilarono in altre stradine sempre più strette, anzi talmente anguste, che non lasciavano nè spazio nè respiro. 
Il viso di lui era cotratto; una smorfia di dolore si palesava imbarazzante sul viso del guerriero.
Lei sembrava fresca come una rosa e sorrideva , la ” fetentella” mentre, con la coda dell'occhio, controllava se lui c'era ancora.
C'era, c'era.
Lui, seppur sfinito, non disperava di averla e anche lei lo voleva.
In men che non si dica entrambi finirono in un localino angusto e tetro; assomigliava lontanamente ad una trattoria...
Una vecchia signora li invitò ad entrare con l'eleganza di un ippopotamo.
Sfiniti si sedettero davanti ad un tavolaccio scuro…
Sopra, buttata quasi per caso, una tovaglia a quadretti; olio, sale, aceto ed una bottiglia di vino che chiedeva solo di essere bevuta.
L'anziana si accostò incalzandoli, impaziente e quasi scocciata.
Si sentiva nell'aria un forte odore di cipolla... o di sudore… meglio non indagare.
“Due panzarotti”- sussurrò lui a stento- sopraffatto dall'affanno.
“E due supplì”- aggiunse lei-.
Erano a due passi da lungomare oramai.
Si scambiarono uno sguardo di intesa, le loro mani erano vicine, molto vicine.
Sopra li aspettava una cameretta.
Continuavano a lanciarsi sguardi nell'attesa , ormai sapevano quello che volevano.
Davanti a quel tavolaccio,l'anziana signora li osservava incupita.
L'esosa e golosa chiese anche degli antipasti...
Niente panzerotti, nè antipasti fu la sua risposta secca: ci sono solo patate,riso e cozze… c'è quello che c'è …bisogna accontentarsi.
Iniziarono a mangiare quel piatto unico.
Era sublime! Quella donna c'aveva messo l'anima e loro, mentre soddisfavano i palati, si mangiavano con gli occhi.
Lei, impudica e provocante quanto mai, addentò vogliosa una patata. Sublime- esclamò-!
Lui si sentiva invaso da un piacere erotico inusitato, ma mentre la guardava, alla vecchia signora, venne in mente di accendere le luci di quel locale così strano e buio.
E così lui si avvide che lei sembrava meno bella di prima.
Forse era stato colpito dai suoi meravigliosi capelli lunghi, biondi mossi dal vento e, ancor più bella, gli era apparsa allorquando era uscita dall'Università con quell'aria sicura con la falcata della spendida irrangiungibile.
Ora quell'immagine che lui aveva scolpita nella mente, aveva lasciato il posto a quella di una ragazza magra, dai piccoli seni adolescenziali, dal visino smorto, slavato, quasi del tutto inespressivo.
Ma anche lei si accorse, or che lo vedeva bene, che non era un granchè: viso squadrato, ma corpo per nulla scolpito; naso imperante, occhi piccoli da miope.
Ma come aveva fatto a non accorgesene prima? 
Eppure, mentre la rincorreva, le sembrava tanto carino anzi ancor di più: come un fiero guerriero pronto ad un corpo a corpo deciso a ghermirla con forza ed ad averla lì all'istante magari contro un muro di tufo.
Il dialogo tra loro, si fece man mano minimale, così come il loro entusiasmo; giusto qualche frase convenzionale del tipo: che fai? lavori? ah sì? sei sola? ma và?studi? ma dai?
Dopo aver mangiato quasi sempre in silenzio, lui pagò infastidito e, deluso , uscì da quel maledetto locale.
Anche lei lo fece, affranta.
Presero strade diverse come se mai si fossero incontrati nè mai visti.
Lui tornò a tuffarsi, come risucchiato,tra le stradine bianche della città vecchia.
Fu nuovamente invaso dai profumi intensi di quei posti , ma erano più attenuati.
Sopra un muretto, c’erano dei pomodori messi lì ad essiccare ed un grosso polipo probabilmente appena pescato.
Comunque sia, ormai passato a miglior vita; accanto, troneggiava un cesto ricolmo di frutti di mare.
Più in là due donne dalle morbidissime curve, erano affacciate ad un balconcino; fumavano e parlavano in un dialetto stretto: le loro abbondanze , straripavano dalle balaustre.
Sotto, in una stradina senza uscita, una vecchina secca e rugosa, sistemava su un tavolo di legno orecchiette e strascinati.
Le sue mani erano veloci, esperte…si muovevano leggiadre,come quelle di un pianista.
L’uomo si soffermò ancora un po’, si guardò intorno…il biancore accecante dei muri di tufo, colpivano gli occhi fino quasi a far male ed ecco quindi che in un attimo, riuscì a raggiungere lo splendido corso Vittorio Emanuele e, poi, ancora di nuovo si diresse verso l’Università da dove era partito.
Intorno a lui non c’era quasi più nessuno; erano le ore quattordici.
Ma ecco che all’improvviso, vide una splendida ragazza uscire dall’ateneo.
Aveva lunghi capelli biondi, mossi dal vento, la falcata della donna bella e vincente…il suo passo veloce e sicuro.
Lui iniziò a seguirla…già sentiva che la voleva e l’avrebbe avuta…

"ADOLESCENZIAL LETTERARIO" AMARCORD di Paola Caramadre

Dean Moriarty entrò a far parte della mia vita relativamente presto. Avevo 14 anni, era inverno, il mondo non mi sembrava il migliore dei posti possibili e avevo appena incontrato quella che sarebbe diventata la mia amica del cuore. Andiamo con ordine. Da qualche mese frequentavo il liceo in una cittadina piuttosto distante dal mio paese. Non conoscevo molte persone e non avevo nemmeno tanta voglia di integrarmi. Viaggiavo in autobus, piccola pendolare della pubblica istruzione, e nel tragitto leggevo libri. Dopo i classici di fine '800, non so esattamente come, mi ritrovai tra le mani un romanzo che mi avrebbe accompagnato per tutta l'adolescenza. Lo comprai, addirittura, io che prendevo tutto a prestito. Venivo da un piccolo paese, ero confinata in piccole nicchie provinciali, e forse per questo il romanzo "On the road" di Jack Kerouac mi colpì così tanto. E Dean Moriarty divenne molto più che un personaggio letterario. Proprio in quei giorni di letture appassionate incontrai una ragazza molto alta, con i capelli corti e una strana voce nasale. Ci capimmo subito, senza bisogno di starci a raccontare troppe cose. Le nostre vite si intrecciarono per molti anni e anche le nostre letture. A volte, ci capitava di citare a memoria intere pagine di quel romanzo. Leggemmo tutto sulla beat generation, ma proprio tutto. L'ultima volta che ci siamo viste, come amiche intendo, è stato molti anni fa. Ci salutammo sul pianerottolo di una casa in cui ho abitato, ci veniva da piangere, ci siamo dette arrivederci. Entrambe sapevamo che sarebbe stato un addio. Eravamo cambiate, e molto, mi vennero in mente le ultime pagine di "On the road", ormai avevo cambiato genere e interessi letterari. Lei era il mio Dean Moriarty e stava andando via dalla mia vita. Dopo quella parentesi adolescenziale la letteratura americana ha smesso di interessarmi del tutto. E così ho iniziato a leggere le poesie di Majakovskij.

PAOLA CARAMADRE

lunedì 5 settembre 2016

"NON SERVE ASCOLTARE LE TUE PAROLE ASPRE..." di Lina Mazzotti

Non serve ascoltare
le tue parole aspre
mentre scoperchi
rabbioso
il pozzo di insicurezze
non voglio provare
il sapore antico
di delusione
corro nel vento
del mio respiro
mi immergo nel fiume
delle lacrime calde
che mi avvolgono
accompagnandomi
con suono sottile
rinverdendo
i bei ricordi.

LINA MAZZOTTI

domenica 4 settembre 2016

"UNA GIORNATA DI SOLE GENTILMENTE RABBIOSO" di Ilaria Biondi

Una giornata di sole gentilmente rabbioso.
Uno squarcio di cielo trasparente.
Le foglie delle querce che si sventolano pigre.
Gli arbusti di ginestra arroventati dall'arsura e dalla stagione ormai avanzata.
Grappoli di cornacchie a raccogliere, avide, gli ultimi chicchi di grano nei campi.
Qualche nuvola che si strappa il velo candido, quasi insofferente al cospetto di ore così testardamente estive. 
Ho camminato per quasi due ore.
In perfetta, magica solitudine.
O meglio, non sola.
Avvolta e accolta dalla carezza ora morbida, ora ruvida, di tutta questa bellezza.
Dimessa, umile, mite, eppur potente.
Corrono, i passi.
E i pensieri li inseguono, li intrecciano, li cullano.
A volte si fanno lo sgambetto, reciprocamente.
Ma poi tornano sempre a riconciliarsi.
Non possono fare a meno gli uni degli altri.
Parole che volano, e se non le afferri lesta svaporano come polvere di farfalla.
Giungo a casa. Quaderno. Penna.
Ora, parole, siete mie. Non potete più perdervi nell'aria.
O forse sì...
E allora sarà bello rincorrervi ancora, passo dopo passo, pensiero dopo pensiero. 
Fra i saltelli dei grilli sulla terra secca e assetata, nel ronzio generoso di un'ape golosa.

ILARIA BIONDI

"DI QUELL'ADDIO CONSERVO IL SAPORE..." di Edmond Dantes



Di quell"addio conservo il sapore
che lasciò il posto ad un languore.
Mi sedetti nello spazio che lasciasti
e seppi fagocitarmi la mia metà
in un mare di rimpianti.
Si vive di attimi,
separati dal vissuto onesto,
che ignaro e cieco non vede oltre.
Persi un pezzo importante di me
sbriciolando sensazioni
che non ritroverò mai più,
perché tue, perché nostre.
Quando si rimane soli si torna lucidi.


Marina Roncaglio/ EdmondDantes

venerdì 2 settembre 2016

"TERREMOTATO" di Valentina Carinato



Terremotato

Era di notte
ed ero in sogno
sereno
con le mura attorno
di casa mia
piccola
di grandi sacrifici
sgretolati
in un batter d'occhio
dal terremoto
un' incubo tramutato
nell'immediato
nuovo giorno.

VALENTINA CARINATO

"ROSSO MATRIOSKA - AMADEUS d.V" di Maria Francesca Consiglio

RACCONTO

Erzsebet sveglio' Amadeus.
"Amadeus... svegliati."
Egli sobbalzo'.
"Erzsebet...."
"Stavo dormendo anch'io ma poi ho udito qualcuno parlare e..."
"Qualcuno chi?"
"Tu. Tu parli durante il sonno e stavolta sembravi turbato, quasi spaventato. Era un incubo?"
"Mi trovavo dentro un immenso castello. Nell'aria sentivo il bisbiglio del mare..."
"Bello! Un castello sul mare!"
"Era sul mare, si. Come un vecchio ed ostinato marinaio s'aggrappava su una scogliera antica. Ho potuto scorgerne una parte guardando fuori da una terrazza."
"Continua..."
"Ero il padrone del castello; avevo diversa servitù in continua riverenza. Oh Erzsebet se potessi mostrarti ciò che ho visto. V'era una tale ricchezza da provocare il disgusto."
"Per questo eri turbato? A causa della tua avversione per la ricchezza?"
"No. Ho cominciato a visitare il castello, stanza per stanza; più mi avvicinavo all'ultima torre più gridava in me la consapevolezza d'aver subito un furto."
"Un furto?"
"Si Erzsebet. Possedevo un castello e molti servi ma tu dov'eri finita?"
"Amadeus... che sciocchezze vai blaterando? Ed io che pensavo chissà quale terribile incubo avessi fatto."
"Non era un incubo. Non v'erano orrende creature, morte o disperazione. Era un bellissimo sogno."
"Allora torniamo a dormire..."
"Erzsebet... io non voglio alcun bel sogno. Io desidero vivere questa cruda realtà poiché in essa so che esisti. T'ho conosciuta in un incubo e dunque prego Dio di darmi incubi ogni notte. Mi spaventano questi bei sogni dove mi scopro lontano da te."
"Tu sei un folle."
"Tu sei la mia camicia di forza."
"Desideri l'incubo ma poi ti lamenti per una piccola emicrania."
"Soltanto perché m'indebolisce la cattiveria. Non temo il dolore ma voglio controllarlo, dirottarlo e godere di questa favola orrenda."


(Tratto da "Rosso Matrioska - Amadeus d.V. - di M.Francesca Consiglio)

giovedì 1 settembre 2016

"HO AMATO..." di Mario Vavassori

RACCONTO

Ho amato. Ho vissuto l'emozione di ogni momento. I sussurri, gli spasmi, gli orgasmi e infine il pianto. La gioia è stata ben poca cosa rispetto al dolore che ho provato nell'accorgermi di esser stato avaro, di essermi troppo volte arreso, caduto e risorto senza aver compreso che serve poco per voltare le spalle a chi ti è accanto e molto più impegno per non rimanere indifferenti al suo pianto. Ho amato credendo che quello fosse il modo, l'unico che ho appreso, che il mondo mi ha mostrato, forse insegnato. Ho amato senza pensare mai di condividere con chi avevo vicino quello che sentivo, quello che provavo. Ho amato credendo che il piacere fosse solo un mio diritto, che i sorrisi, le frasi intelligenti, i desideri, fossero gioia e vivace intelligenza. Ho amato credendo che non fosse presunzione il mio predominio maschio. Ho amato senza mai guardare oltre la mia immagine riflessa dentro uno specchio. Ho amato il mio egoismo arrogante senza capire che non ci può essere amore senza rispetto. Ora odio. Odio il riflesso sfocato che intravedo guardandomi allo specchio. Odio il viso di quell'uomo che ora chiede perdono, che ha compreso, forse troppo tardi, che per amare veramente non doveva essere quello che è sempre stato: un uomo incapace di amare.

MARIO VAVASSORI