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mercoledì 30 settembre 2015

"QUANDO" di Luisa Simone



QUANDO

Quando
Ti avvicini..
Anche solo
Col ..
pensiero.


Piu'
Remoto.

Quando..
.il mio istinto. .

È solo
te ...
che va"
........
Cercando.

Quando..
Sento..
I tuoi passi..
Dietro..
Di me..

Veloci...
Affrettati.

Quando..
La passione.
Diventa.
Forte..

Ci travolge
I sensi.

Divento..
Il tuo
Pianoforte.
Dopo....
In questo. .
Letto.

In questa..
Silenziosa..
Notte.

Aspetto
Le tue mani..

Per la musica
Che è. .
In me..
Che
solo tu
sai..
Suonare


Il mio corpo..
Diventa..
Strumento
Sotto..
Le tue..
Sapienti
Dita..

Per suonar
Questa melodia...

Che ci fa"..
Impazzire
Entrambi..

Che ci fa"
Amare..
La vita.

Che urla ..
Come..
Adesso..
Colma del godere
Sazia del
Nostro
Piacere.

Che mi sta"..

Chiedendo. .

........

Implorando. ..
....
..........
Quando...
ci
fermeremo......
.........
Ansimando

(Luisa Simone)

"PENSIERO D'AMORE' di Mariella Dicamillo



Pensiero d’amore.

Il più bello di te
è che sei come sei.
Il più bello di me
è che ti ho amato,
un amore che ha fatto esplodere
tutti i miei sentimenti.

Scritta da Mariella dicamillo.

"LE CONSAPEVOLEZZE PEGGIORI SONO QUELLE CHE LA VERITA' NON TI FA MANCARE" di Edmond Dantes

Le consapevolezze peggiori sono quelle che la verità non ti fa mancare. 
Continui giri di giostra hanno disegnato lo stesso solco. Le campane di un paese lontano rintoccano le stesse ore. 
Passi svelti diventano lenti e poi si fermano. Increduli i piedi, zittiti dal nulla, ascoltano l indecisione del ripartire sconnesso e smarrito. 
Un cielo assente, illumina vegetazione, prossima ad un letargo emozionale. Troppe foglie cadute ricoprono con garbo silenzioso umili confessioni.
Dal mare la voce di un io solitario e dolce che sa accarezzare ogni piccolo male. 
Prossimo nell aria, un inverno complice di se stesso, s 'arrangia divertito con chi non lo accetta mai.
Raccolgo sassi levigati da un amore cieco che urta spaesato l orizzonte chiedendo:
Perché?

EDMOND DANTES

"MI HANNO DETTO SEDERE QUI" di Francesca Cuzzocrea



La mia intervista alla nostra Fran Cesca, autrice di un libro che racconta, con delicatezza, l'Alzheimer.

Il comò è azzurro polvere.
Ha l’azzurro del cielo terso, in cui liberare i ricordi come palloncini che, una volta non trattenuti tramite il filo, voleranno senza far ritorno.

Ha l’azzurro del mare estivo, in cui immergersi sempre più nel profondo, per ritrovare, nei fondali, uno scrigno colmo di foto in bianco e nero e poi a colori, testimoni di una vita vissuta nella semplicità dell’amore autentico.

Ha la polvere sottile, che ogni giorno ricopre i volti e gli oggetti, rendendoli meno nitidi. Ci si passa sopra un dito, lo si imbratta, e qualcosa si scorge più nettamente. Allora, si strofina con cura, fino a pulire e rendere lucente quanto sembrava solo distante, informe, celato.

Ma poi essa ricade, ed è sempre più difficile riuscire a combatterla, finché non diventa polvere di stelle e tutto brilla, come nel mondo delle fate. Allora si è liberi di ricordare e essere ricordati.

Oggi è con noi, avendoci concesso un’intervista, Francesca Cuzzocrea, autrice del romanzo “Mi hanno fatto sedere qui”, edito da Lettere Animate nel 2015, che racconta con rara delicatezza la storia di una donna malata di Alzheimer, in un’altalena fra passato e presente.
Clicca sul link per continuare a leggere.

FRANCESCA CUZZOCREA


martedì 29 settembre 2015

"APRITI CUORE" di Salvo Colucci



Apriti cuore (Salvo Colucci)

Non ci sono verità in questi confini dei nostri desideri, siamo bugiardi con le nostre bombe inesplose nel cuore aspettando che qualcuno c'è le tolga.
Fin quando c'è spazio ci nascondiamo dietro i muri a chi prova a leggerci nel profondo del nostro mare. 
Ma poi arriva quella semplicità che ti pulisce le pareti incrostate dalla paura di aver assaggiato il dolore dell'amore, e ti pieghi nuovamente alle sue leggi alla sua prepotenza, l'amore.
Basta poco, e diventiamo di nuovo delle foglie al vento, scriviamo di nuovo di primavera e l'inverno diventa solo un profumo di camino ed un plaid su quattro spalle.
Nella vita non c'è una vera ragione, nella vita c'è solo spazio alla vita il resto sarebbe solo raccontare menzogne a se stessi.
Apriti cuore.

Salvo@

lunedì 28 settembre 2015

"CONFINI" di Gerardina Rainone

Confini
La mia anima ribelle
mi spinge un pò più in là
dove dimora il sogno,
un pò più su del tempo
oltre la linea che immaginavi,
oltre il sorriso dipinto
oltre quella ragione
che mi vorrebbe chiudere
nell'altra me
nella realtà,
ma senza meta si vaga meglio
quel confine sei solo tu.
E voli piano per non ferire
e urli forte per far capire,
ma forte è il verso della realtà
cucito addosso senza pietà
ed è solo una parte di verità,
la mente tace ma il cuore è in pace.
G.R.

"VOGLIO" di Luisa Simone



VOGLIO

Voglio..
Sentirmi..
Germoglio..


Per rinascere..
Ad..

Ogni..
Mio...
Nuovo...
Giorno.

Voglio..
Pensare..
Che la vita..
È. .
Il mare..

Dove..
Non
smettero"..
Mai...
Di navigare.

Voglio..
Sfogliare..
Avida...


Tra le..
Pagine..
. Di...

Questa..
Mia
Storia...
Infinita.

Voglio..
percepire...

Godendo..

ogni...
Suo...
Attimo..
Di orgasmo. .
Misto .

A..dolce
Pianto.


Voglio
Cosi"
Vivere...

.................
Udendo

Forte...

Il vibrare...
......................
del mio
......................
Sentire...
Semplicemente. ...
Amando
............

(Luisa Simone)

"UN GIORNO, QUANDO AVRO' UNA BAMBINA..." di Maria Cristina Sferra



STRALCIO

“Un giorno, quando avrò una bambina, la manderò a scuola di musica perché possa imparare a suonare il violino. È uno dei miei più grandi desideri quello di avere una figlia che suona il violino”, mi disse sottovoce.

Quello sguardo da guerriero, quel sorriso disarmante e quella confidenza mi confusero più di quanto già non fossi. Non so spiegare perché, ma ebbi una visione di un cielo azzurro punteggiato da candide nuvole simili a ciuffi di panna montata.

“Adoro ascoltare il violino e amo molto questa musica anch’io”. Fu l’unica cosa che riuscii a dire. Ed era vero. Ma c’era qualcosa di più che non potei confessare. Vidi un grembo gravido e desiderai fortemente di poter essere la donna che avrebbe generato quella figlia dai boccoli biondi che lui mi aveva detto di volere. Fu un pensiero tanto insensato che quasi me ne vergognai, ma tanto intenso da farmi capire in quali profondità di me stessa era andato a cadere questo sentimento. Il terreno su cui si era depositato il seme dell’amore si trovava in un luogo fondo e buio, sul limite tra lo stomaco e l’anima. Aveva germinato piano, quel seme, e ora non resisteva più, doveva uscire, voleva uscire a prendere luce, a prendere vita. L’incubazione era finita e a ogni nuovo richiamo da parte dell’uomo che lo aveva deposto, in quel luogo oscuro e tiepido ai confini dell’anima dove esso giaceva, cadeva una pioggerella lieve e muoveva un vento nuovo.

Mi incantai sulla musica e non riuscii a mangiare quasi nulla. Mi sentivo inerme, coinvolta a tal punto da non poter più opporre resistenza al flusso di pensieri e sensazioni che dal nostro stare vicini derivava. In ogni parola mi pareva di intuire una ricerca di conoscenza maggiore, un tentativo di contatto che superasse l’effimera ricorrenza di sederci accanto a tavola o di dividere la stessa stanza, o di invitarci con una scusa a bere qualcosa al bar dopo cena.

Mi incantai sulle sue mani nervose sul cui dorso spiccavano in rilievo vene cariche di sangue e poi sul suo sguardo smarrito tra le note stridule di quel violino, a cercare tra i righi del pentagramma il volto di quella bambina che ancora doveva essere concepita, ma che da qualche parte dentro di lui già gli sorrideva.

Brano tratto da "A mezzogiorno del mondo (una storia d'amore)" di Maria Cristina Sferra.

In tutti i bookstore online.


domenica 27 settembre 2015

"CHE IO SIA" di Rosalba Vangelista



Che io sia

Che io sia per te
luna,
luce che ti guiderà
nell'oscurità del mare di notte.
Che io sia per te
polvere,
per posarmi
silenziosa
sui ricordi della tua esistenza.
Come una lacrima
mi consumo
lungo il profilo
del tuo volto di tenebra.
L'amore
non è fatto solo di sole,
si nasconde
anche dietro nubi alte
in un cielo notturno,
dietro le gocce di pioggia
che bagnano il tuo viso.
Che io sia per te
la lama
di un coltello che trafigge
e nella carne del tuo cuore
va a scavare...
nel tuo sangue
voglio mischiare
parte di me...

Specchio Nero
Rosalba Vangelista A

"VOCE DELL'ANIMA" di Pasquina Filomena



VOCE DELL’ANIMA

Istintivamente ho inclinato il capo
sul tuo cuore in cerca di un abbraccio.
Ho percepito una danza di emozioni
tra la voce dell’anima.
E’ durato poco
ma tanto intenso da renderlo unico

PASQUINA FILOMENA

sabato 26 settembre 2015

"UN FIRMAMENTO DI STELLE" di Rosaria Andrisani (Recensione di Liliana Sghettini)

RECENSIONE

Ho avuto il piacere in questi giorni di leggere il libro di Rosaria Andrisani dal titolo “Un firmamento di stelle”, Flower Edizioni-Roma, 2015, pag. 33, prefazione di Susanna Polimanti.
Recensire un libro di poesie non è a mio avviso compito semplice perché se è vero che l'autore ci lascia “sbirciare” nei suoi sentimenti come quando da una porta socchiusa si intravede l'intimità di una stanza è pur vero, che le parole non sono più di chi le scrive ma del lettore che le accoglie, in base al suo sentire. 
Occorre sapersi calare nei panni dell'autore ma anche ricordare le proprie esperienze ed il proprio vissuto intraprendendo un percorso emozionale attraverso le singole parole e immagini messe su carta.
La poesia è un'esplosione di stati d'animo, di emozioni che siano esse negative o positive che ci fanno sognare, immaginare e a volte volare in luoghi lontani, quelli dei ricordi.
Il libro di Rosaria Andrisani mi ha colpito per la sua semplicità e freschezza di espressione ma anche per l'immediata fruibilità.
Ogni singola poesia è come la luce di una stella cadente che rapida ma intensa attraversa il cielo lasciando chissà quali scie......
Non a caso a mio avviso l'autrice ha scelto questo titolo che, per chi come me dopo la lettura cerca di “rivivere” le poesie ad occhi chiusi, è riuscito ad imprimere una immagine di un blu intenso ricco di luce fulminea che lo trafigge.
Alcune poesie mi hanno lasciato un guizzo che poi ho voluto e potuto associare ad un colore.
Ho amato particolarmente il componimento dal titolo “La gioia” perché mi evoca il candore del bianco; ma anche “Con Voi” che evoca il giallo della carta antica, che profuma di intenso vissuto; “Infanzia” che “esplode” in un gioioso arcobaleno di bambini in girotondo; “Mente” che mi lascia immaginare il marrone, colore di un nido caldo e accogliente citato in esordio dei versi ed infine “Solitudine” che accosterei al grigio di una giornata cupa e piovosa quando la malinconia fa capolino.
Il libro che è una raccolta di ben 18 poesie più una di presentazione dell'opera, offre la possibilità di accoccolarsi in attimi di ritrovata serenità in compagnia dei delicati versi dell'autrice Rosaria Andrisani.

ROSARIA ANDRISANI




venerdì 25 settembre 2015

"IL SESSO INUTILE" di Oriana Fallaci (Recensione di Luca Paganucci)



Recensione del saggio "Il sesso inutile" (di Oriana Fallaci)
(Recensione di Luca Paganucci)

Questo saggio rappresenta un lungo viaggio effettuato dall’Autrice nel Sud-Est asiatico: richiesta che le aveva espressamente fatto il direttore de “L’Europeo”, rivista per la quale la Fallaci allora lavorava.
In questo saggio, l’autrice esplora a fondo i Paesi verso i quali ha viaggiato, mondi talmente diversi da quello occidentale, soprattutto per le varie concezioni del sociale. L’usanza cui la Fallaci si concentra di più è la condizione femminile. Dall’analisi che ne fa, ne viene fuori un quadro che talvolta ha dell’incredibile. Ma di questo, l’autrice non ne fa un dramma; quello su cui pone di più l’attenzione è divergenza tra questi universi orientali, e quello occidentale. Divario che poi riscontrerà nell’ultima tappa del suo viaggio, gli Stati Uniti.

ORIANA FALLACI

"L'UNICA PORTA D'ACCESSO" di Salvo Colucci



L'unica porta d'accesso (Salvo Colucci)

Guardo l'ora,
ma oggi ho voglia
di far tardi nel tuo cuore,
ne voglio assaggiare
qualche battito in più.
Lascio scorrere meccanicamente
la vita fuori da questa
emozione perenne e
mi rendo unico e
senza tentazioni,
semplicemente indimenticabile
l'unica porta d'accesso
alla tua fantasia.
E adesso che vado via
le mie assenze diventeranno
per te una lucida follia.

Salvo@

"LA TENUE LUCE" di Santina Gullotto



LA TENUE LUCE.

La chiara e tenue luce
di un’alba sul lago d’autunno,
che scivola tenera e dolce,
ai confini di ogni pensiero...

Riposa il cuore e la mente,
che stanchi di giorni più duri,
e cullali nelle tue dolci onde
che possano diventare leggeri...

E prendi i pennelli e la tela,
disegna e colora i tuoi sogni,
che siano più belli di ieri
per tornare alle dolci illusioni,
e rivivere ancora quei giorni
che sapevano di vita normale...

Santina Gullotto.

"IL COMPLEANNO" di Giada Alessia Lugli (Recensione di Sandra Rotondo)



Feedback "Il compleanno" di Giada Alessia Lugli

E' il giorno del suo diciassettesimo compleanno, quando Julian, un ragazzo ricercato dalla polizia per omicidio, irrompe nella cucina della casa di Laura. La foto del giovane è sul giornale, lo stesso che lei, sta leggendo, in attesa che inizi lo strano rituale del festeggiamento, che ogni anno è costretta a subire. Ma Laura non ha paura di Julian, né delle sue vane minacce, spesso accompagnate da un sorriso accattivante che le scombussola i pensieri. Laura ha più timore della sua famiglia e dello strano entourage che la circonda, ormai da anni. La festa sta per iniziare e nessuno dei commensali immagina lontanamente come andrà a finire.
Giada sa scrivere e sa come intrecciare una storia, rendendo più che piacevole la lettura. Consigliato.

GIADA ALESSIA LUGLIO


giovedì 24 settembre 2015

"NON HO MAI SENTITO..." di Edmond Dantes

Non ho mai sentito,
così chiaramente,
il battito del mio cuore
come oggi.
Vibra tutto ciò che lo sfiora.
M' impressiona.
Mi spaventa.
Vorrei abbracciarlo.
Vorrei che capisse.
È indipendente
da me. Ha una sua vita.
Sta ragionando da solo.

EDMOND DANTES

"SONO NATA.." di Luisa Simone



Sono nata ..
Per amare.

Sono nata


Per sognare

Sono nata..
Per ascoltare..

Il rumore .

E il silenzio
Del
Mondo..

Sono destinata..
Sia al sorgere del
Sol

Che al suo
tramonto.

(Luisa simone)

Che tu sia per me il coltello (Stralcio tratto da Vite di Madri di Emma Fenu)




STRALCIO

A scuola preferivo andare a piedi, perché il più delle volte lei era ubriaca e sbatteva la macchina sui gradini dell'entrata principale. 
Sento le risate dei mie compagni, le sento ancora.
E sento i singhiozzi di una bambina, che, nascosta dentro il cesto dei panni sporchi, agonizza di paura, perché la mamma la insegue con il coltello, convinta che sua figlia sia il demonio. 
Improvvisamente mi sveglio dall’incubo popolato da queste voci. La bambina sono io, le lacrime sono le mie. 
«Sto parlando di cose che non hanno nome, cose che nel corso della vita si accumulano sul fondo dell'anima, sedimenti e strati di terriccio. Se mi chiedessi di descriverteli, non saprei da che parte cominciare, non avrei le parole adatte. Solo una stretta al cuore, un’ombra passeggera, un sospiro». 
Tratto da "Vite di Madri" di Emma Fenu

EMMA FENU

mercoledì 23 settembre 2015

"COME LE FOGLIE" di Luisa Simone



Come le foglie

Come le foglie....
Laccate di oro...
E rosso scarlatto..

Spruzzate
Di Rosa. ..
E argento..
Incantato.

Anche le
Foglie...
Come noi,
Hanno il loro.
Passato ..

Di verde..
Di boschi..
Di albe e tramonti...
Di lune scordate...
E
Di notti..
Sognate.
Ed ecco
Che si scopre
Il mistero,
E si
rivela
Un tratto

Guardando..
Le foglie..
..Volteggiando. .
Nell'aria.
Cambiando
Vestito,

Ingannando
La morte
Colorando
Il presente..
Di speranza..
Nascente.

Rendendo
Cosi'
Eterno....
.anche l'attimo..
Dove tutto si ferma

E....
sembra

Finito...

Ma poi.

Per inspiegabile

E
fantastica
Magia.

Cio'
Che è stato..
Si trasforma..

E nell'alba di
Un giorno
Distratto. ..
rinasce..
La vita.

@(Luisa simone)

"ESULE" di Rosella Lubrano



" ESULE "

Vivrò di te, padre,
nei fievoli respiri
di una patria avara,
ove i migliori anni
della novella età,
come evanescenti sogni
si sbriciolano
ai duri colpi del destino.
Ricordi amari
di campi assetati,
gronda solo fatica
su questa terra
che non dona un fiore.
Come scardinar vorrei
gli anfratti di un' anima inaridita,
scarabocchi di vita,
vergati da inchiostro del cuore,
senza rivoli scuri
di sangue versato !
Basta pianti
di madri oranti,
basta cieli
plumbei di morte,
albe di luce anelo,
luccicchii che sanno di pace,
nell' attesa che Qualcuno
si accorga di me !

ROSELLA LUBRANO

"MALINCONIA D'AUTUNNO" di Gianna di Carlo

Malinconia d'Autunno
mi travolge all'improvviso. ..
nella fresca rugiada
di un nuovo mattino.
Solo il canto del vento
raccoglie i lievi sussurri
dei rami avvizziti.
Ultimi aneliti di vita...
di una Natura stanca. 

GIANNA DI CARLO

"AFFONDAI IL COLTELLO E MI APRII UN VARCO" di Anna Maria Brattoli



Affondai il coltello e mi aprii un varco. Ci entrai in punta di piedi, era buio pesto e affondai le unghie. Un dolore lacerante mi fece fremere, tuttavia continuai.
Fessure di luce si aprirono innanzi a me, acqua fresca e pura mi disseto''. Un senso di beatitudine su ogni centimetro di pelle. 
Pensiero ricorrente non mi avrai. Conoscerti è dimenticarti.

ANNA MARIA BRATTOLI

martedì 22 settembre 2015

"LE NUVOLE NEL CUORE" di Giusy Amato (Recensone di Rosalba Vangelista)



Piccolo feed del romanzo di Giusy Amato

Le nuvole nel cuore.
Una coccola per l'anima di qualsiasi donna, una coccola che ti abbraccia forte e ti stringe a se, facendoti sentire meno sola e capita.
Questo è uno di quei romanzi dove la forza delle donne prevale sulla ferocia della vita e la ferocia che sono in grado di possedere alcuni uomini...
Tre donne forti ma con un anima ferita, tre donne che nonostante tre vite diverse sono legate dal dolore.
Ho amato l'eleganza e l'intensità di Giusy nel raccontare le tre storie delle protagoniste, ho amato il suo finale... 
Un libro che rispecchia e racconta un mondo meraviglioso e maledetto...
Bellissimo, delicato, forte...
Grazie Giusy per avermi fatto scoprire questa perla preziosa.

GIUSY AMATO




"L'INVEROSIMILE" di Roberto Manzin



L'inverosimile
stordisce
equazioni.
Eri assente, nella presenza.
Sei presente, nell'assenza.
L'abaco protegge la relazione.

Roberta Manzin

"MI HANNO FATTO SEDERE QUI" di Francesca Cuzzocrea (Recensione di Francesca Gnemmi)



MI HANNO FATTO SEDERE QUI di Francesca Cuzzocrea 

La storia di Francesca è triste come la pioggia, delicata come una nuvola, spaventosa come un temporale.
La storia di Francesca ha il suo arcobaleno di colori e sorrisi.
Cosa significa non essere più se stessi, perdere la cognizione del tempo, confondere i volti e non essere più padrone di azioni e parole? Andare lentamente alla deriva, a tratti consci della sofferenza che questa malattia, la demenza senile, provocherà non solo a noi stessi ma anche, soprattutto forse, alle persone che ci amano.
Il bozzo vuoto di una farfalla che è volata via, senza ricordare quanto è bella.
Francesca ha contrapposto con sensibilità e dignità il disagio e il rifiuto di Adele, la protagonista, alla rabbia e la frustrazione delle sue figlie davanti all’impotenza di aiutarla, all’accettazione di una via senza ritorno.
Accanto alla tragedia che si abbatte su quella che fino a poco tempo prima era una famiglia felice si affaccia una visione commovente, a tratti garbatamente umoristica della quotidianità nella casa di riposo.
In quel luogo, che per molti è soltanto un ammasso di anziani dei quali rimane poco più di niente, diventa teatro di voci e pensieri di coloro che credono di essere tornati giovani e nella più totale ingenuità e freschezza vivono il susseguirsi di giornate una uguale all’altra, che per loro ricominciano ogni paio d’ore, protetti dalla loro stessa condizione.
Può nascere una sorriso davanti a tanta sofferenza? Nel rispetto di quelle persone, vittime di una patologia tanto aggressiva e nella consapevolezza che sorridiamo della loro genuinità e nel ricordo di ciò che erano.
Per stargli accanto e superare il dolore non bastano coraggio e pazienza, il nostro cuore deve essere leggero, come il loro.

FRANCESCA CUZZOCREA

"SI PERDE" di Edmond Dantes



Si perde
la coscienza della luce
nell' anima grinzosa.
Mi limito ad osservare
le stelle
in un crepuscolo
millimetrato
mantenendo un occhio
chiuso
sulla mappa del domani.

EDMOND DANTES

"SFIORISCE.." di Roberta Manzin



Sfiorisce...
profumando.
L'essenza coccola
una seviziata pazienza.
(Il germoglio resta immortale.
Come il mio amore)

Roberta Manzin

"SEMPLICEMENTE VIVA" di Santina Gullotto



SEMPLICEMENTE VIVA.
Non chiedo nulla alla vita,
non chiedo nulla al futuro,
nulla chiedo al passato,
semplicemente vivo la vita...


Nella fede che vivo, nella luce di Dio
che accompagna il mio esistere, la fiducia ripongo...
Guardo là dove nulla si vede,
ma tutto si trova, nell’amore infinito
che ha esploso la vita...

Quando sento che intorno tutto sembra sfuggire,
Guardo lontano il paesaggio
pieno di vita che sgorga dall’immenso amore di Dio...
Tutto sembra sereno tutto sembra speciale...
Chiedo di sentirmi ancora semplicemente viva...

@Santina Gullotto.

lunedì 21 settembre 2015

"L'ESSENZA PER L'ANIMA" di Nadezhda Slavova



L'essenza per l'anima

Mi spalanca, all’improvviso,
le finestre
il vento
e, in quell'istante, il mare profondo
fino all’orizzonte si estende
e lo sguardo altro non vede
che l’immenso blu
che diluisce i colori del cielo.
Mi spalanca, all’improvviso,
le finestre
il vento
e, mentre mi perdo nel tempo,
mi sveglia il bussare della finestra
che, sbattendo insistentemente contro i muri,
richiama i miei occhi.
Solo così colgo le immagini
che riflettono i lati opposti
di ciò che non si vede,
se non sporgendo l’essere
fuori dalle abitudini
e dalle paure
innate
che fanno perdere
le piccole cose,
essenziali per l’anima.

(Nadezhda Slavova)

"FIOCCHI DI STELLE" di Marilena Viola



FIOCCHI DI STELLE

Scendevano i fiocchi di neve
quegli inverni,
piccoli passeri bianchi
ammucchiati nell'aria,
confetti di stelle.
Non si posavano.
Erravano
leggeri
eterei
soffici.
Noi col naso all'insù
come a veder le fate.

M.Viola

domenica 20 settembre 2015

"BUONA VOLONTÀ" di Lina Mazzotti



Buona Volontà

Non si può continuare
a lacerare l'anima non sentendo più.
Come si può
amare
se non si odono voci.
Il male
è questa assenza
dolorante,
che fa rumore
avido
tumultuoso e minaccioso
con conflitti
di ruoli egoisti.
Società megalomane
adeguata
agli interessi
ma
non tutti gli occhi si chiudono,
la buona volontà
resta pulita
e dona amore
con trasporto di speranza.

LINA MAZZOTTI

"RIFLETTERE, CAPIRE E TRASMETTERE" di Santina Gullotto


RIFLETTERE, CAPIRE E TRASMETTERE

Per cosa riflettere, se manca la motivazione, se nessuno ti ascolta e il vuoto invade ogni cosa; se non un barlume di semplice rispetto riesci a vedere in chi ti circonda, se l’amore che incondizionatamente hai dato, neanche in minima parte ti ritorna, se a nessuno importa del tuo dolore della tua solitudine che prima o poi ti devasterà rendendoti stanca, insofferente e delusa, per chi approfittando della tua bontà solo per tornaconto ti cerca. 
Cosa c’è da capire, se non riesci a parlare con gli altri la stessa lingua, se nessuno si sforza di guardare e vedere lì nei tuoi occhi, l’immensa tristezza per la grande ingiustizia che ti tocca, senza aver fatto niente per meritarla. E guardi dentro te stessa per cercare di capire se sei tu a sbagliare o se invece non sei semplicemente riuscita a farti rispettare; troppa comprensione per gli altri riesce solo a farti calpestare, a farti trattare dagli altri come non dovresti mai permettere. 
Che cosa vuoi trasmettere? Se a nessuno importa la tua opinione, se niente di quello che dici e che scrivi nessuno ascolta o leggerà mai; perlomeno non a chi tu vorresti importasse, non a chi vorresti interessasse la tua opinione, i tuoi sentimenti o qualsiasi tua emozione. Che cosa trasmetti? Se nessuno è pronto a recepire, il vuoto dei sentimenti che travolge il calore dell’amore più grande che si può immaginare, ed il peso del dolore più atroce che si può nella vita incontrare. A chi importa se vivi o se muori? A chi importa? Se piangi o se ridi, se soffri e non riesci a sopportare l’ingiustizia e l’indifferenza di chi fa finta di non sentire e capire, quello che ti fa tanto soffrire o che vorresti dire?
Dio ci consola in ogni nostra afflizione:<<2 Corinzi, 1: 3, 4>>.
L’eterno è vicino a quelli che hanno il cuore afflitto.(Salmo34:18).
Santina Gullotto.

"GRANELLI DI PATHOS" di Roberta Manzin



Granelli di pathos
si quietano
al calar della vita.
L'inquietudine cede il passo all'ascolto.
In un silenzio che accoglie
dune vellutate di sogni.

Roberta Manzin

sabato 19 settembre 2015

"UN FISCHIETTARE CHE SALIVA DALLE SCALE..." di Roberta Manzin



Un fischiettare che saliva dalle scale, riempiendo il mio cuore,
in un'immagine di un orsetto di peluche cioccolato e coccolato,
mentre -mutando nelle stagioni della vita- lasciavo ricordi abbracciati nei tuffi in mare,
ai fili di canne da pesca incastrati,
alle premure irose di guide novelle a quattro ruote. Nei tuoi racconti di vita che mi facevano immaginare di esserci sempre stata.

Tu e io.
In un difficile ascoltare -per il tempo, per le mie fughe, per l'inquietudine all'autonomia- mai esitato.
Mi hai regalato il sapore della sfida e della curiosità. Della meraviglia della fatica a migliorarsi. Della fede in un ideale, purché lo fosse davvero.

Tu -papà- che quando sono diventata mamma, mi hai amato ancora, nonostante avessi smesso di fischiettare.
Grazie.
E se non ti ho detto abbastanza -per timidezza- quanto ti amo, inizierò a dirtelo oggi.
Ti voglio bene, papà.

Roberta Manzin

"POESIA" di Marilena Viola



POESIA

È venuta a cercarmi da poco.
Ha bussato al mio sonno.
Si è vestita di note armoniose,
di musica dolce e lontana
che lambiva il mio ascolto.

Mi ha preso con forza la mano,
ha trovato una carta stracciata,
una penna sbiadita
e mi ha messo nel cuore parole
affidandole alle mie mani.

M.Viola

venerdì 18 settembre 2015

"SENSIBILITÀ'" di Francesca Bleu



SENSIBILITA'

Sensibilità non e' un sentimento
e' una cosa innata in una persona.
Molti credono di averla, ma pochi
ce l'hanno realmente nel cuore.
Sensibilità sta nel capire le persone
che ami anche solo da una parola.
Sensibilità sta nel capire le persone
che non conosci o che hai visto solo
una volta anche solo da uno
sguardo.
Sensibilita' e' aiutare le persone solo
aprendole il tuo cuore capendo il loro
disagio. Tutto questo vale più di mille
regali.

Francesca Bleu

"NON SONO UNA MACCHINA CHE SCRIVE SOLO POESIE.." di Alessia Bessone


Non sono una macchina che scrive solo poesie, sono una fragile donna con tanti fili di seta, sono una donna lieta, coperta di mille rossori, troppo fragile e nuda perché possa chiamarmi l’amore.

ALESSIA BESSONE

"IGNAVO" di Luisa Simone



IGNAVO

Nascondi..
Il tuo viso..


Con una...
Smorfia
repressa..

Per te non è
mai festa..

Inconcludente
la tua.vita..

Vita vuota..
Vita..
Da sempre
. Finita.

Uomo senza
voce..

Vita ...
Senza luce...

Non mi hai voluto
Amare
Solo..
Per la paura
Di soffrire.

Uomo. ..
Senza...
Coraggio..

Lontano da me...

Non vali niente...
Neanche
un mio
Passo.

Giocattolo..
Nato..
.rotto.

Meriti..
Solo..
Il.mio.
Disprezzo.


Chi sei tu?

Sei solo. ..
Un misero..
Ignavo.

Che..
Non...
Vive...
Se..non..
Nel
riflesso..
Dell"
altro..

Ignavo. .

Sei..
Cuore..
Ma......
Senza..
Battito.

..............
Non sbaglio"""""""..
Dante..
A condannarti

A considerarti. ....

Il peggiore...
................
Dei dannati.

Ignavo...

Essere..

Ingrato..
Del dono..
..............
Che Dio..
..................
Ti aveva
Dato.
..............




(Luisa Simone)

"FRATELLO MIO, SEI VENUTO SULL'AZZURRO...." di Mustapha Rajaoui



Fratello mio, sei venuto sull'azzurro,
sul filo iridescente delle perle,
sull'urlo del mercato globale, moderno,
sul legno marcio e speculato ,
sulla stretta di mano, e in malafede,
riversato come un tronco,
come un coccio di bottiglia
levigato dall'inganno
del nostro tempo.
E' capovolto il mondo:
la terra nevica e piove
ed il cielo un campo di grano,
ricco da mietere
da morto.

Mustapha Rajaoui

"ESCO SOLO QUANDO TUTTI SI ALLONTANANO DALLA VITA" di Geka Siguiente



Esco solo quando tutti si allontanano dalla vita;
Il traffico della fame,
saracinesche che si schiantano al suolo.
La loro cena è servita.
La mia libertà è la vostra.
Sorrido al suolo sovrastato da buche e da noia perpetua,
non ho paura di chiedermi perché,
siamo tutti leggermente o gravemente insoddisfatti.
La luce del sole sostituita da insegne allettanti, alcune persone rimangono ad osservare,
altre varcano la soglia dei loro problemi,
la loro espressione è illuminante
e l'odore del loro pasto si percepisce in ogni vicolo.
La vostra cena è la mia quiete.
Focolai racchiusi in uno scorcio di finestra,
non c'è cosa più fittizia e bellissima.
Sfamatevi voi, non faccio complimenti,
Io ho solo bisogno di aria."

G.

"UN SOGNO OLTRE L'ORIZZONTE" di Elisabetta Pulcini

STRALCIO

UN SOGNO OLTRE L'ORIZZONTE

Buongiorno a tutte ragazze!! Vi ringrazio tanto per il aver condiviso con me il mio piccolo successo e con grande piacere ed entusiasmo propongo un nuovo estratto: 

"L’ arrivo di Camilla provocò molto scompiglio alla villa, ma anche molta felicità, sia nei cuori dei padroni, sia in quello di Devis che, con il passare dei giorni, sembrava essere sempre più preso da lei. [---] -Sei proprio uno stolto, amico mio! Rifletti. Ammesso che venga all’ appuntamento, sei proprio sicuro che ti accetterà sapendo che sei uno stalliere?
Esclamò Massimo, cominciando ad alzare la voce.
-Non lo so, ma credo che non lo saprò mai se continuo a seguire i tuoi consigli!
Ribattè Devis, alzando la voce a sua volta.
-Ah si! Beh, buona fortuna allora, ma non venirmi a cercare quando scoprirai che avevo ragione, perché non ti consolerò!
-Non mi servi né tu né il tuo pessimismo per gestire la mia vita! L’ America è un tuo sogno, ma non puoi privarmi del mio.
-Non era solo il mio prima dell’ arrivo di Camilla, ma se vuoi che sia così, fa pure. Te l’ ho detto, io partirò comunque!
Disse Massimo, allontanandosi furioso."


ELISABETTA PULCINI



"IN PUNTA DI PIEDI" di Luisa Simone



In punta di piedi

Stai dormendo. .

Si ho visto..


Il tuo respiro.
Adesso
è calmo.

Sei convinto..
Che io
rimanga..
Dopo la tua
ennesima. .
Mancanza..

No..

Sono stanca..
si arriva..

In un punto..
Dove è. .
Vietato qualsiasi. .
Ritorno.

Tu mi hai..
Dato..
Quello..
Che non avrei
mai
Voluto..

Il tradimento.

Non ci si abitua. .
Al peggio.

Son padrona..
Della mia vita..
Uomo.....

Senza
ritegno.

Dormi..
Aspettando. .
Un mio
probabile
Perdono.

Stupido...
Illuso.

ricordero" di te..
I momenti. .
Piu"..
Belli.

Ma stanne..
Certo..

Che non
cancellero"
Mai

Soprattutto. ..

Quelli piu"
Importanti. .
..............
Questi.

(Luisa Simone)

"ATTESA" di Anna Maria Bortolan



Poesia per Luana Natalizi

Attesa

Ti attendo, piccola.
Ascolto il cuore e i tuoi palpiti di gioia
Sono i miei.
Capitomboli nel buio e bussi forte
Alla porta della vita.
Saranno ore di risa e giochi innocenti,
La cartella della scuola
E le tue bambole
Che mi daranno la forza di aspettare
E di soffrire per averti accanto.
Saranno lunghi e densi
Gli anni della tua letizia.
E quando volerai oltre il confine
Che segna il mondo
Della vita adulta,
Sarò con te.
E le tue mani si annoderanno
Alle mie dita anziane,
Occhi negli occhi,
Cielo nelle nubi.

ANNA MARIA BORTOLAN

"COME PRIMAVERA PER LE FARFALLE" di S.R.

Nacque dal ventre di Madre Natura, creatura celestiale dotata di un'innata sensibilità alle emozioni.
Poetica e pura nell'anima, un angelo in veste di donna, piena di desideri infrangibili, ricoperta di sogni universali.
Colmava i suoi vuoti dipingendo pensieri sulle tele del cuore. 
Attendeva solo di essere considerata pazza, per sentirsi diversa da tutti, per sentirsi unicamente se stessa.
S.R
(Come Primavera per le farfalle)

giovedì 17 settembre 2015

"IL MAGO PASTICCIONE E LE LETTERE DELL'ALFABETO" di Antonia Romagnoli (Recensione di Lisa Molaro)

RECENSIONE

Il mago pasticcione e le lettere dell'alfabeto 
Autore: Antonia Romagnoli

Illustrazioni: Elena Saliani

Quella che ho dinanzi agli occhi è la copertina di una storia per bambini, la copertina è come l’uscio di una casa che ancora non conosciamo, in cui stiamo per entrare e quindi è fondamentale per convincerci o meno a mettere la mano sulla maniglia, abbassarla e entrare in un mondo che non conosciamo!
In questo caso i tanti colori che esplodono fuori e dentro un capiente sacco arancio mi fanno subito pensare che quanto nascosto dietro la “ porta” sia allegro e vivace..ok! Tanto mi basta per provare a ritornare bambina …giro la copertina e ….patapaf…la formula magica del mago ( che vuol elevarsi a maghissimo grazie ad un incantesimo che va oltre le proprie forze ) mi ha già ipnotizzata!
Mi ritrovo così, detto fatto, ad assistere alle buffe peripezie di un magone dalla lunga barba bianca che si pettina con una E e lo fa a volte con sbadatezza, quasi fosse un rituale antistress ( anche i maghi sono stressati, questo mi consola!! )
Non voglio anticiparvi molto sulla storia perché mi piace l’idea che essa stessa vi sorprenda, vi stimoli l’immaginazione ( chi ha detto che è utile solo ai bambini, la fantasia ? ), vi dico però che lo stile con cui è stata scritta ricorda molto le rappresentazioni delle recite scolastiche, il ritmo veloce, semplice e chiaro, ricco di descrizioni costruite ad arte, mi ha permesso di leggerla recitandola, immaginandomi tutto quel pandemonio che combinava questo Mago bislacco e pasticcione appunto! Il bellissimo lavoro di Elena Saliani, l’illustratrice che ha fatto i disegni del libro, non è stato che una conferma a quello che di volta in volta io mi immaginavo leggendo; certo, io in teoria sarei un’adulta ma per i bambini sarà di rilevante importanza guardarli, prenderne spunto per rifarli o disegnarne di propri e fissarne l’immagine nella mente associandola alla lettera di volta in volta coinvolta! Eccomi arrivata al punto serio della questione: l’importanza e l’utilità di questa storia all’interno di un percorso educativo ( già peraltro sperimentato nelle prime classi di una scuola piacentina ), conoscere le lettere dell’alfabeto, imparare a giocare con loro e con la fantasia, rendere VIVO l’italiano e non lasciarlo semplicemente educato e composto, in fila, in un bel corsivo inglese copiato dalla lavagna (grafia importantissima ma non esclusiva ) ..e perché poi non giocare anche con quelle lettere? Penso inoltre ai bambini dislessici e all’importanza figurativa del caso, trovare percorsi inusuali, associare figure e forme a concetti e nozioni, ormai è risaputo è questa la chiave da usare! Ci sono persone dislessiche che si sono laureate con lode, associando ad ogni concetto un gesto o una figura! Prima di pensare alla laurea partiamo dalle basi, impariamo l’A B C ..arrivando magari fino alla Z ! Giochiamo con la A in qualsiasi modo la si voglia scrivere, disegnare, romanzare !! Chi di noi, nella sua vita, NON ha mai fatto i piedini alla prima lettera dell’alfabeto?
Da bambini o da adulti, magari scarabocchiandola su un foglio mentre siamo impegnati in una telefonata lunga?? Chi ? Chi è senza peccato scagli la prima pietra…eventualmente arriverà poi il mago pasticcione ad aiutarvi a ritornar bambini e se le sue capacità dovessero tramutarvi in palloncini non temete, arriverà la maga in rosa a farvi ritornare in voi! I bambini a cui verrà letta questa storia , sgraneranno gli occhi..lo so! E gli adulti mentre leggeranno penseranno: “ ma tu guarda questa scrittrice, che fantasia!!!” 
Ma la scrittrice non è una donna qualunque che si è improvvisata cantastorie..eh no!! È una scrittrice titolata che, grazie ad altri suoi libri, è stata Finalista al Premio Galassia 2006, ha pubblicato con varie case editrici, ha partecipato a varie antologie, ha curato, con l'editrice Solange Mela la collana Pergamene per la Scuola, ha collaborato con il quotidiano “La Cronaca di Piacenza”..insomma…sa bene cosa e perché scrive!
Per quanto mi riguarda, mi divertirò un mondo a giocare con mia nipote leggendo questa storia che suggerisce varie attivita!!

ANTONIA ROMAGNOLI



"BENVENUTI NEL MIO SALOTTO" di Emma Fenu



Benvenuti nel mio salotto.
Guardatevi pure intorno, è anche casa vostra. 
Nel giro di pochi minuti capirete che si tratta di uno spazio magico, in cui tutto subisce una continua metamorfosi. A volte vi troverete nella sala da ballo del castello fiabesco di una principessa; altre nell’antro oscuro e fumoso di una strega; altre nel bosco incantato di una fata; altre in un angolo di una sala da tè anni trenta; altre in un harem di stoffe damascate e di tappeti pronti a prendere il volo.
Ciò che resta fisso e invariato è il divano, nel quale varie ospiti, in carne o spirito, mi concederanno l’onore di una visita, per raccontarsi a me e a voi.
Non vi resta che iniziare leggere e le parole, una dopo l’altra, diverranno suoni, e il dialogo avrà davvero inizio.

La prima Donna che varca la soglia di questo non-luogo immaginifico, viene direttamente dal Naturhistorisches Museum di Vienna. È la Venere di Willendord, undici centimetri di altezza in pietra calcarea, risalente al paleolitico. Il viso non è definito in lineamenti, i seni sono otri gonfi di latte, il ventre prominente la identifica come Dea della fertilità da cui tutto prende vita: uomini, animali, alberi, frutti e cereali. Ma ciò che la contraddistingue maggiormente, e che sarà argomento di questa dissertazione, è la vagina scolpita con preciso intento e l’ocra rossa, allusiva al sangue mestruale, con cui fu pittata.
Non è certo sfoggio di bon ton mostrarsi senza veli in un salotto di signore per bene, penserete. E, invece, la grandezza e il potere della femminilità temono odierne immagini strumentalizzanti, da bambola - oggetto, ma si nutrono di memorie sacre e ancestrali, quando Dio era Donna e la vagina non era tabù, ma sacro simbolo di vita. 
Vi era un tempo e un luogo in cui essere donne non era condanna all’inferiorità e alla reclusione, mentre gli uomini rapivano prede di guerra e sul loro corpo stabilivano alleanze e negavano loro voce, se non entro la prigionia di un focolare dorato, perché il mondo, con la politica, la letteratura e la scienza, era predominio del maschio. Un maschio cresciuto nella paura di una vagina “dentata”, che porta alla perdizione e alla morte, sulle orme nefaste di Eva, la tentatrice madre di tutte.
Vi era un tempo e un luogo in cui essere donne conferiva un sacro potere apotropaico, per cui era lecito e ritenuto cultuale mostrare gli organi genitali ai campi in attesa di essere arati o ai mari burrascosi avari di pesci o ai demoni in cerca di anime da irretire. 

Questa esibizione, che in alcuni contesti contadini si è protratta fino alla metà del secolo scorso, fu definita dai greci anasyromai e perfino Erodoto si soffermò nel descriverla, con toni che eludono totalmente quanto oggi potremo, invece, definire pornografia. 
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EMMA FENU

mercoledì 16 settembre 2015

"QUELLE MANI" di Pasquina Filomena



QUELLE MANI

Quelle mani
che stringevano i miei fianchi
così delicatamente,
facevano esultare il mio corpo
dondolandomi nei pensieri.
Quel corpo ormai fermo da tempo,
in un tempo,
che non è mai stato tempo.
Perché scorre così a raffica
da ignorare il voler farlo volare ancora,
senza lasciarlo mai andare.

PASQUINA FILOMENA

"SI CHIESE COME SE PASSASSE NELLA TESTOLINA DI UN PASSERO" di A. Buttus



"Si chiese cosa passasse nella testolina di un passero. Si rispose che probabilmente non se ne faceva di pensieri. Una mente grande come un semino che non produceva coscienza, che lasciava scorrere la vita con la sola inibizione dell'istinto, giudice imparziale e spietato carnefice. 
Gli uomini l'istinto l'avevano imbrigliato e solo sparuti scossoni lo liberavano dalle redini cui lo soggiogava la ragione. La gente frenava, rallentava, soppesava, analizzava, vagliava, decideva, valutava e infine agiva. Isa desiderava cominciare dall'azione, eludere la zavorra e saltare, correre e ballare, perché i ricordi si affollano solo dopo aver compiuto; non basta l'intenzione, non è sufficiente il desiderio.
Fare! Il verbo per eccellenza. Essere e avere Isa li lasciava volentieri agli egocentrici e agli spilorci. Lei era discepola del fare, parolina composta di due semplici sillabe, al tempo stesso note, che melodiavano il movimento dell'intero pianeta."

A. Buttus

"LE TUE DITA" di Luisa Simone



Le tue dita

Ti amo quando soffia
Il vento.
E mi sfiora la pelle..


Come le dita delle tue
Mani..
Delicatamente. .

Leggere..

Si insinuano..
Piano..
Eccole ..

Le sento..
Mi stanno
Percorrendo
il corpo..
Lentamente

Ti guardo..
Vorrei fermarti..
Ma non ce la faccio
Ti desidero

Le tue labbra
Sì avvicinano"

Mentre le dita
Continuano..
La loro..
Corsa
Verso
Il mio piacere

Adesso ti vedo..
Sfocato. .
Adesso..
Tutto è
Annebbiato

Senti..
Come
Scorre..
Il mio fiume...
Intenso..
Liquido
Caldo..
Leggero.

Il sogno è
Terminato

Tu mi guardi
Felice..

Adesso che
osservi il
mio viso
Disteso

Non possono
Che parlar
D'amore.
I miei tratti
Rivolti
Verso il sole.

Le tue dita..
Adesso..
Come piume

Sfiorano
Le mie
Labbra.
Rosse. .
Umide
Bagnate..
Dal dolce
Mistero.

. .adesso è tutto piu'
Vero

Sento..
Di amarti
. Amarti
Davvero

(Luisa Simone)

"VITE DI MADRI" di Emma Fenu (Recensione di Marilena Viola)



VITE DI MADRI di Emma Fenu
Recensione di M. Viola

Tema importante,linguaggio colto,uso della parola fluido e coinvolgente.
Cattura, la lettura di Vite di Madri, sin dal primo colpo d'occhio. E intriga. Si vuole andare avanti per scoprire,come in un romanzo d'avventura,le "avventure" delle anime,delle persone,della moltitudine di donne di cui Emma stessa fa parte,sia come sesso,sia come compartecipe di una problematica fisica comune!
La storia:
12 donne (numero sacro,esoterico,arcaico,citato in fonti come l'Apocalisse!)si raccontano spontaneamente,affrontando la tematica della Endometriosi e altre problematiche connesse all'essere appunto 'donne'(violenze domestiche,alcolismo ed abbandoni...) dal di dentro,creature ferite ma forti,non sconfitte,anime combattive.
Tutto ha inizio nel "salotto" virtuale che Emma ha allestito per incontrare,tramite il bianco di uno schermo,visi e voci anonime,sedute ad un ideale tavolo rotondo,davanti ad un the fumante a raccontarsi, sviscerarsi, liberarsi di storie e paure.
E seduti allo stesso tavolo rotondo anche noi lettori,sorbendo tranquillamente il the con loro,le ascoltiamo!
La prima a parlare è Serena che ci fa un ritratto di Emma dolce e pieno di sfumature che ci consentono di conoscerla,così, già dalla carta!
Poi è la volta di Emma stessa che,in un mix di coraggio e di schiettezza,ci parla di sé e della storia della sua famiglia,storia strettamente legata al tema trattato.
E così via,di seguito,le 12 storie di vita,una più sofferta e vera dell'altra,intrise di realtà cruda e violenta,ma mai lacrimosa.

La "Poesia":
Già dalla prefazione,curata da Amedeo Bianchi,si muovono con deciso incedere i primi passi poetici dell'opera:
" Se qualcuna delle mie povere parole ti piace
e tu me lo dici
sia pur solo con gli occhi
io mi spalanco
in un riso beato
ma tremo
come una mamma piccola giovane
che perfino arrossisce
se un passante le dice
che il suo bambino è bello"
(Antonia Pozzi,Pudore,1933)

Si mescolano le citazioni poetiche d'autore continuamente alla narrazione quasi a renderla eterea e sognante come la Poesia e con l'intimo inconscio desiderio,credo,dell'autrice di ricordarci che la vita è tutta un susseguirsi di 'momenti',belli o brutti che siano ,ma tutti riconducibili al nostro sentire,a come li percepisce l'anima,a come li accoglie e li metabolizza.
Emma la percepisce la 'poesia' dell'attimo e la fa sua,la interiorizza fino a plasmarla ,a renderla simile a qualcosa di roseo,di leggero,che sa di amore intenso e profumato:
"......ci rincontrammo in una stazione del Sud Sardegna,illuminati dagli ultimi raggi del sole che cedeva al tramonto,e le nostre mani,avvolte attorno al viso dell'altro,parlavano,nel silenzio delle bocche,dell'euforia di un nuovo inizio."

Il suo è "il tentativo caparbio di dare voce ad una minoranza......" perché, come dice Isabel Allende "Siamo legati da infiniti fili sottili,facili da recidere a uno a uno,ma che essendo intrecciati tra loro formano corde indistruttibili"!!!!

Interviene William Shakespeare a completare l'immagine che Emma ci offre della donna,ad innalzare,con l'autrice,un piedistallo per questa creatura:
" Per tutte le violenze consumate su di Lei,per tutte le umiliazioni che ha subìto, per il suo corpo che avete sfruttato,per la sua intelligenza che avete calpestato,per l'ignoranza in cui l'avete lasciata,per la libertà che le avete negato,per la bocca che avete tappato,per le ali che le avete tagliato,per tutto questo:
in piedi,Signori,davanti ad una donna"!!!!!!!!!

Emma ,narratrice poetessa dell'anima e dei suoi meandri,è in analisi con sé stessa senza essere distesa sul sofà dello psicanalista,ma semplicemente ascoltando e parlando con gli altri ...."stavo liberando dalla prigione della coscienza,immortalandolo nero su bianco,chi,realmente,ero e sono.
Ma soprattutto,non ero più in grado di leggere solo libri,ma anche animi!"

E concludendo con Andrea G.Pinketts:
"È bello leggere le persone.......Ogni ruga una riga,ogni smorfia un epigramma,ogni sbadiglio un aforisma scontato.
Le persone sono una biblioteca pubblica. E non lo sanno!"

EMMA FENU


"FRA INFINITI CUORI" di Edmond Dantes

Fra infiniti cuori
ho scelto il tuo.
Assente
Sofferente
Dimenticato
Muto
Perso
Abbandonato
Incredulo
Timido
Assorto
Debole
Sfiduciato
Anestetizzato
Sanguinante
Divelto
Confuso
Stordito
Depresso
Chiuso
Imbarazzato
Discreto
Sonnambulo
Onirico
Silenzioso
Contorto
Nascosto
Deluso
Scontento
Provocatorio
Seducente
Ma vivo!!!

EDMOMD DANTES

"LA LUCE IN FONDO ALLA STRADA" di Santina Gullotto



LA LUCE IN FONDO ALLA STRADA.

Quel raggio di sole che abbaglia
tra gli alberi in fondo alla strada...
T’invita a sperare che il giorno a venire
sarà luminoso e sereno...

Attorno le piccole nubi,
come batufoli di soffice
e bianco cotone,
presagio di pioggia imminente
smentiscono il forte e debole sole...

Domani sarà un altro giorno,
di pioggia, battente o di sole...
Ma niente è scontato e sicuro,
se non lo vorrà il Creatore...

Chi credi di essere tu, uomo
per sapere se piove o c’è il sole,
per aggiungere un giorno al tuo esistere,
che non è in tuo potere sapere
quel che del tuo domani sarà...

Santina Gullotto.

"DEDICATO AL SORRISO DI JENNY" di Gianna di Carlo

DEDICATO AL SORRISO DI JENNY
Sei nella luna che illumina la notte.
Sei nei primi raggi di sole
che filtrano dalle persiane chiuse.
Sei in ogni angolo della tua casa.
Sei vicino alla tua mamma.
Sei vicino ai tuoi cari.
Sei nel sorriso di un bambino.
Sei in un fiore appena sbocciato.
Sei nell'abbraccio della tua mamma
cullata ed amata.
Ora sei felice dolce Jenny
puoi ridere, correre, giocare,
ballare, cantare in quel
bellissimo prato di girasoli
che tu amavi così tanto.
Ciao dolce Jenny

GIANNA DI CARLO

"DUE SONO LE PAROLE SCIALACQUATE" di Roberta Manzin



Due sono le parole scialacquate.
Spesso per impeto o eco.
Talvolta per inerzia o richiesta.
Anche per inettitudine o estetica.
Mai per coerenza.
Ciò che è sacro ha fame di costanza.
Dire Ti Amo è una responsabilità
Dirsi Ti Amo è un atto di fede.

Roberta Manzin

"SONO SEDUTA" di Laura Gismondi

Sono seduta
sul bordo del marciapiede
Le auto sfrecciano
Lasciando una scia
di luci e colori.
Mi perdo nei pensieri
che girano nella mente
Tumultuosamente
come uno stormo degli uccelli
che vola vorticosamente
senza meta.
Sento sul mio viso
la delicatezza delle tue mani
morbide.
Le tue labbra sfiorano le mie
e tutto improvvisamente
si dissolve
nell'ebrezza dell'amore.

LAURA GISMONDI

"UNO SGUARDO OLTRE" di Laura Gismondi



Uno sguardo oltre

Uno sguardo oltre

i confini della ragione


oltre il buio della notte.

Scoprire un nuovo giorno

con i colori dell'illusione

e i suoi profumi.

Uno sguardo oltre

ogni dubbio

ogni sussurro

perché in ogni lacrima

riflette la tua immagine

fedele al mio sentire

eterne nei suoi tratti.

Uno sguardo oltre

i pensieri piu' intimi

i sogni più colorati

e apprezzare

ogni cosa

intorno e dentro te.

LAURA GISMONDI

martedì 15 settembre 2015

"TI HO AMATO SENZA VIVERE" di Giuseppina Vitale

Sinossi:

TI HO AMATO SENZA VIVERE

Matteo e Giada sono stati in classe insieme al liceo. Lei innamorata persa, lui confuso e scostante. Dopo anni di malintesi, battibecchi e sentimenti non corrisposti, Giada avrà la sua notte d'amore con il suo bello ma purtroppo non sempre certe storie sono destinate a decollare. Il destino beffardo farà incrociare di nuovo le loro strade cinque anni dopo quell'addio velato dalle lacrime. Teo è il migliore amico di Antonio, l'attuale fidanzato di Giada. Perché era sparito nel nulla chiedendole di dimenticarlo? Cosa succederà ora?

GIUSEPPINA VITALE


lunedì 14 settembre 2015

"COSI'" di Marilena Viola



COSI'

La pioggia sta bagnando i muri di queste case
e sembrano esseri morenti
tanto sono grigi,
tanto sono scuri.
La pioggia degli innamorati,
quella dell'ombrello in due,
no,
non è questa,non è di ora.
Mi è piaciuta un tempo,
non ne avevo paura.
Ora mi fa freddo,
ora mi raggela.
Questo cielo di ferro
che non dice niente,
che non mi dice più niente,
è chiuso,è serrato per sempre.
E nero e grigio e color petrolio
e colore di umido e color calce
e foglie morte
è tutto quello che vedo.

Mentre da qui,proprio da qui,
un tempo vedevo le case camminare
e le nuvole parlare
e il cielo aprirsi
e quell'albero lì come una chioma fluente.

Adesso le case sono scatole,
sono cocci pieni e inanimati.
Questo autunno è diverso:
forse è l'autunno della mia primavera.

M.Viola

"AMAMI ADESSO" di Pasquina Filomena



AMAMI ADESSO

Amami adesso
con la mente distesa al sole,
con gli occhi rivolti al domani
e le gote marchiate di donna.
Amami adesso
con la pelle indurita dal tempo
e con il cuore sbiadito nel vento.
Amami adesso così come sono,
perché è la parte più vera di me.

PASQUINA FILOMENA

"DOLCE AMARO" Rosalba Vangelista



Dolore amaro

Tu la conosci
la mano fredda ed umida della morte?
La cerimonia dell’odore acre ed intenso dei fiori
che ricostruiscono
l’ultimo e doloroso giardino della tua esistenza.
È un dolore amaro
bagnato di lacrime
quello che ti accompagna verso l’ignoto,
verso quella dimensione che in realtà
non osiamo contemplare.
Sarà tenebra o luce?
Sarà il nuovo o il nulla?
So solo
che io sarò con te
negli spazi infiniti di qualsiasi luogo in cui
la tua anima si poserà.

Rosalba Vangelista

"L'INCOSCIENZA DEGLI EVENTI..' di Edmond Dantes

L'incoscienza degli eventi
trapela
nell insoddisfazione e
s infila nell anima
scolorandola.
Registi della nostra vita
riprendiamo
km di pellicola
creando l illusione luminosa
dell accontentare
i sentimenti sbandati.
Ma poi qualcuno,
ci scopre.

EDMOND DANTES

"LETTERA A UN BAMBINO MAI NATO" di Oriana Fallaci (Recensione di Luca Paganucci)



Pubblicato nel 1975, "Lettera a un bambino mai nato" suscitò molto scalpore.

In questo breve volume l’autrice dà voce ad una donna incinta, che intraprende un dialogo con l’essere ancora informe che porta in grembo. È una storia triste, in quanto fin dalla nascita il “bambino” (così lo chiama l’Autrice, benché neanche sappia se si tratti di un maschio o di una femmina) si ritrova orfano di quel padre che lo ha abbandonato ancor prima che crescesse nella pancia della mamma.

Se nella prima parte la Fallaci si ritrova a parlare con questo bambino, cui ha già acquistato il corredino e il lettino, e di cui – in più di un’occasione - fa conoscere al lettore l’andamento della sua crescita nella pancia, nella seconda si ritroverà ad essere accusata di aver ucciso l’esserino che portava in grembo; a questo punto l’Autrice porta chi legge ad assistere al processo intentato contro di lei , ad ascoltare le arringhe del Pubblico Ministero e della Difesa. Da questo processo, ad un certo punto, emergono due voci: la prima è quella disperata della madre; poi c’è quella del bambino. Ciascuno dei due espone le proprie ragioni, le proprie scuse, pone i propri interrogativi. Lascia di sasso l’ultima affermazione del bambino: «Io non vedo perché avrei dovuto uscire dal nulla per tornare al nulla.»

È un libro non facile questo della Fallaci, in cui il lettore – uomo o donna che sia – deve fare inevitabilmente i conti con l’essere donna, calandosi nella parte (se si tratta di un uomo) di una donna, e delle responsabilità cui questa deve farsi carico. Sì, anche la responsabilità di mettere al mondo un bambino, come nel caso della protagonista.

Consiglio la lettura anche agli uomini.

ORIANA FALLACI

domenica 13 settembre 2015

"I MIEI OCCHI" di Luisa Simone



I miei occhi

Sì. ..
Posso..


Chiudere.

I miei..
Occhi..


Spesso..

Col sonno.

Allora..
Riposo..

Perché. .
Non osservo..
La gente...
Nel mondo.

La loro
cattiveria.

La loro..
Voglia..
Solo..
Del mio
corpo.

Ma quando
loro
. sono
Aperti.....

I miei occhi..
Sai....
Non....
dimenticano.

Inutile..
Che ti affanni..
Per
Interessarli.

Abbi..
Paura..
Dei..
Miei occhi..
Mondo...

Vedi..
Come ti
guardano...

Assorti.....
I miei..
Occhi.

Loro...
Assorbono..

Questo..
Dolore .....
Ma...
Non
Si
vendono..
No....
Non ci ......
provare.

Continua..
Pure....
A farmi..
Del male.

Loro...
Sono...
Gemme
preziose..
Che tu...
Mondo..
.........

Non riuscirai
. Mai a
Comprare.

......... .


(Luisa Simone)

"UNA TAVOLA DA SURF DISMESSA" di Roberta Manzin



Una tavola da surf dismessa. Il mare silenzioso. Sulla battigia, asciugamani disponibili. Una coppia trattiene l'ultimo calore generoso, di settembre. Il vento è ancora incerto. Due gocce di pioggia fanno selfie mentre planano sulla quiete. Al baretto, rallentate voci suonano musiche che anticipano cadute del tempo. Le felpe indossate brontolano stonature di pelle.
C'è stato un giorno in cui ci siamo promessi l'amore, scottando il cuore. Solidificato in una stagione -senza più stagione- in un anello di eternità.
Ecco perché, nonostante oggetti, contesto, attimi, persone possano mutare stridendo o adattandosi al tempo delle stagioni, noi due resistiamo. Immutabili, nel segreto della vita sentimentale.

Roberta Manzin

sabato 12 settembre 2015

"FELICE" di Luisa Simone



FELICE


Lasciatemi..

Felice..

Di respirar.....
La vita...


Voglio esser..

Felice. .

Di sentirmi

. Viva..


Voglio..

avvertir....

Il freddo..

Il vento

Il caldo..


. Voglio..

Sentir..

I brividi..

Di lui..


Mentre..

Mi sta"..

Amando.


Lasciatemi..

Felice..


Di gustare...

Un gelato


. Felice...

Di sentirmi..

Sempre..

Bambina..


Anche se i miei..

Giorni..

So"..

che .....

finiranno.


Felice

.di aspettar.....

La luna..


Come ogni

Notte.

Felice...

Di poter..

Contare..

Le stelle

.. ancora..

Tante...

Volte.


Felice..

Di aspettar..


L'alba di un


Nuovo

giorno.


Come fosse..


Sempre.....

Uno splendido. .

...............

REGALO

...

Un.

.inaspettato. ....

DONO

......



(Luisa Simone)

"LASCIAMI LIBERA" di Luisa Simone



Lasciami libera

Lasciami..
Libera..
Di assaporare..
Il vento. .


Lasciami libera..
Di volar...
Dove..
Non pensa ..
lo sguardo.

Lasciami libera..
Di poter..
Sperare..

Di trovar..
Laggiu"..
Il mio
paradiso...

Lasciami..
Libera. .

Di..
Poter...
Decider
..........
Finalmente
Io
Per..

IL MIO........
DESTINO. ..
.........

.........
(Luisa Simone)

"SIRIA" di Lia Jonescu

Siria . Cade la storia e brucia le colonne offese i corpi mutilati i bimbi attoniti e straziati . I cuori stretti nel dolore gli occhi bruciano con le verdi colline e il blu delle moschee . Le armi intonano il canto atavico dell'odio misto alla polvere dorata del doloroso deserto . Le donne la pelle di seta le madri gli occhi bruciati le bimbe violate i neri corvi dell'eccidio . Urliamo il nostro dolore è il mondo con animo perso nell'orrore ma intorno tutto è sordo.

LIA JONESCU

venerdì 11 settembre 2015

"LADRA DELLA NOTTE" di Roberta Manzin



Ladra della notte
migro verso un inusitato destino.
Mi attende un giaciglio
Ascolto
Pazienza
Cura
Amore
lo abitano.
Per lenire lo smarrimento.
Per fidarmi del domani.
In un presente privilegiato.
Di coraggioso sollievo.

Roberta Manzin

"L'ACQUA CHETA LASCIA IL SEGNO" di Santina Gullotto

L’ACQUA CHETA LASCIA IL SEGNO

Scorre lenta, calma e tranquilla...
L’acqua cheta la mente forvia,
apparenza di calmo fluire,
nel suo fondo non c’è chiarezza
in quell’acqua che non traspare....
Tutto sembra calmo e sicuro,
solo parvenza, mentre scava
profondo quel solco in quel cuore
che a tutto credeva...
Nel suo scorrere lento,
porta via piano, piano
quei granelli di vita rimasti
impigliati alle rocce con forza,
con la voglia di sopravvivere....
L’acqua cheta lascia sempre
quel segno indelebile della sua forza,
nella valle lì dove passa,
lascia un solco profondo e crudele
che il tempo non può cancellare,
ne cambiare e ne sanare....
Santina Gullotto.
diritti riservati.

"SE CAVALCO LE TUE PAROLE.." di Roberta Manzin



Se cavalco le tue parole
-serafico sapore di fiele-
disarciono il mio intercedere
Se abbraccio le mie paure
-sensibili serramenti d'amore-
custodisco il mio cuore

L'impossibile ha in serbo la sorpresa. Che ancora non conosco. Ma intuisco..........

Roberta Manzin

giovedì 10 settembre 2015

"PATTO ETERNO" di Lina Mazzotti



Patto eterno

Radunò i cuori doloranti
nelle mani congiunte a preghiera
li pose
quasi utero caldo e nido benevolo.
Dentro quel focolare
un fiato di tizzoni e parole
di speranza diceva.
Alla fine del tempo
nell'aprire quel guscio amoroso
verso il cielo
si levarono in volo.
E il soffio dei cuori
si portarono il primo sguardo
con l'anima perfino sospesa.
Restò a braccia aperte
dalla profondità
della terra
come pregasse
in attesa di un nido
sulla mano.
Ma circondata
da un cielo viscerale
con mille occhi complici
che illuminano la storia
di palpiti trasfusionali
creando un patto eterno.

LINA MAZZOTTI

"IL PATTO" di Maria Pace (Recensione di Anna Profumi)



La mia recensione del libro “IL PATTO”- Romanzo storico fantasy di Maria Pace– Edito Dicembre 2014.

La scorrevole scrittura di Maria Pace, attenta studiosa dell’epoca medioevale, si conferma ancora una volta elemento di punta in questo suo nuovo romanzo di ambientazione storica nell’Italia del XV secolo, caratterizzato da lotte senza quartiere, da violenze e soprusi, ma soprattutto da congiure di ogni tipo da parte dei signori dell’epoca per affermare il proprio dominio su altri.
Raniero Pisano, il protagonista di questo libro, è un giovane cavaliere di nobili origini, l’eroe errante, che scampato fortuitamente alla strage della sua famiglia, decide di vendicare la morte del padre Gianciotto affrontando avventure e pericoli d’ogni sorta.
Tra un inseguimento e l’altro, Raniero, cavalcherà in molte occasioni fianco a fianco con “la Signora dalla Falce”, pronta a condurlo a se. Pur di riuscire nel suo intento egli non si fermerà di fronte a nulla, e l’incontro ravvicinato con il soffio gelido della morte, gli consentirà di siglare “un patto diabolico” per portare a compimento i suoi piani. Allora, e solo allora egli sarà pronto a ricevere “Comare Secca”, e sciogliere quel debito a suo tempo contratto.
L’amore che lega Raniero a Beatrice, pupilla di Galeazzo Pisano, suo acerrimo nemico, è il motivo conduttore di tutto il romanzo. Le descrizioni particolareggiate, l’accurata caratterizzazione dei personaggi, ci proiettano in un contesto storico indubbiamente lontano dal nostro, ma non certo privo di un suo fascino. Via, via lo scorrere del racconto, avremo modo di conoscere altri comprimari, tra cui il brigante Spaccamontagna, singolare figura di bandito con una sua integrità morale, ed il capitano di ventura Tristano Sforza, figlio illegittimo dello stesso Francesco, le cui mire sul Ducato di Milano si fanno sempre più pressanti. Lo stesso Tristano apprezzando le doti di cavaliere di Raniero, lo vorrà accanto a se per svolgere una delicata missione diplomatica nella Venezia dei Dogi.
Di tutti questi personaggi condivideremo l’ umanità, i tormenti, le passioni, grazie ad una trama ben articolata che pagina dopo pagina saprà tenere sempre vivo l’interesse del lettore. La vita e la morte si sfideranno più volte in un immaginario duello,tra bene e male, poiché la sete di giustizia del protagonista non conosce limiti. Con suspense inaspettata, Maria Paceriuscirà a sorprenderci fino all’epilogo del romanzo,che lascio naturalmente al piacere dei lettori.

MARIA PACE


"LA DECIMA LEGIONE - PANEM ET CIRCENSES " di Maria Pace (Recensione di Anna Profumi)



Romanzo di Maria Pace “LA DECIMA LEGIONE – PANEM ET CIRCENSES “– Volume I -
Recensione di Anna Profumi

Una narrazione di lungo respiro quella di Maria Pace nel romanzo La Decima Legione. Rigoroso approfondimento storico, trama appassionante, uno spaccato dell’ Urbe d’epoca imperiale.
Correva l’anno 882-883, il 68-69 dell’era cristiana, l’anno più lungo di tutta la storia dell’antica Roma, che vide la cruenta fine di ben quattro imperatori: da Nerone a Galba, da Otone a Vitellio. Il romanzo è ambientato proprio in quel periodo che fu teatro di violenze, di congiure e di persecuzioni. Il Cristianesimo, dottrina di pace e di uguaglianza tra gli uomini, predicata da un nazareno crocefisso quasi 30 anni prima, cominciava a fare i suoi proseliti. Questa nuova religione, la “setta”, così come veniva definita ai tempi , costituiva una seria minaccia alla solidità dello stato romano che sulla ferrea disciplina militare, sulla stretta osservanza delle leggi (dura lex sed lex), sul culto pagano e sull’adorazione come divinità dello stesso imperatore, aveva edificato i “i pilastri” di tutto l’Impero .
Il protagonista del racconto è Marco Valerio, “tribuno della Legione X di stanza in Giudea, inviato a Roma dal generale Vespasiano per valutare e riferire sulla situazione nella quale sta precipitando l’Urbe, quella che sarà chiamata Anarchia Imperiale. Dopo il suicidio di Nerone, in ogni parte dell’impero, le legioni premono per affidare la porpora imperiale allo stesso Vespasiano…..”
Fulcro della trame, l’idillio tra il tribuno e la bellissima Lucilla di fede cristiana, figlia di quel Calpurnio Pisone che aveva capeggiato la congiura contro lo stesso Nerone e la feroce repressione che ne era seguita. Per lei Marco Valerio arriverà perfino a sfidare Cesare, di cui era stato compagno delle giovanile bravate. 
Popolano il romanzo, pretoriani, filosofi, liberti, giovani schiave, vestali, gladiatori, ritratti nella pienezza dei loro sentimenti, passioni, riscatti, in un girone infernale dove la vita di un uomo poteva valere solo qualche sesterzo ed “il panem et circenses”, le arene ricoperte del sangue dei gladiatori, costituivano il divertimento della plebe e servivano ad aumentare la popolarità degli imperatori.
Senza dilungarmi oltre nella narrazione, che lascio al piacere del lettore, vorrei evidenziare i numerosi termini latini del romanzo che permettono un approccio “reale” nella quotidianità dei personaggi e delle loro vicende. Una completa ed accurata topografia dell’Urbe ci consegnerà un “affresco pompeano” di indubbio interesse.

MARIA PACE

"ANIMA DA ASCOLTARE" di Luisa Simone



ANIMA DA ASCOLTARE

Sì. .
anche questa
dolce tristezza ....
Ha il suo fascino..

L'estate. .
Che ci lascia..

La spiaggia ancora. .
Vuota..

E sento..
Di più
'..il mare.

Il vento..
Mi solleva..
I capelli. .

La veste..

Donandomi"..
Un senso di leggerezza..

Di splendida. .
Intimista..
Presenza.

I gabbiani..
Volano..
Bassi..
Come adesso..
I miei..
confusi ..
Ricordi.

Osservo..
Il cielo..
Non proprio
Aperto..
Ancora piu'
Forte è. .
Quello
che sento.

Lambita..
Da acqua..
Mista
A ....
vento.



Mare ..

Tu .mi fai..
Sentire..

Tutto quello..
Che il mondo
Non potra' ...
mai udire..



Ti lascio..
Estate..

Ma verro"..
A trovare..
Spesso..
Il mare..


Mare..
Per me..
Vuol..
Anima...

ANIMA..

...................
Da ascoltare .
..........

(Luisa Simone)

"VITE DI MADRI. STORIE DI ORDINARIA ANORMALITÀ" di Emma Fenu (Recensione di Lisa Molaro)



Vite di madri. Storie di ordinaria anormalità 
Autore: Fenu Emma 

Questo che ho appena terminato non è un voluminoso tomo da mille pagine ma vi posso assicurare che di
emozioni, di spunti di riflessione e di rimandi per eventuali ricerche e approfondimenti ne ha ben forse più
di mille!!
Vita di Donne, vita che non evita!
L’autrice che si veste di bianco, che ama le rose romanticamente recise che mantengono la loro beltà
nonostante all’apparenza inaridite, petali che in vita hanno sfiorato morbidamente polpastrelli innamorati e
che ora si mantengono vivi grazie al ricordo del sentimento a loro legato; l’autrice che è Donna governata
da una sensibilità resa ancora più incipiente da ciò che ha conosciuto vivendo, provando, toccando,
scoprendo e parlando; l’autrice che è parole, parole sue che unite a parole di altri si trasformano in
fiumiciattoli desiderosi di trovare pace in un collettivo capace di diventare linfa, speranza..Vita appunto!
Molti lettori saltano la prefazione del nuovo romanzo che si apprestano a leggere andando a piè pari al
primo capitolo, in questo caso vi sconsiglio caldamente dal farlo: vi perdereste una prefazione che non si
limita ad essere tale ma che sembra quasi un primo capitolo, si tratta di una prefazione importantissima
affinché la lettura di ciò che la segue avvenga con lo spirito giusto; assieme all’introduzione dell’autrice ci
permette di togliere gli stivali sporchi di fango o le scarpe da ginnastica sudate e sporche dal troppo
schivare ostacoli e di indossare belle scarpe col tacco, scarpe rosa cipria, con un tacco dodici che in questo
caso è bello comodo perché non dovremo far altro che sederci su raffinate poltroncine di tessuto broccato,
dai motivi floreali, sorseggiare un buon tè in delicate tazze di fine porcellana e ascoltare l’aprirsi del cuore
di chi prima di noi, in quel salotto si è già seduto e aperto il suo cuore magari lasciando a tratti che lo
sguardo scivoli via, oltre le ortensie del giardino, oltre le rose che contornano il vialetto d’accesso, oltre i
gelsomini, oltre la pace!
Mentre leggevo ho pensato a Jung, a giare che nascondono tesori, a giare vuote, a giare nere decorate con
scene dorate, a giare sfavillanti e a giare rotte perché mani distratte come folate di vento le avevano fatte
precipitare a terra
Allora le dita distratte diventano la palla che Sisifo era condannato a portare in cima alla montagna,
facendola rotolare in alto in un movimento controcorrente, incessante, continuo; anelando una cima
impossibile da conquistare rimanendo fermi !
Donne come Terra fertile o arida, ma la cui linea di distinzione non garantisce tratto netto! La fertilità può
essere arida di sentimento, incapace di elargire amore mentre l’aridità può ricominciare a nutrirsi se anche
solo una goccia di acqua fresca le bacia le labbra assetate.
Acqua come sorgente, acqua delicata che pulisce o prepotente che sferza; acqua che come pioggia scende
sul viso di Biancaneve o sul viso della Matrigna.
Matrigna presente nelle favole come rappresentante del tabù della cattiva madre che nella realtà NON
PUO’ esistere; matrigna sempre vestita con colori eleganti, donna dal viso sempre perfettamente truccato,
dalle lunghe unghie sempre truccate, dai capelli quasi sempre nascosti, dalla figura quasi sempre snella,
alta e longilinea, spesso androgena.
Un libro, questo, che è quasi metaletteratura! Storie di figlie, di madri, di madri figlie e di figlie madri, di
surrogate, di protagoniste e di marginali che si alternano giocando dolorosamente a un-due-tre stella, a
nascondino o al gioco del fazzoletto.
Mentre leggo, la leggenda di Lamia si insinua nella mia mente e forse anche nella vostra, rimandando a
gelosie, a frustrazioni, a cattiverie prime subite e poi inflitte, come cercando uno stupido equilibrio tra il
dolore ricevuto e quello dato .
Libro di ghiaccio e di neve.
Le parole scivolano su una patina gelata, ghiaccio come simbolo negativo perché pericoloso, scivoloso,
capace di scottare, di tagliare e neve in contrapposizione con la sua morbidezza, col suo candore, con la sua
luce accecante; il fiocco di neve però è fatto da cristalli di ghiaccio che nonostante nel nostro immaginario
collettivo siano sempre belli, simmetrici e magicamente identici ( e appenderli all’albero di Natale rende
subito calda l’atmosfera ) sono invece in natura diversi gli uni dagli altri.
Ecco, secondo me questo racchiude il senso del fiocco di neve: morbido, bello, dolce..intenso perché
formato da molti cristalli diversi tra loro; me lo immagino scendere piano, aggiungersi, fondersi con quello
sceso proprio un secondo prima di lui, creando così mescolanze di identità, di voci, di cristalli di ghiaccio
perfetti che si fondono a cristalli che invece urlano la propria differenza con grida sorde che si ovattano nel
manto di un silenzio totale, capace anche di mettere inquietudine proprio perché , sebbene un buon
silenzio non sia mai stato scritto, la totale mancanza di suono racchiude voci di emozioni
Non è inoltre un caso che il ghiaccio possa anche diventare simbolo positivo, energia positiva che quando si
smussa, quando distende i nervi sciogliendosi (e di questo le leggende germano-scandinave sono
piene)rivela passaggi spirituali di crescita e trasformazione, di percorsi metabolici o catartici, guarigioni
fatte col sale che disinfetta una ferita aperta, messa sotto il bruciare del sole per coagulare velocemente il
sangue! Ghiaccio che si scioglie liberando ciò che ibernava
Ma in questo libro non tutto avviene subito, la palla di Sisifo non sempre arriva in cima in poco tempo e la
dea Era non sempre riesce nel suo intento!
Non è un libro di madri ma di ventri e di cuori; inutile nascondersi dietro un dito: non è un libro comico e
nemmeno una lettura da farsi veloce mentre distrattamente si guarda la televisione accarezzando il gatto!
Tutto però ha più punti di vista e più chiavi di lettura: Il dio Ganesha non è una donna ma ha un grande
ventre goloso e rotondo capace di elargire prosperità a chi lo venera! Partorisce benessere !
Prendete in mano, quindi, questo libro, sedetevi sulla poltrona di broccato, versatevi un sorso di tè alla rosa
canina, accavallate le gambe e giocando col tacco permettete a voi stesse di far compagnia alla vita di altre
donne che hanno bisogno di essere ascoltate oppure sentitevi voi, meno sole!
Forse il cuore si stringerà in una morsa, forse una goccia di tè rosso macchierà la vostra gonna bianca, forse
stringerete i pugni, forse piangerete…ma poi le lacrime si asciugheranno e vi sentirete FIERE di essere DONNE

EMMA FENU