Le consapevolezze peggiori sono quelle che la verità non ti fa mancare.
Continui giri di giostra hanno disegnato lo stesso solco. Le campane di un paese lontano rintoccano le stesse ore.
Passi svelti diventano lenti e poi si fermano. Increduli i piedi, zittiti dal nulla, ascoltano l indecisione del ripartire sconnesso e smarrito.
Un cielo assente, illumina vegetazione, prossima ad un letargo emozionale. Troppe foglie cadute ricoprono con garbo silenzioso umili confessioni.
Dal mare la voce di un io solitario e dolce che sa accarezzare ogni piccolo male.
Prossimo nell aria, un inverno complice di se stesso, s 'arrangia divertito con chi non lo accetta mai.
Raccolgo sassi levigati da un amore cieco che urta spaesato l orizzonte chiedendo:
Perché?
EDMOND DANTES
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