MI HANNO FATTO SEDERE QUI di Francesca Cuzzocrea
La storia di Francesca è triste come la pioggia, delicata come una nuvola, spaventosa come un temporale.
La storia di Francesca ha il suo arcobaleno di colori e sorrisi.
Cosa significa non essere più se stessi, perdere la cognizione del tempo, confondere i volti e non essere più padrone di azioni e parole? Andare lentamente alla deriva, a tratti consci della sofferenza che questa malattia, la demenza senile, provocherà non solo a noi stessi ma anche, soprattutto forse, alle persone che ci amano.
Il bozzo vuoto di una farfalla che è volata via, senza ricordare quanto è bella.
Francesca ha contrapposto con sensibilità e dignità il disagio e il rifiuto di Adele, la protagonista, alla rabbia e la frustrazione delle sue figlie davanti all’impotenza di aiutarla, all’accettazione di una via senza ritorno.
Accanto alla tragedia che si abbatte su quella che fino a poco tempo prima era una famiglia felice si affaccia una visione commovente, a tratti garbatamente umoristica della quotidianità nella casa di riposo.
In quel luogo, che per molti è soltanto un ammasso di anziani dei quali rimane poco più di niente, diventa teatro di voci e pensieri di coloro che credono di essere tornati giovani e nella più totale ingenuità e freschezza vivono il susseguirsi di giornate una uguale all’altra, che per loro ricominciano ogni paio d’ore, protetti dalla loro stessa condizione.
Può nascere una sorriso davanti a tanta sofferenza? Nel rispetto di quelle persone, vittime di una patologia tanto aggressiva e nella consapevolezza che sorridiamo della loro genuinità e nel ricordo di ciò che erano.
Per stargli accanto e superare il dolore non bastano coraggio e pazienza, il nostro cuore deve essere leggero, come il loro.
FRANCESCA CUZZOCREA
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