Questo blog raccoglie le poesie delle utenti del gruppo facebook "Letteratura al Femminile".
martedì 31 maggio 2016
"HO TRASFUSO LA MIA GIOIA.." di Edmond Dantes
Ho trasfuso la mia gioia
in un legame vagabondo
e la felicità dentro me impara
come viversi.
Eletto a questa affinità
il mio cuore si fa caleidoscopio
di sentimenti multipli
ma vorrebbe incontrare
la tua anima,
per me spiaggia e oceano.
Marina Roncaglio /Edmond Dantes
"MI BASTA" di Marina Marini Danzi
MI BASTA
E' bello sapere che ci sei
Al di la' di ogni cosa
anche se non lo sai
Sei come un fiore
Non vai messo in un vaso
Mi basta saperti
Guardarti come ogni cosa bella che colora il cielo
e riempire il mio cuore
del tuo meraviglioso profumo
Esistere, amare
e assaporare la vita
Questo e' tutto
Marina Marini Danzi
"IO SONO "SARA"" di Anna Maria Lombardi
IO SONO "SARA"
Io sono anche SARA
e tutte le donne maltrattate,
uccise,
per mano di quell'uomo
che non ama
e che ignora
che così facendo ammazza
una parte importantissima
dell'umanità
ed il femminino interno
di se medesimo.
Io sono anche Sara
e tutte le altre donne...
Non mi inginocchierò
ne abbasserò il mio sguardo
davanti al mondo,
neppure davanti a te uomo,
perchè non mi incuti timore
e neppure avrò paura mai di te.
Ti guarderò dritto negli occhi,
ti scruterò
dentro l'anima
ed in questo luogo ti parlerò,
ricordandoti per sempre
che IO SONO LE "SARA"
e che siamo esseri umani
uguali e liberi,
sebbene le nostre funzioni siano differenti.
Anna Maria Lombardi
"SI LIBERA...." di Antonella Di Pietro
Si libera,
prende forma,
gioisce,
scioglie il pianto,
annoda la gola,
culla l'emozione
la poesia!
È onda impetuosa,
carezza di primavera,
caldo sole d'estate,
notte di stelle che ammanta l'anima,
è uragano di passione,
fremito di pelle,
fermento interiore!
Angolo d'amore,
rifugio costante e vivido,
il verso nasce, colpisce e si placa
in chi lo genera e in chi sa accoglierlo!
Anto
prende forma,
gioisce,
scioglie il pianto,
annoda la gola,
culla l'emozione
la poesia!
È onda impetuosa,
carezza di primavera,
caldo sole d'estate,
notte di stelle che ammanta l'anima,
è uragano di passione,
fremito di pelle,
fermento interiore!
Angolo d'amore,
rifugio costante e vivido,
il verso nasce, colpisce e si placa
in chi lo genera e in chi sa accoglierlo!
Anto
"E SE PIOVE.." di Mirella Morelli
E se piove
Non c'è respiro che accarezzi
Il fianco
Vedi
Le gocce?
Sui vetri
Appannati
Ancora osano -
E rigano,
le gocce! -
Come pianto
Ma cosa dicono
Il vento
Solo sa
Il vento
Che scuote
L'animo
E lo percuote.
Ma allora chi
Sei tu che all'alba
Asciughi
Gocce e pianto in una
Esausta carezza?
Mirella Morelli
"RICORDO RICOSTRUITO" di Annalisa Fabbro
AMARCORD:
In questo caso non si tratta di un vero ricordo ma di un ricordo "ricostruito".
Una storia non personalmente vissuta ma appartenuta sicuramente a qualcuno.
Scesi lentamente, molto lentamente, dalla macchina.
Lasciai che l'aria gelida mi sferzasse il viso, come lama d'acciaio sulla pelle.
Guardai oltre il cancello chiuso, guardai quel lungo viale di terra battuta, guardai la siepe, i rami cresciuti selvaggiamente parevano farsi beffa anch'essi del tempo in cui tutto era stato perfetto.
Il mio sguardo si posò sulla casa.
Il dolore era ancora troppo forte, una pugnalata dritta al cuore.
Bella era ancora bella, solo che il tempo pareva averle conferito un alone di mistero rispetto a come la ricordavo.
Le imposte chiuse come palpebre adagiate dolcemente su grandi occhi malinconici.
L'edera, che un tempo ricopriva solo in parte una delle pareti laterali della casa, si era impadronita di quasi tutta la superficie del muro esterno giocando a nascondino fra le colonne sopra la scalinata d'ingresso.
Avrei voluto abbattere quel grosso lucchetto metallico che ostacolava l'ingresso cingendo le pesanti ante del cancello in ferro battuto.
Avrei voluto tornare indietro nel tempo, ritrovarmi di nuovo ad ascoltare le favole di fronte a uno dei grandi camini di pietra, sfogliare i libri custoditi gelosamente in biblioteca, ritornare a nascondermi mentre sentivo le voci dei domestici chiamarmi a gran voce, osservare estasiata mia madre mentre si pettinava i lunghi capelli seduta di fronte allo specchio della piccola toilette francese prima di recarsi a qualche festa o all'opera come spesso accadeva durante i fine settimana.
Ma sapevo che nulla sarebbe più tornato.
Non ero più la stessa persona di allora, avevo smesso di esserlo quel giorno in cui l'orologio di mio padre si era fermato, irrimediabilmente rotto dalla follia umana.
Si era fermato il tempo, lo spazio, tutto era stato avvolto da una grande bolla, come se l'aria improvvisamente si fosse consumata e noi avessimo trattenuto il respiro per non sprecare la poca aria che ci era rimasta rinchiusa nei polmoni.
Ricordo mio padre seduto composto sulla grande poltrona in velluto quel pomeriggio di fine inverno inizio primavera, stava leggendo il giornale con i piccoli occhiali d'oro calati sul naso, l'aria assorta e gli occhi che si muovevano velocemente sulle piccole lettere nere come carboni impresse sulla candida pagina.
Improvvisamente il suono squillante del campanello echeggiò nel grande salone, rimbalzò da una parete all'altra, sinistro presagio di una sciagura imminente che si sarebbe abbattuta di lì a poco sulla nostra famiglia.
Poi le urla sguaiate, cattive, lo sbattere rabbioso di porte che si aprivano e si chiudevano, comandi feroci gridati da una stanza all'altra finché eccoli tutti insieme irrompere improvvisamente dentro alla nostra stanza.
L'ultimo ricordo che ancora conservo nella mia memoria è quello di mio padre che appoggia il giornale lentamente sul tavolino di fronte a sé e si solleva piano.
In quel momento mi appare piccolo, quasi minuscolo, impotente nella sua fragilità di uomo inerme.
Viene spintonato in malo modo, mio padre inciampa, cade, gli sferrano un calcio, un lamento sommesso, urla, insulti, l'orologio si sfila, cade per terra con un tonfo sordo sul legno, qualche pezzo rotola lontano, qualcuno calpesta i vetri, improvvisamente i rumori si amplificano anche se sono sommessi, l'ora si ferma per sempre alle 17,10.
Non so dire quanto tempo rimasi nascosta dentro a quella piccola cavità celata dietro alcuni scaffali in cui mi aveva fatto entrare mio padre poco prima che arrivassero a prenderlo e da cui avevo potuto assistere a tutta la scena senza essere notata, forse ore, forse addirittura giorni.
La paura mi aveva fatto rimanere in silenzio, immobile dentro al mio nascondiglio, ora lo so, da quel nascondiglio non ci sono più uscita, lì ho lasciato per sempre il mio cuore.
Vagai impaurita finché venni notata da una donna, mi riconobbe, conosceva la mia famiglia, si ricordava di avermi vista spesso stringere alla mia piccola mano quella del grande professore, del grande medico, del mio adorato papà.
Mi nascose, lei che non era colpevole di essere ebrea, fino al giorno in cui un uomo mi prelevò dalla sua casa e venni imbarcata verso una destinazione a me sconosciuta e che solo più tardi compresi chiamarsi America.
Quando sbarcai avevo una nuova identità, non ero mai stata di religione ebraica.
ANNALISA FABBRO
lunedì 30 maggio 2016
"NUMBERS" di Vittoria Guglielmi
Ho bisogno di Numeri
per riordinare i Sogni
Elencare i Desideri
non trascurarne nessuno
Depennare il superfluo
Aggiungere Emozioni
Contare i Passi
Perdere il conto dei Respiri
Moltiplicare i Baci
Aggiungere Carezze.
VITTORIA GUGLIELMI
"PUPILLE PULITE" di Lina Mazzotti
Pupille pulite
Vago nel sentire
d'aromi profumi
di terra lontana
con il firmamento scoperto
di nuvole e vele,
l'orizzonte è pieno di attese
ma la rabbia sussurra il rancore
per il rifugio negato
il pianto purifica
il calice amaro
e le pupille pulite
guardano il cielo.
LINA MAZZOTTI
"MI VEDETE" di Gilda Jocle
Mi vedete?
Sono la donna che vola.
Sono il corpo che graffia a terra.
Sono la follia sciocca di
un passato
mio malgrado.
Il coraggio tiepido di stomaco.
Il monte a vetta di altezza.
Sono le ossa fragili delle mie
braccia infinite.
Il cuore che sbatte alle gabbie.
Gli occhi che luccicano
di grazia.
Rido per niente e
piango di pioggia.
Guardatemi
Sono nessuno
Immensa.
Gilda Jocle
"SPECCHIO NEL CIELO RIFLETTI SOSPIRI.." di Liliana Sghettini
Specchio nel cielo
riflette sospiri
lacrime nude e desideri.
Cattura ricordi,
lascia sgomenti
per troppi
e inutili turbamenti.
Resto inerme dinanzi
a me stessa
rifletto mia anima
assorta e mesta.
riflette sospiri
lacrime nude e desideri.
Cattura ricordi,
lascia sgomenti
per troppi
e inutili turbamenti.
Resto inerme dinanzi
a me stessa
rifletto mia anima
assorta e mesta.
LILIANA SGHETTINI
"LEI CREDEVA DI STRINGERE IN QUEL CORPO" di Maria Luisa Spaziani
Lei credeva di stringere in quel corpo
disincarnato, esangue, il suo ragazzo
morto a trentatré anni per oscure
trame di tribunali.
Se le avessero detto che stringeva
a sé l'intero mondo e la sua Storia
non l'avrebbe capito. Erano solo
un figlio con sua madre.
Maria Luisa Spaziani
domenica 29 maggio 2016
"RIMEMBRI" di Vincenzo Patierno
Rimembri
Volgere lo sguardo su quella foto mi fa emigrare in ricordi andati, dove rivivo
istanti dei miei trascorsi...
Stamane sulla parete arancio tenue della mia stanza l'ho rivolto,
dove v'é una foto che cattura istanti di un tempo.
Assorto nell'incorniciata immagine mi son trovato
e all'istante un brivido mi ha pervaso;
in quel momento, sognando con a mente,
il giardino dell'elisio m'é sembrato l'istantaneo dipinto.
Librato tra un giardino di nuvole e l'azzurro ero, intanto un niveo bagliore
si manifestava al modo di porta di nuova vita...
Rimembro a l'orizzonte il giungere della sera,
nel suo susseguirsi con il giorno,
solerte nell'accogliermi tra le sue braccia.
In quel volatile dalle ampie e possenti ali, che condusse me
e altri come me
in un lungo viaggi,
dall'infinito sembrava d'essere avviluppati
VINCENZO PATIERNO
"BENEDETTI SONO I DONI CHE M'OFFRI COME DOTE DEL TUO AMORE..." di Maria Francesca Consiglio
"Benedetti sono i doni che m'offri come dote del tuo amore ma questa vasta terra, un tempo calpestata dai tuoi passi d'infante, dove oggi il sole si spazzola i raggi capricciosi, nulla è paragonata all'immensità che meravigliosa s'espande sotto al tuo petto. Il tuo cuore, che maestoso s'apre la bocca e partorisce cento altri mondi, m'è cocchiere del mio viaggiare dentro ai tuoi paesaggi senza stagioni. Mille universi sei ed io voglio attraversarli tutti come una stella silenziosa; dalle tue meteore lunatiche voglio farmi scalfire pelle e vita per sempre, fin quando col mio sangue t'inventerai nuove costellazioni."
(M.Francesca Consiglio)
"FEMMINILE E' UN ARCOBALENO RICCO DI SFUMATURE..." di Valentina Carinato
Femminile è un arcobaleno
ricco di sfumature
perché ognuna è femmina a modo suo
nella sua stagione
che nel vivere cambia
si spegne o si accende
a volte è difficile da capire
ma può essere facile
se accetti il dono
se accetti e ami
la tua natura
l'unica costante
importante.
ricco di sfumature
perché ognuna è femmina a modo suo
nella sua stagione
che nel vivere cambia
si spegne o si accende
a volte è difficile da capire
ma può essere facile
se accetti il dono
se accetti e ami
la tua natura
l'unica costante
importante.
VALENTINA CARINATO
"NON SO COME DIRTELO..." di Rossana Bacchella
Non so come dirtelo…
Non so come ammetterlo
e pur spaventata
gioco con le sfumature dei toni
ma non so… se non vuoi?
Adori il mio nero perfetto che negando
conferma l’amore
e ami riporre il mio bianco assoluto
nello scrigno dorato
E io, ciò che ami, lo amo?
E se quello che sempre hai creduto nero
fosse fatto di punti infiniti
che la dittatura del buio sconfessano?
E se il candore che tu cercavi
avesse l’imperfezione del latte
munto dall’uomo in una sporca stalla?
Non so come dirtelo…
ma è buono
nel buio o alla luce
bere quel latte così forte di vita.
Rossana Bacchella
"AMICA BELLA AMICA GRANDE" di Anna Santoro
Amica bella
amica grande
sorridi con occhi socchiusi
e scuoti la testa
hai capelli sul viso
li scosti
e riprendi a parlare
Ti guardo seria
mi stringi una mano
con l’altra
continui a lisciarti la testa
Sei grande
stasera
altre volte ti sento
piccina
Sei grande
e riesci a cullarmi
io riesco
a farmi cullare da te
ANNA SANTORO
sabato 28 maggio 2016
"DURA SOLO UN GIORNO" di Mirella Morelli
Dura solo un giorno.
Si prepara con cura, a lungo è chiuso come un bozzolo. Poi, eccolo divenire bocciolo. Eppure ancora non si decide...
Talvolta si schiude di notte e nelle lunghe ore di buio e silenzio gode della sua bellezza in totale solitudine. Al mattino con rammarico mi accorgo che il suo momento è già stato, e io non c'ero.
Dormivo.
Non la luce del giorno, non il silenzio della notte: solo il capriccio. Si, solo il capriccio di scegliere da sé il momento di vivere, e dunque quello di morire.
Determinato, intensamente vivo, sfacciatamente solitario, imprevedibile.
Il mio diletto fiore.
Si prepara con cura, a lungo è chiuso come un bozzolo. Poi, eccolo divenire bocciolo. Eppure ancora non si decide...
Talvolta si schiude di notte e nelle lunghe ore di buio e silenzio gode della sua bellezza in totale solitudine. Al mattino con rammarico mi accorgo che il suo momento è già stato, e io non c'ero.
Dormivo.
Non la luce del giorno, non il silenzio della notte: solo il capriccio. Si, solo il capriccio di scegliere da sé il momento di vivere, e dunque quello di morire.
Determinato, intensamente vivo, sfacciatamente solitario, imprevedibile.
Il mio diletto fiore.
MIRELLA MORELLI
martedì 24 maggio 2016
"REALTA'" di Liliana Sghettini
Realtà
Morte e vita,
dualismo che stringe,
toglie respiro.
LILIANA SGHETTINI
25 maggio 2016
"T'HO SPOSATO QUEL GIORNO ALLA STAZIONE.." di Maria Francesca Consiglio
"T'ho sposato quel giorno alla stazione, in mezzo all'ansia dei viaggiatori, ai pettegolezzi dei treni in sosta, al mio cuore che m'hai riposto in petto mentre, guardandomi la punta delle scarpe, sorseggiavi il tuo caffè. T'ho sposato sul cuscino svenuto per le carezze del tuo capo, fra le lenzuola ripulite dallo scorrere dell'amore di dita e carne dopo mesi di sguardi di cieca fame. T'ho sposato in età da non marito, in epoche lontane, dinanzi a Dio e senza il consenso dell'uomo; di te porto il frutto dell'Amore nel grembo del mare, fra conchiglie damigelle, nei pianti delle tempeste, nell'ira del sole, nelle lacrime fuggite via dai crateri della luna. T'ho sposato neonata nel viaggio verso l'universo e ti sposerò nuovamente da vecchia brontolona, con le mani di pane sbriciolato sul tuo viso adorato, fino a quando ritornerò stella nel cielo tuo infinito con il tuo sguardo come fede al dito."
(M.Francesca Consiglio)
"HO SEMPRE SAPUTO CHE LE LACRIME DI DOLORE..." di Nunzia Musicco
Ho sempre saputo
che le lacrime di dolore,
hanno lo stesso sapore
delle lacrime di gioia...
ma non sapevo
fossero taglienti
come vetro...
@NM
che le lacrime di dolore,
hanno lo stesso sapore
delle lacrime di gioia...
ma non sapevo
fossero taglienti
come vetro...
@NM
"HO LE BRACCIA DOLENTI E ILLANGUIDITE...." di Antonia Pozzi
"Ho le braccia dolenti e illanguidite
per un'insulsa brama di avvinghiare
qualche cosa di vivo..."
Antonia Pozzi
"SILENTE, ARRIVI A ME.." di Maria Grazia Maraucci
Silente, arrivi a me...
come sempre!
soffoco questo dolore...
non ho forza alcuna
per sconfiggerti
attendo la nuova alba...
la rugiada
che sfiorerà
le mie gote
e mi ritroverà
pronta
ad affontarti, ancora...
MARIA GRAZIA MARAUCCI
"DOVE SEI MAMMA" di Luisa Simone
DOVE SEI MAMMA
Di stelle il cielo
Si sa'
La notte
Si fa'
Pieno..
brillano
Come Anime
Che son ancora
Sfuggenti ..
Ma io ti riconosco
Fra tutte
Con i tuoi
Bianchi Capelli
Fragili..
Fini..
Sempre Troppo
Corti...
Quei tuoi sguardi
Che asciugavano
Svelti I miei pianti...
Come stai mamma
Dopo tanti anni ....
Dove sei che non
Sento piu'
Quei tuoi
Piccoli passi..
Negli ultimi tempi
Si eran fatti
Si...forse troppo
Pesanti...
Dove sei mamma...
Che da troppo tempo
Non mi Chiami..
Che non mi domandi
Piu'...
Come stanno
I miei figli.
Forse ti Nascondi
Dietro questi
Ricordi ..
Che fluttuano
Sfumati Davanti
Ai miei occhi ...
Dove sei..
Che non sento
Più..
I tuoi respiri profondi..
Che darei..
Per un attimo
Solo...
Riaverti..
Arrivi
nel mio sogno
Non andartene
Ancora...
Mentre le dita...
Stringon ancor
Di piu'
La tua foto...
Ti prego Risveglio ....
Allontanati ....
Non ti voglio....
Ritorna..
Piu'
Tardi..
Lasciami ..
Con lei..
Ancora un poco...
(Luisa Simone)
"DESIDERIO" di Giusy Finestrone
DESIDERIO
Mi affaccio ad emozioni che fanno vibrare il cuore
Un tam tam sconosciuto misto ad ardore
Pensieri frementi ed appassionati baci
Tra mille carezze e sguardi fugaci
Anime messe a nudo in corpi coperti
Spogliate dai vizi , dai sentimenti esperti
Che fanno l'amore pur senza sfiorarsi
Che si fondono insieme anche senza toccarsi
E dopo che il noi è diventato io
Un solo battito tra il tuo e il mio
Un unico suono nello stesso istante
In cui la musica è soave e vibrante
Ed ora anche i corpi diventano un tutt'uno
In una dolce melodia che non ode nessuno
Solo noi due che ascoltiamo col cuore
Le note armoniose del nostro amore
Si riserva ogni uso e utilizzo @copyright di Giusy Finestrone
"LA MIA SEMINA" di Anna Maria Lombardi
LA MIA SEMINA
Ho seminato frammenti di cuore
nelle pieghe di aridi selciati
ed ho visto spuntare delicate piante
fiorite nel tempo.
Ho arato con le mani nude il terreno
ed ho piantato affetti
per farmi abbracciare
quando è sera e la luna canta sogni
in attesa di altri tempi.
Anna Maria Lombardi
"EVANESCENTE ASCESA..." di Antonella Di Pietro
Evanescente ascesa,
incorporea corsa,
vana vittoria,
esistenza fragile
come prezioso cristallo
che di colpo frantuma i sogni!
Di fumo sono i traguardi,
nebbiosi i sentieri,
tremolanti i disegni!
Guardami
io sono figlia del vento,
veloce inseguo gli orizzonti,
coraggiosa
affido alle onde
il mio canto di libertà,
vittoriosa conquisto senza indugio
lo spazio infinito
in cui decollare senza ritorno
Anto
"SPREMUTA DI CUORE" di Salvo Colucci
Spremuta di cuore (Salvo Colucci)
Abbiamo unite le mani e spremuto il tempo, distillato a berne gocce preziose,
da usare come unguento nei ricordi bui e nelle assenze dell'anima,
come acqua nei deserti che attraverseranno i nostri anni,
come incenso per profumare i nostri corpi quando le nostre vite non saranno più dei semplici riflessi allo specchio.
Ho una sola goccia conservata nel cuore sarà il profumo che indosserò l'ultima notte con te.
Salvo@
"LE DONNE CHE ASPETTANO I BAMBINI, SONO RADIANTI" di Cecilia Resio
Le donne che aspettano i bambini, sono radianti.
Hanno la pelle trasparente, diffusa di rossori,
gli occhi che luccicano come pesci nella corrente,
hanno lentezza, nuova prudenza e languore,
hanno formidabili appetiti, desideri balzani, fughe d'emozioni.
Le donne che aspettano i bambini spesso hanno
le mani sulla pancia, la schiena un poco curva
e i capelli che cambiano colore secondo il loro umore,
oppure per la luce che spinge dall'interno.
Io li sento, i bambini che stanno dentro, ho questo potere.
Sento il duplice battere del cuore
e la meraviglia della vita che continua.
Le donne che aspettano i bambini sono sbadate
e possiedono la bellezza di tutti i misteri del mondo.
Ogni volta che ne incrocio una, io faccio la pace con la Terra.
Cecilia Resio
lunedì 23 maggio 2016
"PAROLE DANZANO NELLA MENTE..." di Ilaria Negrini
Parole danzano
nella mente.
Le lascio andare
come onde
Libere
nella musica
che mi urla dentro
L'anima respira
ILARIA NEGRINI
"GOCCE DI VITA" di Liliana Sghettini
Gocce di vita
Svegliarsi e morire,
morire con chi soffre
e non può reagire.
Il giorno nasce
e tu lo accogli
spiraglio di luce.
Poi dolore schiaccia
il petto, opprime l'anima
curva le spalle
già colme di sudore.
Svegliarsi e morire
morire con chi soffre
e non sa reagire.
Poi tenti di lottare
non vuoi rinunciare
la vita pulsa e ti trascina
ma anche la morte ti è vicina.
Svegliarsi e morire
nel pensiero di chi
purtroppo
si è lasciato andare.
23 maggio 2016
Liliana Sghettini
"L'ISOLA DI SANTA MARIA DI NAZARETH" di Annalisa Fabbro
Ieri ho avuto l'occasione di visitare l'isola del Lazzaretto Vecchio a Venezia (Isola di Santa Maria di Nazareth).
È un'isola che fa parte della Laguna Veneta e si può raggiungere dal Lido di Venezia per mezzo di una piccola imbarcazione ed è visitabile solo accompagnati da una guida locale.
L'Isola del Lazzaretto Vecchio è un punto di partenza fondamentale per comprendere la storia di Venezia, è il primo lazzaretto della storia (ospitale destinato alla cura dei malati di peste) e resta a testimonianza dell'importante controllo di natura sanitaria delle merci e delle persone istituito dalla Repubblica di Venezia a partire dal 1423.
Il Lazzaretto sorge sulle fondamenta del monastero dei padri Carmelitani dove, accanto alla chiesa fondata nel 1249, già esistevano delle strutture destinate ad ospitare i pellegrini diretti in Terrasanta.
La struttura ricettiva del Lazzaretto Vecchio, come riporta un documento del 1484, era costituita da un'ottantina di camere con 209 posti letto.
Dalla seconda metà del 1500, e soprattutto dopo l'ultima epidemia di peste che colpí Venezia nel 1630/31 il Lazzaretto Vecchio, non ebbe più funzione di ospedale ma, come il Lazzaretto Nuovo, divenne luogo di contumacia marittima (quarantena per la disinfestazione delle mercanzie soprattutto provenienti via mare dal Levante).
Nelle aree circostanti recenti scavi hanno rinvenuto la presenza di grandi fosse comuni contenenti migliaia di sepolture di persone decedute a causa della peste.
Il Lazzaretto Vecchio è di proprietà demaniale, nel 2008 venne completata una considerevole parte di lavori strutturali con l'intenzione di creare la sede del Museo Nazionale di Archeologia della Città e della Laguna di Venezia e dove poter finalmente presentare in modo filologico e unitario la moltitudine di reperti straordinari recuperati durante migliaia di ricerche archeologiche compiute in Laguna.
Il progetto purtroppo però fu abbandonato per la mancanza di fondi.
In questi anni, in attesa di nuovi finanziamenti, l'Isola ha rischiato nuovamente di finire nel degrado e nell'abbandono.
Dalla fine del 2013 la gestione è stata affidata, insieme all'Isola del Lazzaretto Nuovo, all'associazione culturale Archeoclub di Venezia (associazione non profit nata nel 1985 come sede locale dell'Associazione nazionale Archeoclub d'Italia) la quale oltre alla gestione dell'Isola si occupa della sua manutenzione: sta lavorando per la rimessa in sicurezza del luogo e per la riapertura, in collaborazione con altre associazioni, alla fruizione pubblica per la ripresa e il rilancio del progetto generale di polo espositivo e culturale.
ANNALISA FABBRO
"L'HO SENTITA LA TUA VOCE.." di Susan Moore
L’ho sentita la tua voce
Mi hai chiamato: più e più volte
Fui sorda e cieca
La vita scorreva
Tra braccia e gambe che non potevi essere
non era tempo per ascoltare.
L’ultima volta la voce fu flebile
la zittii con tutta l’energia che avevo
tanta
tra neve e sudore
Eri un’idea, forse
Non potevi essere realtà
Cammino a testa alta
Con il tuo peso che mi accompagna
Lo sai anche tu?
Quale fierezza? Se ne hai
Voce del mio essere che non fosti
Occhi miei che mai non vidi
Voce che non ascoltai
Una luna di maggio si specchia nell’acqua
Conto i miei anni al netto dei tuoi che non fosti
S.M. © 22/05/16
Mi hai chiamato: più e più volte
Fui sorda e cieca
La vita scorreva
Tra braccia e gambe che non potevi essere
non era tempo per ascoltare.
L’ultima volta la voce fu flebile
la zittii con tutta l’energia che avevo
tanta
tra neve e sudore
Eri un’idea, forse
Non potevi essere realtà
Cammino a testa alta
Con il tuo peso che mi accompagna
Lo sai anche tu?
Quale fierezza? Se ne hai
Voce del mio essere che non fosti
Occhi miei che mai non vidi
Voce che non ascoltai
Una luna di maggio si specchia nell’acqua
Conto i miei anni al netto dei tuoi che non fosti
S.M. © 22/05/16
venerdì 20 maggio 2016
"PANNA E FRAGOLA" di Roberto Busembai
PANNA E FRAGOLA
Prendimi la mano, stringi forte e guardami
negli occhi, guardami se la tua forza
può farmi tanto male quanto invece
senza minimo sforzo me lo fai sentire
con un semplice tono di voce o sguardo
verso il nulla oppure con un silenzio
che diventa rumore.
Prendimi la mano. scalda queste dita
se riesci almeno con quelle a farmi
caldo al cuore, cosa che non riesci
più con le parole e nemmeno con
le carezze date quasi per abitudinaria
sorte o per un gesto d'amicizia strana,
strana per due persone che si sono
accorte che oltre, forse, ormai,
c'è rimasto un ricordo
immenso come l'infinito,
profondo come un oceano
ma incredibilmente vuoto in questo momento
come una bottiglia in vetro
dimenticata e polverosa in cantina.
Prendimi la mano e guardami negli occhi,
se riesci a vedere ancora dentro
come facevi un tempo, tra muschi e viole,
sopra di me che ero steso su un prato
e mi accecava il sole,
come facevi un tempo , tra lenzuola di lino bianco
e guanciali sul pavimento, distesa sopra un letto
ed io sopra nel gioco dell'amore
che ancora giovane ci trovava sempre in fermento.
Prendimi la mano, non dire niente
tanto tutto è già stato detto e pensato
non resta che mangiarci in silenzio
questo gelato di panna e fragola
e dirsi ciao, per ritrovarsi forse un giorno
a ritrovar questi gusti dentro una coppetta
in vetro, ultima sede di un finito amore
di una fragolina di bosco verde
verde come un limone acerbo e agro
come agro è questo attimo nel cuore.
Lasciami la mano, pago il conto
un sorriso di convenienza
ed il gelato cola sul tavolo del bar
e io seduto ancora ti guardo
uscire con noncuranza,
quest'altra volta cambio gusto,
e poi è caro questo posto.
Roberto Busembai (errebi)
"DI PADRI E DI MADRI..." di Susan Moore
Di padri e di madri
Noi siamo gli scarabocchi
Appunti non finiti
Abbiamo atteso l’ultimo tratto, ma non fu
Poggiata la matita
Abbandonato il foglio
E se a vivere si impara vivendo
A qualcuno manca un braccio, una gamba, un naso, un piede
Non abbraccia, non sostiene, non annusa, non cammina
Ai più manca l’anima
Non la nostra che è compiuta e finita
Attenta d’attesa
Vaga alla ricerca di quell’anima perduta
Di quell’amore mancato in quell’ultimo segno
Trattenuto
S.M. © 18/05/16
Noi siamo gli scarabocchi
Appunti non finiti
Abbiamo atteso l’ultimo tratto, ma non fu
Poggiata la matita
Abbandonato il foglio
E se a vivere si impara vivendo
A qualcuno manca un braccio, una gamba, un naso, un piede
Non abbraccia, non sostiene, non annusa, non cammina
Ai più manca l’anima
Non la nostra che è compiuta e finita
Attenta d’attesa
Vaga alla ricerca di quell’anima perduta
Di quell’amore mancato in quell’ultimo segno
Trattenuto
S.M. © 18/05/16
"POST SCRIPTUM" di Izabella Teresa Kostka
POST SCRIPTUM
Quel che resta
è soltanto la cenere
del nostro passaggio,
il ventre inquieto dell'abbandono,
squarciante silenzio di mille domande.
Non troviamo più risposte,
smarrite nel viaggio verso l'ignoto,
scolpite nel tempo
sulle pareti di vuote stanze,
senza futuro.
Quel che resta
è l'ultima preghiera.
Izabella Teresa Kostka
"PERCHE' LA DONNA NON E' CIELO..." di Edoardo Sanguineti
Perché la donna non è cielo, è terra
carne di terra che non vuole guerra:
è questa terra, che io fui seminato,
vita ho vissuto che dentro ho piantato,
qui cerco il caldo che il cuore ci sente,
la lunga notte che divento niente.
Femmina penso, se penso l’umano
la mia compagna, ti prendo per mano.
Edoardo Sanguineti
giovedì 19 maggio 2016
"FILI DI SOLE INFUOCANO IL CIELO.." di Ilaria Negrini
Fili di sole
infuocano il cielo
tra riflessi di luce
e ombre di nubi
Mi specchio in te
e si apre l'infinito
infuocano il cielo
tra riflessi di luce
e ombre di nubi
Mi specchio in te
e si apre l'infinito
ILARIA NEGRINI
"CI SONO DONNE CHE APPAIONO FORTI COME ROCCIA.." di Silvia Nelli
Ci sono donne che appaiono forti come la roccia. Sono quelle che hanno imparato a farcela da sole, perché hanno sprecato tanto del loro tempo ad aiutare chi aveva bisogno, ma quando erano loro ad aver bisogno si sono trovate sole. Il cuore si indurisce, lo sguardo diventa più duro e i gesti e le attenzioni si restringono in una cerchia di persone ben scelte. Non diventano cattive, ma imparano a prendere le distanze da chi sa prosciugarle nell'anima senza arricchirle mai.
Silvia Nelli
"ARS AMANDI" di Izabella Teresa Kostka
ARS AMANDI
Vorace la tua bocca che tace,
strisciante come cobra sulle mie distese,
mi denuda da ogni ipocrisia
scarsa di ragione,
traboccante di follia.
Sei tu il mio profeta
venerato nel tempio dell'esaltazione,
accogli queste membra stese sull'ara,
liberate,
spoglie d'inibizione.
Sfamati di me
appagato dai gemiti del lungo piacere.
Izabella Teresa Kostka
"IL RAGAZZO CHE NON PIANGEVA MAI" di Santina Gullotto
IL RAGAZZZO CHE NON PIANGEVA MAI.
Hai sepolto nel cuore…il tuo grande dolore,
lo racconti a te stesso, quando prendi quel treno,
che percorre i binari del suo ultimo viaggio…
Hai sepolto negli occhi,
quelle lacrime che mai verserai,
che scorrendo nel cuore,
guariranno quella ferita,
che il tempo piano, piano
proverà a cancellare…..
Lei vive in te e in quelli che l’amavano,
farà sua la tua gioia,
avrebbe voluto a tutti i costi, la tua serenità…
Vivrà nella tua felicità,
nei tuoi successi la ritroverai…
E, nell’ultimo sogno,
la rincontrerai per sempre,
e piangerà di gioia finalmente…
Il ragazzo che, non piangeva mai…@Santina Gullotto
mercoledì 18 maggio 2016
"RIEMPIRE LE PAGINE DI TE" di Pasquina Filomena
RIEMPIRE LE PAGINE DI TE
Sei una di quelle tante pagine vuote
racchiuse nei margini della vita.
Rispettano i confini
senza oltrepassare alcun limite.
Un foglio arido e povero di sentimento
senza sbavature.
Ma io ci metto il cuore in quelle pagine,
solo e sempre per riempirle di te.
PASQUINA FILOMENA
"VIVIAMO DI ATTIMI RUBATI.." di Elisabetta Pietrangeli
Viviamo di attimi rubati,
di quelli che ci turbano,
di quelli che danno un senso all'avvenire.
Lo aspettavo Lui,
dietro la porta socchiusa della mia anima,
e quando vi è entrato e l'ha afferrata,
l'ha fatta volare.
Stretta nel suo abbraccio,
sono felice,
perché sono me stessa.
Elisabetta Pietrangeli-All rights reserved.
di quelli che ci turbano,
di quelli che danno un senso all'avvenire.
Lo aspettavo Lui,
dietro la porta socchiusa della mia anima,
e quando vi è entrato e l'ha afferrata,
l'ha fatta volare.
Stretta nel suo abbraccio,
sono felice,
perché sono me stessa.
Elisabetta Pietrangeli-All rights reserved.
"E' COSI' INTRADUCIBILE QUESTIONO AMORE" di Edmond Dantes
È così intraducibile
questo mio amore.
Nessun traduttore ce la fa.
Trascrizioni continue e
incomprese
si arrampicano nell'inesperto
via vai.
Fragilità e finitezza
ammainano quel passaggio obbligato
in cui implodo
se non amo.
Marina Roncaglio /Edmond Dantes
martedì 17 maggio 2016
"VATTENE LUNA" di Luisa Simone
VATTENE LUNA
La luna
D'argento
Mi schiarisce
Il volto
Serioso..
I miei..
Occhi
Sfidano..
Adesso
Il ciel
Misterioso
Lui adesso
È partito..
Un vento
Freddo..
accarezza
Crudele
Il mio viso.
Atterrito
.
Ma le stelle..
Non vedo..
Le hai portate
Lontano..
Dove echeggia
il suo canto
....
Qui hai lasciato
Disperato
Solo il mio
pianto..
Vattene luna..
Ingrata
Perfida
amica
...
Che in un attimo....
Di luce
Sbiadita..
.......
Mi hai cambiato
Per sempre...
La vita.
(Luisa Simone)
"RICORDO DEL PRIMO SALONE DEL LIBRO" di Samantha Terrasi
SAMANTHA TERRASI
"RICORDO DI UN MOMENTO DI INFELICITA'" di Emilia Di Giovanni
Un vicolo buio
di una città vuota
in una notte nera.
Un’ombra cammina:
un pianto a dirotto.
Portoni serrati,
una finestra richiusa.
Un cuore spezzato nel vuoto di tenebre.
L’ombra di un cane respinto:
era di un Paese lontano.
Proprio ieri sera per pura casualità ho scritto le suddette parole, che non possono certo essere definite versi. Sono pensieri scaturiti dal ricordo di un momento di grande infelicità.
Ero in un paesino di montagna delle valli bergamasche, a mille chilometri di distanza dalla mia città. Vivevo la mia prima esperienza professionale e avevo con me le energie e l’entusiasmo di chi inizia un percorso esaltante. Affrontavo tutto con estrema leggerezza, senza riconoscere la fatica e i sacrifici. Una sera,però, questa carica emotiva è venuta meno e ha ceduto il posto a un sentimento di vuoto assoluto, di profonda tristezza e di solitudine. In quel paesino, dove l’inverno iniziava molto preso, la giornata era breve e per il freddo ci si chiudeva presto in casa. Mi ero comunque abituata a vedere le stradine svuotarsi molto rapidamente ,mentre poche luci fioche le illuminavano. La gente spariva come per incanto, ciascuno nella propria casa a cercare il caldo. In una di quelle sere mi rivedo sola camminare e piangere sonoramente a singhiozzi senza alcun controllo. Qualcuno dovette persino sentire il mio pianto. Avvertii sopra di me una presenza aprire una finestra, per poi richiuderla con un tonfo quasi a sbatterla con fastidio. In quel momento di solitudine non potevo curarmi di nulla. C’ero solo io con la mia infelicità, gli occhi nascosti degli altri per me non esistevano come io non esistevo per gli altri. Che cosa era accaduto a spezzare la mia energia? A produrre questo effetto devastante erano state delle parole dure, pronunciate quasi in tono aggressivo in un dialetto stretto, parole poco comprensibili, ma non al punto da non capire che dovevo solo andare via in fretta, perché quella casa che cercavo in affitto non poteva essere mia. Avevo commesso un grave reato: ero nata in una città del Sud. Dalla soglia di quella casa, a cui avevo bussato su indicazione di qualcuno, fui costretta ad allontanarmi in fretta senza replicare. Provai un sentimento di smarrimento e di paura. Ad aprire la porta era stata una donna, ma dietro di lei era comparso immediatamente un omaccione con dei lunghi baffi e parlando presto aveva assunto un tono minaccioso. Eppure di fronte aveva solo una ragazzina poco più che ventenne. Chissà quali sensazioni di timore e di minaccia quella giovane donna aveva potuto suscitare in lui. Quell’uomo lo riconoscerei ancora oggi, non posso dimenticarlo, come non posso dimenticare il dolore sconfinato e il sentimento di umiliazione e di sconfitta di quella sera.
E’ una semplice memoria, che risale a un passato non remoto e di certo non al Medio Evo,ma la stupidità umana, che non conosce limiti né di tempo né di spazio, vivrà sempre nelle tenebre e non conoscerà mai la luce della Rinascita. E’ un ricordo mesto, tuttavia privo di rancore. Per il rancore non può esserci spazio per quell’affetto che a distanza di anni mi lega ancora a tanti cari amici bergamaschi.
EMILIA DI GIOVANNI
"IL CORAGGIO DI VOLERE" di Salvo Colucci
Il coraggio di volere (Salvo Colucci)
Sto arrivando al tuo cuore su questa strada sconnessa e promessa dalla mia stessa vita, evito di smarrire il mio senso e non respiro venti leggeri.
Potrei arrivare su qualunque mare, portarmi in un porto che giudichi meno la mia anima ma questa è la strada che porta al tuo cuore ed il mio infortunato ha ancora il coraggio di volere.
lunedì 16 maggio 2016
"MA TU NON CI SEI" di Pasquina Filomena
MA TU NON CI SEI
Hai dimenticato tutto di me,
il mio sorriso, i miei occhi,
la mia pelle.
Tutto quello che amavi
ma che ora hai gettato al largo
di un nuovo inizio.
Giorni che sfiorano
quel domani ormai lontano.
E nel mio abbraccio stesso
che io mi perdo…
ma non tu ci sei più.
PASQUINA FILOMENA
"L'ANGOLO DEL POETA" di Rainer Maria Rilke
L'angolo del poeta
«Noi ci tocchiamo.
Con che cosa?
Con dei battiti d’ali.
Con le lontananze stesse ci tocchiamo.»
(Rainer Maria Rilke)
domenica 15 maggio 2016
"CERCASI ILLUSI" di Anna Spissu
CERCASI ILLUSI
Per costruzione sperimentale
nuova colonia sulla terra
cercasi illusi ambosessi
e di ogni estrazione sociale.
Si richiede forte motivazione all'amore
ottima conoscenza
del linguaggio dei sentimenti,
sia parlata che scritta,
disponibilità ad accantonare
il puro interesse individuale,
condivisione dei principi basilari
presenti nelle principali religioni
diffuse sul pianeta
e capacità di relazionarsi
con gli altri appartenenti al gruppo.
Costituirà titolo preferenziale
l'aver subito delle sconfitte
nel perseguimento dei propri ideali.
Telefonare al numero indicato
o inviare una mail
preferibilmente nelle ore notturne
quando i cavalli del sogno
galoppano alla luce della luna
e la ragione dorme.
Anna Spissu
"SI DICE CHE LE PERSONE SINCERE SIANO APPREZZATE..." di Tania Minissale
Si dice che le persone sincere siano apprezzate, poi quando salta fuori la verità e la si dice in faccia, essa non fa comodo a nessuno e quindi siamo criticati, insultati e piantati lì. Quindi ho capito e ogni giorno me ne rendo sempre più conto, che in questo mondo, fatto di maschere e di attori, le uniche verità sono falsità e menzogna. Io però non ci sto e se per questo la mia condanna sarà la solitudine, sono convinta che è meglio avere accanto poche persone sincere che falsi amici, che alla prima occasione ti pugnalano alle spalle e vanno a brindare alla faccia della tua stupida sincerità.
TANIA MINISSALE
"LA SOLITUDINE E' PREZIOSA, E' UNA VIRTU' RISERVATA A POCHI" di Loredana Gaeta
" La solitudine è preziosa, è una virtù riservata a pochi. Parlo della solitudine vera, interiore, quella dove il silenzio ti invade donandoti la pace del Vuoto. Cerca la tua immagine lì, in quel luogo a cui nessuno può accedere se non tu. Quando farai tacere la mente, farai tacere il cuore per sentire solo il tuo respiro, il tuo battito allora, forse, vedrai quella fiammella che credevi perduta. La solitudine... cercala, amala e sorriderai di nuovo, alla vita, agli altri, ma soprattutto a te stessa."
Loredana Gaeta
"AMORE SINCERO" di Mariella Di Camillo
AMORE SINCERO
Hai bisogno di un amore sincero,
il tuo desiderio è solo un viaggio,
ma c’è sempre un ritorno.
La vita è un continuo partire e tornare,
come le sere di primavera,
piene di lucciole, ombre
e tanti gatti che son tutti bigi.
Sere fiabesche che cedono il posto all'alba
quando arriva improvvisa,
profumata di pane e di fiori.
Quel pane lo spezzerai con timore
e tu solo saprai, se sarà foriero di allegria e piacere,
o frutto di grano mescolato con l'abbandono e un addio.
Tu solo saprai se il tuo cuore traboccherà di gioia,
oppure morirà di dolore,
ma continuerai il tuo viaggio vago e senza meta.
Perle di luce rischiareranno l’oscurità.
Tu riporrai la vita in un calice eburneo,
con la speranza di non perdere il tuo sorriso
e senza mai separarti da immagini di balli e magie.
Scritta da Mariella Di Camillo
"LIMPIDO E AZZURRO" di Santina Gullotto
LIMPIDO E AZZURRO.
Quel cielo limpido e azzurro,
lo vedi e lo trovi solo
sullo sfondo di un sogno….
E se sognando lo riporti con te
nella realtà dei tuoi giorni,
addolcirà i pensieri
che ti esplodono dentro…
La luce chiara che trovi nel sogno,
può illuminare ogni singolo giorno,
spazzerà via quella nebbia
che hai dentro il cuore,
per sentire del sole il suo dolce calore…
Ogni giorno può anche finire,
ma non spegnere mai
la voglia di tornare a sperare…
E se sognando riesci a rubare
la felicità che nel sogno ritrovi,
e la porti con te al tuo risveglio,
sentirai più leggero quel peso nel cuore…
E se limpido e azzurro, sarà il tuo pensiero
più chiaro vedrai ogni tuo desiderio…
Santina Gullotto.
"NON SENTE PIU' IL MIO CUORE..." di Maria Grazia Maraucci
Non sente più il mio cuore
non ascolta più il mio cuore
non coglie emozione alcuna...
c'è qualcosa che non ama
sentirsi dire...
o è voglia di scappare
da una realtà
che sembra
non aver fine?
batti...
ti sento...
ti ascolto...sì...
hai ragione:
sei stanco
sei illuso
sei stato calpestato
più volte...
ora mi prenderò cura di te
non temere!
ti porterò
lontano
da chi
tanto ha potuto...
ora taci...
taci
animo mio...
usirò sotto la pioggia...
avrò cura di te
e laverò ogni tua
ferita...
una nuova alba
ci attende!
( Maria Grazia Maraucci )
non ascolta più il mio cuore
non coglie emozione alcuna...
c'è qualcosa che non ama
sentirsi dire...
o è voglia di scappare
da una realtà
che sembra
non aver fine?
batti...
ti sento...
ti ascolto...sì...
hai ragione:
sei stanco
sei illuso
sei stato calpestato
più volte...
ora mi prenderò cura di te
non temere!
ti porterò
lontano
da chi
tanto ha potuto...
ora taci...
taci
animo mio...
usirò sotto la pioggia...
avrò cura di te
e laverò ogni tua
ferita...
una nuova alba
ci attende!
( Maria Grazia Maraucci )
"TUTTO E' UN ROMPICAPO" di Roberta Manzin
Tutto è un rompicapo.
Nel pezzo giusto che incastro
-quando mi guardo-
trovo sguardi che non mi appartengono.
Gli occhi -specchio dell'anima- disorientano il tempo che nell'istante, è' già un passato. E ciò che avevo riconosciuto, rende obsoleta e inadeguata la parte che l'immagine rimanda.
E mi perdo. Rincorrendo le mille stonature tra l'apparenza e l'essenza. Nell'inganno -portatore di instabilità- che ogni parte racchiuda il tutto. Immota identità.
RobertaManzin
venerdì 13 maggio 2016
"DISPETTOSO IL PENSIERO" di Antonella Di Pietro
Dispettoso il pensiero
turbava gli occhi belli,
in un'aura arrendevole
di profumo e mistero,
malinconiche reminescenze
di assonanze d'amore
Anto
turbava gli occhi belli,
in un'aura arrendevole
di profumo e mistero,
malinconiche reminescenze
di assonanze d'amore
Anto
"NASCIAMO CON LA CONSAPEVOLEZZA CERTEZZA CHE NON AVREMMO MAI TUTTO DALLA VITA.." di Nunzia Musicco
Nasciamo con la consapevole certezza, che non avremmo mai tutto dalla vita....
Viviamo con audacia, programmando ogni giorno per raggiungere un obbiettivo o un desiderio...
Molto spesso dimentichiamo o non abbiamo tempo per noi è per gli altri...
Ma per fortuna ,la vita ci mette difronte a situazioni o persone che non abbiamo programmato e che non immaginiamo abbiano la capacità di stravolgere le sicurezze e le fragili certezze...
Se avete il bisogno di amare...
Amate forte...
Se sentite il sole sul vostro viso,
godetevi quel momento...
Se avete voglia di cantare o ballare,
non preoccupatevi di chi sta a guardare...sono certa che è quello che vorrebbero fare anche loro...
Ditelo, non posso venire senza te...
ditelo, sei la cosa più importante della mia vita...
ditelo, mi hai cambiato la vita....
ditelo...Ti amo.
Perché ogni giorno
potrebbe essere troppo tardi
per farlo...
@NM.
Viviamo con audacia, programmando ogni giorno per raggiungere un obbiettivo o un desiderio...
Molto spesso dimentichiamo o non abbiamo tempo per noi è per gli altri...
Ma per fortuna ,la vita ci mette difronte a situazioni o persone che non abbiamo programmato e che non immaginiamo abbiano la capacità di stravolgere le sicurezze e le fragili certezze...
Se avete il bisogno di amare...
Amate forte...
Se sentite il sole sul vostro viso,
godetevi quel momento...
Se avete voglia di cantare o ballare,
non preoccupatevi di chi sta a guardare...sono certa che è quello che vorrebbero fare anche loro...
Ditelo, non posso venire senza te...
ditelo, sei la cosa più importante della mia vita...
ditelo, mi hai cambiato la vita....
ditelo...Ti amo.
Perché ogni giorno
potrebbe essere troppo tardi
per farlo...
@NM.
"IN MEMORIA DI IRENA" di Irena Sendler
IN MEMORIA DI IRENA
Nel giorno dell'anniversario della sua morte -
12 maggio 2008
Vi siete mai chiesti cosa sia la paura, la paura vera non quella di quando guardi un film seduto sul divano di casa, la paura che ti toglie il respiro, quella che ti farebbe gridare ma resti muto, immobile, sospeso tra la vita e la morte mentre il tuo cuore martella colpi furiosi alternati a momenti in cui ti sembra che cessi di battere.
Questo è ciò che deve aver provato spesso, molto spesso, una donna polacca che fa parte dello Zegota (consiglio clandestino di aiuto agli ebrei) insieme a tante altre famiglie non ebree che ogni giorno nascondono e proteggono con finte identità migliaia di bambini destinati a morte certa nei campi di sterminio nazisti.
La cifra: circa 2.500 bambini ebrei fatti uscire di nascosto dal ghetto di Varsavia.
Irena Sendler questo il nome di questa donna.
Ma lei per anni ha taciuto, non ha mai raccontato a nessuno di quei momenti in cui il cuore batteva forte, in cui l'aspro odore della morte si percepiva nell'aria ad ogni rumore sospetto mentre, speranzosa, seppelliva in giardino i barattoli contenenti le vere identità dei bambini.
Non ha raccontato mai il dolore e la paura di quando fu arrestata e torturata ma riuscì a scappare poco prima dell'esecuzione.
Si è tenuta per anni nel cuore il suo segreto, fino a quando, per caso, un gruppo di studentesse ha scoperto chi era.
Nel 2007 l'allora Presidente della Repubblica di Polonia, avanzò la proposta al Senato del suo Paese perché fosse proclamata eroe nazionale.
Il Senato votò a favore, all'unanimità.
Irena non partecipò alla cerimonia del Senato, aveva ormai 97 anni, ma lei, che un eroe non si era mai sentita, inviò in risposta all'invito questa dichiarazione:
« Ogni bambino salvato con il mio aiuto è la giustificazione della mia esistenza su questa terra, e non un titolo di gloria »
(Lettera al Parlamento Polacco)
Irena Sendler
(Varsavia 15 febbraio 1910 - Varsavia 12 maggio 2008)
giovedì 12 maggio 2016
"PRENDIMI" di Luisa Simone
PRENDIMI
prendimi...
Sono la tua rosa
La tua Donna
La tua amica
Se vuoi
Anche sposa.
Prendimi ti porgo
Tutto di me
Ti offro me stessa..
In tutta
La sua
Fierezza
Una rosa
Tutta rossa
Prendimi..
Ma con dolcezza
Amami senza
Arroganza
Abbandona
Per me
La tua ..
Durezza
Tipica di chi
Non ha pazienza
Non soffocare
Quello che ho
Dentro
Che sa'..
Di cielo
Si stelle..
di mare ...
Lasciami libera
Del mio pensare
Non voglio catene
Che mi stringono
Il cuore
Io voglio
Un compagno
Non un padrone.
(Luisa Simone)
mercoledì 11 maggio 2016
"URLARE ALLA LUNA" di Lina Mazzotti
Urlare alla luna
Ho visto i fiori seccarsi
i gabbiani morire sul molo
il mare sporcarsi sulla riva
le ginocchia piegarsi
e le lacrime cadere
sul palmo della mano tesa.
Quante volte ho urlato
alla luna argentata
alle stelle che bruciano il cielo
agitando l'animo
tra brandelli di nuvole
per scrollarmi la polvere stantia
ritmando il respiro
guardando i rami d'ulivo
le lucciole sparse
che solleticano i sogni scalpitanti.
LM/LiZ
"IL VUOTO" di Franca Berardi
Il vuoto
Ripercorsi tutti i gradini
della nostra esistenza….
ci ritrovammo inesorabilmente
ancora al cospetto di noi stessi.
Esasperati così come eravamo….
dal vuoto della solitudine
e dalla perenne inquietudine
ci negammo persino ai nostri occhi.
Tentammo di percorrere altre vie di salvezza
Ma, in questo sforzo di non lasciarci cadere
nell’usuale,rischiammo ugualmente,
di renderci noiosi e di non esistere.
Ripercorsi tutti i gradini
della nostra esistenza….
ci ritrovammo inesorabilmente
ancora al cospetto di noi stessi.
Esasperati così come eravamo….
dal vuoto della solitudine
e dalla perenne inquietudine
ci negammo persino ai nostri occhi.
Tentammo di percorrere altre vie di salvezza
Ma, in questo sforzo di non lasciarci cadere
nell’usuale,rischiammo ugualmente,
di renderci noiosi e di non esistere.
FRANCA BERARDI
"LA CACCIA AL TESORO DELLE PAROLE" di Laura Moscato
RACCONTO
LA CACCIA AL TESORO DELLE PAROLE
Sono stati giorni indaffarati questi appena trascorsi. Giorni in cui non c’era tempo di alzarsi presto per sedersi davanti al computer e iniziare a scrivere. Queste mattine mi sono sembrate incomplete, perché ormai il mio momento di scrittura è diventato una necessità, un bisogno primario come l’aria che respiro.
È bello potersi fermare di fronte a sé stessi e trovare il tempo per ascoltarsi un po’ più a fondo. Alla fine il mestiere dello scrittore non è che questo continuo spiarsi alla ricerca delle diverse sfumature della vita. Quando scrivo il mio corpo diventa uno strumento attraverso il quale escono liberamente le parole, come note musicali tratte da una delicata melodia. A volte mi capita di chiudere gli occhi davanti allo schermo e di cercare dentro di me le frasi che si nascondono negli angoli bui della mia anima; bisogna scovarle e tirarle fuori lasciando al respiro l’onere di renderle tangibili. Scrivere è un po’ come partecipare a una grande caccia al tesoro dentro di sé che permette, ad ogni indizio, di conoscersi un po’ di più. Quando scrivo ho la sensazione di provenire da lontano e di essere intimamente collegata ad ogni essere vivente dell’universo. Scrivo per tenere insieme i pezzi ma lo faccio soprattutto perché mi fa stare bene e mi rende felice.
LAURA MOSCATO
"IL TEMPO" di Annalisa Fabbro
Il tempo
Chi sei tu
che cavalchi le onde
del mio destino?
Chi sei tu
che rivesti d'argento
ogni mio istante?
Chi sei tu
che rubi ogni attimo
al mio respiro?
Ti vedo
con una barba bianca
ridere sdentato
ad ogni mio passo.
Non ho paura di te
so che ci sei
so che non posso fermarti.
Attendo il tuo passare
aspetto paziente anche i tuoi capricci.
Annalisa Fabbro
"QUANDO PARLA IL SILENZIO" di Santina Gullotto
QUANDO PARLA IL SILENZIO
Tenui sussurri nel vuoto silente
di una stanza semibuia dove manca l’essenza.....
Un profumo che invade spazi equidistanti
tra soffitto e pavimento tra le quattro pareti
pieni solo di amari ricordi lontani nel tempo...
E il silenzio racconta ogni piccolo dettaglio
mentre un brivido freddo pervade la mente
batte il cuore più forte mentre tornano in mente
le antiche ferite cicatrizzate dal tempo
dolorose oramai ma bruciano ancora
e non lasciano spazio a nessuna parola ...
Non ci sono più scuse per dimenticare
ogni giorno che passa le riporta a memoria
e non basta il ricordo di qualche gioia
a lenire il dolore di una vita
che vive sperando ancora
anche se non gli è concesso sperare...
Quando parla il silenzio nel suo crudo percorso
nulla ti aiuta se non quella tua grande fede
ch’è forte e resiste al silenzio crudele.... @Santina Gullotto
"UN BISOGNO D'AMORE" di Nunzia Musicco
Un bisogno d'amore
Abbiamo tutti bisogno di quell’amore che fa cantare,
di quel forte desiderio di speranza, in cui tutto sembra possibile...
dell'ossessione della ricerca,
dell'amore che non stanca la mente ma sfinisce i sensi...
dell'amore che non soffre
di mancanze perché c'è sempre...
Vorrei credere che all'amore vero basti un soffio, per riprendere ad ardere...
@NM.
martedì 10 maggio 2016
"DALLA PARTE DELLE BAMBINE" di Anna Maria Lombardi
DALLA PARTE DELLE BAMBINE
Ora posso raccontare
che gli orchi esistono per davvero
nascosti dietro abiti di persone "perbene".
Non sapevo a chi confidare
che la croce che mi era stata consegnata
era pensante come la roccia.
Me l'avevi scaricata
sulle piccole e fragili spalle di bambina
chiamandomi con la voce convincente di un padre
in quella tua caverna alla luce del sole.
Segreta,che neppure i tuoi figli,
che avevano la mia stessa età,conoscevano.
Chi poteva credere ad una bambina
senza additarla di fantasie?
Oh... quanti amari giorni
hanno segnato la mia vita con quel fantasma
che mi correva innanzi!
A chi gridare la disperazione,
il beffardo senso di colpa,
la vergogna,
per cose che non avevo mai commesso?
Un giorno di primavera hai deciso
di recidere un bocciolo troppo immaturo
e di tenertelo sapendo che da quel momento sarebbe morto,
proprio come era forse successo a te.
Per fortuna, quella piccola talea ha prodotto radici
e da lungo tempo si è liberata della tristezza di quei ricordi
mostrando fiori.
Non vivo più quegli attimi d'infanzia rubata.
Procedo serena, ora, lungo la mia strada,
restando dalla parte delle bambine
portando nel mondo la testimonianza.
Anna Maria Lombardi
"ROSSO DI SANGUE (FEMMINICIDIO DI CAPPUCCETTO) di Emma Fenu
Rosso di sangue.
Femminicidio di Cappuccetto.
Rosso di sangue
ti ha donato la vita.
Rosso di sangue
ti ha incoronata donna.
Rosso di sangue
ti ha benedetta madre.
Il cappuccio calato
sul volto di luna
non ti proteggerà
dagli sguardi del bosco
mentre inseguirai l’ombra della fuga.
Rosso di sangue
attirerà il lupo
ti fiuterà
e di te sarà fatto scempio.
Rosso di sangue
ti ha abortito martire.
Emma Fenu
"LA NATURA AMO' L'UOMO.." di Antonella Di Pietro
La natura amò l'uomo
in un sodalizio
di profumo e colore,
donandogli
un angolo d'amore
tra fiaba e realtà
Anto
in un sodalizio
di profumo e colore,
donandogli
un angolo d'amore
tra fiaba e realtà
Anto
lunedì 9 maggio 2016
"UNA STANZA TUTTA PER SE" di Virginia Woolf (Adele Cavalli)
RACCONTO
Virginia Woolf
che sta continuando le sue conferenze alle ragazze dei college di Oxford e Cambridge.
E' nel primo ottocento, che per la prima volta, si trovano parecchi scaffali delle biblioteche occupati dalle opere delle donne.
Infatti:
"Le donne dell' Ottocento avevano un po' di tempo per sé; avevano un po' di istruzione.
Non era più così eccezionale che una donna della media e alta borghesia si scegliesse il marito.
Ed è significativo che delle quattro grandi scrittrici: Jane Austen, Emily Brontè, Charlotte Brontè e George Eliot, nessuna abbia avuto figli, e due non fossero sposate."
E scrivono, soprattutto, romanzi.
Perchè, si chiede:
"I romanzi erano, e rimangono, la cosa più facile da scrivere per una donna.
E non è difficile individuarne il motivo.
Il romanzo è la forma d'arte meno concentrata.
Lo si può interrompere e riprendere più facilmente di un'opera di teatro o di poesia.
George Eliot interruppe il lavoro per fare da infermiera al padre.
Charlotte Brontè metteva giù la penna per pelare le patate.
E poiché la sua stanza era il salotto di casa, sempre in mezzo alla gente, la donna si addestrava ad applicare la mente all'osservazione e all'analisi dei caratteri.
Si addestrava a fare il romanziere, non il poeta.
Eppure, Orgoglio e Pregiudizio, Cime tempestose, Villette e Middlemarch furono scritti da donne forzatamente escluse da ogni tipo di esperienza che non fosse quella che si poteva fare in un salotto borghese.
A loro non era accessibile alcuna conoscenza di prima mano della guerra né di viaggi in mare né di politica o di affari.
Persino la loro vita emotiva era rigidamente regolamentata dalle leggi e dalle usanze.
Con denaro e tempo a disposizione, le donne tenderanno spontaneamente a dedicarsi più di quanto non sia stato fino a oggi possibile, all'arte letteraria. Faranno un impiego più pieno e più sottile dello strumento dello scrivere.
La loro tecnica si farà più audace e più ricca.
Dunque, se è lecito fare profezie, le donne nei tempi a venire scriveranno meno romanzi, ma romanzi più belli; e non romanzi soltanto, bensì poesia e critica e storia.
Ma certo stiamo guardando lontano, a quell'età dell'oro, quell'età forse mitica, in cui le donne avranno quello che tanto a lungo è stato loro negato: tempo, e denaro, e una stanza tutta per sé.”
Da ' Una stanza tutta per sé'
Virginia Woolf
che sta continuando le sue conferenze alle ragazze dei college di Oxford e Cambridge.
E' nel primo ottocento, che per la prima volta, si trovano parecchi scaffali delle biblioteche occupati dalle opere delle donne.
Infatti:
"Le donne dell' Ottocento avevano un po' di tempo per sé; avevano un po' di istruzione.
Non era più così eccezionale che una donna della media e alta borghesia si scegliesse il marito.
Ed è significativo che delle quattro grandi scrittrici: Jane Austen, Emily Brontè, Charlotte Brontè e George Eliot, nessuna abbia avuto figli, e due non fossero sposate."
E scrivono, soprattutto, romanzi.
Perchè, si chiede:
"I romanzi erano, e rimangono, la cosa più facile da scrivere per una donna.
E non è difficile individuarne il motivo.
Il romanzo è la forma d'arte meno concentrata.
Lo si può interrompere e riprendere più facilmente di un'opera di teatro o di poesia.
George Eliot interruppe il lavoro per fare da infermiera al padre.
Charlotte Brontè metteva giù la penna per pelare le patate.
E poiché la sua stanza era il salotto di casa, sempre in mezzo alla gente, la donna si addestrava ad applicare la mente all'osservazione e all'analisi dei caratteri.
Si addestrava a fare il romanziere, non il poeta.
Eppure, Orgoglio e Pregiudizio, Cime tempestose, Villette e Middlemarch furono scritti da donne forzatamente escluse da ogni tipo di esperienza che non fosse quella che si poteva fare in un salotto borghese.
A loro non era accessibile alcuna conoscenza di prima mano della guerra né di viaggi in mare né di politica o di affari.
Persino la loro vita emotiva era rigidamente regolamentata dalle leggi e dalle usanze.
Con denaro e tempo a disposizione, le donne tenderanno spontaneamente a dedicarsi più di quanto non sia stato fino a oggi possibile, all'arte letteraria. Faranno un impiego più pieno e più sottile dello strumento dello scrivere.
La loro tecnica si farà più audace e più ricca.
Dunque, se è lecito fare profezie, le donne nei tempi a venire scriveranno meno romanzi, ma romanzi più belli; e non romanzi soltanto, bensì poesia e critica e storia.
Ma certo stiamo guardando lontano, a quell'età dell'oro, quell'età forse mitica, in cui le donne avranno quello che tanto a lungo è stato loro negato: tempo, e denaro, e una stanza tutta per sé.”
Da ' Una stanza tutta per sé'
"PROFUMO DI ROSE" di Pasquina Filomena
PROFUMO DI ROSE
Anche le emozioni più forti
rischiano di far paura.
In mezzo al cielo di primavera
mi avvolgo di te che sei solo un miraggio.
Forte, intenso e caldo come il sole.
Ma solo nuvole all’orizzonte,
di quelle bianche
e chiare di seta pura,
che mi scrutano nella cavità dell’anima
come il profumo di rose.
PASQUINA FILOMENA
"LO SPLENDORE DI UN'ANIMA.." di Nunzia Musicco
Lo splendore di un'anima
si misura attraverso
il tempo che ci metti a dimenticarla...
io non dimentico...!
@NM.
si misura attraverso
il tempo che ci metti a dimenticarla...
io non dimentico...!
@NM.
"VISITA A STILO" di Marilena Viola
VISITA A STILO
Pomeriggio d'aprile.
Profumo di zagare e limoni
lungo la costa parata a festa
di graminacee e ulivi.
Il mare lì di fianco
azzurro e bianco
a ricordar l'estate.
Dimore gialle e verdi e rosa
dipinte di fiori
disseminate a gruppi e sole.
Su per la collina
fitta di verde
e lungo il letto di un antico fiume
scorgiamo Stilo.
Spettacolo d'insieme!
Gemma preziosa
incastonata nell'anello del monte
e circondata di pietra e di boscame!
Dalla sua cima,
dagli antichi resti di Normanne dimore,
scorgo un paesaggio
che non ha uguali
e giù a gradoni
i tetti il vallo il mare.
Il mio pensiero così estasiato
vola all'indietro
al tempo passato
di lontani avventurieri qui approdati
a mare aperto
e rifugiati proprio in questa culla
dolce di verde e dolce di profumi.
Uomini greci neri e affaticati
fermati qui a goder di questa terra
grassa e generosa
ondeggiante di ulivi e di vigneti.
E gente fiera
parata d'innanzi
timorosa ma pronta all'accoglienza
dallo straniero prende quel che può
quel niente di cose
quel tutto della mente
e poi si fonde in un'unica gente.
M.V.5 maggio 1998
domenica 8 maggio 2016
"MAMMA (IN MEMORIA DI MIA MADRE)" di Marina marini Danzi
MAMMA ( in memoria di mia madre)
Un parola troppo grande
per una misera poesia
Mamma
Il primo dolce ricordo
L'ultimo disperato appello
Dolce profumo
d'amore e di pace
Infinito abbraccio
che tutti consola
e mai
sola mi lascia
Marina Marini Danzi
"MAMMA" di Luisa Simone
MAMMA
È a te che mi rivolgo
Quando cerco aiuto
Quando il cielo
È scuro
Quando
Non trovo nessuno
Mamma dolcezza
Mamma incanto
Mamma latte
Mamma seno
Bianco
Mamma il mio
Primo nome pronunciato
Mamma la prima persona
che ho amato
Mamma con te
Tutti i miei
Ricordi
Non sono stati
Mai distrutti
Quelli dei miei
Traguardi
Delle mie gioie
Dei miei rimpianti
Mamma Ci sei tu
È non avevo
Timore
Quella tua dolce
Preoccupazione
Che mi faceva così bene
Al cuore.
La morte
Cosa vuoi che sia la morte
Per un amore
Cosi grande
Io ti amo Come allora
Ti sento
Mi cammini
Dentro
tu sei qui
Non mi lasci mai
Un momento
Io con te non ho paura
Anche se la vita
A volte è dura.
Ma tu mi hai insegnato
Ad essere forte
Perfino ad accettare la morte
Mi è Rimasto il tuo ricordo
Ancora Forte
Nitido deciso
Che mi disegna sul viso
Uno strano sorriso .
Nulla di te ho dimenticato
Sarebbe
Impossibile per tutto
L'amore che mi hai dato
È ogni volta che guardo
Il cielo
Tu sei la'
Mi sorridi ancora
Ed è questo
Che lascero'
Ai miei figli
La convinzione
Che la morte
Non puo'
Sconfiggere l'amore
Auguri mamma.
E grazie ancora
Il tuo ricordo
Mi accompagnera' sempre
Finché saro'
Viva in questa vita
È anche quando
Questa
Sembrera'
Finita.
(Luisa Simone)
"A MIA MADRE" di Edmondo De Amicis
A mia madre
Edmondo De Amicis
Non sempre il tempo la beltà cancella
o la sfioran le lacrime e gli affanni
mia madre ha sessant'anni e più la guardo
e più mi sembra bella.
Non ha un accento, un guardo,
un riso, un atto
che non mi tocchi dolcemente il cuore.
Ah se fossi pittore, farei tutta la vita
il suo ritratto.
Vorrei ritrarla quando inchina il viso
perch'io le baci la sua treccia bianca
e quando inferma e stanca,
nasconde il suo dolor sotto un sorriso.
Ah se fosse un mio prego in cielo accolto
non chiederei al gran pittore d'Urbino
il pennello divino per coronar di gloria
il suo bel volto.
Vorrei poter cangiar vita con vita,
darle tutto il vigor degli anni miei
Vorrei veder me vecchio e lei...
dal sacrificio mio ringiovanita!
"ERA TORNATO" di Sabrina Di Toma
Era tornato.
Iniziava tutto a perdere la sua forma, la sua primordiale certezza.
Pensava di aver vissuto in un limbo, un luogo in cui l'illusione scherniva e si prendeva gioco del dolore, dove tutto era sfumato, senza contorni nitidi e chiari. Si era chiusa in un mondo parallelo, dove l'apatia governava ed i sentimenti tutti, banditi, vivevano imprigionati in celle recondite.
Ora, lui era li. C'era. Di nuovo.
La meraviglia prendeva piede. Non contava nulla. Lei e lui. Basta.
Come se il tempo non fosse passato si ritrovarono e si vollero bene, nuovamente.
Nel suo mondo le persone erano di passaggio. Lui no. Era lì, con lei.
Iniziava tutto a perdere la sua forma, la sua primordiale certezza.
Pensava di aver vissuto in un limbo, un luogo in cui l'illusione scherniva e si prendeva gioco del dolore, dove tutto era sfumato, senza contorni nitidi e chiari. Si era chiusa in un mondo parallelo, dove l'apatia governava ed i sentimenti tutti, banditi, vivevano imprigionati in celle recondite.
Ora, lui era li. C'era. Di nuovo.
La meraviglia prendeva piede. Non contava nulla. Lei e lui. Basta.
Come se il tempo non fosse passato si ritrovarono e si vollero bene, nuovamente.
Nel suo mondo le persone erano di passaggio. Lui no. Era lì, con lei.
SABRINA DI TOMA
sabato 7 maggio 2016
"LA LUCCIOLA SUL CUSCINO" di Margherita Benati
La lucciola sul cuscino
una sera , una lucciola che si era persa ,
è arrivata fin da me , sul mio cuscino .
Poi ho saputo che non si era persa ,
ma era venuta a portarmi una goccia di profumo ...
… di bosco, bagnato, di primavera . margi
"NEI COLORI DELL'OCEANO" di Pasquina Filomena
NEI COLORI DELL’OCEANO
I miei ti amo
sono ormai tutti scritti
nei fondali marini.
Hanno trovato dimora
in quell’acqua trasparente,
che hanno tutti
il sapore dolce dell’amore.
Un sogno infinito,
che non morirà mai
nei colori dell’oceano.
PASQUINA FILOMENA
venerdì 6 maggio 2016
"PIEGHE" di Vittoria Guglielmi
PIEGHE
Quel sentimento che si libera
tra una piega di cicatrice
tra un'onda di ricordo
Quel bisogno di non memoria
tra pensieri di vecchi disagi
tra ferite di errori recenti
Quegli occhi che non voglio addosso
tra ombre di passanti
tra suoni inopportuni
Quello spazio silenzioso
tra sogni realizzati
e pagine che non ho ancora scritto.
VittoriaGuglielmiAutrice
"UNA MELODIA D'AMORE CANTA LA NATURA..." di Antonella Di Pietro
Una melodia d'amore
canta la natura
al crepuscolo
di una sinfonia notturna,
in cui ogni creatura
è nota crescente
di una vibrante orchestra
in cui il creato
rivela se stesso
Anto
canta la natura
al crepuscolo
di una sinfonia notturna,
in cui ogni creatura
è nota crescente
di una vibrante orchestra
in cui il creato
rivela se stesso
Anto
"POESIA E VITA" di Marina Marini Danzi
POESIA E VITA
Sei di luna e di sole
come goccia sospesa
sul limitar della rosa
Ombra odorosa
sotto le felci
e riflesso di luce sull'acqua
Sei fragilità' composta
e tremante brezza di vento
Fremente tremolio di parole sommesse
di frasi sconnesse nella calda penombra
Sei radioso sorriso
di chicchi di riso
Germoglio di vita
sottile giunco
che al vento si piega
Tenace pianta
che non teme tempesta
E ancora
Sei accordo sull'arpa
barca che scorre
sole che cala
Sei il merlo che anche oggi saluta
il gatto che fa le fusa
Sei nulla e sei tutto
Sei cio' che mi incanta
e mi cattura
Marina Marini Danzi
"SENTO LA TUA VOCE ANCEH SE NON CI SEI..." di Simona Masala
Sento la tua voce anche se non ci sei... Sei sempre nei miei pensieri, nel mio cuore, perché sei stato l'unico a farmi vivere, sentire delle emozioni... Sei con me ogni notte, quando mi addormento ti porto nei miei sogni, solo lì posso abbracciarti, baciarti, perché solo li siamo un solo corpo...
- Simona Masala -
- Simona Masala -
mercoledì 4 maggio 2016
"MORIRE A MAGGIO TRA IL PROFUMO DI ROSE" di Santina Gullotto
MORIRE A MAGGIO TRA IL PROFUMO DI ROSE.
Il rampicante di rosso,
si comincia a vestire….
I bianchi calici delle calle
si schiudono piano piano al sole…
L’aria è fresca ma si scalda,
al passare dei giorni
e t’invita ad uscire….
Ti vibri nell’aria,
nella tua ultima corsa…
E li che ti fermi per sempre,
e prendi un altro cammino…..
Tra il profumo di rose,
come i loro petali diventi leggero….
Vai incontro a chi amavi
e ti ha preceduto…
Ma il dolore che lasci
non si può contenere.
Nessuno potrà mai spiegare
come si può morire a Maggio,
tra il profumo di rose alla tua giovane età…
Santina Gullotto.
Il rampicante di rosso,
si comincia a vestire….
I bianchi calici delle calle
si schiudono piano piano al sole…
L’aria è fresca ma si scalda,
al passare dei giorni
e t’invita ad uscire….
Ti vibri nell’aria,
nella tua ultima corsa…
E li che ti fermi per sempre,
e prendi un altro cammino…..
Tra il profumo di rose,
come i loro petali diventi leggero….
Vai incontro a chi amavi
e ti ha preceduto…
Ma il dolore che lasci
non si può contenere.
Nessuno potrà mai spiegare
come si può morire a Maggio,
tra il profumo di rose alla tua giovane età…
Santina Gullotto.
"HO CONOSCIUTO PECORE TRAVESTITE DA LUPI..." di Rosanne Donatiello
Ho conosciuto pecore
travestite da lupi
per proteggersi
da questa vita
invasa da falsi!
Ho conosciuto lupi
travestiti da pecore
pronti a ferire,
ad ingannare.
Ho conosciuto persone
che come me,
hanno imparato ad essere forti,
perché in questa vita se molli,
sei perduto.
~Rosanne Donatiello~
"POTRESTI ESSERE CHIUNQUE" di Luisa De Amor
Potresti essere chiunque
Potresti conoscermi
Potresti pensare di conoscermi..
Fino a quando
Questo tempo ..vita.
Mi regalerà un pensiero
Saprò riposarmi
E rispondere
Saprò esserci se posso
Odio promettere
La vita è un brivido che vola via...
Un equilibrio sopra la follia.
Potresti conoscermi
Potresti pensare di conoscermi..
Fino a quando
Questo tempo ..vita.
Mi regalerà un pensiero
Saprò riposarmi
E rispondere
Saprò esserci se posso
Odio promettere
La vita è un brivido che vola via...
Un equilibrio sopra la follia.
LUISA DE AMOR
"NON MI DIMENTICO DI ME" di Edmond Dantes
Non mi dimentico di me.
La follia subita me lo ricorda.
Pennelli esistenziali
giacciono essiccati
su di una tavolozza colorata.
La gioia che attraversa
ogni colore
è la mia trasfusione.
Goccia a goccia
vivo l imperdonabile
e ne faccio ricchezza.
La follia subita me lo ricorda.
Pennelli esistenziali
giacciono essiccati
su di una tavolozza colorata.
La gioia che attraversa
ogni colore
è la mia trasfusione.
Goccia a goccia
vivo l imperdonabile
e ne faccio ricchezza.
EDMOND DANTES
"COMPLETAVAMO IL MONDO" di Pasquina Filomena
COMPLETAVAMO IL MONDO
Mi piaceva quel noi
in mezzo al nulla.
Fatto di parole senza suono,
che ogni tanto saltavano
come guizzi d’acqua
in un deserto di sola aria.
Distese di cielo,
miriadi di forme,
e io e te
che completavamo il mondo.
PASQUINA FILOMENA
martedì 3 maggio 2016
"C'E' SEMPRE TEMPO PER CAMBIARE.." di Connie Rutigliano
C'è sempre tempo per cambiare,
in qualunque momento,
a qualunque età.
Non pensare mai che sia troppo tardi.
C.R.
in qualunque momento,
a qualunque età.
Non pensare mai che sia troppo tardi.
C.R.
"LA TORMENTA" di Liliana Sghettini
"La tormenta"
Cielo oscuro, colmo di nubi
offuscano aria
e sogni andati in frantumi.
Rincorrono dolore e turbamento
di chi spera, ignaro del forte vento.
Aspetta.....oh cuore ramingo
se cambia la sua direzione
repentina avrai, una nuova occasione!
Oh lamento smetti di gridare
è morto, chi non vuol sperare!
LILIANA SGHETTINI
"E POI VIVI QUI..." di Antonella Di Pietro
E poi vivi qui...
....dove il sole fa l'amore
col colore....e bacia
la fantasia....accarezza
l'armonia.....
mentre la luce in riflessi
di gaia giocosita',
tutto rende leggero
in capriole di dolce felicità. ..
e l'anima si scioglie
in un'atmosfera da fiaba
senza mai svegliarsi
Anto
....dove il sole fa l'amore
col colore....e bacia
la fantasia....accarezza
l'armonia.....
mentre la luce in riflessi
di gaia giocosita',
tutto rende leggero
in capriole di dolce felicità. ..
e l'anima si scioglie
in un'atmosfera da fiaba
senza mai svegliarsi
Anto
"IL CERCHIO" di Anna Fresu
IL CERCHIO
Lo so, ci sono giorni in cui mi dimentico, ci sono giorni, ore, che dimentico. Non oggi. Oggi sto qui seduta sul balcone di una casa, la mia. Forse. Sento la voce di un uomo, la voce di una donna. Quell’uomo è mio marito. Da ieri? Da trenta, quarant’anni? Ho perso il tempo. O è il tempo che ha perso me. Non mi è mai importato il tempo. Non l’ho mai contato. So che una volta perdevo il sangue per qualche giorno, una volta al mese, mi dicevano. So che lo sapevo, che lo ricordavo. Ci sono stati mesi in cui non l’ho più perso. Nove, dieci? Mesi in cui il mio corpo cambiava, diventava più morbido. La mia pancia cresceva. Poi più. C’era un bambino, una bambina, attaccato al mio seno grande pieno di latte. C’era un calore strano, come una dolce malattia. Poi c’era una faccina buffa, occhi pieni di risa, occhi pieni di lacrime, mani piccole lisce lisce che cercano che stringono.
C’è uno sguardo serio, preoccupato, mani sottili che pettinano lentamente i miei capelli lunghi. Voce di donna che sussurra, la voce che parla con l’uomo. Voce di bambina che dice “ Non tagliarti i capelli, mamma, voglio pettinarteli, farti la treccia quando saranno bianchi”.
C’è una donna seduta davanti a me, ha una treccia bianca avvolta intorno alla testa, gli occhi celesti quasi due fessure che mi guardano. Non mi chiedono nulla. Mi accolgono. Vorrei muovere la testa, lo sguardo. E se poi se ne va? È già successo altre volte. Forse. Sorrido, lo so che non c’è, là fuori. Ma c’è, per me. È mia madre. Viene spesso a trovarmi di questi tempi. Se lo dico a voce alta mi guardano strana, si scambiano strani sguardi. “È morta” mi dicono dolcemente “Tanto tempo fa”. “Lo so” rispondo. Ed è vero. Ma mi piace che venga a trovarmi.
Mi piace questo sole leggero che mi bagna il viso. Com’è che me lo ricordo, il sole?
Parlano basso intorno. Perché? Per non disturbarmi? Mi piace sentire la voce di quest’uomo, di questa donna.
Michela non parla, mi guarda, sorride. Non parla. C’è. Michela, mia madre. C’è sempre stata. Non ricordo cos’è sempre. Che importa.
Queste foglie gialle c’erano ieri? C’era ieri? No, non dormo. Ascolto. Mi ascolto. Non conosco (non ricordo?) questi suoni. Non conosco le parole per dire questi suoni. Ma mi piacciono. Sto qui ferma, seduta. Da quanto? Importa? Questa mano leggera su di me mi piace. Mi piace il suo profumo. Sì, sto bene. Ci sono.
Questa è una poltrona? È la mia poltrona. Davanti alla finestra. Piove. Ripeto il rumore dell’acqua sui vetri. Ballare. Perché resto seduta?
Tu mi dici che questa donna della foto la conosco. Mi dici il suo nome. Cerco il suo viso, il suo nome. Perché non lo trovo?
A volte – per quanto tempo? – sto lì, e galleggio nel vuoto. È d’acqua il mio vuoto, trasparente, con lampi verdi e azzurri. Sta lì, mi avvolge, mi sommerge, mi accoglie. Non mi fa paura.
Me ne sto buona, aspettando il silenzio. L’acqua che sale.
Rinascerò, nel grembo di mia madre.
ANNA FRESU
lunedì 2 maggio 2016
"LA FELICITA'" di Luisa Simone
LA FELICITA'
la felicità
Cos'è ..
La felicità..
Forse è il tuo
Ricordo
Che mi..
Prende
Improvviso
La felicità
Era
....quel lampo
Di gioia
..
Che illuminava
Il tuo
Sorriso
La felicita'..
È quel
Fiore..
Che si
Sta'
Aprendo...
Proprio
Adesso..
Con quel colore
Strano..
Di un
Blu'..
Forte..
Cosi'..
Intenso
La felicita"...
È rivederti..
Di nuovo..
Dopo
Tanto
Tempo...
La felicita'..
E'..
Sentire il cuore..
Che mi sfugge
Da dentro...
La felicita'
...è sapere
Che tu non
Mi hai
Mai ...
Dimenticato
La felicita'..
È aspettarti
Proprio
Qui'..
Dove mi
Hai...
Incontrato
(Luisa Simone)
domenica 1 maggio 2016
"IL MIRACOLO STUPISCE" di Antonella Di Pietro
Il miracolo stupisce
in una brevità
che desta
quello stupore
in bilico
tra l'inizio e la fine
Anto
in una brevità
che desta
quello stupore
in bilico
tra l'inizio e la fine
Anto
"OMERTA'" di Luisa Simone
OMERTA'
Forse non è il giorno
Piu'
Adatto..
Ma non lo era
Neanche...
Quando
Mi hanno..
Violentato..
Quando..
Mi hanno usato
Come un oggetto
Quando..
Mi hanno spinto..
Nel loro lurido...
Progetto..
Io non posso piu'
Niente..
Voi non lo volete
L'omerta'
Di mia madre..
ha stroncato
Il mio volere
Chi sono io oramai...
Se non un
Vostro
Oggetto..
Rimarro'
UN bambino adulto..
Un essere
Imperfetto..
Omerta"..
Questa parola..
Cosi"
Di classe..
Che uccide
I propri
Figli..
Per la vergogna
Della gente
Tremate..
Voi..
Che nell'omerta'..
Vivete..
Tremate gente
Che non
Ha coraggio
Di proteggere
Chi ha creato..
Di sentirlo
In braccio.
Come appena
nato.
Io ...
che ti ho aspettato
Piangendo
Per tutto quello
Che era successo...
Hai preferito
Tacere..
Mi dai ..
Le gocce..
Per dormire..
Ogni tanto
Mi vedi
Strano...
Mi dici..
Cosa mi è
Capitato....
Guardami
Mamma..
Mi hai ucciso
Col tuo silenzio...
Piano...
Piano...
(Luisa Simone)
"ACCAREZZANO GLI OCCHI MARI DI PAPAVERI" di Anäis Draghi
Accarezzano gli occhi
mari di papaveri.
Vorrei brillare
del loro rosso sfrontato.
Spiccare nel verde
più tenero,
porgendo una mano
al mio destino.
Cantare come usignolo
gaudente,
Io involontaria capinera.
mari di papaveri.
Vorrei brillare
del loro rosso sfrontato.
Spiccare nel verde
più tenero,
porgendo una mano
al mio destino.
Cantare come usignolo
gaudente,
Io involontaria capinera.
ANÄIS DRAGHI
"LA TENTAZIONE DEL CIELO" di Ilaria Biondi
LA TENTAZIONE DEL CIELO
Si sfronda
nodosa
la corolla della sera
nei ritagli sfrangiati
dell'indecente verbena.
Coglimi di memoria
nell'abbraccio muto
di una luna di spine
che benedice savia
e spogliata
ricami di ghirlande di gelsomino.
ILARIA BIONDI
"MALINCONIA" di Enrica Lovino
Malinconia.
Un senso di vuoto dentro,
una nenia da tempi lontani mi culla,
e dondolando mi tiene compagnia.
Il brusio della notte oscura,
copre spavaldo i ricordi,
e allontana la paura.
Poi si fa alba, ogni volta,
comunque sia.
Un senso di vuoto dentro,
una nenia da tempi lontani mi culla,
e dondolando mi tiene compagnia.
Il brusio della notte oscura,
copre spavaldo i ricordi,
e allontana la paura.
Poi si fa alba, ogni volta,
comunque sia.
ENRICA LOVINO
"ORCHESTRA DI EMOZIONI" di Pasquina Filomena
ORCHESTRA DI EMOZIONI
Voglio raccogliere tutti i miei sogni
e custodirli in una conchiglia
a piccole perle.
Proteggerli dal suono del vento
dalla profondità del mare,
e dal cuore di sabbia.
Per debuttare all’infinito
in un’orchestra di emozioni.
PASQUINA FILOMENA
"ETNA MUSA MIA" di Santina Gullotto
ETNA MUSA MIA
Etna musa mia
sovrasti la mia vita e il mio paese...
Lì come sentinella tra la terra e il cielo
come amorosa madre ci proteggi
dalle intemperie e dagli uragani devastanti
frutto d’un equilibrio compromesso...
Giorni sereni passi fumando dolcemente
per poi tornar di nuovo a brontolare
treman i tuoi fianchi esplode la tua rabbia
verso l’ingiusta vita di questo tempo...
Ricopri i tuoi verdeggianti fianchi
di nera cenere e lapilli...
I tuoi vigneti e gli ulivi secolari
che elargiscono il nettare Divino...
anche quando tutto il nero copre,
non sarà mai sterile questa terra..
di fiori rosa e di ginestre gialle
adorni la nera roccia a primavera
come un miracolo s’avvera
ad ispirar come sempre la mia poesia..
@Santina Gullotto
"LE MIE ORME SULLA SABBIA BAGNATA" di Gianna Di Carlo
Le mie orme
sulla sabbia bagnata.
Lenti, scivolano i miei ricordi
come le onde del mare,
così placide, così calme.
Carezze per la mia anima
leniscono le ferite di una vita.
Ascolto il canto del vento
mentre lo sguardo si perde
nei bagliori dell'alba.
Momenti di quiete. ..
Momenti di solitudine. ..
Assaporo il silenzio. ..
Sciolgo le catene invisibili
che mi legano,
mi opprimono,
mi soffocano.
Aspiro avidamente
il profumo del vento.
Sapore di vita...
Sapore di libertà...
GD
sulla sabbia bagnata.
Lenti, scivolano i miei ricordi
come le onde del mare,
così placide, così calme.
Carezze per la mia anima
leniscono le ferite di una vita.
Ascolto il canto del vento
mentre lo sguardo si perde
nei bagliori dell'alba.
Momenti di quiete. ..
Momenti di solitudine. ..
Assaporo il silenzio. ..
Sciolgo le catene invisibili
che mi legano,
mi opprimono,
mi soffocano.
Aspiro avidamente
il profumo del vento.
Sapore di vita...
Sapore di libertà...
GD
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