infinite lune sono giunte
da quand'ero giovincello quieto e buono.
Un gioir il tuo arrivar d'allor
con doni, leccornie
e pur tanto carboncino.
Nel piccolo lettino mi addormentavo
nascondendomi sotto il lenzuolino.
Giochi e dolcini fuor li tiravi
da quel vecchio sacco rappezzato;
volando misteriosa sulla scopa saggina...
Cara vecchina non ho mai saputo tu chi sia,
ma a te scrivo:
Or vecchiarello rimembro
che quei doni, tanto amati, anima e cuor avevano,
oggi saran pur più belli
ma son ignudi e privi di vita...
VINCENZO PATIERNO
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