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lunedì 24 agosto 2015

"CIO' CHE CI TRATTIENE PRIGIONIERI" di Nadezhda Slavova



Ciò che ci trattiene prigionieri

Bisogna immergersi nel dolore
nudi,
come nelle acque del fiume
che battezzano l’anima eterna,
e, camminando lentamente ad occhi chiusi,
sprofondare
finché il distacco non diventi
la morte dell’emozione.
Bisogna illuminare lo sguardo della sofferenza
con un cero che gocciola il nostro stesso pianto
e accarezzare il suo volto, morso dal rimpianti
come strade ferite da bombardamenti,
trovare, negli abissi che lacerano il respiro,
ciò che ci trattiene come prigionieri
e spargere ceneri sulle ferite ereditate,
nascendo in ogni alba
con una nuova veste di radici
seppur recise.

(Nadezhda Slavova)

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