STRALCIO
da un mio libro "La natura dell'amore"
Lui le prende il volto tra le mani. Non sa ancora come sia compito il miracolo: la fanciulla con la brocca d’argento è tornata da lui. Le sue mani scendono intorno al collo, alle spalle di lei, così contaminata e fiorita da lui, mentre pensieri gli si agitano come schegge “ è una bambina… la mia bambina……è una bambina ma ho paura di lei……potrei ucciderla se volessi e mettere così fine a tutto come se niente fosse stato…..è la mia piccola, il mio tesoro….mein Kleiner, meine Suesse.”
Lei sapeva di talco, un odore di pulito e un po’ anche di arance, di pelle bionda e pulita- di legno forse come di trucioli di matita appena temperata, di libri, di carta, ecco di cosa odora.. Fuori il caldo della primavera, il sole a sciabolate attraverso le persiane socchiuse nella camera dove lui la conduce, la tappezzeria gialla delle pareti, il letto fino a quel momento sconosciuto. E’ solo ora che sa di poterla avere, che non è un caso, una fantomatica avventura ritagliata nel tempo, una casualità irrepetibile. Le guardò ora il colorito pallido che nessun rossetto interrompe , la guardò mentre si leva il vestito ed il suo corpo gli pare un oggetto straordinario che lui aveva acquistato a caro prezzo, un oggetto il cui valore cresceva con il tempo , da stimare più di ogni cosa al mondo. Lei parla e le sue parole lo riempivano di una fragranza speciale: era un tesoro, un tesoro magico e possente : lui le mormora che era bella, che era buona, un tesoro, lei pare davvero fiorire davanti a i suoi occhi e allora la copre con il suo corpo nudo con una avidità tale che si accorge come lei lo volesse davvero , lo volesse pigliare con gioia, con vanto, con senso di vita mentre gli parla delle cose che un uomo vuole sentirsi dire quando è sopra una donna. Non sapeva da dove le venisse questa scienza d’amore ma gli parve una cacciatrice, una Diana Fanciulla, che lo faceva col cuore, e questa era la sua virtù. Lei ardeva : e lui fu sommerso da quel fuoco di passione, inghiottito da abissi inesplorati: e seppe allora che non avrebbe mai più potuto lasciarla.
DANIELA NUTINI
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