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giovedì 8 gennaio 2015

"La moglie magica" di Sveva Casati Modignani, recensione di Chiara Minutillo.


"I'm trying to survive victim of my desire". No, non é una citazione del libro che vi sto proponendo stasera. É un semplice verso della canzone che sto ascoltando mentre scrivo queste righe. Ho impostato l'ipod in modalitá riproduzione casuale e casualmente la prima canzone potrebbe tranquillamente fare da colonna sonora al presente libro. 
Si perché in "La moglie magica" Sveva Casati Modignani ci presenta un nuovo personaggio femminile, Mariangela, soprannominata Magía fin da quando, ancora piccolissima, non sapeva pronunciare alla perfezione il suo nome. La vita di Mariangela é all'apparenza una vita normale, comune a milioni di donne: ha un marito, due figli, abita in una bella casa. Ma Mariangela non é piú la donna allegra ed esuberante che era prima di sposarsi. Ora é spenta, nervosa, sfuggente. A vent'anni ha desiderato sposare Paolo e a trentaquattro si trova a vivere da vittima. Vittima di un marito che confonde l'amore con il possesso, che affoga le sue insicurezze nella violenza, che é geloso persino delle attenzioni che Mariangela dedica ai loro bambini. Un romanzo breve, non solo nel numero di pagine, ma anche nei tempi di svolgimento della storia, che affronta un tema piú che mai sentito, una corda sensibile della societá odierna in cui, lungi dall'aver veramente acquisito libertá e possibilitá di esprimersi, la donna viene spesso ancora vista come un oggetto. Un oggetto prezioso, si, ma pur sempre un oggetto. 
E cosí, ci sono mariti, fidanzati, padri, fratelli che si sentono in dovere di controllare fino all'esaurimento le vite delle rispettive mogli, fidanzate, figlie, sorelle. E cosí ogni giorno é una nuova tragedia. Come Mariangela, molte donne rimangono nell'ombra, nascondono gli attacchi alla loro persona, al loro essere donne, sotto un velo di indifferenza e finta gioia di vivere. Molte donne non denunciano, per paura o per vergogna, o semplicemente perché anche se 'é nata una legge che punisce severamente questi atti efferati, quando mai le leggi hanno fermato gli assassini?'. Argomenti delicati, ma più che mai attuali, che meritano di essere proposti, discussi, e poi nuovamente riproposti, perchè in casi come questo "il silenzio è un autentico delitto contro il genere umano" (Nadežda Jakovlevna Mandel'štam).

Chiara Minutillo

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