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lunedì 5 gennaio 2015

Stralcio da "Viaggi di una psicologa in crisi", di Graziela Bergamini.


"L´arrivo in India, uscendo dall´aereo, è stato come cadere dal paracadute in mezzo ad un forno gigante, rumoroso e sconosciuto di qualche paese o di qualche galassia distante. Era l'unadel mattino. Ero totalmente sola; avevo solo 21 anni e venivo dal clima invernale di Londra. Avevo trascorso tre giorni li per uno scalo prolungato fra Brasile e India.
Era l´inizio del dicembre del 1997 e mi preme aprire una parentesi per raccontare quello che penso del clima gelido. Non sono mai stata un´amica del freddo; ho sempre avuto dolori e tristezze a contatto con questo tipo di clima. In realtà nei miei viaggi e permanenze in terreni glaciali, penso di non aver mai saputo difendermi dalle temperature basse nonostante i vari strati di vestiti che indossavo per minacciare questo gigante potente e scontroso. A quindici anni avevo già vissuto da sola in Dakota del nord, negli Stati Uniti, per nove mesi, e li ho conosciuto un clima veramente rigido ed impetuoso.
Il mio più grande problema era ai piedi, che erano sempre freddi. Meno 10 gradi e usavo le scarpe da ginnastica. Meno 30 gradi e, ancora le scarpe da ginnastica. Niente stivali caldi rivestiti di pelo. È ovvio che non potevo che sentirmi un pollo congelato.
Ma in India, nello stesso periodo, quando a Londra facevano 4 gradi, la temperatura arrivava a 40, e al mio battesimo a quell´afa calda, mi sono sentita all´interno di un giaccone da scalate sull´Everest, nel pieno forno asiatico!".

Graziela Bergamini

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