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giovedì 29 gennaio 2015

"Il paese e il vento" di Cloe Sei.


Generalmente a quell'ora le strade del paese cadevano in uno strano torpore rotto solo dallo sbattere sulle pareti dei panni appesi alle corde.Quella era, però, una sera particolare e l'infuriare dello scirocco faceva addirittura schioccare, simili a colpi di frusta, i miseri bucati stesi ad asciugare. Accadeva spesso che il rumore dei panni cessasse all'improvviso per i bizzarri capricci del vento che a volte flagellava il paese per giorni e giorni, altre cessava all'improvviso, portando una quiete inattesa e di breve durata. E come il vento viene e va, anche le esistenze della gente del paese seguivano il gioco della vita loro malgrado agitate da folate improvvise, sconvolte da uragani violenti, rasserenate da bonacce insperate. E come le esistenze, anche gli umori collettivi mutavano, condizionati da questo o da quell'episodio, da questa o da quella diceria. 
Era l'ora in cui sedie e scannetti venivano riportati all'interno delle dimore ed in cui i rumori si spostavano nelle case insieme al vociare dei bambini. Solo un lontano scampanellio si avvertiva; erano le greggi che tornavano dal pascolo per riposare nelle grotte ricavate alla base delle mura di cinta del paese, a due passi dal mare che, immenso, si allargava senza confini.
Insolitamente, però, quella sera le sedie e gli scanni erano tutti nella piccola piazza del paese. Gli interni erano quasi vuoti, i pastori già rientrati. Era una di quelle sere durante le quali si fanno e si disfano le vite degli uomini, sino a quando non interviene la mano di Dio a rimettere le cose a posto.
La storia di cui vi narriamo è una storia di sempre. È la storia di una donna, forse non proprio come tante altre, ma pur sempre di una delle tante donne sparse nel mondo e perdute nel tempo... Questa che stiamo per narrare è, insomma, la storia di Ada.
TRATTO DA "Il paese e il vento" di Cloe Sei

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