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domenica 1 febbraio 2015

Favolosa Suzanne Valadon, la più bella di Montmartre, di Mariagrazia De Castro.


Suzanne Valadon (il cui vero nome è stato Marie-Clémentine Valadon) è stata una pittrice francese, autodidatta e modella di Renoir e Toulouse – Lautrec.

Nacque nel 1867 a Bessines – sur – Gartempe, figlia di una guardarobiera rimasta sola. Sua madre Magdelaine, non potendosi occupare personalmente della piccola Marie-Clémentine, l’affidò ad alcuni parenti di Nantes e poi lasciò il suo paesino del Limoges per trasferirsi a Parigi.

Madre e figlia si stabilirono a Montmartre, quartiere che proprio in quegli anni si stava trasformando da collina ricoperta di vitigni in cuore pulsante della capitale. Sono gli anni in cui per Montmartre si costruisce l’immaginario bohemienne di quartiere degli artisti e degli scrittori. Fu così che Marie-Clémentine, nonostante le difficili condizioni economiche, riceve gli stimoli di un ambiente culturalmente vivace. Sembrava essere condannata ai lavori più umili, seguendo lo stesso destino della madre (fece la sarta, la fioraia, la pasticceria) fino a quando, all’età di quindici anni, si ritrovò come funambola e cavallerizza al Circo Mollier. A causa di un infortunio non le fu più possibile continuare l’attività circense, così cominciò a posare come modella per alcuni giovani artisti che all’epoca erano sconosciuti: Pierre Auguste Renoir e Henry de Toulouse-Lautrec.

Bella e passionale, tutti gli artisti la volevano per i suoi occhi blu, per la pelle perfetta, la statura media, la corporatura proporzionata e la precocità. Cresciuta in fretta, a quindici anni era già sensuale, incantevole e inafferrabile. Maliziosa e seducente tanto da essere voluta da tutti non solo come modella (di Renoir e Toulouse – Lautrec fu anche l’amante), ben presto la “bellissima Marie”, come la chiamavano gli artisti per i quali posava, divenne modella professionista e si avvicinò all’arte come autodidatta.

Cominciò a disegnare e a proporsi con lo pseudonimo di Suzanne (suggerito da Toulouse – Lautrec). Fu proprio quest’ultimo a ritrarne il volto e i lunghi capelli color rame nelle case chiuse.

Anche Renoir non poté fare a meno di ritrarne la meravigliosa e sensuale chioma


e nel celebre “La danza in città” la immortalò mentre ballava con il pittore Lothe, delineando una figura raffinata, fasciata in un elegante abito da sera e con uno chignon che ne metteva in evidenza la nuca fragile di madreperla.


A Renoir e Toulouse – Lautrec successero molti amanti (tra cui anche il De Nittis e il compositore Satie) tanto che a diciotto anni si trovò madre di un bimbo senza conoscerne il padre. Il bambino fu riconosciuto da Miguel Utrillo y Molius, artista catalano e grande amico di Picasso negli anni di Montmartre. Quel bambino divenne il celebre pittore francese Maurice Utrillo, noto per i suoi paesaggi urbani (tra cui i tetti di Montmagny, la Porte Saint – Martin, Le Moulin de la Galette).

Nel 1896 sposò un ricco agente di cambio e si trasferì nella sua villa di Montmagny, conducendo una vita agiata e tranquilla. A questo periodo risalgono molte nature morte e ritratti intimisti. Nel 1909 conobbe Andrè Utter, fascinoso pittore amico del figlio. Con il ventitreenne Andrè scoppiò un amore travolgente e passionale, fuori norma e il delirio sessuale per questo giovane la portò dritta dritta al divorzio. Nel suo celebre Adamo ed Eva si autoritrae con Andrè in un dipinto che ne esalta tutta la fisicità, la perfezione dei corpi e la fatuità dell’istante.


Nel 1914 sposa Andrè ma la Prima Guerra Mondiale le consegna un marito ferito e provato. Nonostante tutto la famiglia maledetta (Andrè, Suzanne e Maurice) si ricompone (la stampa parigina li aveva definiti la “Trinità Infernale”).

Nel 1924 per amore di Maurice si trasferisce in campagna pensando che l’ambiente tranquillo lo possa distogliere dall’alcool e ne possa lenire le sofferenze fisiche e i turbamenti psichici che si portava dietro sin dalla tenera età (si diceva che la nonna gli desse da bere del vino per calmarlo da piccolo).

Maurice le ha dato sempre filo da torcere: lo aveva iscritto in collegio ma allo studio preferiva l’alcool e per tenerlo lontano dalla bottiglia lo aveva indirizzato alla pittura, come aveva fatto con lei Edgar Degas. Quando dipingeva non pensava alla bottiglia, ma appena finito, la passione smodata per l’alcol riprendeva il sopravvento.

Fu proprio Degas, infatti, a rendersi conto del suo talento, a incoraggiarla a dipingere (ne comprò anche delle tele), a esaltarne il perfezionismo (lei era capace di lavorare anni e anni sulla stessa tela) e a influenzarne i temi iconografici.

Suzanne continua a dipingere soprattutto nudi e autoritratti. E’ proprio a sessantasei anni che si ritrae per l’ultima volta, con il seno floscio nudo, i capelli e la pelle spenti e opachi e lo sguardo rugoso. Nonostante tutto è una bella donna.

Nel 1938 muore a settantatré anni, assistita dal marito André. Al suo funerale parteciperanno personaggi celebri del calibro di Picasso e Braque. Nel 1949 nel suo borgo d’origine nel Limoges viene apposta una targa commemorativa sulla casa che ospitò l’insolente e seducente popolana e le fu dedicata anche una via.

Mariagrazia De Castro





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