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martedì 10 febbraio 2015

"Il sentiero dei profumi" di Cristina Caboni. Recensione di Chiara Minutillo.


Ci sono libri da cui é difficile staccarsi. Libri che non si riescono a terminare, perché anche dopo averne letta ogni singola parola, i loro personaggi continuano ad accompagnarci. Ci sono libri che ci entrano dentro, si prendono prepotentemente e dolcemente allo stesso tempo uno spazietto nel nostro cuore. Libri che ci hanno colpito a tal punto, da impedirci di parlarne finché non li abbiamo assimilati. Ci sono libri a cui continuiamo a pensare, a cui non possiamo fuggire. Ci sono libri di cui non possiamo scordare la storia, gli insegnamenti, i protagonisti. E c'é un libro di cui non si possono scordare i profumi. 
"Il profumo non é qualcosa che si sceglie. Il profumo é il sentiero. Percorrerlo significa trovare la propria anima. [...] Al profumo non si mente. Il profumo é la nostra vera essenza".
C'é un libro che descrive il profumo del sole e dei campi. Ci coinvolge con il profumo di Parigi e di Firenze. Soprattutto, c'é un libro che parla dell'odore dell'abbandono e della disperazione, dell' odore della rabbia, dell'orgoglio e dell'arroganza, del profumo dell'amore, della famiglia, dell'amicizia, della nostalgia, e poi ancora dell'essenza del ricordo, della morte e della nascita. Ci sono i profumi standardizzati e i profumi dell'anima. Esiste un Profumo Perfetto per ciascuno di noi, un profumo il cui compito é raccontare. E allora lui narra i nostri progetti e le nostre ambizioni, i nostri sogni e le nostre paure. Parla di ció che amiamo e di ció che odiamo. Perché il profumo, quello vero, quello che Elena e la sua famiglia conoscono da generazioni, arriva dritto al cuore. Semplicemente perché non esiste profumo che non nasca da un sentimento.
"Lui ruba gioia al mio cuore, la luce alle stelle e non se n'avvede. Si puó morire d'amore? Quale carico di dolore puó patire un animo? Mi interrogo mentre sorrido ove vorrei che il pianto alleviasse le mie pene. La sua fortuna é la mia disgrazia. Mi procurai da sola questo tormenti. M'ingannai sul suo amore. Non ho onore e non m'importa. Se lui mi volesse, gioirei ai suoi piedi. Ma inutile é ormai questa considerazione. Ció che gli serviva é di giá suo".

Chiara Minutillo

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