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mercoledì 4 marzo 2015

"La zona del Canto" di Silvia Tortiglione

Tu sei la foglia della sera
con il suo gusto di buio
e i nervi ritti contro le stelle;
questa notte vale molto più dell’alba
e delle sua schiera di giovani ancelle
dal seno dolce e i biondi crini.
Se vuoi, perditi un po’, cara selva
lascia che le mie braccia cingano
le tue vesti leggere; lascia che io
dimostri quanto ben poco fa il tempo, 
una volta che il cuore s’alza 
con la prima onda d’un suono
e il corpo lo segue nell'impeto.
Ti prego, dì il mio nome 
tra il vento dell’ombra,
dillo e inventa un sentiero
per giungere alla tua schiena
e formami secondo la tua voglia
d’illusione; guarda alla mia vita
con quegli occhi d’ambra che amo
tanto come fossero poesie d’oro.
E se al mondo ti mostri con l’inverno
degli anni – inverno gioioso –
dipingerò nell'anima lo spettro
di una selva silvana al tramonto,
culla d’usignoli e bagnata di brina,
fresca e pura come all'aurora 
dei giorni che furono; senza nubi
impigrite dal gelo e con le volpi
chiamate al canto del vino.
Tornerò alla bruna selva
per posarmi sul manto d’autunno
che muore, come allo sfiorire 
di una nenia, pianto di giovane amore.

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