Logo blog

Logo blog

mercoledì 25 marzo 2015

"Sesto Vento" di Sylvia Rose

Salimmo verso le dune rocciose che nascondevano il verde dei prati. Mairead sembrava trovarsi a suo agio, con le dita che s’ancoravano agli spigoli e le gambearrossate a mo’ di papaveri. Ad un certo punto mi fece cenno di seguirla e comparve, comparve tra le pietre, la luce della natura. In quel luogo il Sole era gentile. E poi il vento, il vento che le toccava la veste, il vento che parlava alle nostre orecchie. Ciò che provai era meraviglia, un palpito che dalla valle andava danzando tutt'intorno. 
«Non dici nulla? La traversata sembra faticosa, ma ne vale la pena.» 
«Direi di sì. Credevo non esistessero scorci tanto belli. Non se ne vedono ogni giorno, a volte se ne legge nei libri.» Evitai di sospirare. L’aria era così pura da non permettere che anima umana la macchiasse, giacché un mio sospiro sarebbe stato il venir fuori della debolezza. Sentivo una nuova forza, malgrado il contrasto che nella mia mente veniva a crearsi tra il paradiso in cui sedevamo e la consapevolezza del reale. 
Mairead colse un piccolo fiore e disse: «I poeti sono in grado di trarre da questo fiore uno stormo d’uccelli. Eppure, questo continua a morire. Ne vale la pena? Intendo, vale la pena scrivere o parlare di un misero fiore? La realtà ha preso tutto, ha rubato la bocca ai poeti, ha violato la giovinezza e ci ha costretto ai fatti.»
«Non ha preso tutto» risposi con un tono deciso. «Il cielo delle sei è ancora con noi, la musica dei fiumi e dei monti è con noi. Se vogliamo sognare, possiamo farlo, abbiamo una speranza. Anzi, abbiamo molte speranze, almeno finché saremo in grado di immaginare e fantasticare e … » 
«E hanno colpito al ventre le nostre speranze. Con un pugno, siamo fuori. Noi faremo lo stesso, quando maggio passerà. Tu verrai chiuso in un cortile di cemento, io ti seguirò. Le nostre parole non reggono, la mente si consuma al ricordo degli antichi progetti.»
«No, Mairead, no. Il fatto che ne stiamo discutendo dimostra che qualcuno è salvo.» 

Le presi il fiore dalle mani e lo lasciai cadere. Il discorso di Mairead era giusto: non eravamo nessuno e non avevamo ascendenza. Ma io sentivo, sentivo le voci e il canto degli uomini. Dio, il canto degli uomini che muoveva con dolcezza per trasformarsi in grida. Il fiore s’era nutrito di illusioni così care da parere eterne.
Quanto desiderai mi stringesse la mano e saltasse in piedi – ricordo che Mairead aveva un sorriso tale da spingerti ad entrare in Accademia per ritrarla. Il punto era proprio questo, il sogno e la bellezza potevano ingannarmi, ma erano verità, il moto spontaneo delle mie frasi. 
«Io credo che la gente sia come i fili di questo prato» continuai il discorso «l’ombra delle fronde e il gelo delle nubi sono momenti di stupore che tu e io conosciamo. Lo sanno anche tutti gli altri. Bisogna solo che torni la luce al posto della cenere. Basta piangere e il mondo sarà salvo.»
Mairead mi fissò con un’espressione basita. Avrei dovuto scusarmi per quest’idiozia, anche se ero profondamente convinto della mia ragione. 
«Cosa? Le lacrime ci salveranno?»
«Come la rugiada sveglia il bosco, una lacrima può svegliare intere nazioni.»
Sorrise, nonostante fosse evidente un certo tremolio. Adagiò il capo sulla mia spalla e il profumo, i fieri dubbi, l’anima grande mi spinsero al pianto. Il discorso e l’esempio erano completi. 
«Tu sei un eroe, dunque?» sussurrò accorgendosi della mia reazione «Un eroe che piange per un angolo di terra.»
«A quanto pare.»
Il vento tornò a bisbigliare quello che per noi era un mistero; tornò a raccontare le gesta dell’uomo che implora una moneta e della donna che cammina al bagliore della luna; tornò ad essere il fuoco di un'unica preghiera. E al passo di quest’aria Mairead si sollevò posando le labbra sulla povera e ingenua fonte di tanti discorsi. 
Quel bacio fu la giovinezza con la sua corsa e i capelli umidi d’estate, quel bacio sciolse la catena dei poeti, quel bacio tenne in sé i resti della gioia e della paura, quel bacio prese radici dagli alberi e cadde nel fiume.
Quel bacio aveva la vita.


(Sesto Vento; SylviaRose)

Nessun commento:

Posta un commento