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giovedì 26 marzo 2015

"IL TUO VERO NOME ANDREBBE RICORDATO" di Silvia Tortiglione
Il tuo vero nome andrebbe ricordato
nel cammino furente del cielo, mentre
le lacrime divengono parte di un suono
che tende e si frena e impera e cade,
cade sui rami della Selva Silvana
che danza, traendo inaudita forza
dalle braccia e dal bel petto.
Quando il buon luglio riposa e segue
la mesta stagione, il coro del bosco
ancora mi spinge all’armonia delle fronde
che generarono il volto della sola creatura
la cui bocca tenne alto il sentimento
- Santa ombra, ti rendo grazie per aver
generato la rossa bocca che vedo sorridere
e gridare nel pianto all’aurora.
Dunque contro il tuo nome avrei potuto
gettare il disastro di una vita che si perde
come i frammenti del vaso greco nel corso
della memoria; avrei potuto porgere al tuo nome
le illusioni che galoppano con il moto della sera,
schiene di vetro e riccioli viola.
Il tuo nome che era sacro alla nebbia, lo si vede
inciso sulle palpebre degli uomini, lo si sente
nel ricordo della giovinezza, lo si gusta
al mezzo dell’eterno e del dolore,
in quel piano dove ora riposo:
un grido m’alza il petto, il grido del reale.
E ti chiamai Navalis
per non morire
al tocco di un nome
che ha suono di rugiada.

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