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mercoledì 18 marzo 2015

"Il mio mondo in bianco e nero" di Cloe Sei.



STRALCIO

I miei primi veri ricordi sono legati a quel periodo della mia vita che si svolse in via Paulucci de' Calboli, in quella bella strada romana del rione di piazza Mazzini, a due passi dal Teatro delle Vittorie. Erano gli anni delle grandi promesse della vita e, per quanto io tenti di andare più indietro nel tempo, non riesco a vedere più nulla con gli occhi della memoria.
Per sentito dire, sono nata in un'altra zona di Roma, in una villetta presa in affitto dai miei genitori all'inizio della loro vita matrimoniale. Mio padre giovane avvocato, mia madre giovane professoressa di materie scientifiche, non so esattamente dove nè, a dire la verità, se a quel tempo ella insegnasse.
Con noi, quando venni alla luce, viveva anche la nonna, mamma di papà; l'adorata nonna, che ha accompagnato tutto il mio intenso e felice periodo dell'infanzia e della prima adolescenza. L'unico punto di riferimento che ho di quella fase della mia vita è una piccola foto in bianco e nero datata con il mio anno di nascita.
Sono lì, in una culla foderata di stoffa a pois, mi sembra, appoggiata ad un cuscino e tenuta sollevata da mia madre, una giovane, bella signora sorridente dai capelli lunghi pettinati secondo la foggia del tempo.
Io sembro sorridere o sbadigliare o, forse, sto solo iniziando a piangere, dato che due mani sconosciute, in primo piano, tentano di attirare la mia attenzione davanti all'obiettivo.
Accanto a me c'è anche nonna, sin dall'inizio vigile sentinella della mia esistenza e, probabilmente, dietro il muretto che si intravede sulla destra della foto, razzolano le due gallinelle comprate dal mio papà perché non mancassero mai, alla sua piccola, le uova fresche.
Cloe Sei

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