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martedì 24 marzo 2015

IL COMPLESSO DELLA VEDOVA. IL VOLTO OSCURO DELLA MENTE di Stefania Rinaldi.


STRALCIO
La villetta era meravigliosa.
Mura bianche che a tratti mostravano qualche scorcio di pietra viva e imposte azzurre che risaltavano come diamanti su quell'intonaco candido protetto da una romantica distesa di edera che si stagliava dal tetto sino a terra.
L'Antico uscio in legno si riparava dai raggi del sole cocente sotto uno splendido portico ad archi e bastava voltarsi perché la natura offrisse una superba e spettacolare autentica meraviglia: un uliveto che conduceva dritti alla spiaggia e a quello splendido mare azzurro culla di antiche civiltà. 
La casa era disposta su due piani:il pian terreno consisteva di un salotto tutto decorato con meravigliose ceramiche dipinte a mano di vivaci e luminosi colori estivi, a seguire una cucina ed un piccolo bagno.
Il pavimento presentava qualche crepatura, ma a quelle antiche e pregiate maioliche si poteva perdonare tutto tanto erano stupende.
Carlo aprì le persiane permettendo alla luce di illuminare l'interno.
Le assi di legno che reggevano il tetto davano un'aria ancora più rustica a quell'ambiente e i raggi del sole che colpivano gli specchi riempivano l'atmosfera di meravigliosi e tiepidi riflessi colorati.
Un piccolo millepiedi cercava di affrettarsi nel suo strisciare per raggiungere il divano e ficcarvisi sotto: una volta scoperta la sua violazione di domicilio avrebbe dovuto mettersi al riparo dal correre rischi.
L'odore di chiuso era molto forte e d'altronde, non essendo abitata, quella casa non avrebbe di certo potuto profumare di rosa.
Una deliziosa scala a chiocciola conduceva al piano superiore dove si trovavano tre camere da letto e un bagno. 
[.......] 
Nonostante la sua età sentiva che quella sensazione meravigliosa era la stessa identica che provava da bambina.
Chiudere gli occhi, lasciarsi cullare dal rumore delle onde, toccare con le proprie mani la sabbia fresca e madida di umidità della sera in imminente arrivo : fino a qualche mese prima non avrebbe neanche immaginato di poter mettere il naso fuori dalla casa di riposo.
Di solito era già buio quando rientrava. Quel venticello serale la ristorava.

STEFANIA RINALDI

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