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martedì 10 marzo 2015

"Cheddonna" di Chiara Pesenti.

SINOSSI.
Cheddonna ha quarantacinque anni, un marito, Miomarito, un figlio, IlPrincipe, e una vita straordinariamente normale.
Vive in una città di provincia, in un condominio che gli agenti immobiliari definirebbero "plurisignorile", abitato da strani personaggi come LastregadisopraLaluisa
L' inquietantevicinodicasa e la famiglia numerosa di Tuttisuoi? e Anchemiei.
Con lei, ormai da alcuni anni, vive anche NonnaNenna, un' arzilla ultranovantenne che nessuno dei parenti ha voluto ospitare.
Attorno a Cheddonna ruotano personaggi come la Fulvia, ragazza madre attempata dalla vita sentimentale complicata, la sorella-rivale Cheddolce, e le mamme del caffè, appartenenti al movimento anonimo mamme apprensive, meglio conosciuto come il M.A.M.A.
Ora che IlPrincipe, il figlio quattordicenne, frequenta il primo anno di liceo artistico, per Cheddonna è iniziata una nuova era.
Sarà pronta ad affrontare tutto quello che il futuro ha in serbo per lei? Attraverso i suoi occhi vizi, difetti e piccole manie del quotidiano diventano occasione per ridersi addosso, non senza rifletterci un po'.



STRALCIO.
La signora Berenice e suo marito, il signor Dante, l’avevano capito fin dal primo momento: la rosea neonata di tre chili che dormiva beatamente nella culla della nursery non era certo una bambina qualsiasi. Innanzitutto, a differenza della maggior parte dei suoi compagni d’avventura, che portavano in volto i segni del parto appena affrontato e le cui teste a pera rivelavano tutta la fatica del venire al mondo, la loro secondogenita aveva un colorito roseo e una testolina tonda e riccioluta, e teneva le manine rivolte verso di sé, quasi dicesse “Eccomi. Finalmente sono arrivata. Oui, je suis Cheddonna!” “Non ho mai visto una bambina così intelligente, si vede da come tiene gli occhi aperti!” esclamò il signor Dante, guardando la neonata. “Ed è bellissima, proprio come me da piccola” aggiunse la signora Berenice, che non temeva certo di venire smentita. “Forse è un po’ magrolina, ma crescerà” obiettò la giunonica zia Marta , che si preoccupava sempre che gli altri non mangiassero abbastanza. “E’ un belè” disse Nonnanenna, con gli occhi lucidi, “ speriamo che sia anche buona!”.“Cheddonna!” esclamarono in coro tutti i parenti venuti a vedere la nuova arrivata, e Cheddonna fu. La sorellina maggiore, nel vederla, non aveva potuto fare a meno di esclamare: “Cheddolce!”, suscitando l’unanime approvazione degli astanti, fatto che le costò la perdita del suo vero nome, perché da quel giorno quell’esclamazione infantile divenne il suo soprannome, per sempre. E pure Cheddolce fu. Gli anni passarono, e Cheddonna crebbe rimanendo sempre all’altezza delle promesse insite in cotanto nome, finché un bel giorno, a casa di amici, conobbe un ragazzo e nello stesso istante in cui lo vide esclamò: “Quello sarà Miomarito”. E Miomarito fu. Quando i due sposi decisero che era venuta l’ora di mettere al mondo un figlio, possibilmente maschio e rigorosamente unico, nacque un bimbo che presentava i requisiti richiesti, e fu chiamato IlPrincipe. E così anche IlPrincipe fu.“In principio era Cheddonna”… sì, anche questa storia potrebbe iniziare così.
Chiara Pesenti

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