Logo blog

Logo blog

venerdì 20 marzo 2015

"Amore non è..." di Maria Francesca Consiglio.


Amare è la schiena inarcata in su aspettando l’assoluzione senza aver Dei da pregare. E’ aprir gli occhi alla cecità del non saper trascinandosi su un bastone che non t’appartiene. E’ patir la fame del dubbio, dissanguarsi di vacuo con la sola trasfusione del suo sangue a poter accendere i sensi, intorpiditi dal “non senso” d’ogni altra cosa. Amare è una frusta intrecciata ai nervi del cuore, guidata dalle mani di un amazzone sempre più esperto di te, che t’affatica al trotto e ti sfianca nell’inutile rincorsa del sogno illusorio del completarsi. Amare è un gruppetto di scanzonati archi e violini maledetti che scandiscono il tempo d’una attesa che si vive da protagonisti solitari, con le bestie del dolore a mordere caviglie e polsi. E’ pianto che corrode il granito, è voragine che s’erge al contrario sfondando il tetto d’ogni sicurezza, abbandonando corpo ed anima alla mercé d’ogni intemperia, quasi a desiderar un fulmine rovente a squarciare la testa, bruciando quel pensiero assiduo. Liquefatti d’amore si patisce la sete, si deturpano gli angoli della vita, si scalcia nel ventre dell’amore che non vorrebbe partorir figli già orfani. Si grida aria sottovuoto, si storpiano note mute che muoiono nello spartito dell’indifferenza. Amare è una fiammata infernale che Ade non può controllare, è lo spettro delle paure che mette la fede al dito, spezzandolo al tatto di ciò che si brama. Amare è un plotone d’esecuzione che si punta il fucile in testa ridendo di gran gusto, colorando di rosso il Mar Nero, bagnando la carne contro le branchie d’uno squalo. Amare è non amare. Se s’ama l’amore ci si sposa in manicomio, con la sedia elettrica a decorar la cappella, a suggerir al prete in pigiama le parole sconsacrate per eccellenza, recitate per difetto di coscienza. Amare possiede nella desinenza stessa l’ammissione di colpa dell’inconveniente dell’amaro nel retrogusto del miele, che l’ape regina ha fatto anche la sgualdrina, cosciente della sua potenza di femmina. Amare, nel fondo del bicchiere sporco di tequila e boom boom tachicardico del cuore, non è che un ago nell’enorme pagliaio che arde di carcasse d’innocenti martiri, suicidi felici. L’ago insignificante trafigge le membra, punge contro il cuscino del pensiero che si vorrebbe narcotizzare, soffocare sotto le federe sporche di sonno, interrotto dai passi notturni del fantasma amore. Ritorna amore che ancora son malata di masochismo.

Nessun commento:

Posta un commento