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venerdì 6 marzo 2015

"L'amore bugiardo" di Gillian Flynn, recensione di Chiara Minutillo.


È il 5 luglio 2013, il giorno del loro quinto anniversario di matrimonio. Come ogni anno da che sono sposati, Nick si aspetta la fatidica caccia al tesoro che sua moglie Amy organizza per fargli trovare il suo regalo. Il classico enigma che Nick non riesce mai a risolvere da solo perchè gli indizi sono troppo complicati per lui, che non considera tanto importanti quei momenti che invece Amy desidera ricordare. Questa volta Nick ha una difficoltà in più: il quinto anno è l'anno del legno. Ha solo poche ore per trovare un regalo adatto, che sappia emozionare sua moglie. Nick sta proprio pensando a questo quando riceve la telefonata di un vicino: la porta di casa loro è spalancata, il loro gatto, quel gatto che Amy adora e che non lascerebbe mai uscire perché potrebbe finire sotto un'auto, è seduto sui gradini dell'ingresso. Nick si precipita a casa: la porta spalancata, il gatto sulla veranda, segni di colluttazione in salotto. Amy è sparita e così si apre una caccia alla vittima e al suo rapitore ricca di colpi di scena in cui Nick dovrà combattere contro prove e sospetti.
Scritto in parte come diario, utilizzando a capitoli alterni il punto di vista di Nick e quello di Amy, L'amore bugiardo presenta molti aspetti tipici del genere psicothriller, mantenendo però un tono più simile ad un romanzo di narrativa in cui l'amore, se in tale maniera si può definire, fa da filo conduttore, unendo le azioni e le scelte dei personaggi per costruire una rete di eventi e vicissitudini che portano il lettore in una sperduta cittadina del Midwest americano, dove tutti conoscono tutti e dove, soprattutto, nessun segreto può essere al sicuro.
Chiara Minutillo

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