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domenica 14 giugno 2015

"VINCENT, MIO FRATELLO" di Elisabeth Van Gogh (Recensione di Lisa Molaro)

RECENSIONE

 Vincent, mio fratello

Laddove questo libro fosse stato più ricco di pagine sicuramente il mio interesse nel leggerlo non sarebbe scemato; l'ho trovato fresco e scritto con mano leggera nonostante la tristezza e la discesa libera di questo Artista non sia certo stata tale, nessun paracadute ad attutirne l'impatto!
é piccolo, questo libricino, anche perchè gran parte della sua vita il grande Vincent non l'ha trascorsa con la sorella che quindi non può avere da raccontare tantissimi episodi...però i ricordi che ha, quelli sì, sono nitidi ed impressi nella sua mente come il fratello impigliava nella tela le emozioni che la natura sapeva dargli!
Leggendo questo libro mi è sembrato di aprire una ipotetica finestra e di affacciarmi su altri paesaggi, sulle terre del Brabante, con i suoi ruscelli, le sue macchie di colori floreali tipo il rosso geraneo, sui campi da coltivare e su pietanze a base di patate già messe sul tavolo!
Bello! Ho visto giocare allegri fanciulli, uno dei quali indossava una camicia azzurra che contrastava con i capelli rossicci e mentre cresceva gli ho visto prima spuntare e poi infoltire la barba e quello sguardo che fin da bimbo era da vecchio,con l'età non si è mai ringalluzzito, mai sprizzava pennellate di entusiasmo se non quando quasi accecato dalla luce del sole non governava i suoi pennelli!
Ho conosciuto Vincent sotto aspetti che mi erano nuovi: la sua collezione di insetti che lo teneva impegnato da fanciullo, il suo atelier dove aveva collocato il tronco di un vecchio albero abbattuto da una tempesta, lo aveva segato e infilato in una cassetta piena di terra e frai rami aveva posto diversi nidi: Vincent raccoglieva quelli che erano stati abbandonati dagli uccelli durante le sue passeggiate nei boschi.
Cuore nobile, il suo!
C'era il nido a forma di cono dello scricciolo, il nido muschioso del falco, quelli semplici del passero e del tordo e molti altri..l'unico che non aveva trovato e che aveva tanto desiderato era il nido del Martin Pescatore, fatto di lische!
Ho sofferto e chinato la testa dinanzi ad un uomo che per la troppa onestà non sapeva tenersi stretto nessun lavoro...ma forse era destino..un destino avverso che gli stava regalando qualche soddisfazione proprio quando lui gettava la spugna!
Il punto di vista con il quale Vincent ci è narrato non è uno qualunque: è quello, come si era già detto, della sorella Elisabeth, ciò rende il tutto ovviamente soggettivo: molte cose sono edulcorate e raccontate in maniera forse distorta...come la morte dell'artista che dalle parole di Elisabeth sembra quasi avvenire per malattia fisica mentre noi sappiamo invece che Vincent ha posto da solo fine alla sua esistenza ( che reputava più difficile della morte )

ELISABETTA VAN GOGH


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