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martedì 23 giugno 2015

"E ADESSO, POVER'UOMO" di Hans Falada (Recensione di Lisa Molaro)

RECENSIONE

E adesso, Pover’uomo

La vicenda di questo romanzo non è affatto straordinario né i personaggi che ne animano le pagine sono eccezionali.
Il nucleo sentimentale su cui queste avventure si accentrano è in largo senso umana, è una constatazione elementare e non tipicamente tedesca o nordica o Nazionalmente determinata.
Prima nota importante, il titolo: Kleiner Mann e cioè letteralmente "piccolo uomo", "uomo qualunque", "uomo della strada".
Capiamo subito così, che ci stiamo per addentrare in una storia che merita il nostro rispetto.
In modo ironico, regalandoci tante immagini buffe Fallada ci spalanca la porta di un passato difficile ( e a tratti, molto attuale) e ci permette di mettere con leggerezza il dito nella piaga!
L’amore fresco fresco dei due sposini: Johannes Pinnenberg ed Emma Mörschel ( Ciuffetto e Giovanni ) è un amore incosciente che pensa di bastare a sé stesso…e forse chissà, sarà proprio così….o forse sarà solo illusione ed incessante calcolo matematico per far quadrare i conti!
Per tutto il romanzo, lo spauracchio della disoccupazione non abbandonerà un istante la coppia…a tenerli uniti, più di tutto, la base dell’amore: l’onestà e il dialogo familiare…una promessa scambiatasi reciprocamente, una notte, dinanzi ad una finestra spalancata sul mondo:” CI RACCONTEREMO SEMPRE TUTTO, NON CI DIREMO MAI BUGIE!!” Ma quante volte una frase detta così, con la leggerezza di un sentimento focoso , ha rischiato di vacillare nel suo intento col rischio di incrinare un fragile vetro??!!
Come in altri romanzi del periodo, anche qui non vengono risparmiati i cenni politici ( anche se temo che la mia edizione abbia subito delle censure, è stata pubblicata nel 1933 sotto il regime nazista e da quel che ho letto, sembra che qualche capitolo sia stato omesso..e che qualche espressione di esplicita fisicità coniugale sia stata sfumata !!! ), non manca il collega di lavoro “nazi” ( ribelle e appartenente ad un gruppo che sfogava le sue frustrazioni in incontri rissosi e che spesso si presentava al lavoro con evidenti ecchimosi!)…non mancano le indecisioni politiche del nostro Giovanni, che non ha mai saputo decidersi a stare esplicitamente né dalla parte dei nazisti né da quella dei comunisti, non mancano i diritti violati nei confronti degli operai, o degli impiegati o dei commessi…della forza lavoro in genere! Fallada descrive narrativamente il fenomeno della proletarizzazione dei ceti medi, descrive quel mondo degli impiegati analizzato con altri strumenti (quelli della saggistica) da Siegfried Krakauer che per primo adopera il termine, poi divenuto celebre, di "colletti bianchi".
Tutto crolla attorno alla nostra coppia, sembra stiano camminando su sassolini instabili. hanno fede e fiducia, soprattutto verso loro stessi…ma precipitano in una spirale di paura, sconforto, depressione, orgoglio che vien meno, solitudine di rapporti…..hanno solo una cosa: il loro Amore, nido sicuro in cui trovar riparo!!!

Dal libro:
"... che altro si può fare in una città che non vi riguarda, se non starsene a casa propria, con i propri affanni? Negozi in cui non si può comprare niente, cinema in cui non si può entrare, caffè per chi può pagare, musei per chi è vestito decentemente, alloggi per gli altri, istituzioni buone solo ad angariarvi -- no, Pinnenberg preferisce restarsene a casa sua."

HANS FALLADA


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