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martedì 30 giugno 2015

"LA GIORNATA CALMA SOGNAVA DISTRATTA" di Edmond Dantes

La giornata calma sognava distratta.
Un piccolo bar ombreggiato, vociferava fra variopinte anime.
Un tavolino vuoto con due tazzine da caffè. Una con il segno del rossetto impresso. L altra anonima e silenziosa. Quella con il rossetto parlava. Parlava di rivendicazioni e di cuore.L altra ascoltava. Una bustina dello zucchero tagliuzzata e ridotta in minuziosi pezzettini nervosi, dispettosi, irregolari. Una tazzina senza zucchero. Amara.
E poi un tovagliolino di carta, accartocciato con scritto:" volevo dirti che ti amo".
Una scrittura veloce, spasmodica, ansiosa.
Femminile, maschile? Indefinibile.
Le sedie, quasi unite, in un intimo e simbiotico legame di solidale complicità, comunicavano a tutto il resto, che qualcosa era avvenuto comunque.
Oltre al silenzio e all abbandono di quel luogo si percepiva che qualcosa di profondo e autentico era accaduto.
Aleggiava ancora il profumo di una donna importante, lievemente ombreggiata da una saggezza invisibile. Il rossetto era perfetto non sbavava. Chi l aveva attesa? Chi l aveva ascoltata? Chi l aveva incontrata? Un destino? Il coraggio?
"volevo dirti che ti amo".....volevo.....perché un imperfetto?
L amore non ha attese. L amore vive nelle fessure del tutto, senza barriere o impedimenti, perché ha un flusso che non ammette freni o retromarce.
L amore ha la forma indiscussa della perfezione, armonico strumento che non ha bisogno di spartiti ne di insegnamento. Vive della sua infinita autorigenerazione.
Era impresso in quel tavolino di un bar, fra due anime che ancora non avevano capito di amarsi perché nascosti nel loro orgoglio replicando scene già riprese.
Perdendo tempo, quel tempo che non torna. Quel tempo che può accarezzare e consolare mille dubbi se ascoltato.
Ho assunto me stessa a regista.
Ho buttato quel tovagliolino, ne ho preso un altro ed ho scritto :" desidero dirti che ti Amo".
Ora.

EDMOND DANTES

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