RECENSIONE
TRE
romanzo
PREFAZIONE di Nicola Ruffo, scrittore e giornalista.
Penelope è la figura mitologica che più incarna l’idea della donna tessitrice. Se la fervida mente del suo uomo è volta all’ideazione di espedienti ed inganni, e se le ruvide mani achillee brandiscono con ferocia lame insanguinate, la sposa di Ulisse crea legami.
Ma in questo non è da meno Arianna, che, con il suo filo, mantiene il rapporto con Teseo, permettendo all’amato di tornare da lei.
E ancora, non sono forse tre donne le moire greche, corrispondenti alle parche romane, che tessono i fili del destino di ogni individuo?
Se la logica astratta maschile separa, definisce, stabilisce, determina segmenti di realtà in un tutto processuale dove non dovrebbe sussistere soluzione di continuità, il pensiero femminile riunisce.
Dove la dialettica maschile, orientata al potere, vede l’“io” e il “tu” quali due entità ben distinte, e il gioco spesso finisce nello stabilire chi comanda su chi, l’empatia femminile vede il “noi”, coglie la relazionalità, sa che tutto è ricorsivo.
Le donne del romanzo di Rosanna Mutinelli, una storia tutta al femminile, stabiliscono una trama che trascende lo spazio e il tempo, unendo realtà e destini molto differenti tra loro, in un legame che travalica i secoli.
O forse le protagoniste di questo singolare libro incarnano l’essenza profonda della femminilità, intuitiva, romantica, sapiente, che sa tessere storie di vita.
I diversi scenari in cui si svolge la trama, anzi, le trame, sono tre, come le moire, appunto; dalle terre dell’Illinois di fine Ottocento alla campagna veronese durante la dittatura fascista, fino ai nostri giorni. Ma ogni contesto è unito da un filo rosso segnato dalla tragedia, il femminicidio.
Ma le giovani ragazze di “TRE” non sono corpi isolati, vivono in una connessione profonda che le unisce al di là dei confini spaziotemporali. Ciò che viene schiacciato nell’arco di un’esistenza, riemerge poi, attraverso circuiti imperscrutabili, in un altro punto, ristabilendo equilibrio e giustizia.
E se il lettore può restare sgomento di fronte al tragico destino di una di loro, si rassicuri: nulla è realmente perduto, in quanto ogni singola cosa, nell’universo, è in continua relazione con il Tutto.
Anche Rosanna Mutinelli è una tessitrice, che sa passare dal pennello alla scrittura senza interruzioni, sorprendendo e coinvolgendo lettori e lettrici in trame commoventi, inquietanti, sognanti.
Questo suo “secondo esordio” nella narrativa, già premiato dalla critica, è un inno ai legami profondi dell’amore.
Nicola Ruffo
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