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sabato 1 agosto 2015

"MAMMA NON SI MUOVE...." di Emma Fenu

STRALCIO

Mamma non si muove, resta avvolta nel piumone verde, cosparso di margherite bianche. Vorrei che passeggiassimo insieme, su un prato vero, umido e sconfinato, che corressimo, scalze e spettinate, e che lei mi sorridesse.
Ma i sorrisi sono doni che elargisce solo allo specchio, dopo che si tinge le labbra con l’ultima nuance proposta da Dior e si prepara ad uscire per cena. Non ho dubbi: va di nuovo nel Paese delle Meraviglie, stavolta con l’ausilio di pozioni che non ho mai visto, perché non sono presenti in casa, ma so bene che esistono. Ne conosco l’aroma. Il suo fiato ha, infatti, una consistenza amara e densa, quando rincasa, a notte fonda.
Io sono ancora sveglia, ma non emetto suoni nel momento in cui percepisco il movimento delle chiavi che roteano nella toppa e il rumore dei suoi tacchi che perforano il silenzio come chiodi.
Imito le movenze di Lily, la mia gatta bianca e grigia, ed entrambe scivoliamo come marmellata sul burro, attraversiamo il corridoio e raggiungiamo la porta socchiusa della camera da letto della mamma, con il prato straziato sul letto sfatto, come un giardino dopo l’esplosione di una bomba.
Lily entra, fa strada, fende il gelo e io la seguo.
Eccola. Le labbra sono ancora rosse, ma non hanno una linea definita. Sembrano una ferita sanguinante. Le lacrime si fondono con il mascara e rigano il suo volto. Mi ricordano le tempere sul foglio, quando non presto attenzione e i rigagnoli di colore che colano diventano sempre più inconsistenti, fino a svanire nel nulla.
Mi piace osservare il loro percorso di morte, finché la maestra non mi rimprovera, con un urlo secco e ruvido. Non so mai se è solo suono o se è, invece, un graffio.
La mamma apre il cassetto e prende la boccetta di Alice.
«Prendi anche tu, questo mondo non è per noi».

Tratto da Emma Fenu, "Vite di Madri. Storie di ordinaria anormalità".

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