“Se negli occhi di un gatto…”, titolo originale “ Paw Tracks in Owl Cottage”, edito nel 2010 e distribuito in Italia da De Agostini, è il secondo romanzo di Denis O’Connor, sequel di “Se una notte d’inverno un gatto…”.
I legami, quelli veri e profondi, non si spezzano. Vanno oltre la malattia. Oltre la morte.
È il ricordo che li tiene saldi, come anelli uniti di una stessa catena.
È il ricordo che, se da un lato crea un filo invisibile con chi non c’è più, facendolo sentire ancora presente e placando, in parte, il dolore per la perdita, dall’altro strugge e fa dannare perché il passato non potrà tornare. Quello che è stato non sarà più.
Non importa che si tratti di una persona o un animale, quando è immenso l’amore che si è ricevuto.
È stata questa la ragione per cui Denis, per tanti anni, ha preferito stare lontano da Owl Cottage, la villetta collocata nella campagna del Northumberland che ha fatto da sfondo alle vicende di Toby Jug, lo straordinario felino che per 12 anni fu il suo compagno più fidato ed il cui spirito sente ancora echeggiare nell’aria.
Nel corso della narrazione, non solo l’autore lo cita continuamente, ma riporta addirittura episodi che lo videro protagonista e che erano stati omessi nel primo romanzo.
Ma la vita va avanti. Nonostante tutto. Il dolore si affronta: non sparisce, ma ci si può convivere.
Pur non dimenticando il profondo affetto che lo legò in giovane età a Toby Jug, Denis prende coraggio, ha voglia di ricomiciare e capisce che solo con un gatto non ci si sente mai soli. Ma davvero uno gli può bastare?
I main coon Pablo, Carlos, Luis e Max, con i loro caratteri tanto diversi, allieteranno la vostra lettura, proprio come hanno rallegrato le giornate di Denis.
Il romanzo è un tripudio di sentimenti puri, di dolcezza, di introspezioni e di spiegazioni sulla psicologia felina.
“Una volta scalfiti il distacco e l’introversione propri del loro carattere, grazie a un affetto e a un’attenzione incondizionati e costanti, saranno vostri per la vita. A queste condizioni, vi inonderanno di affetto e vi dedicheranno il più raro dei sentimenti: un attaccamento devoto […] chi ama i gatti deve sapere che l’amore e la lealtà dei felini si conquistano solo con uno sforzo continuo e non senza difficoltà: non basta loro offrire semplicemente una casa”.
Non mancano, purtroppo, le scene tristi che attanagliano il cuore e che riempiono gli occhi di lacrime.
“Lo abbiamo sistemato su un cuscino posato sul tavolo, in mezzo a noi, e Pablo ha fatto le fusa per tutta la mattina mentre lo accarezzavamo parlandogli amorevolmente. Fantasmi degli ultimi momenti di vita di Toby Jug mi hanno investito come un incubo già vissuto quando lo abbiamo messo nel trasportino per il suo ultimo viaggio […] Max e Luis intanto miagolavano e piangevano davanti alla porta del soggiorno, così alla fine li abbiamo lasciati entrare. Mi ha commosso la sollecitudine nei confronti di Pablo […]”.
Quando ho chiuso libro, dopo aver letto l’ultima pagina, un concetto, in particolare, mi è rimasto in mente: la conferma che i sentimenti non appartengano solo all’uomo. I nostri amici a quattro zampe sanno dare tantissimo, pur senza esprimersi come noi. Il linguaggio dell’amore è universale. Impariamo solo ad ascoltarli. Saranno degli ottimi insegnanti.
Ringrazio Hermes per la gentile concessione della foto.
Tiziana Meraglia
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