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domenica 9 agosto 2015

"Ricordi di femminismo" di Adele Cavalli



Una piazza piena di donne, per la prima volta, tante donne, tantissime donne sorridenti che hanno voglia di stare insieme e soprattutto di “Fare insieme” qualcosa per sé e per tutte le altre.
Io sono tra loro e mi sento felice di esserci perchè sono parte viva e attiva di un periodo di grandi fermenti.
Nella mia città, in quegli anni, il femminismo è arrivato un po' dopo che nelle altre città italiane.
Io ancora non facevo attività politica, partecipavo solamente al gruppo di lavoro studentesco all'università ed è stato proprio uscendo da una lezione che una mattina mi sono fermata all'edicola e sono stata colpita da una rivista che non avevo mai visto prima, EFFE: la prima rivista femminista.
Già in autobus, tornando a casa, sfogliandola e leggendo di che trattava sono stata colpita da una pagina dove si poteva scrivere e mandare il proprio indirizzo nel caso si volesse formare un gruppo nella propria città.
Da me non c'erano ancora gruppi femministi, c'era l'Udi, c'erano le donne dei vari gruppi politici e le donne del partito radicale.
Ho scritto e dopo poco tempo, con mia sorpresa ho iniziato a ricevere risposte da chi,come me, sentiva il bisogno di uno spazio nuovo e diverso.
Tante donne: al primo incontro nel salotto della casa dei miei non c'era posto per sedersi, si stava sedute in terra e ci si guardava felici di questo incontro a cui ne sarebbero seguiti altri, tanti altri.
La voce in città si è sparsa in breve tempo ed ho cominciato a ricevere telefonate dalle donne dei vari gruppi politici già esistenti, che volevano conoscerci ed invitarci alle loro riunioni.
Qui, sono iniziati i primi problemi perchè molte di noi non erano interessate allo scambio e preferivano continuare da sole senza entrare in realtà già precostituite.
Alla fine , il nostro gruppo iniziale ha continuato il cammino lasciando la possibilità a chi era interessata di partecipare anche ad altro.
Dopo i primi incontri cittadini , insieme, si è decisa l'uscita in piazza, la prima delle tante.
Quella mattina che segnava la prima volta per tutte, si predisponeva lo spazio a disposizione riempiendolo di striscioni e tavoli per i libri e le tante riviste dei vari gruppi che si erano da tempo costituiti nelle diverse città, cartelloni che documentavano la condizione femminile nel sociale.
C'era aria di festa, con i colori e i rumori delle voci che si rincorrevano e c'era tanta emozione e la consapevolezza di iniziare qualcosa di importante e concreto.
Si usciva, finalmente dalle case che ognuna di noi metteva a disposizione per gli incontri fatti di discussioni, letture, documentazioni sulle varie realtà locali.
Si usciva dalle sedi messe a disposizione dai vari gruppi di appartenenza per chi già faceva attività politica.
E ci si ritrovava insieme per la prima volta.
Io tenevo lo striscione tra le mani per tenderlo nella piazza, quello striscione lunghissimo perche il nome del gruppo era Collettivo Femminista 8 marzo, rosso con le lettere bianche, era stato cucito da mia madre, per giorni è stato steso, per imbastire le lettere, lungo il corridoio di casa dei miei.
Tenendolo tra le mani, per me, era come se lì in quel momento nella piazza ci fosse anche mia madre e le donne della sua generazione: donne abituate a passare sempre in secondo piano, in silenzio , in famiglia e nel sociale.
Ora erano tutte insieme a noi.

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