Logo blog

Logo blog

sabato 1 agosto 2015

"IL SOLE SCURO" di Irene Barbagallo"

STRALCIO

IL SOLE SCURO

Lui le cammina accanto e Giada lo vede ancora come è veramente, un ragazzo vile che fa il viveur, ma è soltanto uno che non sarà mai un uomo con le palle, pieno di buchi neri con le pezze cucite sopra. Però sente il cuore che le batte forte. Una volta un’amica di sua madre, una con la fissa per i corsi sulla comunicazione, le aveva detto che le reazioni emotive arrivano sempre prima dei ragionamenti. Vorrebbe rallentarlo, quel ritmo accelerato che sente aumentare come il rollio di un aereo in corsa sulla pista, ma sa che non può farcela. Deve assecondarlo, seguire quella strada, contro ogni ragione. 
Giada resta in piedi, poggiata con la schiena alla parete libera della sua camera, per sentire il duro, come è stata la storia con Stefano, nella forza plasmata dall’unione delle loro debolezze. Come la sua violenza.
Stefano si inginocchia sotto di lei e piange.
«Ci ho provato a stare senza di te. Non ce la faccio, Giada. Io non ce la faccio».
Anche a Giada viene da piangere, ma si trattiene. Vuole che la mente abbia la meglio, ma quella tenaglia nella gola è una presa invincibile, più forte di ogni suo comando. Stefano avverte la china nelle sue difese, continua senza mollare:
«So di avere sbagliato. Avevi ragione tu, non meritavo il tuo perdono. Io non merito niente. Mi sono preso a schiaffi tutti i giorni, per aver perso l’unica cosa bella che mi fosse mai capitata. Per questo non ti ho più cercata, perché non volevo continuare a trascinarti nella mia vita da schifo».
Giada è ferma, lo lascia fare. Stefano le abbraccia le gambe, piega la testa di lato e la appoggia là, con l’orecchino sul suo pube, i singhiozzi che si sono allentati. Lei chiude gli occhi e le mani si posano su quei capelli cresciuti come il languore che comincia a possederla. Trema. Non sa se strapparli o accarezzarli, ma i suoi movimenti sono lontani dalle sue domande, non può fermarli, hanno già le loro risposte.
«Non lo faccio più. Sono cambiato. Voglio toccarti solo per accarezzarti. Ti do la mia parola. Te lo giuro, te lo giuro».
Di punto in bianco Giada si sente responsabile del suo dolore, del proprio, di non aver combattuto con lui, per vincere la pigrizia di non essere come tutti gli altri giovani, concreti e solidi, privi delle masturbazioni mentali che li hanno portati a diventare quasi dei disadattati. Stefano non sa nulla di Gerino, della strada nuova che le si è aperta davanti, forse l’unica percorribile per iniziare a diluire i suoi turbamenti, a volersi bene. Ma non le interessa, non le importa nemmeno di Gerino. Ora c’è Stefano ed è tutto.
Sente il vuoto nello stomaco sempre più grave. Fa alzare quel cumulo di muscoli rilasciati ai suoi piedi, accompagnandolo dai gomiti, e restano così, a guardarsi con gli occhi che si sono fatti profondi, assorbono dallo sguardo dell’altro l’essenza della vita.

IRENE BARBAGALLO

Nessun commento:

Posta un commento