Logo blog

Logo blog

mercoledì 8 luglio 2015

"UN GIORNO, L'ARIA ERA TIEPIDA..." di Roberta Suppini



Un giorno, l'aria era tiepida, il Lussemburgo era inondato d'ombra e di sole, il cielo era puro come se gli angeli lo avessero lavato quel mattino, i passerotti mandavano piccoli gridi tra le profondità dei castagni. Mario aveva offerto tutta l'anima alla natura, non pensava a niente, viveva e respirava; passò vicino a quella panca, la giovinetta alzò gli occhi su di lui, i loro sguardi s'incontrarono. Che cosa c'era questa volta nello sguardo della fanciulla? Mario non avrebbe potuto dirlo. Non c'era niente e c'era tutto. Fu come una luce singolare. Ella abbassò gli occhi, egli continuò la sua strada. Ciò che aveva visto, non era l'occhio semplice e ingenuo d'una fanciulla, era un abisso misterioso che si era dischiuso, per poi richiudersi bruscamente. Vi è un giorno in cui ogni fanciulla guarda così. Sventura a chi è presente! La sera, rientrando nel suo stambugio, Mario gettò lo sguardo sul suo vestito, e per la prima volta d'accorse che commetteva l'indecenza, la sconvenienza e la stupidaggine inaudita di andare a passeggiare al Lussemburgo con i vestiti di "tutti i giorni" : cioè con un cappello logoro vicino al nastro, grosse scarpe da carrettiere, calzoni neri ormai diventati bianchi sui ginocchi, ed una giacca nera consumata ai gomiti. L'indomani all'ora solita, Mario tirò fuori dall'armadio la giacca nuova, i calzoni nuovi, il cappello nuovo e le scarpe nuove; si vestì di questa armatura completa, infilò un paio di guanti, lusso prodigioso, e se ne andò al Lussemburgo. Strada facendo incontrò Courfeyrac e finse di non vederlo. Courfeyrac disse agli amici: "Ho incontrato or ora il cappello nuovo e il vestito nuovo di Mario, con Mario dentro. Andava senza dubbio a sostenere un esame. Aveva un aspetto idiota".

ROBERTA SUPPINI

Nessun commento:

Posta un commento