Lettera al figlio
C'è stata un'età in cui la tua manina di bimbo stringeva forte la mia,mentre i tuoi occhi,un po' impauriti,giravano intorno lo sguardo su un mondo troppo grande e sconosciuto e tornavano subito a cercare il mio volto in cerca di rassicurazione che trovavano nel mio sorriso chino su di te.
Poi hai cominciato a lasciare andare la mia mano per correre un po' avanti,girandoti ogni tanto per vedere se ti seguivo e ritornando presto indietro per riafferrarla.Con le guance arrossate e fiero di te per la grande impresa cercavi la mia approvazione che ti elargivo con grandi lodi. A volte ero io a correre verso di te quando cadevi e ti accoglievo in lacrime tra le mie braccia.
C'è stata un'età in cui abbiamo camminato fianco a fianco,a volte stavi in silenzio,a volte condividevi le tue scoperte,i tuoi dubbi,le tue paure,sebbene con parole rare,avare,introverse. Io ascoltavo,cercando di capire e di trovare le parole dell'intelligenza del cuore che potessero guidarti e sorreggerti,chiuse nel petto le mie paure,le mie ansie,i miei dubbi.
Intanto il tuo interesse per il mondo diventava sempre più forte. E un giorno hai cominciato a camminare avanti,allontanandoti sempre un po' di più e senza voltarti,trovando solo in te la forza per proseguire. Solo raramente hai mostrato le ferite di qualche caduta,hai voluto sentire ancora il calore della mia mano,ma in modo fugace,schivo,geloso dei tuoi sentimenti,delle tue passioni così urgenti,perfino degli ostacoli che trovavi sulla tua strada. Sono rimasta ferma a guardarti,ho visto le tue spalle dritte,il tuo incedere sicuro che sa nascondere,da uomo, le proprie fragilità. Ho sentito,pur nel dolore dello strappo,tutto l'orgoglio.
Ci sarà un'età in cui la tua mano stringerà ancora la mia e il tuo sorriso si chinerà sulla mia vecchiaia.
Un percorso naturale,come deve essere,ma il cuore sa cogliere ogni volta l'unicità,lo stupore e la meraviglia della strada percorsa con un figlio,con te figlio.
RITA FABIANI
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