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lunedì 13 luglio 2015

"TEMPO INVERSO" di Laura Pellegrini Autrice




STRALCIO

David che adesso la guardava dall'altra parte della strada, appoggiato ad un palo, con gli occhi azzurri più belli che lei avesse mai visto e un accenno di barba di due giorni che lo rendeva ancora più bello, era lì. Rimase immobile a fissarlo, sperando lui non l’avesse notata, ma invece lo vide avvicinarsi a passi sicuri nella propria direzione.
Flavia si voltò a guardare se la macchina con l’autista fosse arrivata. Non c’era ed Erick era ancora al telefono. Sentì le gambe muoversi da sole e compiere due passi in avanti verso il ciglio della strada. Il proprio corpo, traditore, protendeva verso quell'uomo che era sempre più vicino. Si fermò sul bordo del marciapiede come fosse in procinto di buttarsi da un dirupo e con grande sforzo, rimase lì, immobile, obbligando ogni muscolo del proprio corpo ad assecondare il proprio volere. David era a pochi metri da lei e nel guardarlo le venne in mente l’incontro al Giardino delle Rose, il profumo dei fiori, il sole caldo e lui, con il suo sorriso magico che le era scivolato dentro marchiandola per sempre. Ma lì non c'erano rose, né fiori appena sbocciati. C'era solo vento freddo che congela ogni cosa, anche i sorrisi. David si era sposato, non era più suo e non lo era mai stato. Sentì il freddo passarle attraverso il cappotto, insinuarsi sotto i vestiti e la pelle, inondando quel piccolo spazio in fondo al cuore che si era scaldato alla sua vista.
“Ciao.” 
“Cosa vuoi?”
“Vederti.”
“Io no.”
“Flavia per favore...”
“Cosa ci fai qui?” 
“Mi manchi.”
Lei lo fissò alcuni istanti. “Bugiardo.”
“È la verità.”
Lei rise sarcastica. “Tu non sapresti distinguere la verità nemmeno se la trovassi attaccata al tuo naso!”
“Flavia dammi modo di...”
“Un ‘no’ come risposta ti basta?” lo interruppe.
[...]
“Flavia...”
Lei tremò appena. “Non… Pronunciare il mio nome” disse piano.
“Perché?” 
Lui si avvicinò di due passi e lei lo guardò senza respirare. Non poteva dirgli che sulle sue labbra il proprio nome risuonava come una musica bellissima, che le toccava corde nascoste sotto cumuli e cumuli di raziocinio. No, non poteva dirglielo, così mentì.
“Perché mi dà fastidio” bofonchiò, distogliendo lo sguardo dai suoi occhi.

da Tempo Inverso

LAURA PELLEGRINI AUTRICE

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