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lunedì 6 luglio 2015

"NOTTE" di Ilaria Negrini



NOTTE

Come è vuoto il letto stanotte, è la prima volta dopo quasi due anni che dormo da sola, non so se ci riuscirò. Andrea mi manca da morire. Anche lui mi ha detto che si sentiva solo in albergo senza di me. C’è troppo silenzio. E buio. Prima di sposarmi mi piacevano il silenzio e il buio, ma ora è tutto diverso. Mi manca il suo corpo contro il mio, ho bisogno del suo calore. E’ inutile, non riesco a dormire! Da piccola riempivo il letto di bambole e giocavo fino a crollare sfinita. A volte immaginavo che una di loro incominciasse a parlare... avrei voluto che diventassero persone vere, amiche con cui giocare. Poi pensavo che era impossibile, che le bambole erano come i morti che non parlano, non sentono, non vedono, non respirano. Allora provavo a fare la morta: mi mettevo supina e restavo immobile con gli occhi chiusi e le mani sulle orecchie trattenendo il respiro. E mi dicevo: adesso non vedo, non sento, non respiro. Ma non sono morta. Quando morirò non mi accorgerò di non vedere, non ci sarò più. Quest’idea di non esserci più, di dover diventare nulla mi dava una specie di vertigine. Dovevo accendere la luce, alzarmi, cercare di non pensarci. Ma a quel punto era difficilissimo distogliere la mente dall’idea del nulla. Pensavo: ora sono qui, dico che sono qui, sono viva, sono. E un giorno... buio totale, non ci sarò più, sarà nulla quell’io che ero, sarò nulla, non sarò!
Mi manca il respiro, ho bisogno di acqua. Anche allora andavo in cucina a bere. Avrei voluto parlarne con qualcuno, ma non sapevo come spiegare quelle sensazioni, quell’angoscia. Quando poi mi dicevano che c’era il Paradiso provavo un senso di fastidio, mi sembrava una delle tante storie che mi raccontavano per stare buona, non riuscivo a credere a niente, anche Dio mi sembrava un’idea un po’ strana. Ci sono voluti molti anni per arrivare a credere veramente e anche adesso non è che abbia poi tante certezze, però non credo più nel nulla. Mi fa paura, ma penso che sia impossibile.
Torno in camera, ma non ho voglia di dormire, non posso spegnere la luce. Credere in Dio non può eliminare la paura della morte e nemmeno il dubbio, altrimenti sarebbe una fede cieca, fanatismo. Una volta chiesi a mia mamma “Perché dobbiamo morire?”. Lei mi guardò restando in silenzio alcuni secondi, poi disse “Non lo so, quando provo a pensarci mi sembra impossibile che un giorno succederà anche a noi, eppure succederà...”
E cosa potrò dire a mio figlio, come potrò insegnargli qualcosa se nella mia mente ci sono più dubbi che certezze? 
Sei qui solo da pochi mesi, ma già ti sento. Non sono sola, ci sei tu con me. Ormai non sarò mai più sola! Tu non c’eri, non eri... eri nulla. E ora ci sei, esisti. Ti ho fatto uscire dal tuo nulla. 
No, non credo che ci ritorneremo.






ILARIA NEGRINI

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