Nel Profondo Nord
L’Alaska è, per certi versi, un non luogo, dove regnano incontrastati gli elementi naturali. Qui l’uomo è un ospite che, seppur perfettamente integrato nel difficile ambiente nordico, non é riuscito a soggiogare a proprio favore la Natura, prepotente e indomita.
La terra d’Alaska, scossa da terremoti e vulcani, è primordiale e umida. E il Denali National Park and Preserve - dove si trova il monte McKinley, che con i suoi 6.194 metri è la cima più alta del Nord America - non è semplicemente un luogo selvaggio, è innanzitutto un luogo primordiale. Un salto indietro nel tempo di migliaia di anni. Nella tundra licheni, fango e roccia, sui monti neve e acqua, elementi semplici come era semplice la vita terrestre all’inizio della storia.
Il 49° Stato è una terra vulcanica, dominata dal fuoco, ma più che altro penso al fuoco interiore che spinse sin qui i primi uomini, alla ricerca dell'oro prima e dell'oro nero dopo. Migliaia di uomini che dalla fine del XIX secolo lasciarono le proprie case, famiglie, vite, per rincorrere dorati sogni di ricchezza. Sorsero non solo miniere ma interi paesi con case, saloon, empori, che portarono la vita “civilizzata” nei territori isolati e impervi dell’ultima frontiera. Ancora oggi s'incontrano, nelle sterminate pianure alascane, alcuni di questi luoghi, ridotti ormai allo stato di villaggi fantasma.
L’Alaska mi ha aperto un mondo di dubbi e curiosità. Mi domando cosa spinge, ancora oggi, queste persone a vivere o a trasferirsi in luoghi così difficili? Lo spirito di avventura, la voglia di libertà, il feroce contatto con la natura o cos’altro? Chissà, forse semplicemente fuggono e se vengono da altri luoghi, cosa hanno perso e cosa guadagnato?
Ho capito qualcosa di più dopo aver sentito l'entusiasmo dell’autista del bus al parco del Denali o della capitana della nave al fiordo del Kenai. Due delle numerose donne che ho trovato impegnate in lavori duri, che in Italia definiremmo "maschili", come rifare le autostrade o scavare un sentiero di montagna nella roccia. Lo stupore, a tratti gioiosamente infantile, che esprimono quando raccontano l'ambiente in cui ci accompagnano é vivo e sincero. Per loro ogni giorno, seppur duro e interminabile, é una nuova avventura, una scoperta, una meraviglia che si rinnova quotidianamente nella Natura. E un po' le invidio.
MARINA FICHERA
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