Ero li, in quella stanza, la mia stanza, non so perchè ebbro e intontito. Come un bambino appena uscito dal tepore del letto, come una crisalide a cui manca il respiro senza la luce, quasi come un angelo a cui sono appena spuntate le ali; vedevo quella luce nel letto, quel letto che fino a poche ore fa era il mio letto circondato dalla mia stanza spoglia ed essenziale. Fui attirato dall'odore delle ciliegie e dalla luce, la luce di smeraldi stellati, nessuno mi aveva fatto fare qualcosa senza che io ne fossi conscio ma lei si alzò, si avvicinò a me e appoggiò il suo corpo nudo al mio, appoggiò le sue labbra carnose di ciliegia alle mie, facendomi scoprire la magia della primavera e la profondità dell'abisso, amore e terrore lei era, ed io glielo lasciai fare. Non potevo fermarla ero svanito nella luce ed incatenato all'abisso di Prometeo.
Altea Alaryssa Gardini
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