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venerdì 24 aprile 2015

"SEGRETI" di Erika Baima Griga

SEGRETI


Ally era al lavoro nel negozio di fiori della sua amica Marta. Lo avevano chiamato “The Passion Flower” scegliendo insieme il nome. Fare la fioraia non era mai stata la grande ambizione di Ally. Il suo sogno era quello di fare la hostess per viaggiare. Purtroppo però con l'incrinarsi dei rapporti con i genitori si era dovuta dare da fare per potersi mantenere. All'inizio era andata ad abitare per un paio di mesi dalla nonna a Firenze; poi era riuscita a trovare un piccolo lavoretto come baby-sitter e con i primi guadagni si era trasferita a Follonica. Le era dispiaciuto dover lasciare sua nonna, ma doveva iniziare un nuovo percorso di vita e spesso ricordava la lettera che l’anziana le aveva scritto e messo nel beauty case il giorno prima che partisse:
Dolce piccola mia, da domani questa casa sarà vuota senza di te, ma non il mio cuore. Tu hai un posto speciale lì. Mi rattristava alcune sere sentirti chiusa in camera a piangere, per la nostalgia che provi per mamma e papà e per la loro decisione. Ma io sono una persona romantica che crede nell'amore, giusto o sbagliato che sia, bisogna viverlo.
Non ho mai espresso un giudizio sull'accaduto perché sarei stata l'ultima persona al mondo che poteva permettersi di giudicare. Tesoro mio il perdono è un dono: c'è chi è in grado di darlo e chi è più bravo a preoccuparsi dei propri sentimenti. Il comportamento della tua mamma e del tuo papà è dettato dalla rabbia o forse dall'esser troppo ottusi per non capire che la vita è un'emozione e spesso le emozioni prevalgono sulla ragione quando c'è il sentimento, quando c'è l’amore.
Non ti abbattere mai sii tu la Musa Ispiratrice delle tue Gioie e dei tuoi Sbagli.
Sono fiera di te, sono fiera della tua perfetta imperfezione.
Nonna
La nonna aveva sempre una carica di positività. E l'aveva sorpresa attaccando la chiave della casa che aveva a Piombino in fondo al foglio: quella casa era il suo piccolo paradiso. Effettivamente era un posto incantato; l'aveva ristrutturato e ci andava per rilassarsi anzi, come diceva lei, “per rafforzarsi dopo che l'amore l'aveva delusa”. Le aveva donato quella casa perché in fondo si somigliavano parecchio, combattive e sempre contro corrente.
«Ciao piccola mia, scusa il ritardo ma sai che sono un po' sbadata.»
Sua nonna comparve nel negozio quasi all’improvviso. Era una bella donna, non molto alta, fisico asciutto e tonico vista l'età, capelli biondo cenere, occhi verdi e sguardo dolce. Anche in quel momento era vestita come sempre con colori neutri e chiari.
«Tranquilla nonna, lo sapevo che eri in ritardo come al tuo solito…»
Nel frattempo era arrivata Marta con il carico di fiori.
«Lidia buongiorno, come sta?»
La signora sorrise.
«Bene cara, un po' stanca per il viaggio, ma è per via dell'età.»
«Si figuri per l'età! Lei è una ragazzina.»
«Nonna vai a casa mia e riposati un po'. A mezzogiorno sarò lì.»
«Ok piccola a dopo, ciao. Marta buon lavoro.»
«Arrivederci Lidia.»
Marta e Ally stavano scaricando il furgoncino dai fiori, canticchiando una vecchia canzone. A un tratto Ally si voltò e notò qualcuno uscire dal negozio.
«Marta hai visto anche tu?» disse Ally la voce tesa e preoccupata.
«Cosa?» rispose l’amica.
«C'era qualcuno dentro al negozio… Andiamo a dare un'occhiata.»
Il negozio era deserto. Cercando, però, trovarono una cosa bizzarra sotto il banco da lavoro.
«Ally, vieni un secondo.» 
«Guarda… sembra del nastro adesivo»
«Hai ragione, ma ci ce l’ha messo? E cosa teneva incollato?» Marta era visibilmente preoccupata.
«Qualcuno c'è l'ha con noi, chiamiamo i carabinieri.»
Ally prese un foglio e scrisse: “No, adesso stacca il contatore in modo che la corrente vada via, se qualcuno ci controlla farà più fatica a vedere. Chiudi il furgoncino e inserisci l'antifurto. Ho scritto perché altrimenti ci avrebbero sentito sicuramente parlare. Penso ci stiano tenendo d’occhio. 
Marta eseguì. Era una ragazza timida e introversa, che vestiva sempre con delle tute ed era un peccato, visto che il suo fisico poteva far invidia a molte: alta circa un metro e settanta, occhi verdi, carnagione scura era davvero carina alla soglia dei trent'anni.
Le mani le tremavano angosciate. Ally invece sembrava quasi emozionata per l'accaduto; voleva dare filo da torcere a chi si era permesso di intrufolarsi nel negozio. E soprattutto voleva scoprire.
Le ragazze uscirono, chiusero la saracinesca e misero l'antifurto. Ally prese Marta sotto braccio e si diressero verso un parco che si trovava di fronte.
«Ascoltami, dentro il negozio non possiamo parlare di nulla di importante, credo che qualcuno ci stia spiando per cui agiremo così…»
Marta la interruppe: «Ho paura, come fai a essere così tranquilla?»
Ally le prese una mano.
«Non sono tranquilla, ma in questi casi bisogna avere la mente lucida, vedrai andrà tutto bene» e l’abbracciò.
A casa di Ally Lidia stava cucinando. Aveva trovato la nipote un po' sciupata e aveva deciso che per tutta la sua permanenza l’avrebbe fatta mangiare tanto e tutta roba sana. 
Suonarono alla porta. Fece per aprire, convinta che fosse la nipote, ma poi decise di guardare dallo spioncino. Vide una donna con i capelli rossi e un cappello. Preferì non aprire, convinta che fosse una delle solite venditrici porta-a-porta; del resto la donna aveva in mano una valigetta.
La signora suonò con insistenza il campanello finché scocciata scese le scale.
Ally salì le scale proprio in quel momento. Incrociò la donna con i capelli rossi e vide che le lanciava occhiate feroci. Ne fu colpita, tanto che per un istante fu tentata di domandarle se avesse bisogno di una mano. Poi però continuò a salire ed entrò in casa. La donna era scomparsa dietro di lei.
«Ciao nonna, sono io.»
«Ciao bella!» la donna le andò incontro per darle un bacio.
«Che buon profumo, così va finire che mi vizi.» 
«È ciò che voglio.»
Si misero a tavola. Lidia aveva apparecchiato e al centro aveva messo com’era solita fare un mazzo di fiorellini che aveva colto nel prato dietro l'abitazione.
Ally raccontò alla nonna l'accaduto. La donna rimase perplessa, poi da combattiva qual era disse: «E se stanotte andassimo là davanti a vedere se succede qualcosa?»
«Brava la mia nonnina! Ok oggi avviso Marta, anzi gli mando subito un sms, meglio non parlare troppo…»
Finirono il pranzo e Ally uscì sul balcone. La giornata era splendida, calda ma ventilata. La nonna la raggiunse poco dopo portandole un caffè.
«Nonna devo chiederti una cosa…»
La donna la guardò e restò in silenzio.
«Non è facile, è un argomento che mi fa ancora male. Ho rivisto Paolo, però, per avere dei chiarimenti sulla fine improvvisa del nostro rapporto. Lui mi ha detto che era ormai quattro anni che teneva i piedi in due scarpe…»
«Cioè?»
Ally guardò il mare mentre una lacrima le percorreva una guancia.
«Ha detto che è da quattro anni che frequenta di nuovo Stefania e ora non poteva più stare con entrambe perché lei è incinta… Tu lo sapevi?»
L’anziana abbracciò forte la nipote. Era commossa nel vedere la ragazza soffrire, non tanto per il comportamento di Paolo, ma per la sua famiglia, che continuava a essere ostinata nei suoi confronti per un errore dettato dall'amore.
«No, non lo sapevo. Lo sai che anche a me non parlano più.»
Ally si asciugò le lacrime.
«Guarda cos’ho combinato…»
La nonna le passò una mano tra i capelli.
«Tu hai la colpa di esserti innamorata. Loro non potranno mai vivere sereni sapendo di avere una figlia che soffre. E sono sicura che Stefania ti ha perdonata, solo che i vostri genitori hanno creato un muro.»
«Hai ragione, ma se solo avessi un contatto per chiamarla…»
La nonna si avviò verso la cucina dove aveva posato la borsa prese un'agenda e le mostrò un numero.
«Io sento lei come sento te. Spesso mi chiede come stai, ma non ha il coraggio di chiamarti. Fallo tu, non dirle nulla di Paolo. Ricominciate da qui, scoprirà da sola che razza di uomo ha al suo fianco.»
Ally si annotò il numero, l'abbracciò e tornò al lavoro.
Erano le ventuno. Ally, la nonna e Marta si erano appostate con l'auto poco distante dal negozio. Lidia aveva pensato a tutto aveva preparato una focaccia e portato delle birre, sembravano delle ragazzine e ridevano sui vecchi ricordi della donna più anziana.
«Guardate là!», disse Marta indicando un punto.
Si voltarono e videro una figura femminile disinserire l'antifurto ed entrare nel negozio.
Marta era in ansia: «Oddio che vuole quella donna?»
Lidia cercò di calmarla poi tirò fuori dalla borsa una macchina fotografica e cominciò a scattare delle foto.
Ally scese dall'auto e Marta la tirò per un braccio.
«Dove stai andando? Vengo con te.»
«Ok, a patto che non ti farai prendere dal panico.»
La ragazza annuì.
«Mi raccomando fate attenzione», le disse Lidia. Poi ebbe come un flash: «Ally, Ally!»
«Dimmi?»
«Quella mi sembra la stessa donna che è venuta a suonare oggi a casa tua. Non le ho aperto perché credevo fosse una venditrice.»
Ally si ricordò di averla incrociata sulle scale.
«Hai ragione, l'ho vista scendere quando sono arrivata e mi ha lanciato una strana occhiata.»
Intervenne Marta: «Allora qualcuno che c'è l'ha con te?»
Ally la guardò imbarazzata: «Non lo so.»
Si avviarono a lato del palazzo, aspettando l'uscita della donna dal negozio. Lidia vide una macchina nera, una berlina con dentro un uomo al cellulare, e scattò altre foto. Poi intravide la donna uscire e scattò ancora.
Ally e Marta sentendo il rumore dei tacchi che si avvicinava all'uscita si avviarono verso la porta. In lontananza un rumore di pneumatici stava andando verso le due donne a tutta velocità. Ally lo sentì e si voltò. Vide l’auto e prese Marta per un braccio gridandole: «Corri!»
Riuscirono a entrare in una piazza vietata alle auto. E nel voltarsi videro la berlina fare retromarcia e far salire la donna dal cappello.
Lidia riuscì a scattare delle altre foto all'auto nella speranza di aver preso il numero di targa, poi si precipitò dalle due donne: «Tutto bene?»
Marta tremava e piangeva, mentre Ally l'abbracciava.
«Si nonna, tutto bene.»
«Ho scattato delle foto, domani le guardiamo al computer.»
«Va bene nonna. Ma ora andiamo a vedere cos'è successo all'interno del negozio.»
«Meglio di no tesoro, andiamo a casa e domani torniamo con la luce del giorno.»
Marta annuì. «Posso dormire da voi?»
Lidia e Ally l'abbracciarono: «Certo che puoi.»
Si ritrovarono in cucina. Lidia stava preparando una tisana, Marta stava seduta in silenzio ancora spaventata. Ally invece girava per casa nervosamente. Poi, per un attimo, il suo pensiero andò a Luca: erano passati due giorni da quando avevano fatto l'amore e lui non l'aveva nemmeno chiamata. Andò a prendere il cellulare per chiamarlo è magari dirgliene quattro, quando si rese conto che aveva ricevuto un messaggio vocale. Rimase perplessa e anche in parte spaventata. Ma ascoltò per la curiosità è donna e vince sempre su tutto.
Buonasera dolce stella, non sono riuscito a chiamarti perché avevi sempre il telefono spento, finché mi ha risposto la segreteria così ho deciso di lasciarti un messaggio. È stato fantastico il pomeriggio trascorso assieme, sei una donna speciale, mi hai rapito il cuore e non lo dico tanto per dire, lo dico sinceramente. Quando ascolterai questo messaggio chiamami subito, non badare all'ora io risponderò, un bacio dolce stella…
Ally si sentì felice. Guardò l'ora: era tardi e non sapeva che fare. Si sentì improvvisamente timida, ma decise lo stesso di chiamarlo. Sentì il telefono squillare, ma di un suono strano. La voce assonnata di Luca rispose.
«Pronto?»
«Ciao sono Ally… scusa per l'ora.»
L'uomo fece un profondo sbadiglio.
«Tesoro finalmente, pensavo non mi volessi più sentire.»
La donna si ritrovò a sorridere giocando con una ciocca di capelli.
«No è che sono successe cose bizzarre nel negozio dove lavoro.»
«Ah sì e cosa?»
La donna sospirò.
«Qualcuno vi si è intrufolato credo ci stiano spiando.»
Luca rabbrividì e si sollevò a sedere.
«Ora dove sei?!» chiese con il tono di voce duro, ma al tempo stesso preoccupato. «Sono a casa, ma tra qualche ora andremo al negozio per vedere cos'è successo visto che poco fa una donna è entrata e un'auto ha cercato di investire me e Marta… la mia collega», spiegò dopo un istante.
«Tesoro non uscire di casa, dammi l'indirizzo e vado io con Cris.»
Ally fece per rispondere, ma il telefono iniziò a gracchiare; non sentiva più nulla.
In quel momento arrivò sua nonna.
«Tutto bene?»
«Sss… sì… No, non so c'è qualcosa che non va. Ero al telefono con una persona ma la conversazione era disturbata ed è caduta la linea.»
«Non è che qualcuno ti sta spiando anche telefonicamente? Forse è giunto il momento di chiamare i carabinieri» disse accarezzandole una guancia.
«No nonna, cosa farebbero? Nulla… Perciò scopriamo noi chi c'è dietro a questa storia.»
Lidia andò da Marta e tutte e tre andarono nello studio per vedere le foto che aveva scattato l’anziana.
«Quante fotografie, qui sicuramente troveremo qualcosa.»
Ally le visualizzò una dopo l’altra al computer. Erano leggermente sfocate per via della mano tremante di Lidia, però ingrandendole si vedeva bene il volto della donna ed era la stessa persona che era andata a suonare all'appartamento di Ally. Poi ingrandirono l'immagine dell'uomo al volante della berlina e notarono che era pelato e vestito in modo elegante. Ally scorse rapidamente le altre foto e si soffermò su di una in cui si leggeva a malapena la targa. La ingrandì e alla fine riuscì a decifrarla.
«Marta, prendi un foglio.»
La ragazza obbedì e glielo passò.
«Allora qui leggo ED 323 DG» e scrisse il numero.
«Brava nonna ora con questo numero di targa risaliremo al proprietario dell'auto.»
«Non sarà così facile, la motorizzazione non dà queste informazioni a delle sconosciute», ribatté Marta.
«Qualcosa ci inventeremo, l'importante è non perdersi d'animo.»
«Ora andiamo a riposarci un po', che tra un paio d'ore dobbiamo svegliarci per andare al negozio», concluse infine Lidia.

ERIKA BAIMA GRIGA


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