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mercoledì 29 aprile 2015

"Signor Parkinson" di Nina Monica Scalabrin

STRALCIO
Tornai nella camera della mamma, l’abbracciai e la baciai, le appoggiai la testa sul suo petto avevo tanto bisogno di riposare la mente e da quella intima posizione comincia a parlarle dolcemente….”
Domani ce ne andremo per sempre mamma da questo museo di corpi agonizzanti tenuti in vita solo da dei macchinari il quale scopo è quello di cercare di tenerli vivi ad ogni costo, in realtà se ne sono già andati da tempo. Ho detto tempo? Ma che dico? Avrai perso la nozione del tempo chiusa qui dentro a questa serra. Per te il tempo è solo spazio infinito come la linea dell’orizzonte, dove non c’è inizio e non c’è fine, tutto è eterno e uguale. Sai anch’io ho finito con l’abituarmici… So che non mi senti per ora ma presto tornerai a capirmi, quando avrai eliminato del tutto le medicine che in questo momento ti tengono prigioniera in un'altra dimensione.” Sollevai la testa e la guardai, i suoi occhi erano chiusi, lo sguardo soave come qualcuno che dietro le ciglia contiene un bel sogno. Cerco la tua grazia innata nascosta in quel tuo sonno profondo e non ci vedo più quel tuo adorato miscuglio di pregi, la tua acuta intelligenza, la tua meravigliosa capacità di capire il prossimo, la dolcezza del suono della tua voce o la tua feroce disciplina intellettuale. Forse mi sto già dimenticando di com’eri e al solo pensiero mi sudano le mani, mi siedo di scatto sul tuo letto e tu sussulti a questa mia azione improvvisa. Allora per metterti tranquilla provo ad accarezzare le tue pallide gote mentre cresce la mia paura di trovarci le tue lacrime invisibili, sento la melodia dei tuoi respiri che diventano parole fatte d’aria e si ghiacciano sulle tue labbra. L‘inverno si è fermato per sempre nelle nostre ossa, vorrei essere in grado di tramutare il mio dolore in combustione che produce il mio cuore per poterci riscaldare. Vedrai che ci riuscirò un giorno a fare una grande rivoluzione della nostra vita mamma e incomincerò proprio da dentro me stessa. Se partirò dalla parte più difficile da modificare tutto il resto diventerà semplice ai nostri occhi e forse abbandonando la nostra vecchia personalità sapremo trasformarci in qualcosa di nuovo e di più profondo. L’amore ci aiuterà a non sbagliare strada a non smarrirci più come abbiamo fatto fin ora. L’amore è più forte della morte e ci indicherà la giusta direzione perché ogni cosa che accade a questo mondo ha in serbo un proprio significato ma spesso non è facile comprenderlo. Non dobbiamo fermarci all’apparenza, al tuo corpo che vive immobile, segregato in un piccolo spazio di tempo dove le lancette degli orologi si sono fermate così come le stagioni. Perché all’interno di te non potrebbero esistere tante altre Luise da amare? Perché a questo mondo non potrebbe esistere un qualsiasi altro modo di vivere che sia lontano mille anni luce dalla normalità? Non è scritto da nessuna parte che le giornate debbano essere composte per forza da ventiquattro ore o che solo la notte sia l’ideale per riposare. Dio quando creò l’universo non ci creò per essere fatti tutti uguali con lo stesso colore di pelle, con lo stesso timbro di voce e più di tutto ancor meno con gli stessi caratteri. Proprio per questo motivo forse nessuna foglia dell’albero è identica all’altra. Sono certa che esista un altro modo in cui potremo esprimerci, potremo generare nuove emozioni , troveremo un nuovo modo per comunicare non solo fra noi ma anche con tutto il resto del creato. Le nuvole si modificano con il vento ma il cielo resta sempre lo stesso e cosi sarà sempre anche per il mio amore!...

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