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giovedì 23 aprile 2015

"L'ATTESA " di Roberta Manzin



L'ATTESA

Sai, seduta su questa assolata panchina, lontana dai rumori dei pensieri del mondo, credo fermamente che se mi innamorassi di te perdutamente -perché lo sai che per me gli amori sono sempre estremi- insomma, se...sarei la donna più fortunata in questo momento del mio vivere. Essere amata da te, mi rende gioiello in un momento di deprezzamento del mio sentire. Mi rende fiore raro, all'interno di un giardino di ortiche di rimpianti e di errori. Mi illumina. Io che ho spento tutte le luci dei sogni.
Sentirmi amata da te mi permetterebbe la fragilità che ha spaventato immaturi. Amata teneramente per quello che sono e non per la donna che avrei dovuto essere. Mi salderebbe il conto di un amore incondizionato, neologismo nel vocabolario del cuore.
Ma...non riesco ad innamorarmi. Ne' ad amarti come vorrei. Non posso.
Non posso renderti la metà di un cuore che farebbe circolo privato con la tua meta'.
Il mio amore è congelato. Nell'attesa di sbagliarmi. O di aver avuto la negligenza di aspettare. Come se dovessi capire se quel limite poi, sarà per me una partenza o una fine, e fino ad allora, come faccio a viverti?
Eppure se penso ai tuoi baci, alle instancabili carezze che sanno di ambra sulla mia pelle, ai delicati abbracci che mi regali, io mi sento una scialacquatrice. Ingrata col mio bisogno instancabile di essere amata. Ma...e' come se il miracolo -e ti basterebbe poco, mio tesoro (e lo so e lo sai)- non fossi in grado di farlo. Neanche per me.

Non mi capacito di tanta ingiustizia del mio cuore tiranno. E fa rumore. Troppo, per sopportarlo. A volte.
Preferisco l'ombra. Ancora...

ROBERTA MANZIN

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