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martedì 28 aprile 2015

"Oltre i confini del mondo" Ornella Nalon

STRALCIO
«Da mesi era annunciata la mia infibulazione e quella di mia sorella Nasieku» riprese a narrare Assireni «è un’occasione molto importante per le donne della mia tribù. È il passaggio dall’infanzia all’età adulta e ogni ragazza lo aspetta con impazienza. Ma io lo temevo fortemente.
Quando arrivò quel momento, io ebbi voglia di scappare e di gridare a tutte le donne che mi circondavano che io non mi sentivo pronta per essere adulta e che volevo ancora avere il tempo per giocare. Tutte ridevano intorno a me e c’era aria di festa, ma quando due donne anziane mi aprirono le gambe tenendole con forza e una terza mi tagliò, io gridai a squarciagola e continuai a piangere per tanto tempo. Non era solo per il dolore che sentivo, mama Nora. No, quello era intenso ma sopportabile. Era la testa che piangeva e con essa tutto il mio corpo.
Venivo costretta a vivere una vita che non avrei sentito mia e questo presagiva tristezza e insoddisfazione. Avrei tanto voluto essere come Nasieku, che aveva atteso quell’appuntamento con impazienza e affrontato l’incisione con il sorriso sulle labbra. Che aveva indossato la sua bianca veste della festa con orgoglio e tutto il giorno fu felice di farsi ammirare e invidiare dalle bambine del villaggio. Per me non c’era niente da festeggiare. Per me quello era il momento che non segnava un inizio ma la fine della mia spensieratezza. Mia sorella si incontrava da tempo con un Moran e si stupiva che io non ne volessi conoscere qualcuno. Sapevo di essere strana, ma non avevo nessun interesse a farlo! E quando nostro padre ci promise in spose a due giovani guerrieri, lei non mi parlava d’altro e pregava perché il tempo passasse in fretta; io facevo finta di condividere la sua impazienza, ma in verità non avevo alcuna voglia di sposarmi con Bakari e condividere con lui, che conoscevo appena, tutto il resto della mia vita.»
La donna pronunciò l’ultima frase scuotendo vigorosamente la testa il cui movimento produsse un leggero tintinnio proveniente dai suoi lunghi orecchini di perle variopinte.

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