Logo blog

Logo blog

giovedì 23 aprile 2015

INDIFFERENZA di Viola Aleramo.


E' la seconda volta in una settimana che ti incontro.
La strada è di quelle che sembrano non finire mai e che percorrono quasi tutto il paese

L'ora: il primo pomeriggio
La mia meta:  un supermercato dove vendono delle bellissime mele,
distante da casa mia circa 4km e che io decido di fare a piedi perchè mi piace camminare
e perche quando cammino i miei pensieri cambiano rispetto a quando sto ferma
seduta davanti al pc
o sdraiata sul letto col viso rivolto al soffitto alla finestra o
sulla pagina di un libro.

Cambiano in relazione a ciò che vedo o che sento ed alle scene che osservo ,
pur non potendomici soffermare perchè in cammino.

Particolari dunque, frammenti su cui l'immaginazione può poi liberamente
" lavorare"
E visi
Visi particolari; fra questi il tuo.

In realtà ad essere particolare è tutta la tua figura e soprattutto il tuo portamento.

Cammini lento e dinoccolato
compiendo un passo e poi fermandoti quasi a considerare se sia opportuno effettuarne un altro
oppure desistere
e lasciarti definitivamente cadere.

Ti sorpasso ed attraverso la strada per poterti osservare meglio.

Quanti anni potresti avere?
Non riesco a dedurlo.
I tuoi capelli sono ancora tutti neri
e nessuna ruga segna il tuo volto solo una stanchezza che a guardarla è quasi contagiosa

Di cosa sei stanco? Mi domando
Di camminare?
Di trovare tutta questa difficolta a fare qualcosa che per la maggior parte delle persone è invece cosi semplice?

O sei stanco di ricordare qualcosa di doloroso ?
ti osservo e contemporaneamente lotto contro il mio desiderio di avvicinarmi e chiederti : Hai bisogno di qualcosa?

Perche non lo faccio?

Di cosa ho paura?

Non saprei dirlo con esattezza.
Forse di non essere all'altezza di esaudire una tua eventuale richiesta
o di ritrovarmi coinvolta in una situazione che poi non sono in grado di gestire.

In una parola di essere " invasa" da te:
dai tuoi bisogni, dalla tua storia
dal tuo dolore.

Mi sono accorta da subito che non indossi le scarpe ma solo tre o quattro paia di calze grosse e piene di buchi e strappi.

E' questo che rende cosi faticoso il tuo camminare?

O la busta troppo grande che tieni nella mano sinistra?
Cosa ci tieni dentro?

E Cosa stringi con tanta infantile tenacia nell'altra mano?
Sembrano fogli :vecchi sporchi e tutti stropicciati.
Forse lettere?
Lettere della tua donna ?

O di un amico lontano,
rimasto nella terra che tu hai lasciato tanto tempo fa,
quando,
pieno di sogni e speranze,
partisti,
fermo nel proposito di poter riscattare dalla miseria,
la tua famiglia appena nata?

Avresti immaginato allora che l'indifferenza sarebbe stata la tua sorte?
E Che un giorno nessuno avrebbe fatto piu caso a te?

Che nessuno si sarebbe accorto che avevi freddo o fame ?
Che nessuno si sarebbe preoccupato di darti una carezza
od un sorriso?
E che una sconosciuta ,un freddo pomeriggio d'inverno,
ferma dall'altro lato della strada
ti avrebbe osservato a lungo
riflettendo fra se sull'opportunita di avvicinarsi a te per offrirti il suo aiuto.
riunciandoci infine,
e voltando lo sguardo dall'altra parte
per proseguire sulla sua strada?

Viola

Nessun commento:

Posta un commento