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venerdì 22 maggio 2015

"L'ALTRA FACCIA DELL'AMORE" di Katia Anelli



STRALCIO

L'ALTRA FACCIA DELL'AMORE
Lunedì sera ho una conference call con la famosa casa di moda interessata, anch'essa, alla nostra collezione. 
Riesco brillantemente a chiudere le trattative e tutto appagato rientro a dormire nel mio appartamento per concedermi una bella nottata di sonno nel mio letto.
Arrivato davanti alla porta di casa faccio per infilare le chiavi, per aprire la porta, quando sento delle urla provenire dall’interno.
Resto un attimo in ascolto. Non sono delle grida di terrore o di spavento, sono più delle grida di piacere. 
Oh Gesù! 
Per fortuna che non ho aperto la porta! Vedere mia cugina che fa sesso con suo marito penso che m’avrebbe traumatizzato per sempre!!
Sfilo la chiave dalla serratura. 
A questo punto m’è passato il sonno e poi non voglio interromperli sul più bello, mettendomi a fare il guastafeste. 
L’unica nota positiva in tutto questo è che da domani tornerò finalmente ad avere pieno possesso del mio appartamento e per prima cosa farò cambiare i divani!!
Mi giro e m’appresto a scendere le scale quando m’imbatto in Elisa. 
Elisa???????
“Elisa?? Che ci fai qui??” le chiedo sgranando gli occhi.
“Ci ho pensato e credo che tu abbia ragione, devo parlare con mio marito, dargli la possibilità di spiegarsi e provare a chiarire la situazione” mi dice.
“Adesso?” le chiedo bloccandole il passaggio.
“Sì, adesso… perché?”
Rifletti Matteo… andiamo… pensa, pensa…
“Oh bè… a quest’ora… ecco… non c’è”
“Come non c’è? Ma se sono le dieci, dov’è?” mi chiede perplessa.
Mi gratto la testa.
“Non lo so… Ultimamente non sono molto a casa…”
Sento un urlo provenire dal mio appartamento. 
“Comunque vieni, ti accompagno, usciamo insieme… ti va?” le propongo prendendola sottobraccio.
Un altro rumore.
“No che non mi va!!! Cosa sta succedendo? Cosa mi nascondi?” mi dice sgusciandomi via.
“Perché dovrei nasconderti qualcosa? Non succede proprio niente” 
“Oh sì!” sentiamo di nuovo sul pianerottolo e questa volta la voce di una donna che geme è inconfondibile.
Elisa come una furia si piazza vicino alla porta del mio appartamento.
“Apri questa porta Matteo!! Apri questa dannatissima porta!!” mi dice rabbiosa.
“Elisa… io apro la porta, ma cerchiamo di stare calmi… Di sicuro non è quello che sembra…” tento mentre infilo la chiave girandola nella serratura.
Elisa apre la porta facendola sbattere contro la parete e quello a cui ci troviamo di fronte mi sconvolge.
Maria Lucia, la mia colf, è in piedi nel mio salotto quasi nuda, se non fosse per una specie di body in pelle nera che di pelle ne copre veramente poca con una frusta in mano. 
“Oh Signore!” dico, incredulo, incapace di credere ai miei occhi. 
Quel timorato di Dio di Marco si è appena scopato quella pia donna della mia governante nel salotto del mio appartamento e, a giudicare dalle manette e da altri svariati oggetti, come corde e… oh mio Dio! Quello cos’è?? Un collarino con delle pinze per i capezzoli??..., che ricoprono il pavimento c’ha dato dentro di brutto con il bondage!!
Quello che accade dopo avviene in una successione molto rapida.
Maria Lucia inizia ad urlare allungando le mani, aprendo i palmi ed esclamando:
“Oh signore! Oh… io può spiega tutto!” 
Elisa inizia a tremare di rabbia pronta a lanciarsi sulla mia colf per divorarsela in un solo boccone, quando all’improvviso dalla cucina entra, gattonando, un uomo-cane vestito con dei pantaloni di pelle nera e una maschera fetish, anch’essa nera, da cane col guinzaglio.
“Portami a spasso pupa e sculacciami che sono stato un cagnolino tanto cattivo!” le dice, con la voce ovattata dalla maschera senza calcolarci di striscio e tutto preso dalla parte, “Sì, piccola, tanto cattivo” ripete sculacciandosi euforicamente il sedere.
In quel preciso momento Elisa sviene e io faccio appena in tempo a prenderla prima che si schianti al suolo.
“Signore io prega lei no licenzia me… Oh io imbarazza!!” continua a sproloquiare Maria Lucia.
“Matteo??” mi chiede il cane.
“Marco!! Vieni a darmi una mano! Non vedi che sta male??” gli dico mentre stendo mia cugina a terra.
Le do qualche lieve schiaffo sulla faccia e sembra riprendersi proprio mentre il cane si mette a cuccia vicino a lei che apre gli occhi e vedendolo sbianca e sviene di nuovo.
“Elisa? Elisa?” la scuoto, “Togliti quella cosa dalla faccia, porca miseria!!, ma sei deficiente? La spaventi!!” mi metto ad urlargli mentre la mia governante saltella da una parte all’altra con le mani nei capelli piagnucolando:
“Io sapeva! Sapeva! Lei adesso me licenzia! Io cattiva persona!” 
“Maria Lucia, per favore, chiuda quella cazzo di bocca!” le urlo contro, “E tu muoviti a toglierti quella maschera! Subito!” grido al coglione che ho davanti.
“Elisa! Elisa!” la schiaffeggio di nuovo senza alcun risultato.
Nel frattempo Marco corre da Maria Lucia chiedendogli di sganciargli la maschera, ma questa è tutta agitata e, non so cosa combini, ma il cane finisce con l’imprecare qualcosa mentre sta per soffocare. Finalmente, al terzo tentativo, riesce ad allentargli la maschera e lui riesce a toglierla.
“ZIO????!!!????” spalanco gli occhi allucinato.
“Bè? Che c’è da guardare?” mi dice mentre riprende fiato, “Non mi vorrai dire che non hai mai fatto questi giochetti?? Come siete antiquati! Due nipoti antiquati c’ho!!” mi dice esasperato.
Lui.
“Ma…”
“Fai qualcosa no, Matteo!! Non vedi che è bianca come un cencio?” mi incita.
“Zio!!! Per favore! Per favore!” gli dico rasentando il limite della mia pazienza!
“No lei morta vero?? Io me no perdona! Questa punizione divina me!” ricomincia piagnucolare l’altra matta.
“Tieni, tieni… falle bere un goccetto e vedrai che si riprenderà subito!” mi suggerisce mio zio passandomi la sua personale fiaschetta di Whisky.
“Zio è svenuta, come faccio a farla bere? E poi devo farla riprendere non ubriacare!” urlo stizzito.
“Hai ragione, hai ragione… Dio… È che mi sono così spaventato!” mi dice tracannando un lungo sorso d’alcool.
“TU???”
“Dio, ma ti rendi conto che ho rischiato di morire? Per qualche secondo non m’è arrivata l’aria al cervello!!”
Nel caos generale sento e vedo Elisa muoversi. Sbattendo ripetutamente le palpebre e riacquistando coscienza.
“Zio, è una vita che non ti arriva ossigeno al cervello… direi che non è il caso di preoccuparci!”
“Cos’è successo?” mi chiede spaesata Elisa, portandosi una mano alla testa e provando a rialzarsi.
“Stai giù, sei svenuta… per due volte… fai attenzione” le dico, “Piano”
Si guarda attorno e vedo che i ricordi iniziano ad affluire nella sua mente.
“Dove cazzo è quel grandissimo stronzo? Ah? Dov’è?” mi chiede con rabbia iniziando a piangere.
“Non c’è Elisa, non era lui” le dico aiutandola ad alzarsi.
Si volta e vede lo zio che indossa i pantaloni di pelle vicino a Maria Lucia ancora mezza nuda. 
Alienata, Elisa, strabuzza gli occhi.
“Ma insomma ragazzi! Non vi facevo così noiosi… Volete che v’insegni qualche trucchetto?” ci chiede facendoci l’occhiolino.
“Non mi sento molto bene…” mi sussurra Elisa, sempre più pallida.
“Vieni, ti aiuto a stenderti… vuoi che ti accompagni in ospedale. Ce la fai a camminare?” 
“Oh come sei premuroso! Effettivamente alla mia età la mancanza d’ossigeno al cervello potrebbe rivelarsi pericolosa. Ma sì! Una controllatina me la faccio dare volentieri!” mi risponde mio zio. 
“Non dicevo a te, zio!” gli dico alzando gli occhi al cielo.
“Ah no??” mi domanda stupito.
“NO!” sbraito.
“Matteo, mi sento male” mi dice Elisa piegandosi a vomitare sul mio candido tappeto.
“Oh Gesù!” urla lo zio schifato, “Vado a cambiarmi per l’ospedale, un attimo e sono subito da voi!”
Ottimo. 
A questo punto per cancellare l’immagine di quest’orribile serata credo che cambierò tutto l’arredamento!

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