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giovedì 25 dicembre 2014

"Selima" di Franca Adelaide.



Vi offro le pagine conclusive del racconto " Selima", una ragazza straniera alla ricerca della propria identità.

"Per molti mesi Selima e Marco non si cercarono più. Marco aveva
capito, dopo tanta sofferenza, che, in realtà, era stata Selima a
preferire la propria solitudine al suo amore.
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Si sentiva rifiutato, deluso, amareggiato.
E tuttavia ancora innamorato.
Selima si sentiva, malgrado tutti gli sforzi che aveva fatto, la solita
disgraziata di sempre..Adesso voleva ritornare indietro, le sembrava di
aver bruciato le tappe nell’ansia di liberarsi troppo in fretta del suo
destino.
Passarono ancora molti mesi. Marco e Selima erano ancora due
ricordi dolenti l’uno per l’altra.
Marco era andato avanti per la sua strada: studiava Fisica
all’Università e le giornate scorrevano lente, molto lente.
Anche Selima era lungo la via, alla ricerca costante di una strada
che avesse alla sua estremità uno specchio in cui lei avrebbe, alla fine,
potuto riconoscersi, accettarsi e salutarsi gioiosamente come si fa con
le vecchie conoscenze..
Alla fine, ma proprio alla fine della strada, questo specchio
comparve.
Da quanto tempo Selima non si era specchiata!
Aveva sempre “pensato” la sua immagine,mai l’aveva vista
veramente, osservata con cura, con interesse, con quella curiosità che
riservava a tutto ciò che stava fuori.
Si guardò. E all’inizio non si riconobbe. Si fermò un attimo. Si
guardò tutta, con lentezza, con amore…Chi era quella donna un po’ in
sovrappeso, dallo sguardo segnato dal dolore, dagli occhi ancora
lampeggianti d’intelligenza e vivacità?
Chi era quella donna che tanto era simile alle tante donne del suo
Paese, alle tante deprivate, povere e bisognose della Terra in cui era
vissuta da piccola? No. Non poteva essere vero. Lei era diversa. Era
sempre stata diversa, se lo era sentito dentro, le palpitava dentro quel
suo essere lei, lei e basta.
- Certamente…- si disse Selima- Non sono simile a
nessun’altra, è vero. Ma chi è Selima?-
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Lo scoprì solo dopo ancora un po’ di tempo, tra lacrime e
disperazione…e poi rassegnazione e alla fine, solo alla fine, la
comprensione e la rilettura illuminata,a ritroso, di tutto ciò che era
stato. E come potente catalizzatore la vita, il quotidiano che le si
presentava così com’era: imprevedibile, ingenuo, incontrollato.
Nel fiducioso abbandono al fluire dei giorni, Selima crebbe.
Crebbe ancora anche se già aveva quasi 20 anni e capì che sarebbe
ancora cresciuta, che la lunga strada terminata con lo specchio, in
realtà, continuava ancora e ancora…senza fine…
. . . . . . . .
- Ciao, Selima…-
- Ciao, Marco…-
Quella sera, dopo tanto tempo, Selima e Marco cenarono insieme.
Al ristorante scelsero un posticino appartato e, a lume di candela,
cenarono insieme come insieme si erano sempre amati. E si
raccontarono tutto.
E Marco sorrideva nel cuore mentre Selima gustava il cibo e
gustava la vita e le sue parole, beveva i suoi sguardi e si alimentava
d’amore.
Il cielo era stellato ed era bello, dopo cena, fare una passeggiata.
Marco e Selima si presero per mano e abbracciati camminarono.
Adesso erano davvero compagni di viaggio".


Franca Adelaide

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