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domenica 28 dicembre 2014

ISABELLA SANTACROCE e la sua TRILOGIA. Recensione di Mary Skellington Greenwood.




Qualche giorno fa, sono tornata con la mente a qualche anno indietro, quando mi sono imbattuta in una trilogia scritta dall’autrice italiana Isabella Santacroce.

Ahimè, non è una scrittrice alla portata di tutti: non perché non sia facilmente leggibile poiché tutto, se ci pensate bene, lo è.
In fondo, leggere significa assemblare lettere che danno vita a parole che danno vita a un discorso.
Tuttavia, credo che la sua scrittura sia di difficile interpretazione, o digeribilità.
E’ una di quelle autrici che non pensi oggettivamente “è brava” o “non è brava”.
Lei, LA AMI o LA ODI.
E io, nonostante alle volte la trovo di una pesantezza unica (non nei temi, quanto nel COME li affronta), LA AMO.

Oggi, mi ritrovo a pensare a questa trilogia composta da “VM18″, “LULU’ DELACROIX” e “AMORINO”.
Tre libri diversissimi tra loro, che possono essere letti senza un ordine ben preciso o senza ordine di uscita, ma che mantengono tra loro un filo logico.
E certe metafore e figure che ritornano, sempre.
Ma andiamo con ordine.

Con VM18 del 2007, Isabella Santacroce inaugura la trilogia dantesca cosiddetta “Desdemona Undicesima”.
Il primo romanzo della trilogia, che dei tre romanzi rappresenta l’Inferno, libro che segna un’ulteriore svolta nello stile narrativo della Santacroce.
Nel 2010 esce per Rizzoli la seconda parte della trilogia (il Paradiso) Lulù Delacroix, romanzo-fiaba che sfiora le 500 pagine.
Nel 2012 Bompiani pubblica il suo nuovo romanzo Amorino, il terzo e ultimo della trilogia “Desdemona Undicesima” (il Purtagorio).
(cit. Wikipedia)

VM18

TRAMA

Siamo all’interno di un collegio femminile dove l’animo esteta, instabile e rasente la pazzia di Desdemona affiancata e appoggiata dalle sue due vallette, altrettanto perverse, Cassandra e Animone, da vita ad un cruento gioco del destino.
Un insieme di crimini, orge e perversi giochi di inclinazione demoniaca.
C’è un giuramento, un manifesto al quale tutte e tre le ragazze sono fedeli ed è il Manifesto delle Ninfette ed è attraverso questa lista che le tre spietate ragazze commettono atti osceni verso chiunque non sia idoneo o degno di umanità.
Secondo loro ovviamente.

Che dire, dei tre libri è sicuramente quello più pesante e angosciante, non a caso rappresenterebbe l’inferno dantesco.
Le immagini che arrivano sono invadenti e molto forti a tratti anche troppo esasperate.
Mirate sicuramente al fastidio.
Si, questo libro provoca fastidio.
A tratti anche esplicitamente blasfemo, mirato probabilmente ad urtare certi tipi di sensibilità.
Si legge benissimo, se non fosse che alcune immagini cruente che passano per la mente accompagnate dall’angoscia della scrittura, portano a chiudere il libro per un po’.
Quasi come a voler fare una pausa.
Una pausa da tutta questa crudeltà.

Il libro presenta 491 pagine e può essere acquistato a 17,50€, con copertina morbida.

LULU’ DELACROIX



TRAMA

Lulù Delacroix è una bimba calva abitante la città di Perfect City, dove tutte le bambine sono belle e bionde.
E’ nata in una famiglia che all’inizio l’amava moltissimo, finché era piccola, ma una volta accorti che non cresceva uguale alle altre bambine, tutti provano un senso di repulsione e paura per questa bambina, che in realtà è dolcissima e pronta a tutto.
E’ spesso oggetto delle torture delle sue due sorelle gemelle, perfette e biondissime, bellissime, ma allo stesso tempo crudeli, che fanno di Lulù una vera e propria bambola da torturare e prendere in giro, dando così verità alla tesi sostenuta che i bambini, quando vogliono, sanno essere molto cattivi. Specialmente da piccoli.
E’ una bambina che vive praticamente segregata in casa poiché la famiglia si vergogna di mostrarla (e non possono tra l’altro mostrarla al mondo!), quindi la piccola cresce parlando da sola, con amici immaginari di cui una è niente popò di meno che Emily Dickinson con cui instaura una corrispondenza mediatica.
E’ verso la metà del racconto che cominciano le avventure della bambina, che con l’aiuto dei personaggi più divertenti e strani, come il ragno Tenore o la bambola di pezza Mimi, senza un’occhio e senza un braccio, con la quale lei parla dopo averla raccolta ad una festa e avendola in qualche modo “salvata” da un destino crudele, dovrà raggiungere il regno del Mistero dove sconfiggerà il pregiudizio.


Lulù Delacroix rappresenta il paradiso dantesco.
Questo libro, è quello dei tre che mi è piaciuto di più.
Mi rappresenta, non tanto nel fantastico mondo che affronta e nei personaggi di cui la piccola si circonda, quanto più per il tema trattato.
Il pregiudizio.
Chi di noi non è mai stato vittima del pregiudizio?
Io stessa, ragazza rotonda dai capelli verdi, le orecchie piene di pearcing e tatuata sono spesso collocabile nella categoria degli scansafatiche o dei drogati, mentre in realtà lavoro, scrivo e sto anche per conseguire una laurea.
In tutto ciò, credo che il tema trattato all’interno di queste pagine sia molto attuale, e le immagini riconducibili benissimo ad un Alice nel paese delle meraviglie di Carrol, me l’ha fatto gustare ancora di più.
Ho letto recensioni contrastanti su questo libro: alcuni lo apprezzano, altri lo trovano deleterio.
Ma i gusti son gusti, insomma.

Il libro presenta 467 pagine e può essere acquistato a 18€, con copertina morbida.


AMORINO



TRAMA


Minster Lovell, austero e nebbioso paese della campagna inglese, 1911.
Le sorelle gemelle (strano!) Albertina e Annetta Stevenson ereditano un cottage vittoriano dalla morte dei genitori, avvenuta per cause sconosciute. Entrambe vestono allo stesso modo, tanto che è quasi praticamente impossibile riconoscerle. Entrambe bellissime, ma dal temperamento schivo, tendente all’isolarsi dal resto del mondo. Sarà il parroco del villaggio, Padre Amos, ad attirarle nella quotidianità e nella società del paese, affidando loro la direzione del coro della chiesa, Amorino, poiché una organista e una insegnante di canto.
Ma nella notte, quando tutto sembra assopirsi e rasentare la calma, si odono lamenti lontani, quasi urla.
Chi sono queste due gemelle? E perché questi lamenti sono cominciati proprio con il loro arrivo?




Amorino rappresenta il purgatorio dantesco.
Lascio a voi, ovviamente, la risposta, nel caso vogliate leggere questo libro.
Dei tre è quello che mi è piaciuto meno, forse perché dopo tutta questa premessa sulla trilogia del secolo, mi aspettavo che il finale fosse diverso, o forse non era incline con le mie corde nel periodo in cui l’ho letto.
Fatto sta, che dei tre libri è quello che mi è piaciuto di più per lo stile.
Un libro scritto a punti di vista, come una sorta di diario giornaliero in cui sette anime, sette pensieri danno adito a angolazioni differenti della storia: Annetta e Albertina, che condividono un terrore grandissimo; Padre Amos, pedofilo; Bernardina Green, ragazza che cresce brutalmente per mezzo della violenza; Margaret Green, donna dall’incrollabile fede che pensa di Padre Amos che sia una creatura celestiale e sarà proprio lei a spingere nelle braccia del pedofilo la giovane figlia, ovviamente ignara della perversa inclinazione del parroco; Dott. Thompson, medico del villaggio che riversa le sue frustrazioni sul sesso; e infine, lei, Isabella, misteriosa scrittrice arrivata in paese per smascherare quelli che sono i dubbi che ci accompagnano per tutta la storia.
Ecco una delle cose che ho adorato: lei, la scrittrice, che diventa personaggio e spalla per la risoluzione dei misteri.
E non da protagonista, badate bene.
Il finale non da una vera e propria conclusione alla storia, ecco perché non mi ha del tutto soddisfatta.
Il libro presenta 330 pagine e può essere acquistato per 17,50€, con copertina morbida.


Chi dice che Isabella Santacroce, non sa scrivere, è rimasto all’era dei Manzoni e dei D’Annunzio (niente da dire eh, per carità! Loro sono sui libri di storia, io a scrivere articoli su un blog!), ma tra il dire “non sa scrivere” e il “non è di mio gradimento”, c’è un abisso immane.
Ecco perché una possibilità a questa scrittrice, ormai oltrepassata la soglia dei quaranta, una possibilità è bene darla.
Perché nel nostro secolo, se vogliamo parlare di letteratura, non possiamo affidarci ai Volo e Moccia del caso, no?

E voi?
Avete letto qualcosa di questa autrice?
Se avete letto la trilogia, cosa ne pensate di questa Divina Commedia in stile Santacroce?


Mary Skellington Greenwood
tratto da http://snidgetphoenix.wordpress.com/2014/06/12/isabella-santacroce-e-la-sua-trilogia/

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