Logo blog

Logo blog

venerdì 26 dicembre 2014

"IL TEMPO E’ UN CORPO" di Martino Sgobba.

Lucrezia ricorda, ricorda, ricorda un uomo che, mordendole la bocca, le aveva baciato il cuore. Con fili di zucchero, le aveva rinchiuso il gemito dietro le labbra. Dopo aver rubato, era andato via per sempre e Lucrezia aveva fermato le lancette dello specchio. Era successo quando il sole, senza averle mai davvero arso gli occhi, cominciava a cedere ombre sul suo corpo. Ora Lucrezia, in segreto, ogni notte, indossa lunghi capelli neri, veli sospinti da nulla, incapaci di qualsiasi turgore e, come una raggrinzita bambina grondante di tempo, si erge a fatica su tacchi sottili. Si solleva per portare gli occhi fino ad una cornice vuota. Il ladro non le aveva donato nemmeno una foto e lei lo aveva disegnato, sfregiando la tela con le unghie, prima arrossate nella brace e poi ingrigite nella cenere. Era fiorita fuori stagione esplodendo di petali e, rimasta sola, aveva preferito appassire definitivamente, senza attendere un ritorno o un nuovo arrivo. Filava, filava, filava i pensieri intorno a un fuso di rancoroso dolore e tesseva un sudario sempre più impermeabile ad ogni barlume. Quando la vecchiaia è soltanto un presente magro, aspro come carta vetro, il tempo e il corpo scorrono ugualmente, senza avere un futuro, e lasciano una striscia di polvere, giocando di anticipo. I tacchi sono ormai fragili: Lucrezia sta per cadere. Ma un altro giorno è trascorso; ora va a dormire; non spegne la luce, perché il suo uomo la possa continuare a guardare dalle ferite della tela.

Martino Sgobba

Nessun commento:

Posta un commento