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lunedì 21 marzo 2016

"NESSUNO" di Maria Cipolla



Nessuno

Non sono nessuno.
Lo sapevo, o forse no.
Quella bimba, sola,
camminava su e giù,
nel grande cortile marrone.
Terra senza un albero.
Mi piacciono gli alberi,
conoscono la vera storia
dell'umanità, ed hanno
radici e saggezza, e forza
per ciò che hanno imparato
e visto negli anni,
ma lì non ce n’erano,
neppure fiori,
solo terra rossa,
come quella delle praterie
nei film americani.
Il cortile era in città.
Una bambola di pezza lacera,
consumata dal tempo
perdeva trucioli di segatura,
e qualcosa perdevo anch'io,
per empatia e paura di essere lei,
lacrime e solidarietà incondizionata,
contenta di non esserlo,
ma sanguinavo di legno tritato,
mentre la terra mi sporcava i piedi
con le scarpe risolate da mio padre.
Bambini umidi di naso,
si aggiravano correndo.
Scheletri impolverati di rosso.
Li guardavo,
mentre si rincorrevano,
senza un destino,
nati per caso senza motivo,
ridevano contenti ,
ignari del nulla, mentre,
il marciapiede si sporcava
di polveri colorate, e
forme disegnate da nessuno
apparivano dal grigio polveroso
come fantasmi dal buio.
Non sapevo, fino ad allora
di essere nessuno,
sì lo sapevo, ma era normale.
Cosa possono essere i bimbi
che giocano su polvere rossa,
mentre una bambina piange
la sua bambola di pezza
con le budella di fuori.
(Maria Cipolla)

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